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Gli Sbandieratori di Gela alla festa di San Vincenzo ad Acate

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Acate – La festa di San Vincenzo, patrono della città di Acate, è stata quest’anno particolarmente vivace e colorata grazie alla spettacolare esibizione degli Sbandieratori di Gela. Questi artisti del vessillo hanno portato un’ondata di allegria e tradizione per le strade di Acate, celebrando il santo protettore con una performance che ha lasciato il segno nei cuori dei cittadini e dei visitatori.


La 3^ domenica dopo Pasqua si è trasformata in una giornata indimenticabile, con le bandiere che volteggiavano nel cielo, raffiguranti le quattro porte di Terranova di Sicilia, simbolo dell’orgoglio della città Federiciana. Il gruppo, composto da Valter Miccichè , Ferdinando Baldacchino, Pino Lentini, Giovanna Famà, Roberto Virdiano, Salvatore Ferrara, Gianluca Giannone e i musici Saro La Folaga, Alessandro Ferro, Samuele Casciana, Federico Fargetta, Mario Parisi, e Giulio Scrivano, tutti coordinati dalle coreografie di Steven Miccichè, ha dimostrato ancora una volta l’arte e la maestria che caratterizzano gli Sbandieratori di Gela.


Il corteo storico , ha avuto inizio nel luogo più emblematico: il castello di Acate. Questa fortezza, testimone silenzioso di secoli di storia, ha fornito la cornice perfetta per l’inizio delle celebrazioni. Il gruppo di Sbandieratori di Gela, con le loro bandiere vivacemente colorate, ha impreziosito ulteriormente la scena, aggiungendo un elemento di spettacolarità e fascino al corteo.
Mentre il corteo si snodava attraverso le strade antiche, gli sbandieratori hanno eseguito le loro evoluzioni con sincronia e grazia, catturando l’attenzione e l’ammirazione dei presenti. Le loro bandiere, svolazzanti al vento, sembravano danzare tra le mani esperte, creando un’atmosfera di festa e di orgoglio cittadino.


Il passaggio del corteo storico dal castello è stato un momento di particolare emozione, un ponte tra il passato e il presente, che ha permesso ai cittadini di Acate e ai visitatori di connettersi con la storia viva della loro comunità. Grazie alla presenza degli Sbandieratori di Gela, la tradizione è stata non solo onorata ma anche rinnovata, confermando il corteo storico come uno degli eventi più attesi e apprezzati della festa di San Vincenzo.


La festa, che si articola su tre giorni a partire dalla terza domenica dopo Pasqua, ha visto un perfetto connubio tra la devozione religiosa e l’entusiasmo folkloristico. La processione religiosa ha percorso le vie del borgo, mentre gli spettacoli folkloristici hanno offerto un ampio ventaglio di intrattenimento, tra cui le coreografie degli sbandieratori, le musiche della banda locale e non solo e il corteo storico con abiti settecenteschi.
In conclusione, la festa di San Vincenzo ad Acate rimarrà impressa nella memoria collettiva come un evento di gioia, unità e tradizione, grazie anche all’indimenticabile contributo degli Sbandieratori di Gela, che hanno saputo incantare e divertire con la loro arte secolare.

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Attualità

Il mese mariano al Santuario Maria Ss dell’Alemanna

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Si avvicina il mese di maggio e le parrocchie rendono omaggio a Maria, cui tradizionalmente, il mese è dedicato.

Nel 1945 Pio XII ha avvalorato l’idea di maggio come mese mariano dopo aver stabilito la festa di Maria Regina il 31 maggio. Dopo il Concilio Vaticano II questa festa è stata spostata al 22 agosto, mentre il 31 maggio si celebra la festa della Visitazione di Maria

Stasera alle 21, al Santuario Maria Ss dell’Alemanna, sotto la guida di Don Rosario Sciacca, cominciano le celebrazioni.

Ecco il calendario degli eventi liturgici:

L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei. Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine».In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica Il mese di Maria o sia di Maggio e di don Giuseppe Peligni.

Nel 1945 Pio XII ha avvalorato l’idea di maggio come mese mariano dopo aver stabilito la festa di Maria Regina il 31 maggio. Dopo il Concilio Vaticano II questa festa è stata spostata al 22 agosto, mentre il 31 maggio si celebra la festa della Visitazione di Maria. L’invito a non trascurare la recita del Rosario soprattutto nel mese di maggio viene da lontano.Nell’Enciclica Ingruentium malorum del 1951, Pio XII scriveva: «È soprattutto in seno alla famiglia che Noi desideriamo che la consuetudine del santo Rosario sia ovunque diffusa, religiosamente custodita e sempre più sviluppata. Invano, infatti, si cercherà di portare rimedio alle sorti vacillanti della vita civile, se la società domestica, principio e fondamento dell’umano consorzio, non sarà ricondotta alle norme dell’Evangelo. Per ottenere un compito così arduo, Noi affermiamo che la recita del santo Rosario in famiglia è un mezzo quanto mai efficace».

Anche il Magistero incoraggia questa devozione nata dal popolo. Nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia».Nessun fraintendimento però sul ruolo della Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso». Anche papa Montini attribuiva una straordinaria importanza al Rosario recitato in famiglia: «Non v’è dubbio – scriveva – che la Corona della Beata Vergine Maria sia da ritenere come una delle più eccellenti ed efficaci ‘preghiere in comune’ che la famiglia cristiana è invitata a recitare. Noi amiamo, infatti, pensare e vivamente auspichiamo che, quando l’incontro familiare diventa tempo di preghiera, il Rosario ne sia l’espressione più gradita.

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L’Aias Ets coccola le mamme con le mani e con il cuore

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Un gesto semplice che parla d’affetto, collaborazione,inclusione: è un’iniziativa dedicata alle mamme in occasione della loro festa domenica 13 maggio.

L’Aias Ets ha organizzato la manifestazione “Con le mani, con il cuore”, un momento do coccole per le mamme a cura della maje up artist Deianira Dammaggio, la fotografa Maria Sciacca e i ragazzi del seminterrato.

Appuntamento il 13 maggio all’Aias dalle 9.30 alle 11 30 con le coccole alle mamme e un dolce break

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Attualità

Per i bimbi della “Romagnoli-Solito” tour in centro nei luoghi di “Ué – Eventi urbani”

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Le classi della scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo “Romagnoli-Solito” in visita nei luoghi della street art del progetto “Ué – Eventi Urbani”, tra via Morello e via Pisa. Un momento di gioia, colore ed entusiasmo per i bimbi che hanno anche realizzato un’attività artistica all’insegna della creatività.

La scuola guidata dal dirigente Gianfranco Mancuso ha dunque promosso un’iniziativa di cittadinanza attiva e valorizzazione del territorio, che ha avuto come protagonisti i piccoli alunni. Presenti e attente le maestre che hanno accompagnato e seguito i loro allievi: ad ideare l’iniziativa è stata l’insegnante Filippa Ciaramella.

«Felicissimi di aver mostrato ai bambini il “volto” e le opere di “Ué – Eventi urbani”, la loro gioia è contagiosa e anche per loro siamo all’opera nella rigenerazione culturale del centro storico», ha detto Roberto Collodoro direttore artistico di “Ué”. 

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