Le comunità  LED: promotori di inclusività con” la fabbrica dei sogni imperfetti”

Lo hanno definito laboratorio  sociale di inclusività e di cittadinanza attiva, il progetto che ha portato alla comunità LED di Niscemi, piu di cinquecento bambini delle scuole dell’infanzia e primari...

A cura di Redazione Redazione
04 gennaio 2025 15:09
Le comunità  LED: promotori di inclusività con” la fabbrica dei sogni imperfetti” -
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Lo hanno definito laboratorio  sociale di inclusività e di cittadinanza attiva, il progetto che ha portato alla comunità LED di Niscemi, piu di cinquecento bambini delle scuole dell’infanzia e primaria, dell’istituto comprensivo G. Verga e degli asili privati, un centinaio di insegnanti.

Tra i visitatori del villaggio di babbo natale” Nella fabbrica dei sogni imperfetti”, anche tantissimi genitori e famiglie. Almeno un migliaio di visite, sono state stimate nel periodo natalizio, presso la residenza socio assistenziale riabilitativa, di cui è rappresentate legale Filippo Toscano e direttore tecnico la dott.ssa Larissa Rizzo, sita in contrada Paradisa, che ospita 30 pazienti con disagio psicosociale.

 Le comunità LED si propongono, non solo quali erogatori di un servizio di supporto alla persona, ma soprattutto quale locus di promozione, diffusione e divulgazione della cultura del benessere mentale.   Il gruppo di lavoro operante alla Led, ha voluto allestire uno ampio spazio ludico, socio relazionale, dedicato ai piu piccoli e alla comunità educante, allo scopo di accorciare le distanze tra l’idea comune della malattia psichica  e la comunità umana reale, caratterizzata da persone affette da  patologie da cui non si fugge e che possono riguardare tutti, indistintamente.  

 I bambini, gli insegnanti e i visitatori tutti sono stati accolti dagli ospiti della Led con gioia, entusiasmo e partecipazione attiva. Si sono condivisi spazi ludico/ creativi, e laboratoriali di recitazione, canto e ballo, pittura , fotografia. Si è creato uno luogo di condivisione intergenerazionale, in cui ognuno ha espresso se stesso, attraverso un linguaggio universale, quello dell’arte, scevro dal pregiudizio e da stereotipi figli di una cultura obsoleta, fuori tempo e fuori luogo che ci vuole tutti sani e belli, perfetti, performanti e sorridenti.

La malattia psichica esiste, cosi come le altre patologie da cui non ci si nasconde e per le quali non si prova disagio. Pertanto va affrontata, conosciuta, incontrata, perché ciò che si conosce non spaventa, la conoscenza normalizza ciò che sembra diversità, altro da se, altro da noi.    Tutti insieme liberamente, pazienti, alunni, insegnanti, genitori, in una giostra di colori e atmosfere da fiaba lappone tra elfi e renne volanti, hanno condiviso un viaggio natalizio, in una unica carrozza, nel puro divertimento. 

I bambini sono liberi da  pregiudizio, sono pagine bianche, la distorsione dei pensieri sulle cose del mondo,  prospettare modelli comportamentali  vincenti e produttivi, improntati all’individualismo ed all’edonismo irrazionale, avviene ad opera degli adulti, i quali promotori di modelli sociali  preconfezionati, rassicuranti ma disfunzionali, stili di pensiero introiettati dall’uso errato dei social e da una superficialità generalizzata che rende miopi e anestetizza l’intelligenza emotiva. 

In questo contesto è necessario interrogarsi sulla funzione delle politiche sociali e il  ruolo delle istituzioni, in particolare la scuola,  che possono avere nella tutela della salute mentale e promozione del benessere della salute psicofisico.Data l’urgenza di affrontare la piaga del disagio giovanile, tutte le istituzioni dovrebbero porsi come presidio di benessere dei giovani, se pensate in quanto luogo in cui le differenti politiche a loro dedicate possono essere definite e implementate.

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