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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Assenze strategiche e opposizione silente:la politica non si fa su Facebook

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Dalla consigliera Lorena Alabiso riceviamo e pubblichiamo:

“Ancora una volta, l’opposizione ha scelto la via della diserzione invece di quella del confronto istituzionale. Decidere di non presentarsi in aula equivale, nei fatti, a rinunciare al mandato conferito dai cittadini. Chi viene eletto per svolgere un ruolo di controllo, proposta e opposizione ha il dovere morale e politico di esercitare questa funzione dove la democrazia prende forma: nelle istituzioni, non sui social network o davanti alle telecamere.

Particolarmente grave è risultata l’assenza registrata nel corso dell’ultima seduta, coincisa con un momento di dolore personale per un consigliere di maggioranza, la cui famiglia è stata colpita da un lutto. Speravano che non avessimo i numeri. Così non è stato. E l’aula ha continuato a lavorare.

Un’assenza tattica, ma soprattutto vuota di contenuti, che conferma una linea politica povera di idee e priva di visione. Nei mesi trascorsi, l’unico messaggio trasmesso dall’opposizione è stato un continuo ritornello: “la maggioranza scricchiola”, “non hanno i numeri”. Nessuna proposta alternativa, nessun progetto, nessuna prospettiva concreta.Questa non è opposizione, è ostruzionismo sterile e autoreferenziale.Fare opposizione significa esercitare un controllo serio sull’operato dell’amministrazione, denunciare con coraggio eventuali mancanze o abusi, ma anche e soprattutto offrire soluzioni, visioni, progettualità. Tutto questo, fino ad oggi, è colpevolmente mancato.

Sul tema degli aeroporti, chi oggi solleva contrapposizioni tra Comiso e Agrigento dimostra miopia politica. I due progetti non si escludono a vicenda, così come non si escludono un nuovo ospedale e il potenziamento di quello esistente. Alimentare una falsa alternativa significa fare confusione e disinformazione.

Infine, per quanto riguarda lo “sblocca royalties”, non servono rivendicazioni anacronistiche né il richiamo alla legge Speziale del 1999 per attribuirsi meriti. I fatti parlano chiaro: l’emendamento votato e approvato all’ARS è stato presentato dal gruppo parlamentare del Partito Democratico, ed è da lì che sono arrivati i risultati concreti.Chi continua a fingere di non comprendere lo fa in malafede o per interesse politico.

La maggioranza continua a lavorare, con responsabilità e determinazione, mentre altri si limitano ad assistere da lontano, sperando che le cose vadano male per potersi sentire protagonisti. Ma la politica vera si fa con i fatti, non con i post”

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“Il rispetto violato”: un’importante riflessione sulla dinamica educativa di Giambattista Amenta

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Dalla prof. Giusi Rinzivillo, nostra lettrice, riceviamo e pubblichiamo quanto segue.

Nel panorama educativo contemporaneo, è essenziale confrontarsi con le sfide che emergono all’interno delle aule scolastiche. Il libro “Il rispetto violato” di Giambattista Amenta, pubblicato da Mondadori, si erge come una guida preziosa per tutti i docenti che si trovano a gestire episodi di maltrattamento verbale e comportamentale da parte degli alunni. Quest’opera non solo analizza il problema dell’insulto nei confronti di un adulto significativo, ma approfondisce anche le implicazioni psicologiche ed educative di tali atti.

Quando un alunno offende un insegnante, si manifesta una duplice problematica: da un lato, la miseria dell’allievo che insulta una figura adulta centrale nel suo processo formativo; dall’altro, la condizione del docente che diventa oggetto di irrisione e umiliazione. Tuttavia, quest’ultimo aspetto trascende il piano personale, per collocarsi in un contesto educativo più ampio. L’educatore non può limitarsi alla reazione emotiva, ma deve compiere un percorso di esplorazione morale e pedagogica, cercando di comprendere le radici della condotta dell’alunno e identificando interventi idonei a fronteggiarla. 

Il volume di Amenta si propone di fornire ai docenti strumenti adeguati per affrontare tali difficoltà, trasformandole in opportunità di crescita. Attraverso l’elaborazione di nuove prospettive, gli insegnanti possono imparare a vedere nelle condotte problematiche non solo un ostacolo, ma anche un’occasione per stimolare riflessioni etiche e sviluppare competenze professionali. L’autore invita a considerare ogni situazione di maltrattamento come un punto di partenza per approfondire la relazione educativa e per potenziare le abilità relazionali e comunicative degli insegnanti.

La figura di Giambattista Amenta è di spicco nel campo della pedagogia. La sua carriera accademica è caratterizzata da una serie di pubblicazioni di grande rilevanza, che spaziano dalla teoria educativa alla pratica didattica. È noto per aver ricoperto incarichi di prestigio presso diverse università, dove ha contribuito alla formazione di generazioni di educatori. Tra le sue opere più significative troviamo “Educazione e responsabilità”, un saggio che connette etica e pedagogia, e “La comunicazione nella relazione educativa”, che esplora le dinamiche interpersonali tra docente e studente.

Amenta si distingue per la sua capacità di integrare teorie pedagogiche classiche con approcci innovativi, attingendo da correnti come la pedagogia attiva e la metodologia montessoriana. Le sue argomentazioni sono spesso supportate da riferimenti a teorici del calibro di John Dewey, il quale enfatizzava l’importanza dell’esperienza come elemento cruciale nell’apprendimento, e Paolo Freire, che promuoveva una didattica critico-dialogica in grado di coinvolgere attivamente gli studenti.

In conclusione, “Il rispetto violato” rappresenta non solo un’analisi della problematica dell’offesa nei contesti scolastici, ma un invito alla riflessione profonda su come affrontare le complessità della professione docente. Attraverso le intuizioni di Giambattista Amenta, i lettori saranno accompagnati in un viaggio educativo che valorizza non solo il ruolo dell’insegnante, ma anche la necessità di un approccio pedagogico inclusivo e rispettoso. Le strategie suggerite nel libro sono destinate a rimanere impresse nella pratica quotidiana degli educatori, contribuendo a costruire ambienti scolastici più solidali e aperti alla crescita collettiva.

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“Incendio al 3P, la città deve reagire e denunciare”

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Da Salvino Legname, dell’associazione Antiracket e Antiusura di Gela, riceviamo e pubblichiamo

Esprimiamo totale solidarietà e vicinanza ai gestori del locale 3P, alle loro famiglie, ed ai dipendenti che vi lavorano. Questo grave atto intimidatorio deve essere assolutamente perseguito, sia dalle forze dell’ordine, dalla magistratura e da tutti gli organi istituzionali di competenza, affinché vengano trovati, ed arrestati, coloro che ancora credono di potere sottomettere la nostra città, compresa la popolazione che non può più permettersi di stare in silenzio, ma che deve assolutamente reagire, denunciando tutti i crimini che avvengono nel nostro territorio. La gravità di questo atto, corrisponde alla stessa logica di quelle che hanno perseguito le consorterie mafiose, le quali vorrebbero farci ritornare nel buio, ed è per questi motivi che come associazione Antiracket di Gela, con decisione, non faremo mai mancare il nostro ultradecennale supporto alle vittime di prepotenze ed abusi.

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“ll piano di bonifica deve essere approvato e controllato in maniera trasparente”

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Dal Prof. Romano Pesavento, Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, riceviamo e pubblichiamo

Il Coordinamento esprime forte preoccupazione per la situazione ambientale ancora irrisolta nel sito di interesse nazionale (SIN) di Gela, con particolare riferimento alla bonifica dei terreni insaturi del sito industriale di Piana del Signore e alla contaminazione da mercurio nell’area di Bosco Bulala. Desta perplessità il fatto che, per alcune aree ancora indicate come produttive, la bonifica sia stata rinviata a data da destinarsi, prevedendo unicamente una “messa in sicurezza operativa” ai sensi dell’art. 40 del D.Lgs. 152/2006, “in attesa di ulteriori interventi… alla cessazione dell’attività produttiva”. Una tale impostazione non garantisce né la tutela effettiva della salute pubblica né il pieno rispetto dell’ambiente e dei diritti delle comunità locali, che da decenni convivono con i gravi effetti dell’inquinamento industriale. Analoga incertezza emerge rispetto alla bonifica dell’area di Bosco Bulala, dove la presenza di mercurio continua a rappresentare un serio pericolo. Si apprende che il Piano di caratterizzazione integrativo è ancora in fase di completamento, subordinato a un non meglio precisato “iter autorizzativo”. Tali ritardi sono inaccettabili alla luce dei rischi documentati per l’ambiente e la salute umana. Accogliamo positivamente l’avanzamento del protocollo di decommissioning siglato nel 2019 e le operazioni di demolizione già concluse, così come la chiusura mineraria di 21 pozzi petroliferi e la rimozione di 76 km di condotte nel campo di Gela. Tuttavia, ribadiamo che ogni azione deve essere parte di un piano coerente e tempestivo di bonifica, approvato e controllato in maniera trasparente.

Riguardo al “Progetto di Messa in Sicurezza Operativa dei terreni insaturi di proprietà RaGe”, oggi in fase di valutazione in Conferenza di Servizi decisoria asincrona, chiediamo che ogni decisione sia presa con il massimo coinvolgimento della cittadinanza e delle associazioni locali, e che venga garantito l’accesso pubblico alla documentazione e agli esiti dell’analisi di rischio approvata con Decreto n. 211 del 09/11/2021.In questo contesto, la scuola riveste un ruolo fondamentale: è presidio di legalità, laboratorio di cittadinanza attiva e luogo privilegiato per la formazione delle coscienze. Educare gli studenti alla tutela dell’ambiente, alla conoscenza dei propri diritti e doveri e alla partecipazione democratica è essenziale per costruire una società più giusta e consapevole. Le istituzioni scolastiche devono essere coinvolte nei percorsi di monitoraggio civico, sensibilizzazione e informazione sui temi ambientali che riguardano direttamente il futuro delle nuove generazioni. Come docenti impegnati nella promozione della cultura dei diritti umani, riteniamo imprescindibile che ogni processo industriale e ambientale sia valutato non solo sotto il profilo tecnico, ma anche etico, nel rispetto della dignità delle persone e del diritto collettivo a vivere in un ambiente salubre, come sancito dall’art. 9 della Costituzione italiana e dalla normativa internazionale sui diritti umani e ambientali.Chiediamo con urgenza chiarezza sui tempi e sulle modalità di bonifica definitiva; trasparenza e partecipazione civica ai processi decisionali;monitoraggio indipendente sullo stato di salute dell’ambiente e delle popolazioni coinvolte; coinvolgimento attivo della scuola come agente educativo e promotore di responsabilità civica.La storia industriale di Gela non può più essere una condanna: deve diventare l’occasione per una rinascita nel segno della giustizia ambientale, del protagonismo giovanile e della tutela dei diritti umani.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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