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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Conti e il presidente del consiglio di Niscemi abbiano l’umiltà di dire che hanno sbagliato

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Da Franco Di Dio componentw del direttivo provinciale del Pd di Caltanissetta riceviamo e pubblichiamo:

Il Sindaco ed il Presidente del Consiglio comunale di Niscemi possono decidere se partecipare o meno alla giusta iniziativa presa dal Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale di Gela, condivisa dai Colleghi di Butera e Mazzarino, ma certamente non potevano negare l’ autorizzazione a partecipare a quei consiglieri comunali che liberamente e responsabilmente volevano essere presenti per rappresentare e sostenere le sentite istanze della comunità niscemesi. Il Sindaco Conti ed il Presidente Chessari hanno messo in campo una grave arroganza politica ed una restrizione al ruolo e mandato popolare di ogni consigliere comunale. Peraltro nella richiesta di autorizzazione da parte dei consiglieri proponenti veniva specificato che non si chiudeva alcun rimborso spese o indennità di missione. Si abbia semmai la umiltà per dire che hanno fatto cosa errata, invece di voler giustificare con motivazioni non credibili della scelta.

Peraltro il Sindaco Conti dice che non va a Palermo nella manifestazione assieme ai Sindaci e Consiglieri comunali degli altri comuni limitrofi a Niscemi perché servono solo a fare selfie. Queste affermazioni sono irrispettose del lavoro generoso e proficuo delle Istituzioni che anche Lui rappresenta. Abbia la umiltà di dire che non è presente Lui assieme alla sua maggioranza per non dispiacere i riferimenti politici di centrodestra regionale che governano in modo inadeguato la Sicilia e che vorrebbero depotenziare la sanità a Gela, Niscemi e Mazzarino. Conti, in qualità di autorevole esponente provinciale della Lega, poteva e doveva agire prima della presentazione della proposta di nuova rete ospedaliera presso lo Assessore Regionale alla Sanità di cui si vanta essere amico, come fatto da esponenti del centrodestra nell’Ospedale di Paternò in cui sono stati aumentati ben 43 posti letto, diventando il simbolo delle sciagurate scelte politiche fatte. Ora invece vorrebbe apparire come chi evita i tagli. Contribuisca oltre a non mettere in campo i tagli nel territorio, a potenziare e consolidare la attività degli ospedali della sua città che sono ridotti molto male.

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Cronaca

La consigliera Oliveri dopo il suo parto all’Ove:”non si può più attendere per l’Utin e per il personale”

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Dalla consigliera comunale Cristina Oliveri riceviamo e pubblichiamo:

Oggi sento il bisogno – ma soprattutto il dovere – di condividere pubblicamente un profondo ringraziamento a tutto il Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale “Vittorio Emanuele” di Gela. Ho vissuto in prima persona l’esperienza di questo reparto in uno dei momenti più importanti, delicati e vulnerabili della mia vita: la nascita di mio figlio Federico, avvenuta il 18 di luglio. In quei giorni, ho incontrato medici, ostetriche, infermiere, OSS, che mi hanno accompagnata con professionalità, dedizione e una straordinaria umanità.
Nonostante le tante difficoltà strutturali, ogni componente del reparto svolge il proprio ruolo con impegno e passione, facendo sentire noi pazienti accolte, ascoltate e sicure.

Ma accanto a questa profonda gratitudine, c’è anche la necessità – e l’urgenza – di denunciare una grave mancanza che riguarda non solo me, ma tutte le famiglie di questo territorio: a Gela manca una Utin, un’Unità di Terapia Intensiva Neonatale. Una mancanza che pesa come un macigno su chiunque si trovi a vivere un parto complicato o una nascita prematura.
In caso di emergenza neonatale, l’unica possibilità è il trasferimento urgente verso altre strutture, come quella di Enna, con ambulanze attrezzate e culle termiche. Ma quando si parla di neonati in condizioni critiche, il tempo è tutto.E ogni chilometro in più può rappresentare un rischio enorme.

Io stessa, durante il mio ricovero, ho assistito al trasporto d’urgenza di una neonata. Il suono delle spie della culla che la accompagnava mi è rimasto dentro: era il suono della vita appesa a un filo, della corsa contro il tempo, della speranza che tutto andasse bene. Ma non è giusto che si debba sperare nella fortuna, quando invece dovrebbe esserci una struttura adeguata, già pronta, nella nostra città.A questa grave lacuna si aggiunge un’altra criticità che troppo spesso viene ignorata: la carenza cronica di personale.
Il reparto di Ostetricia e Ginecologia di Gela , come anche il reparto di Pediatria, vanno avanti solo grazie al sacrificio estremo del suo personale sanitario, che spesso si trova a dover affrontare doppi turni, ritmi insostenibili, ferie ridotte o rimandate, per riuscire a garantire un servizio minimo. Un sacrificio silenzioso, continuo, che meriterebbe ben altro riconoscimento e sostegno.

E allora, mi rivolgo alle istituzioni, alla dirigenza sanitaria e alla politica regionale: come si può parlare di diritto alla salute se mancano i mezzi per garantire sicurezza a chi nasce?Come si può difendere la vita, la maternità, l’infanzia, se non si investe nelle strutture e nelle persone che ogni giorno se ne prendono cura?Il Reparto di Ostetricia e Ginecologia di Gela non è solo un reparto ospedaliero. È un presidio di umanità. È un punto di riferimento per tutte le donne del territorio,Gela, Mazzarino, Riesi, Niscemi e Butera, un luogo che accoglie e protegge nei momenti più fragili.È tempo che venga riconosciuto per quello che è. È tempo che venga potenziato, sostenuto, valorizzato. È tempo, soprattutto, che anche a Gela venga attivata una UTIN. Non possiamo più permetterci di aspettare.

Un grazie di cuore a tutto lo staff che mi ha accompagnata in questo percorso: alla mia Dottoressa, al team di ginecologi, ostetrici, anestesisti, infermieri e pediatri.La mia gratitudine va a ciascuno di voi, per la professionalità, la dedizione e l’umanità dimostrate.Per tutte le madri, per tutti i bambini, per il bene della nostra comunità.

Cristina Oliveri
Consigliere Comunale, ma soprattutto una madre gelese.

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Zuccalà,imperatore delle pifferate

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Dal consigliere comunale e provinciale Filippo Balbo riceviamo e pubblichiamo:

Quando la musica è stonata non vi è dubbio che risuona come la solita pifferata. E così il lupo che pur perdendo il pelo mantiene il vizio insiste a giocare con sé stesso per superarsi allo spararla più grossa possibile.

Ha cominciato in campagna elettorale, tre anni fa, annunciando la genesi delle albicocche rosse, siamo arrivati oggi al porto-turistico peschereccio, passando attraverso la realizzazione di un aeroporto, probabilmente internazionale, in contrada Burgio, come avvenuto poche settimane addietro. Ci aspettiamo nei prossimi mesi l’annuncio della realizzazione di una stazione spaziale, migliore di quella esistente a Houston, sempre nella zona Desusino-Tenutella, dove, questo sindaco, non è riuscito a rimuovere finanche un sasso, mentre è stato solerte a ritirare dal piano triennale delle opere pubbliche l’unico progetto che avrebbe potuto veramente recuperare parte della costa buterese oramai quasi completamente erosa.

E mentre l’amministrazione di Gela da anni si muove e attende il recupero del porto rifugio, nonostante vi siano già stanziatii fondi della Regione e dello Stato, tanto da promuovere incontri con l’Autorita portuale per la caratterizzazione, Zuccalà annuncia la realizzazione di un porto-peschereccio senza neanche informarsi se, dato vincoli strettissimi, in quella zona, tale opera potrebbe realizzarsi. Ma come si può credere a tali annunci quando si è visto passare sotto il naso il PNRR, quando non ha partecipato ad alcun bando per portare finanziamenti, quando non ha saputo farsi valere presso il FUA e capitalizzare guardando ai veri bisogni del territorio, quando ha sempre disatteso il confronto con le forze politiche e sociali che avrebbero potuto consigliarlo ed indirizzarlo verso percorsi virtuosi.

Attenzione ai Project Financing, perché se dovessero concentrarsi su opere irrealizzabili e servire a recare prebende per chicchessia, anche per progettisti o società di progettazione, la Corte dei Conti non starebbe a guardare, volendo, con questo, suggerire alla giunta comunale di essere molto attenti a ciò che si va incontro quando si approvano atti che danneggiano l’erario. Forse il sindaco Zuccalà comincia a sentire l’aria di elezioni amministrative e per questo annuncia le più stonate pifferate per fare breccia tra gli elettori, quando invece dovrebbe preoccuparsi di redigere il proprio curriculum da presentare agli elettori, al netto della voglia del suo partito di volerlo ricandidare! Se il pifferaio stonato vuole veramente coinvolgere le forze politiche e sociali lo faccia appena sarà approvato il decreto dei trasferimenti delle Royalties per impegnare quei fondi al meglio possibile, annunciandogli, fin da adesso, che le forze di opposizione vigileranno per evitare che tali fondi vengano sprecati per futilità.

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In ricordo di Paolo Borsellino

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Dal commissario del Pli Gianni Incardona riceviamo e pubblichiamo:

Oggi 19 luglio 2025, in occasione del 33esimo anniversario  della strage di via D’Amelio in cui fu trucidato il Magistrato Paolo Borsellino e cinque Uomini della sua scorta, il segretario nazionale del PLI Geom Grazio Trufolo, il commissario cittadino Dott. Gianni incardona, il direttivo e tanti tra amici e simpatizzanti del PLI di Gela, commemorano con deferenza e commozione un Uomo e un Magistrato,Paolo Emanuele Borsellino, diventato da qualche mese Capo della procura della Repubblica a Marsala, in cui il CSM l’aveva preferito a un magistrato più anziano di età ” per la sua particolarissima competenza professionale nel settore della delinquenza organizzata in generale  e di quella di stampo mafioso in particolare”. Si ricorda ai più giovani che passò dodici anni all’ufficio istruzione di Palermo con Falcone uomo di punta del pool costituito da Antonino Caponnetto, con Falcone estensore dell’ordinanza istruttoria del primo maxi-processo a cosa nostra.E così un mese dopo la strage di  Capaci e ventitre’ giorni prima del proprio assassinio, il Giudice Borsellino disse in pubblico ” Giovanni ha cominciato a morire tanto tempo fa. Questo paese, lo Stato, la magistratura che forse ha più colpe di ogni altro,cominciarono a farlo morire  nel gennaio 1988 quando gli fu negata la guida dell’ufficio istruzione di Palermo. Anzi, forse cominciò a morire l’anno prima: quando Sciascia sul Corriere bollo’ me e l’amico Leoluca Orlando come professionisti dell’antimafia”.

Occorre dire che le stragi di Capaci e via D’Amelio sono gli eventi più funesti della prima Repubblica alla pari della strage di di Portella della Ginestra e del delitto Moro e in ogni caso hanno segnato un momento di rivolta collettiva  e una crescita duratura  della coscienza antimafia in Sicilia e in tutto il Paese.  

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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