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Giudiziaria

Il CGA annulla sanzione pecuniaria irrogata dal Comune di Licata sull’ ordine di demolizione di opere abusive.

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Palermo- Il CGA ha annullato sanzione pecuniaria irrogata dal Comune di Licata per l’inottemperanza all’ordinanze di demolizione di opere edilizie abusive.

Tutto è cominciato nel1982 la Sig.ra G.M.R. C., originaria di Campobello di Licata, insieme ad altre persone ha acquistato in comunione, per la quota di 1/5, un fondo indiviso ubicato nel Comune di Licata in cui venivano realizzati vari fabbricati abusivi.Nel 1986 per ciascuno di tali fabbricati i proprietari presentavano autonome istanze di condono, che tuttavia nel 2018 venivano respinte dal Comune di Licata, che al contempo ingiungeva la demolizione delle opere realizzate abusivamente.

A seguito dell’ordine di demolizione emanato dal Comune di Licata la sig.ra G.M.R.C. provvedeva alla demolizione del proprio fabbricato, mentre i restanti proprietari non vi davano esecuzione e, pertanto, il Comune contestava a tutti i comproprietari, compresa la sig.ra G.M.R.C., la mancata demolizione delle opere abusive ancora in essere.

G.M.R.C., ha chiesto al Comune di Licata l’annullamento in autotutela dell’accertamento di inottemperanza, nella parte a lei riferito, in quanto la stessa, come detto, aveva dato esecuzione all’ordinanza di demolizione, ma tuttavia, il Comune di Licata irrogava anche a G.M. R.C. le sanzioni pecuniarie.

A questo punto G.M.R.C., con il patrocinio dell’Avv. Girolamo Rubino, portava avanti un contenzioso volto all’annullamento dell’ingente sanzione irrogata dal Comune di Licata. L’Avv. Rubino censurava l’illegittimità della sanzione in quanto il Comune di Licata non aveva tenuto conto dell’apporto partecipativo della propria assistita nella motivazione del provvedimento finale, bensì si era limitato ad utilizzare formule di mero stile che non consentivano all’interessata di ricostruire il percorso logico giuridico seguito dall’Amministrazione. 

Con sentenza del 27.05.2025, condividendo le argomentazioni difensive sostenute dall’Avv. Rubino, il CGARS ha accolto l’appello proposto dalla Sig.ra G.M.R.C. per difetto di motivazione dei provvedimenti impugnati.

Il CGARS ha affermato che deve essere sempre garantita all’interessato la piena ed effettiva partecipazione procedimentale mediante la produzione di memorie o osservazioni e l’Amministrazione ha l’obbligo di valutarle, dandone espressa, puntuale e adeguata ragione nella motivazione del provvedimento finale.  

Per effetto della sentenza è stata annullata la sanzione pecuniaria irrogata dal Comune di Licata alla ricorrente, che non dovrà corrispondere.

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Giudiziaria

Don Rugolo condannato anche in Appello

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Tre anni di reclusione: è la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Caltanissetta che ha condannato don Giuseppe Rugolo, il sacerdote ennese accusato di violenza sessuale su minorenni. I giudici hanno applicato l’attenuante della tenuità del fatto per due delle vittime individuate, rideterminando la sentenza di primo grado che era stata di quattro anni e sei mesi.

L’impianto dell’accusa ha retto anche in appello, come la credibilità del giovane archeologo Antonio Messina, sulla cui denuncia è stato incardinato il processo. La Corte d’appello ha estromesso la diocesi di Piazza Armerina dalla responsabilità civile

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Giudiziaria

Sentenza amianto killer: difesa condannata

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Roma – Amianto killer nelle navi della Marina: la Difesa condannata in via definitiva a risarcire 400mila euro la famiglia di Michele Cannavò morto di mesotelioma.

La vittima è stata esposta senza protezione per 34 anni nei cantieri e sulle navi .

Una nuova, pesante condanna, appena passata in giudicato, quindi definitiva, per il Ministero della Difesa: il Tribunale Civile di Roma ha stabilito un risarcimento di circa 400mila euro in favore dei familiari di Michele Cannavò, motorista navale della Marina Militare, deceduto a causa di un mesotelioma pleurico provocato dall’esposizione prolungata all’amianto.

Cannavò, originario della provincia di Catania, e residente a Siracusa, ha servito per 34 anni lo Stato tra il servizio militare e civile, operando in ambienti contaminati e privi di adeguate protezioni. Imbarcato su diverse unità navali – tra cui la Nave Albatros e il MOC 1201 – e impiegato nell’Arsenale Militare di Augusta, è stato quotidianamente a contatto con fibre di amianto: nei motori, nei corridoi, nei rivestimenti delle condotte, fino agli stessi ambienti di vita delle navi.

Un’esposizione continua, intensa e silenziosa, che gli è costata la vita. La diagnosi è arrivata nel 2019. La morte, appena due mesi dopo.L’INAIL ha riconosciuto il nesso causale tra l’infermità e le mansioni svolte in Marina, nel periodo del servizio civile. Una conferma ulteriore della gravità della negligenza istituzionale.

“Finalmente giustizia per la famiglia Cannavò” – commenta Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei familiari – “Questo risarcimento non potrà restituire Michele ai suoi cari, ma rappresenta un passo in avanti verso la tutela delle vittime e la bonifica definitiva dell’amianto da navi e arsenali militari.”

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Giudiziaria

Inchiesta Camaleonte: assolti gli imprenditori Luca e il dirigente di polizia Giudice

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Cade in primo grado l’impianto dell’inchiesta Camaleonte che ha coinvolto gli imprenditori Luca accusati di rapporti con clan mafiosi.

Il presidente del collegio penale Miriam D’Amore ha assolto tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. Sono stati assolti il fondatore del gruppo Salvatore Luca, il figlio Rocco, il fratello Francesco, il genero Francesco Gallo, la moglie Concetta Lo Nigro, la figlia Maria Assunta Luca e la cognata Emanuela Lo Nigro. Tutti gli imputati hanno  respinto sempre l’accusa di legami con la mafia. I Luca si sono dichiarati, invece, vittime e hanno sostenuto che il loro patrimonio era frutto del lavoro. Lacrime,commozione e abbracci tra i componenti della famiglia Luca alla lettura del dispositivo di sentenza.

E’ stato assolto anche il dirigente di polizia Giovanni Giudice, che ha rinunciato alla prescrizione maturata. Era accusato di aver favorito i Luca, tesi sempre respinta.

La prescrizione, con esclusione dell’unica aggravante, è stata decisa per l’ altro poliziotto coinvolto Giovanni Arrogante. 

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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