Agrigento – Si chiama Chef per Agrigento, la serata esclusiva all’insegna del gusto, della condivisione e della solidarietà, che si svolgerà lunedì 9 giugno 2025 a partire dalle 20, presso Casa Diodoros, nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento. Nata da un’idea di Salvatore Cozzitorto, chef patron del ristorante Cozzitorto Osteria del Capitano, l’iniziativa parte dall’unione di un gruppo di chef e ristoratori agrigentini che hanno scelto di portare alla ribalta la propria città, non solo per la sua straordinaria bellezza architettonica e artistica, ma anche per l’eccellenza che il territorio esprime nel settore enogastronomico, in un’azione corale che si contrappone alla narrazione negativa diffusa recentemente dai media, per restituire ad Agrigento l’immagine che merita.
“Negli ultimi mesi – spiega lo chef Cozzitorto – si è parlato spesso di Agrigento in modo poco lusinghiero, ecco perché ho sentito forte il bisogno di raccontare un’altra faccia della nostra città. Quello agrigentino è un territorio che ha sicuramente le sue contraddizioni, ma è anche patrimonio di arte, cultura, eccellenze enogastronomiche e tante professionalità di valore.
Da qui l’idea, subito accolta con entusiasmo dai miei colleghi, di organizzare un evento che mettesse in luce il meglio che la nostra città ha da offrire, tra buon cibo, vino e paesaggi mozzafiato. La scelta di Casa Diodoros come location è venuta naturale: un luogo speciale che racchiude perfettamente lo spirito dell’iniziativa. E proprio perché vogliamo valorizzare Agrigento con quanto di più buono, oltre che bello, possa offrire, abbiamo deciso di destinare l’intero ricavato della serata alla Caritas Diocesana Agrigento, per dare anche un contributo concreto alla comunità”.
Catania – Un ponte tra Italia e Tunisia all’insegna della formazione di qualità e della promozione delle eccellenze enogastronomiche. Con il progetto “Insieme per l’Eccellenza”, la Tourism Skills Academy e Ristoworld Italy hanno dato vita a una prestigiosa iniziativa di cooperazione internazionale che ha coinvolto chef e sommelier tunisini in un percorso formativo di alto profilo. Ospitato presso l’hotel 5 stelle Oceana Hammamet.
Italia e Tunisia insieme per un percorso formativo tra tradizione e innovazioneIl progetto ha visto protagonisti nomi autorevoli della cucina italiana come gli chef Andrea Finocchiaro, Luca Giannone e Sebastiano Cavallaro, affiancati dal sommelier di fama internazionale Pietro Giurdanella e dagli assistenti Maria Germanà e Lorena Cavallaro. I docenti hanno offerto lezioni teoriche e dimostrazioni pratiche, condividendo competenze, tecniche e passione con una nuova generazione di professionisti della ristorazione tunisina.
L’iniziativa ha potuto contare sul prezioso supporto della direttrice Amira Ben Hadj Ali, che ha accolto con entusiasmo l’evento presso l’elegante struttura alberghiera di Hammamet, in qualità di sponsor ufficiale.Cerimonia inaugurale: un messaggio di unità e collaborazioneParticolarmente significativa la cerimonia di apertura, durante la quale l’inno tunisino e quello italiano hanno dato il via a un momento carico di simbolismo e partecipazione. All’evento hanno preso parte importanti rappresentanti istituzionali, tra cui:Sandro Fratini, Presidente del Comitato Italiani in TunisiaDonanto Ladik, Presidente dell’Associazione Italiani in TunisiaLorenzo Arcoria, Delegato di Ristoworld TunisiaMehdi Halwi, Direttore ONTT (Ufficio Nazionale del Turismo Tunisino)Yassine Mami, Membro dell’Assemblea Generale TunisinaLasaad Jelidi, Direttore della Scuola Alberghiera di NabeulTutti gli interventi hanno evidenziato l’importanza della formazione specialistica come leva per la crescita professionale e lo sviluppo economico dei due Paesi.
Le voci dei promotori“Questo progetto – ha dichiarato Olfa Trabelsi, direttrice della Tourism Skills Academy – è la dimostrazione concreta di come la formazione possa unire culture diverse e creare nuove opportunità per i giovani”.“Ristoworld Italy – ha aggiunto Lorenzo Arcoria, delegato Tunisia – è orgogliosa di promuovere la cultura del Made in Italy nel mondo, valorizzando al tempo stesso il dialogo e lo scambio con altre realtà eccellenti come quella tunisina”.Verso nuove sfideL’iniziativa rappresenta solo il primo passo di un percorso che punta a consolidare e ampliare la cooperazione tra Italia e Tunisia nel settore dell’hospitality.
In programma, già nei prossimi mesi, nuovi corsi, aggiornamenti professionali e attività congiunte per rafforzare una rete di competenze e valori condivisi.Un esempio virtuoso di come la cultura, il cibo e la formazione possano diventare strumenti di diplomazia e progresso.
Messina- I giovani hanno una forte tendenza al consumo di prodotti alimentari industriali e una scarsa, o addirittura nulla, conoscenza dei prodotti locali.
Questo è uno dei dati più interessanti emersi nel corso dei due eventi per la valorizzazione della Provola dei Nebrodi Dop, organizzati nell’ambito del progetto “PdN SC_CO_Marketing”, finanziato dalla sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2024: “Stagionatura collettiva, concentrazione dell’offerta della Provola dei Nebrodi DOP e nuovi modelli di qualificazione e valorizzazione dei prodotti”.
Il responsabile scientifico, Giuseppe Licitra, ha illustrato durante il seminario conclusivo, tenutosi a Floresta (ME), comune capofila, i risultati di una ricerca che ha tradotto in termini scientifici una tradizione secolare, fino ad ora esclusivo patrimonio delle storiche famiglie di caseificatori nebroidei.
Durante il convegno sono stati trattati gli approcci trasversali dedicati a questo prodotto, ormai riconosciuto come eccellenza al pari di altri simboli dell’agroalimentare siciliano.
Gli studi sulla stagionatura, presentati anche da Rosario Petriglieri, ricercatore del CorFiLaC di Ragusa, hanno oltrepassato l’Oceano e proseguono negli Stati Uniti grazie al giovane Giantonio Calandra che, in seno al progetto, ha esportato il grande valore di questo formaggio.
Oltre ai dati strettamente scientifici, che hanno fornito a tutti i membri del Consorzio strumenti e nozioni fondamentali per produrre la Provola seguendo standard di altissimo livello e metodi tradizionali, è stato svelato il packaging ufficiale che rappresenterà commercialmente la Provola dei Nebrodi Dop nel mondo. Il lavoro, condotto ed esposto da Vincenzo Russo, docente di Neuromarketing all’Università Iulm di Milano, ha individuato modalità comunicative efficaci per trasmettere l’identità, il valore e l’unicità della Provola dei Nebrodi DOP.
Grazie alla campagna promozionale realizzata e sottoposta a test di neuromarketing, Licitra ha spiegato il valore aggiunto che i test – e quindi i potenziali consumatori – attribuiscono al prodotto.Tuttavia, un dato si è rivelato in totale controtendenza rispetto agli obiettivi raggiunti. Durante gli eventi “Testing of the Future”, condotti da Licitra insieme all’azienda agricola Bionatura e ai suoi collaboratori, tra cui Raffaella Iudicello, innovative broker, sono stati raccolti dati sulle abitudini di consumo di giovani e giovanissimi.Nel corso delle due giornate svolte in collaborazione con gli Istituti Alberghieri “Medi” e “De Amicis” di Randazzo (CT), è stato realizzato un laboratorio sperimentale.
Agli allievi è stato proposto di comporre il proprio “panino perfetto”, scegliendo tra una vasta gamma di abbinamenti, dolci e salati, con banchi colmi di prodotti artigianali locali (provola, ricotta, pecorino) affiancati da noti formaggi industriali. I dati raccolti hanno restituito un quadro sconfortante. Come spiega lo stesso Licitra esponendo i risultati, emerge una forte tendenza al consumo di prodotti alimentari industriali e una scarsa, se non nulla, conoscenza dei prodotti locali. Più si abbassa l’età dei consumatori, meno il prodotto artigianale locale è conosciuto e consumato, a favore di formaggi realizzati da industrie internazionali.
Oltre il 50% degli allievi ha dichiarato di non conoscere la Provola dei Nebrodi, contro l’11% che afferma invece di consumarla (dati raccolti per Teseo). Alla base di queste abitudini vanno rintracciate le scorrette pratiche alimentari apprese in ambito familiare. Un quadro allarmante, sia per il futuro delle produzioni artigianali, sia per il possibile incremento di patologie legate a un’alimentazione scorretta, basata principalmente su cibi altamente processati.A conclusione del convegno, si è svolta la premiazione dei migliori produttori di Provola dei Nebrodi DOP, presentata da Massimo Todaro.
Tutti i partecipanti, nelle diverse tipologie di produzione, hanno dimostrato grande competenza. I premiati: Az. Galati Rando; Az. Galati Giordano; Az. Floriglio; Az. Costanzo Carmelo; Az. Bionatura. I produttori partner hanno infine offerto i loro prodotti di punta durante il laboratorio del gusto, in cui è stata proposta una “verticale” di Provola dei Nebrodi DOP in diverse stagionature, molto apprezzata dai degustatori.
Roma – “Due mamme o magari una sola mamma, ma naturalmente nessun papà: sono questi i risultati che intendono ottenere le due sentenze della Corte Costituzionale in materia dei cosiddetti diritti civili, che violano palesemente i diritti dei più deboli e indifesi, che sono i bambini?”
E’ quanto si chiede Nicola Di Matteo, segretario nazionale e presidente protempore del Popolo della Famiglia (PdF), replicando a quanto stabilito dalla Consulta in merito alla procreazione assistita. “E’ un cortocircuito logico, evidentemente di mamma ce n’è una sola, per tutti”, spiega Di Matteo. “In una sentenza della Corte è stato stabilito il diritto automatico al riconoscimento delle due mamme per il figlio nato da procreazione medicalmente assistita (PMA) in uno Stato in cui tale pratica sia legale. Perché questo automatismo per le due mamme?
L’impegno assunto dalle due donne nel portare a termine la PMA deve essere mantenuto per l’interesse addirittura ‘supremo’ del bambino, allo stesso modo, dicono i giudici costituzionali, di quanto succede per i figli delle coppie eterosessuali (madre e padre). Questo agile assunto garantisce, tra l’altro, che la legge italiana che vieta la PMA possa così essere aggirata semplicemente valicando i confini nazionali, volando ad esempio, con le opportune dotazioni economiche, verso la Spagna.“Su un altro tavolo o, per meglio dire, in un’altra sentenza depositata lo stesso giorno, il medesimo augusto consesso di giudici stabilisce che non è «né irragionevole, né sproporzionato» vietare ad una donna single la PMA per avere un figlio”, sottolinea il segretario nazionale del PdF.
“Infatti, la Consulta afferma, sembra con qualche sofferenza, che il divieto trova «tuttora una giustificazione nel principio di precauzione a tutela dei futuri nati. E’, infatti, nel loro interesse che il legislatore ha ritenuto di non avallare un progetto genitoriale che conduce al concepimento di un figlio in un contesto che, almeno a priori, esclude la figura del padre». Quindi, ripeto, il vietare l’attuazione di un contesto che, a priori, escluda il padre è ragionevole. Invece, tale contesto a priori senza padre, nel caso di due mamme che hanno compiuto all’estero per puro egocentrismo un atto contrario alla legge italiana, diventa dunque giusto nel supremo interesse del bambino che altrimenti perderebbe la seconda cosiddetta madre intenzionale: l’assenza a priori del padre in questo caso non crea problemi.
Il Popolo della Famiglia non sarà mai stanco di ripetere, anche da solo, che queste contorsioni logiche e politiche non giustificano quanto, in semplici termini di ragione, è in realtà ingiustificabile”, conclude Di Matteo. “Non ci stancheremo neanche di presidiare affinché i nostri legislatori non tolgano quelle poche barriere legislative e politiche che ancora sono rimaste e perché tutte queste finzioni imposte per soddisfare gli assurdi bisogni o desideri di pochi, a danno dei bambini stessi, non divengano la legge assoluta del nostro Paese”.