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Don Pino Puglisi a 29 anni dal sacrificio: il ricordo di Don Di Noto

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Ventinove anni senza Don Puglisi, beato e martire della fede. È stato un sacerdote, un educatore, un insegnante, un parroco che “educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita”, ha detto di lui papa Francesco. Quella malavita che lo ha ucciso appena un anno dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, dove morirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel giorno del suo compleanno. Don Puglisi era nato il 15 settembre 1937 e la sera del 15 settembre 1993 Salvatore Grisoli, allora affiliato a Cosa nostra e poi collaboratore di giustizia, gli toglieva la vita. Don Puglisi dava fastidio alla criminalità organizzata perché portava concretamente il messaggio di amore e di speranza del Vangelo

cercando il dialogo con tutti. Nelle strade di Brancaccio parlava con i bambini in modo semplice, gli trasmetteva il messaggio evangelico che è vita, amore e incontro svincolati dei legami della schiavitù e della corruzione. La legalità corrisponde alla regola e, nelle periferie, la regola salva la vita”, aggiunge don Di Noto.

Speranza e servizio

Il Vangelo come strada maestra da percorrere insieme in un cammino rischiarato dalla luce della speranza, soprattutto nelle situazioni meno radiose. Era questa la cornice di senso in cui agiva di Don Puglisi in mezzo al suo popolo, i giovani e giovanissimi del Brancaccio ma non solo. “Per dare speranza ai sogni di quei ragazzi bisogna stare in mezzo a loro, vicino a loro e per loro, in quelle situazioni di fatica, deprivazione sociale, ambientale e legale, dove il senso dell’abbandono e della solitudine diventano quotidianità”, illustra il fondatore di Meter. “Le opere, le iniziative e le attività si possono realizzare, occorre poi dargli sostanza rendendosi concretamente prossimi”, afferma don Di Noto. “E questa sostanza vitale è l’attività cristiana di servizio”.

Prete, non eroe

Padre Puglisi è un modello di cristiano e di prete, continua il vincitore del premio a lui intitolato. “Ho letto la sua biografia e visitato i suoi luoghi per capire la sua spiritualità, don Puglisi ha vissuto la sua vocazione cercando di comportarsi come si sarebbe potuto comportare Gesù, senza compiere azioni configurate a diventare eroiche bensì di servizio”, dichiara don Di Noto. “Suo fratello una volta disse una cosa molto bella: ‘Non chiamatelo eroe, ma prete”. Un prete coraggioso fino al sacrificio. “Don Puglisi si faceva animo – perché ‘coraggio’ significa ‘farsi animo – nell’Eucarestia, che dava un senso profondo al suo essere cristiano e prete al servizio del popolo. La mafia l’ha ucciso perché era un cristiano contro l’abominio della mafia”. InTerris

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La “Prima Domenica del Mese al Museo”sarà speciale anche a Donnafugata!

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La “Prima Domenica del Mese al Museo”sarà speciale anche a Donnafugata!

Dal 4 maggio 2025 i visitatori potranno usufruire di ingresso a tariffa ridotta ogni prima domenica del mese: 4 € per visitare l’intero complesso, il Castello, il parco e il museo del Costume – Mu.de.co.

L’iniziativa è finalizzata a favorire la conoscenza del patrimonio storico-artistico e monumentale e ad ampliare la platea dei visitatori, allineandosi con una strategia culturale che, a livello nazionale, sta riscuotendo notevole apprezzamento.Durante l’intera giornata saranno pertanto sospese le altre tipologie di biglietto e le altre riduzioni.

Le prenotazioni/transazioni effettuate prima di questa data resteranno immutate alle condizioni previste al momento della conferma della prenotazione stessa.Il Castello di Donnafugata è aperto tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle 9 alle 19:00, permanenza all’interno consentita fino alle 19:45.

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Antoci: “Tre morti a Monreale sono l’ultimo segnale di un’escalation che l’Europa non può ignorare”

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Bruxelles – L’assurda sparatoria di Monreale, in Sicilia, nella quale sono rimasti uccisi tre giovani, tra cui una ragazza di 17 anni, per mano di un diciannovenne che ha aperto il fuoco, si inserisce in una catena crescente di episodi di violenza armata nelle città europee.

Da Palermo a Bruxelles, il filo conduttore è la disponibilità crescente di armi da fuoco illegali nelle mani di giovani e gruppi criminali.

L’europarlamentare Giuseppe Antoci ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea chiedendo dati aggiornati sulla circolazione di armi illegali in Europa e nuove risorse per rafforzare le azioni di prevenzione e disarmo civile, con un focus sulle aree urbane più esposte.

“La sparatoria di Monreale è un fatto gravissimo. Ma non è un caso isolato – dichiara Antoci – L’accesso facile alle armi e l’assenza di presidi culturali e sociali sta generando una deriva pericolosa, soprattutto tra i più giovani.”

“Ho chiesto alla Commissione – continua Antoci – se intende sostenere in modo concreto enti locali, scuole e forze dell’ordine con strumenti e risorse dedicati a campagne di disarmo e a programmi di educazione non violenta.”

“Serve rafforzare la cooperazione e lanciare una vera politica culturale per contrastare la subcultura della violenza armata. Non possiamo accettare – conclude Antoci – che le nostre città diventino zone franche dove le pistole parlano al posto del dialogo“.

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“Futurismo, psiche, infinito”: l’arte giovane celebra i 150 anni della biblioteca comunale

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Con la mostra d’arte “Futurismo, psiche, infinito” si è concluso il ciclo di eventi organizzati per celebrare il 150° anniversario della biblioteca comunale. L’iniziativa, promossa dall’Interact Club in collaborazione con la Consulta Provinciale Studentesca e patrocinata dall’amministrazione comunale, ha trasformato gli spazi della biblioteca in un vivace laboratorio creativo aperto ai giovani artisti. 

Protagonisti dell’esposizione sono stati gli studenti del liceo Vittorini e di giovani artisti locali, che hanno anche curato un’estemporanea d’arte durante l’evento. Particolarmente apprezzata l’opera di Sara Chiarelli, che ha saputo interpretare con grande sensibilità il tema del futurismo.

Ogni partecipante ha offerto una personale lettura dei tre concetti chiave del titolo – futurismo, psiche, infinito – con lavori maturi e originali. Anche i soci dell’Interact Club hanno contribuito attivamente, esponendo due quadri per ciascun tema, scelti per il loro valore simbolico e la forza evocativa.

La mostra si è conclusa con un momento di confronto culturale, in cui i soci dell’Interact club hanno dialogato con il pubblico, approfondendo il significato delle opere presentate. Un appuntamento che ha unito arte, gioventù e memoria, lasciando un segno importante nel percorso di celebrazione della biblioteca e nella vita culturale della città.

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