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Celiachia tra scienza, nutrizione e qualità della vita

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Caltanissetta- Diagnosi della celiachia, dieta senza glutine, effetti sullo stile di vita, impatto psicosociale sia per l’adulto, anche in età avanzata, sia per il bambino. Una panoramica completa su ciò che riguarda la gestione della celiachia è stata presentata ai diversi professionisti presenti venerdì 16 e sabato 17 maggio nella sala convegni dell’OMCeO provinciale di Caltanissetta. Medici chirurghi, biologi, infermieri e psicologi, con il coinvolgimento dei rispettivi Ordini, hanno preso parte all’evento formativo dal titolo “Celiachia tra scienza, nutrizione e qualità della vita”.     

 

Un corso ECM la cui caratteristica principale è stata sicuramente la multiprofessionalità. “L’approccio ad una patologia non è più soltanto a carico di una categoria professionale di operatore sanitario, ma di quante più categorie professionali che hanno un solo obbiettivo quello di avere al centro del proprio interesse il paziente con un lavoro sinergico che migliori la qualità dell’erogazione della prestazione sanitaria ad un soggetto che a noi si rivolge in fase di criticità”, ha sottolineato il Presidente dell’OMCeO provinciale Giovanni D’Ippolito. Un concetto che è stato ribadito dal medico chirurgo Giovanni Di Lorenzo nonché Direttore scientifico della rivista online Quotidiano Benessere, “l’approccio multidisciplinare ad una patologia così complessa – ha affermato – e sicuramente a livello sociale di altissimo livello quale la celiachia oggi ci offre la possibilità di vedere che non dobbiamo curare soltanto la malattia ma al centro dobbiamo tenere il paziente”. 

  Si pensa ad una medicina personalizzata, inoltre “l’argomento di oggi, essendo proprio la celiachia e trattato da tutti questi specialisti volge proprio a far comprendere quanto si può normalizzare questa patologia – ha aggiunto l’otorinolaringoiatra Antonella Ballacchino – e quanto si può impedire che questa patologia diventi una problematica anche psicologica e non solo psicologica, ma nell’ordine della grande dimensione di cui oggi si parla che è quella biopsicosociale”. 

La celiachia, enteropatia che viene provocata dall’ingestione del glutine nel soggetto che ne è affetto, non sempre viene riconosciuta in maniera immediata a causa di una differente presentazione di sintomi. “Da un punto di vista gastroenterologico la diagnosi non sempre è così semplice- ha spiegato Marcello Maida gastroenterologo e professore universitario di Gastroenterologia – spesso può nascondere anche delle insidie legate alla corretta interpretazione degli esami da eseguire, in particolar modo degli anticorpi per la celiachia, dell’esame istologico che viene eseguito durante la gastroscopia”. 

A volte non ci sono i sintomi tipici della celiachia, “questo impone – ha aggiunto il professore Maida- una corretta valutazione clinica del paziente, una corretta valutazione del profilo di rischio e quindi la vera sfida dello specialista è quella di studiare bene il paziente per capire quando nelle presentazioni non classiche, non tipiche si può celare la malattia celiaca”.

Un ruolo importante viene svolto dalla diagnostica di laboratorio e dall’ HLA, test che valuta la predisposizione nei confronti di una determinata malattia. “Oggi sono conosciuti anche molti biomarcatori che ci permettono di diagnosticare la malattia celiaca, a volte anche senza biopsia o prima dell’intervento medico”, ha specificato la biologa nutrizionista Maria Luisa Leonardi. 

È stata fatta anche chiarezza su alcuni argomenti, come la distinzione tra celiachia e ipersensibilità al glutine. “Spesso si confondono le due condizioni – ha raccontato la biologa nutrizionista e dottore in epatogastroenterologia Maria Luisa Dongarra’ – in quanto le manifestazioni cliniche sono identiche se non, in alcuni casi, molto simili ma dopo avere escluso effettivamente la diagnosi di celiachia, è possibile individuare eventualmente l’ipersensibilità al glutine grazie a un protocollo ben specifico in cui si indica al paziente di effettuare per un certo periodo una dieta aglutinata. Questo poi può consentire al professionista, che sia appunto il nutrizionista piuttosto che il gastroenterologo, di dare le giuste indicazioni”. 

L’evento è stato suddiviso in quattro sessioni all’interno delle quali non e’ stato dimenticato l’impatto psicologico. “La compliance terapeutica che uno psicologo e la psicoeducazione, il supporto psicologico può offrire in una condizione di équipe, dove sono coinvolte più figure sanitarie- ha precisato lo psicologo e consigliere dell’Ordine degli Psicologi siciliano Marco Maria Leonardi- questo rende appunto l’ottimizzazione dell’intervento della terapia”. Differente è inoltre il grado di accettazione della diagnosi di celiachia nel bambino rispetto all’adulto, dalla comprensione del concetto di contaminazione del glutine e aderenza alla dieta nel bambino molto piccolo, ai timori che insorgono più avanti negli anni.

“Nel bambino scolarizzato la difficoltà maggiore è legata ad una paura, ad una mancanza di sicurezza negli ambiti diversi da quello familiare, da quello domestico. Più avanti ancora invece vediamo che per l’adolescente la celiachia diventa motivo di isolamento, di evitamento di situazioni sociali oppure diventa anche motivo di trasgressione, che comunque è anche un tasto particolarmente delicato in adolescenza. Chiaramente in tutto questo, la famiglia ha un ruolo fondamentale”,  ha evidenziato Alessandra Sardo dottoressa in psicologia e psiconcologa. Ancora più difficile, rispetto al bambino, la scoperta della celiachia per l’adulto che “può avere delle complicanze da un punto di vista psicopatologico – ha spiegato lo psicoterapeuta Steven Spinello- del tipo ansia, del tipo depressione, che sono comunque delle psicopatologie importanti non soltanto per quello che comporta in termini di celiachia ma anche rispetto allo stress, rispetto all’impatto sulla vita a 360° di quella persona e a maggior ragione quando questo, poi impatta su un impianto sociale che magari non è pronto ad accogliere tutte le richieste che avrebbero le persone con la celiachia”. Infine la persona anziana “oltre a tutto quello che sta attraversando rispetto ai cambiamenti fisici o alle paure normali che si hanno con l’avanzare dell’età -ha concluso – deve anche affrontare questo ennesimo compito”.

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La scrittura di Silvana Grasso diventa il “benvenuto letterario” per chi arriva in Sicilia

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Le parole di Silvana Grasso, da sempre, raccontano in maniera straordinaria il mito della Sicilia che continuamente si racconta e si svela, senza mai perdere il suo fascino e i suoi misteri. Parole che sono state scelte dal direttore dell’Hotel NH Catania Centro, Simone Messina, per diventare un “benvenuto letterario” per gli ospiti che soggiornano in camere e suite della famosa catena alberghiera di livello mondiale.

“Perché tornavo in Sicilia? Una vocazione forse, ma più una perdizione, una maledizione. Un fossile mitologico, un mostro. Che resuscitava a nuova vita, uno spasimo dell’anima, o una epilessia della ragione. Cos’altro? Mi risucchiava, nonostante la mia armatura, lo scirocco della mezzacosta, nel suo immobile vortice d’aria”. Un breve ma significativo estratto del romanzo “Disìo”, pubblicato nel 2006, che ha ricevuto il prestigioso premio Grinzane Cavour narrativa italiana.

«Mi commuove che, nella mia Catania, sia una prestigiosa catena alberghiera a riconoscere come prestigiosa e identificativa di una Sicilia mitologica la mia scrittura», ha commentato con emozione la scrittrice originaria di Macchia di Giarre ma gelese d’adozione. 

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Il Soroptimist per la salute delle donne

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Qual è il compito delle associazioni di persone? Rendere un servizio al territorio per ampliare i livelli di conoscenza ed aiutare il settore sanitario nell’obiettivo della prevenzione. Quello che ha fatto il Soroptimist di Gela con la realizzazione di un simposio sul tema “Medicina, Femminile Plurale – Il valore delle differenze nella cura e nella tutela della salute”: un convegno culturale ma innanzitutto scientifico che ha messo al centro la medicina e le patologie, le cure e le terapie al femminile quello che il Soroptimist Club di Gela, presieduto dalla prof.ssa Laura Cannilla, ha avuto luogo nel salone della Chiesa di Sant’Agostino con la partecipazione di un pubblico numeroso ed attento.

L’incontro, cui hanno presenziato tre docenti delle Università degli Studi di Catania ed Enna, donne impegnate al più alto livello nella ricerca e nell’innovazione in ambito medico, ha preso spunto dai recenti sviluppi della “medicina personalizzata” o “medicina di precisione” che prevede l’adattamento dei trattamenti e delle strategie di prevenzione alle caratteristiche individuali del paziente considerando fattori genetici, biologici, ambientali e comportamentali per offrire terapie mirate.

In questo contesto di revisione trasversale in chiave differenziata della medicina tradizionale, le relatrici hanno illustrato i risultati degli ultimi studi scientifici ed hanno evidenziato le peculiarità della medicina personalizzata nella sua varietà specifica di “medicina di genere”: le differenze biologiche dettate dal sesso e quelle socioculturali dettate dal genere suggeriscono un approccio clinico e di ricerca specificamente parametrato sulle esigenze e sulle peculiarità al femminile, tenendo conto della pluralità  delle specializzazioni riguardanti le diverse aree del corpo e della salute.

Ha coordinato i lavori dell’incontro la dott.ssa Valeria Cannizzo, dirigente medico della direzione di presidio “Vittorio Emanuele” di Gela, che ha illustrato i settori di ricerca delle tre docenti relatrici e moderato gli interventi. La prof.ssa Marcella Renis, già Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica dell’Università degli Studi di Catania, referente Nutribioma e Oncologia Integrata Fondazione Cenestesi ETS di Catania, ha relazionato su “Microbiota e differenze di genere”, illustrando le specificità dei rapporti tra l’insieme di tutti i microorganismi che convivono con il nostro organismo e gli stati di infiammazione cronica, le malattie reumatiche, gli squilibri del sistema immunitario, le patologie neurologiche.

La professoressa Antonella Luca, Associato di Neurologia dell’Università degli Studi di Enna Kore, ha esposto i risultati di un suo recentissimo studio in corso di pubblicazione su “Determinanti neuropsicologici nel burden dei caregiver di soggetti affetti da Malattia d’Alzheimer: focus su sesso e genere”, puntando l’attenzione sulle dinamiche tra le donne che assistono i pazienti e lo stress e l’affaticamento emotivo correlato.

La professoressa Caterina Gagliano, Ordinario di Oftalmologia dell’Università degli Studi di Enna Kore, Segretaria di AIDM Associazione Italiana Donne Medico sezione di Catania, è intervenuta su “Differenze di genere in Oftalmologia: dalla cosmetica alle patologie oculari”, sottolineando la rilevanza delle differenze legate al genere, sia a livello di anatomia che di fisiologia della visione, nell’insorgenza, nella diagnosi e nei trattamenti terapeutici di specifiche patologie oculari.

Questa iniziativa del Soroptimist, proseguendo un percorso di feconda collaborazione con Don Lino Di Dio, Vicario Foraneo di Gela, ha voluto ricordare anche il restauro, realizzato negli anni scorsi dal Club, della tela dedicata a San Giovanni Di Dio, protettore degli ammalati e del personale sanitario esposta presso la Chiesa della Divina Misericordia in San Francesco di Paola a Gela.

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Scuvera:”al via il nuovo contributo per famiglie siciliane con Isee fino a 30 mila euro”

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«È attiva dal 15 maggio la piattaforma creata dall’Irfis per presentare le domande di accesso ai contributi per gli acquisti, destinati alle famiglie siciliane con ISEE fino a 30mila euro».
Lo comunica il deputato regionale Totò Scuvera, informando sull’apertura di una misura che mette a disposizione 14 milioni di euro per sostenere i consumi delle famiglie con redditi più bassi.

Le domande possono essere presentate esclusivamente online su https://incentivisicilia.irfis.it, entro le ore 17.00 del 18 giugno 2025, utilizzando SPID di livello 2 o Carta Nazionale dei Servizi.

Il contributo serve a coprire il 70% degli interessi sui prestiti accesi a partire dal 1° gennaio 2025 per l’acquisto di beni di consumo durevoli, ad esclusione dei beni di lusso come computer, telefoni, auto, moto e simili. Il contributo va da 150 euro a un massimo di 5.000 euro per ciascun beneficiario.

Possono presentare domanda i cittadini siciliani con un ISEE 2025 inferiore a 30mila euro. Sarà stilata una graduatoria che terrà conto del valore dell’ISEE, dando priorità alle famiglie con redditi più bassi.

Per facilitare la compilazione, l’Irfis ha messo a disposizione sul sito una sezione FAQ, un call center dedicato e un indirizzo email per l’assistenza.

«Con questo intervento concreto – conclude Scuvera – diamo una risposta reale alle esigenze delle famiglie siciliane, aiutandole a sostenere le spese senza il peso degli interessi sui prestiti. Una misura che punta a sostenere il tessuto economico della nostra Isola».

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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