Una folta delegazione di trenta persone (il gruppo che fa capo all’assessore Franzone) è partita da Gela per l’incontro di Palermo con Cateno De Luca per “la Sicilia che vorrei” con la sala dell’hotel San Paolo che ha ospitato oltre 2000 persone.
“De Luca ha affermato con chiarezza che ora vuole occuparsi della Sicilia e noi abbiamo particolarmente apprezzato la presa d’atto pubblica che la Sicilia è “uno Stato nello Stato” caratteristica della quale, evidentemente, intende tenere conto”- si legge nel comunicato diramato da Francesco Salinitro.
“Il prossimo appuntamento è a Gela con Laura Castelli – aggiunge- per parlare di organizzazione, di programmi per Gela e per la Sicilia che vorremmo. Poi a Marzo di nuovo con De Luca per i contenuti e il nuovo simbolo del Movimento “Ti amo Sicilia” che ha una bella somiglianza con il nostro simbolo di Gela nel Cuore”.
Nel comunicato non c’è un cenno alla metamorfosi di De Luca e alla ormai ufficiale adesione al centrodestra del movimento. Cosa che al gruppo di Franzone non crea imbarazzo perché si mette sempre in evidenza che quello con Di Stefano è un accordo locale. È stato, però,siglato tra un candidato a sindaco civico con un ex candidato civico che in corso d’opera ha poi fatto una scelta politica che oggi si può dire ufficialmente essere di centrodestra. Nessuno prova imbarazzo per questo. Chissà cosa ne pensa l’on.Di Paola, garante della coalizione e padre del modello Gela che fino ad ieri all’hotel San Paolo ha lanciato l’appello a De Luca di stare dalla sua parte e non con Schifani.Come digerirà Di Paola la presenza di Sud chiama Nord nel governo Di Stefano? Starà con le mani in mani e anche lui farà finta di nulla?
Si potrebbe obiettare che anche l’Mpa governa con il centrodestra a Palermo e a Gela con Di Stefano. Ma non è la stessa cosa. L’Mpa era nel progetto gelese dal primo giorno, la sua presenza è stata avallata da tutti i componenti della coalizione e gli elettori erano perfettamente consapevoli della situazione quando sono andati a votare.Il movimento Sud chiama Nord di giugno con la lista in appoggio a Di Stefano era schierato nettamente contro Schifani e il gruppo di Franzone stava fuori da tutti i partiti e movimenti. Le nozze con De Luca sono avvenute con Franzone già assessore e il vento di centrodestra che tirava in quel movimento anche se non era ufficiale.