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Le confessioni religioni unite per pregare per la Pace

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Di fronte al pericolo di un’ecatombe non ci sono barriere ideologiche o religiose. Il Dio è uno e si prega tutti insieme e per la stessa finalità. Su questo concetto è stata organizzata la marcia per la Pace che si è snodata ieri dalla Villa Comunale fino alla Chiesa Madre di Gela dove gruppi chiesa di ogni credo si sono dati la mano per invocare Dio affinchè posi la sua mano sulla terra e porti la pace minata da due mesi dal conflitto Russo_ Ucraino.

C’era la chiesa Cattolica con il Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina Rosario Gisana, i gruppi evangelici con la Chiesa della Resurrezione, la Terra promessa, Sabaoth, la Chiesa sulla Roccia, tutti uniti nella preghiera verso il cielo. Centinaia di fedeli si sono dati appuntamento alla Villa ed hanno dato vita al corteo con preghiere e canti comunitari. E poi la veglia di preghiera in chiesa Madre con i gruppi chiesa presieduti dal Vescovo Gisana e i pastori Giacomo Loggia, Giuseppe Emmanuello, Fiorella Gitana.

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“L’unica arma per contrastare il pericolo della guerra è la preghiera – dice il pastore della Sabaoth Fiorella Gitana – il modo per arrivare tutti insieme a Dio che è l’unico che conosce la verità e posare la sua mano sulla terra per assicurare la pace a cui agogniamo tutti. Io credo fermamente nella preghiera e credo che Dio nella tempesta, come ha detto nelle scritture, ha promesso di tirarci fuori. Quindi, al di là degli aiuti che forniamo, la preghiera deve essere il nostro modo di arrivare a Dio per chiedere l’aiuto”.

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