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Cronaca

Lettera Aperta al Prefetto: “Imprenditori privati di dignità sociale ed economica”

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera indirizzata oggi al Prefetto Cosima Di Stasi a firma di Confesercenti e Confcommercio, firmata dal Presidente Rocco Pardo

“Pregiatissima Sua Ecc.

dall’ultimo DPCM e dall’invocazione da parte del nostro Governatore di aver assegnato – “zona rossa” –  a tutto il territorio siciliano, il mondo imprenditoriale si è visto offeso e colpito ingiustamente in quanto le reali restrizioni operative e addirittura diniego assoluto di lavoro sono stati inflitti solo ad alcuni comparti economici. 

Non capiamo come sia fattibile il poter prendere una pizza e mangiarla in qualsiasi angolo della città da una o più persone dove non viene monitorato né distanziamento né disinfezione degli arti che toccano il cibo, quando si potrebbe depotenziare l’accoglimento regolare della normale clientela all’interno delle stesse pizzerie e  ristoranti che in questo momento si vedono privati delle loro competenze e intimati a non poter svolgere il loro regolare lavoro che dà ai medesimi oltre che dignità economica anche dignità sociale.

Ci risulta irrazionale privare le palestre di un loro regolare svolgimento mappando e contingentando per appuntamento il flusso della clientela considerando che, dalla loro riapertura dal primo lockdown, i casi di contagio sono stati quasi nulli o del tutto inesistenti. Dalla loro chiusura si è dato vita a dei veri e propri gruppi di allenamento organizzati con figure come personal trainer che operano all’aperto dove riteniamo che se vi sia una percentuale di contagio da un potenziale custode del virus la trasmissione può accadere allo stesso modo e addirittura nella fascia di età più giovane si registra che hanno attrezzato strutture del tutto abusive e private, come garage e cantine come vere e proprie palestre sfuggendo a ogni tipo di controllo e di mappatura.

Cambiando capitolo e volendo dare un respiro più ampio riteniamo irrazionale e molto grave la chiusura del comparto abbigliamento in quanto lo stesso ha subito nella stagione invernale già diversi colpi bassi in fasi delicatissime del suo percorso. Per fare un esempio il periodo del “Black Friday” che ormai è entrato nelle logiche e nelle dinamiche del comparto e serve a far costituire un minimo di fatturato per il mese di Novembre, che ormai da anni registra dei cali di utile importanti, è stato letteralmente blindato, arrivando alla settimana così tanto agognata del “Natale”, gli stessi operatori, si sono visti aprire e chiudere a giorni alterni e addirittura impossibilitati a operare il giorno della vigilia che da tempi non sospetti, è il giorno dove si registra un po’ più di fatturato, creando oltre a un frazionamento d’incasso anche un disorientamento dell’utenza. 

Come ciliegina sulla torta in una fase particolarmente delicata per la sopravvivenza delle attività del comparto moda si decide di chiudere per il periodo delicatissimo dei saldi. Tale periodo essenziale in quanto è il periodo utile per lo smaltimento delle scorte di magazzino che già da diversi anni risultano essere sempre più ingenti causando una passività economica sempre più dirompente. Tali quantitativi hanno registrato dei numeri sempre più esponenziali, a causa delle problematiche che il settore moda subiva, quali vendite on line e liberalizzazione dei saldi.

Riteniamo, che non dare la possibilità a un negozio, che ha seguito tutti i parametri e le linee guida per il contingentamento della clientela e la tutela del personale stesso, con ingenti investimenti economici, sia privato dal diritto alla libera impresa e al lavoro previsto dalla Costituzione, anche perché anche in questo caso tale comparto non ha registrato in nessuna regione l’unzione di potenziali focolai. 

A questo vogliamo aggiungere la criticità non solo economica causata oltre dal mancato guadagno anche dall’invariato aggravio dei costi di canoni di locazioni, utenze e costi vari ma anche di evidente rischio di rapporti bancari, in quanto le forniture dei negozi a differenza di altre attività (bar, tabaccai, ecc… che hanno esposizioni molto più esigue), risultano essere più gravose e impegnative per cui nel normale asset lavorativo i negozi di abbigliamento spalmano il pagamento delle forniture alle aziende fornitrici titoli di credito che vedono la loro fisiologica scadenza nei mesi che vanno da Dicembre a Marzo. Ovviamente l’invocazione della zona rossa da parte del Governatore e conseguenzialmente la chiusura di tali comparti economici sottopone a rischio protesto.

Vorremmo sottolineare che già dalla prima fase della pandemia “Marzo 2020” tali attività hanno lavorato con un crollo di fatturato pari all’80% mantenendo in vita le stesse solamente con un residuale del fatturato del 20%, per cui tali restrizioni ci preoccupano per l’impoverimento ulteriore che si vuole infliggere al settore moda. Se parliamo di un protocollo sanitario e di fare prevenzione, ci risulta difficile capire la logica del potersi recare in un negozio da bimbo dove l’acquisto sarà fatto sicuramente da una persona adulta e la stessa viene privata del poter andare a beneficiare dell’acquisto di un capo personale. Tale disegno di prevenzione ci risulta di difficile comprensione come ci risulta di difficile comprensione poter andare liberi in un supermercato o in un negozio di biancheria intima ed essere privati del poter fruire dell’acquisto di una maglia, di un pantalone, di un giubbotto o di un accessorio di una persona adulta.

Restando sempre in tema abbigliamento anche il comparto dell’ambulantato con la vendita merceologica dell’abbigliamento viene tagliata fuori dal poter svolgere regolarmente seguendo sempre i canoni vigenti di prevenzione la propria opera a differenza dell’ambulantato con la vendita di beni alimentari e intimo che potranno svolgere regolare attività.  

Da quanto detto vogliamo evidenziare le criticità oggettive delle linee guida di prevenzione, in quanto il contagio non cambia la sua trasmissibilità in base al bene che si acquista bensì in base all’interazione interpersonale. 

In merito al capitolo ristori chiediamo di sollecitare il Governo in una più celere azione di intervento, mentre in merito ai ristori contenuti nella finanziaria regionale la stessa Regione ha precluso molteplici attori economici che hanno subito un crollo di fatturato a causa delle restrizioni COVID pretendendo che tali attività fossero in regola con il DURC. Da come può ben capire la necessità di aiuto concreta dovrebbe evitare ogni sorta di cavillo in quanto non dare supporto economico a una attività che già viveva delle criticità economiche per cui non aveva avuto la possibilità di mettersi in regola con il pagamento dei tributi  non farebbe altro che decretarne la potenziali morte commerciale. 

Da quanto esplicitato e vista la sua nobile presenza sulle dinamiche territoriali, chiediamo sua intercessione sulle problematiche sopra citate chiedendo la riapertura di tutte le attività ed innalzando in base al colore assegnato per criticità sanitaria l’asticella dei controlli e conseguenzialmente l’inasprimento delle sanzioni, in modo da mettere in una posizione di parità sociale i vari comparti economici.

Tali richieste vengono fatte in virtù del fatto che, confrontandoci con organi del mondo farmaceutico ci hanno evidenziato un’ impennata nel consumo di psicofarmaci. Questo fa intuire in modo preoccupante che sta dilagando uno stato di depressione che potrebbe portare a dei gesti da parte di qualche attore economico, gravi e irrimediabili. 

Oltretutto tali sofferenze economiche potrebbero dare spiragli sempre più ampi a infiltrazione di malavita organizzata, usura e riciclaggio di denaro di non lecita provenienza.

Sperando sempre di essere stati e di essere un supporto socio economico valido, l’occasione ci è gradita per porgere i nostri più

Cordiali saluti

Caltanissetta, lì 21/01/2021

Presid. Confcommercio                                                                     Presid. Confesercenti            

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Furto in una villetta di Punta Braccetto

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Santa Croce Camerina - I Carabinieri della Stazione di Santa Croce Camerina hanno denunciato a piede libero un cittadino tunisino di 33 anni residente a Ragusa, responsabile di un furto all’interno di un’abitazione della località marittima di Punta Braccetto, di proprietà di un 60 enne di Comiso.

Il tunisino, la scorsa settimana, nottetempo si era introdotto furtivamente all’interno della casa vacanze dell’uomo, probabilmente ignaro della presenza di un sistema di videosorveglianza installato appositamente dal proprietario a tutela del proprio immobile, già in un’altra passata circostanza bersaglio di un analogo furto.

Dalle immagini visionate dai Carabinieri, i militari sono giunti all’identificazione del responsabile che, durante una perquisizione appositamente disposta, è stato trovato ancora in possesso degli arnesi da scasso utilizzati per compiere l’effrazione degli infissi esterni dell’abitazione, nonché della stessa refurtiva sottratta, ovvero qualche monile ed una somma in contanti di circa mille euro, il tutto immediatamente restituito al legittimo proprietario.

Per il giovane straniero, fino ad oggi incensurato, è scattata quindi la denuncia alla Procura della Repubblica di Ragusa per furto aggravato

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Denunciato un gambiano per spaccio

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Ragusa - I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Ragusa, nel corso della costante attività di monitoraggio e repressione finalizzata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nel capoluogo ibleo, lo scorso fine settimana hanno denunciato a piede libero un cittadino gambiano di 23 anni residente in città, già noto alle Forze dell’Ordine, sorpreso in flagranza a spacciare hashish ad un minorenne, nella centralissima piazza Matteotti.

La cessione, di pochi grammi, è stata scoperta dai militari dell’Arma che, intervenuti, hanno immediatamente sottoposto a perquisizione personale il giovane africano e rinvenuto poche altre dosi dello stesso stupefacente, già confezionato e pronto per essere ceduto. Sequestrata la sostanza, il gambiano è stato accompagnato in caserma per gli accertamenti del caso, al termine dei quali è stato quindi denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Ragusa per detenzione ai fini di spaccio di modica quantità di sostanza stupefacente.
Per il minorenne, invece, è scattata la segnalazione alla locale Prefettura quale assuntore; per lui si avvierà quindi il percorso amministrativamente previsto per i consumatori di sostanze stupefacenti

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Recuperati 3583 beni archeologici, 80 reperti storici, 41 denunciati, 450 controlli

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Le attività condotte nel 2023 dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale in Sicilia hanno visto impegnati i militari del Nucleo di Palermo e della dipendente Sezione di Siracusa in molteplici ambiti d’intervento, con particolare attenzione al traffico illecito di beni archeologici e ai furti di beni culturali.

Nel 2023, il contrasto al traffico illecito di beni archeologici ha registrato importanti successi che hanno permesso il recupero di oltre 3500 reperti archeologici.

In tema di furti di beni culturali nel 2023, si registra un decremento con 12 reati predatori denunciati rispetto ai 14 dell’anno precedente, commessi nei luoghi espositivi pubblici (2), luoghi di culto (6), biblioteche (1) e luoghi privati (1): nel caso specifico di biblioteche, gli ammanchi sono emersi a seguito di controlli inventariali e, pertanto, sono riferibili ad anni precedenti.

La strategia di intervento del Nucleo si è articolata lungo due direttrici fondamentali: l’attività di prevenzione, rappresentata dalle molteplici attività ispettive, e l’azione di contrasto, sviluppata attraverso le indagini di polizia giudiziaria.

Nel corso del 2023, l’attività di prevenzione ha certificato l’esecuzione di 471 controlli finalizzati alla sicurezza dei luoghi della cultura, quali musei, archivi, biblioteche ed aree archeologiche e/o tutelate da vincoli paesaggistici. Le verifiche hanno altresì riguardato gli esercizi commerciali di settore, con numerosi controlli amministrativi presso mercatini, fiere ed antiquari che rivestono un ruolo fondamentale per contrastare la ricettazione di beni rubati. Infatti, i dati acquisiti vengono successivamente confrontati con quelli presenti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la più grande banca dati di opere d’arte rubate al mondo.  

Altrettanto incisiva è stata l’azione di contrasto sviluppata attraverso indagini di polizia giudiziaria, d’iniziativa o su delega dell’Autorità Giudiziaria, finalizzate al recupero dei beni culturali trafugati e all’individuazione dei sodalizi criminali operanti nel settore. Nel 2023, sono state deferite in stato di libertà 41 persone per diversi reati (prevalentemente furto, ricettazione, contraffazione di opere d’arte e per reati in danno del paesaggio) e sono stati sequestrati beni culturali illecitamente sottratti per oltre 1.500 milioni di euro, con l’esecuzione di 36 perquisizioni.

I beni recuperati sono stati riconsegnati a musei, chiese e soprintendenze competenti per territorio, allo scopo di garantirne la pubblica fruizione.

I controlli effettuati nel 2023 per il cui conseguimento il Nucleo TPC di Palermo e la Sezione di Siracusa hanno operato in piena sinergia con tutti i Reparti dell’Arma territoriale della Sicilia, i Nuclei Elicotteri Carabinieri di Palermo e Catania ed il Nucleo Carabinieri Subacquei di Messina, oltre alle competenti Soprintendenze:

Verifiche alla sicurezza di musei, biblioteche e archivi49
Controlli nelle aree archeologiche147
Controlli alle aree tutelate da vincoli paesaggistici/monumentali177
Controlli presso esercizi antiquariali, mercati e fiere antiquariali98
TOTALE471

QUADRO DI SINTESI DELL’AZIONE DI CONTRASTO

Beni recuperati3.786
Beni archeologici3583
Beni paleontologici123
Beni antiquariali80
Valore economico dei beni recuperati€ 1.637.600,00
Falsi sequestrati209
Valore economico falsi sequestrati€ 110.000,00
Persone arrestate in flagranza di reato 0
Persone denunciate all’A.G.41
Perquisizioni36
Tipologia dei reati perseguiti 
Furto4
Ricettazione16
Danneggiamento4
Contraffazione opere d’arte5
Reati in danno del paesaggio9
Altri reati14

Tra le operazioni più significative, si evidenziano:

  • Messina e San Pier Niceto (ME): il sequestro di 194 opere grafiche false, attribuite agli artisti Andy Warhol, Banksy, Picasso, Guttuso, Schifano, corredate da relativa falsa documentazione, sono state individuate in vendita su siti web dediti all’e-commerce. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina e condotte dalla dipendente Sezione Carabinieri TPC di Siracusa, unitamente ai locali Comandi Stazioni Carabinieri;
  • Palermo: il sequestro di un dipinto, olio su tela, raffigurante “Cristo asceso, tra le nuvole, attorniato da angeli e santi”, epoca XVIII sec., messo in vendita su sito web case d’asta. A seguito di controlli di siti dedicati all’E-Commerce, l’opera veniva individuata e le successive verifiche presso la Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti confermavano l’illecita provenienza, poiché asportata a Nizza (Francia), nel 2009. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento e sono state condotte dal Nucleo Carabinieri TPC di Palermo;
  • Noto (SR): il sequestro di un lotto di terreno privato, di mq. 7.000 (settemila), in area sottoposta a vincolo archeologico-paesaggistico, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Siracusa finalizzate al contrasto di reati in danno del patrimonio archeologico-paesaggistico, condotte dalla dipendente Sezione unitamente alla locale Stazione Carabinieri;
  • Capo d’Orlando e Brolo (ME): il sequestro di sette opere grafiche, false nell’esecuzione e nella firma del maestro Guttuso, sono state individuate in vendita su siti web dediti all’e-commerce. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Patti (ME) e condotte dal Nucleo Carabinieri TPC di Palermo, unitamente alla locale Compagnia Carabinieri;
  • Palermo: il recupero di un dipinto, olio su tela, raffigurante “Assunzione della Beata Vergine Maria”, epoca XVIII sec., messo in vendita su sito web case d’asta. A seguito di controlli di siti dedicati all’E-Commerce, l’opera veniva individuata e le successive verifiche presso la Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti confermavano l’illecita provenienza, poiché asportata a Caggiano (SA) nel 1983. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo e sono state condotte dal Nucleo Carabinieri TPC di Palermo, unitamente alla Sezione Elaborazione Dati del Comando Carabinieri TPC di Roma.

Infine si segnala che, nel corso del 2023, il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo ha restituito:

  • alla Biblioteca Ludovico II De Torres di Monreale (PA) n. 61 libri, di grande valore storico e culturale, risalenti al XVI Sec., trafugati negli anni ’80 del secolo scorso. I libri, rari e di pregio, che costituiscono delle vere e proprie rarità, di cui alcuni sono esemplari unici al mondo, sono stati individuati presso il Getty Museum di Los Angeles (Stati Uniti). Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo e condotte dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e dal Reparto Operativo TPC – Cooperazione Internazionale di Roma, in collaborazione con l’ufficio Esportazione delle antichità e degli oggetti d’arte della Sicilia:
  • alla chiesa di Santa Maria di Costantinopoli di Torre del Greco (NA), 2 paliotti in marmo policromo, di grande valore religioso e storico/culturale.

I due preziosi manufatti sono stati individuati durante un’indagine condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e dalla dipendente Sezione di Siracusa, nel corso di indagini finalizzate al contrasto di reati in  danno del patrimonio culturale, presso un’abitazione privata, a seguito dei riscontri positivi originati dalla consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, fondamentale per certificare che i preziosi beni erano stati oggetto di furto avvenuto, nel 2013, all’interno della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli di Torre del Greco.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
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