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Cronaca

Frodi fiscali per 4,5 mln: imprenditore ai domiciliari e sequestro preventivo dei beni

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La Guardia di Finanza di Caltanissetta ha eseguito oggi un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Gela, richiesta dalla Procura della Repubblica di Gela, nei confronti di un noto imprenditore gelese, Giovanni Salsetta, dominus di due imprese operanti nel settore delle costruzioni edili e dell’installazione di impianti che, attraverso un sofisticato meccanismo fraudolento, ha omesso rilevanti versamenti d’imposta per oltre 4,5 milioni di euro.  

Inoltre, lo stesso provvedimento cautelare, ha riguardato il commercialista delle due imprese, a cui è stato imposto il divieto di esercitare attività di impresa e attività professionale in materia di consulenza fiscale per un anno, nonché altre due persone, rappresentanti legali di due imprese coinvolte nelle illecite attività, nei cui confronti è stata disposta la misura cautelare del divieto di esercitare gli uffici direttivi in imprese e società per un anno.

Contestualmente è stato disposto il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie nei confronti delle imprese investigate e, in subordine, nei confronti delle nove persone fisiche indagate fino a concorrenza degli importi corrispondenti alle indebite compensazioni operate pari a complessivi  4,5 milioni circa.

L’imprenditore arrestato (appartenente storico della locale associazione antiracket) avvalendosi di sei imprese compiacenti oltre che dei “servizi” di appositi consulenti, ha realizzato nel tempo un’ingente evasione fiscale, perpetrata attraverso l’indebita compensazione di tributi dovuti, realizzata tramite il ricorso all’istituto dell’Accollo Tributario, nonché mediante operazioni di compravendita di crediti iva risultati del tutto inesistenti, il tutto nell’ottica di omettere il versamento dei rilevanti debiti d’imposta ricorrenti nei confronti dell’Erario.

Le investigazioni condotte, eseguite dai militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Caltanissetta sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Gela, sono state orientate a verificare la reale esistenza dei crediti d’imposta utilizzati dai soggetti che si sono accollati in compensazione i debiti tributari delle due società debitrici dell’erario, nonché la veridicità delle operazioni sottostanti alla formazione del credito iva ceduto alle medesime società e da queste utilizzato in compensazione dei propri debiti tributari.

Il modus operandi disvelato ha consentito alle società investigate di omettere ingenti versamenti di imposte e contributi dovuti, utilizzando crediti d’imposta inesistenti e/o non spettanti, nonché di individuare, in capo alle società cedenti dei crediti iva, l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, per un valore complessivo superiore a 5 milioni di euro, attraverso cui gli stessi crediti sono stati fittiziamente documentati.

Oltre all’imprenditore colpito da misura cautelare e sottoposto al regime degli arresti domiciliari, risultano indagati nel procedimento penale altre otto persone, rappresentanti legali delle società oggetto d’indagine e consulenti fiscali che hanno contribuito fattivamente alla realizzazione del sistema fraudolento, ricorrendo elementi idonei per configurare in capo agli stessi, in concorso, le ipotesi delittuose  di indebita compensazione.

Si evidenzia la particolare attenzione che viene posta dalla Procura della Repubblica di Gela nel settore del contrasto all’evasione ed alle frodi fiscali, che, attraverso gli specialisti della Guardia di Finanza, nell’arco dell’ultimo quinquennio, soprattutto attraverso l’esecuzione di indagini di Polizia Giudiziaria, ha individuato articolati sistemi fraudolenti posti in essere da vari soggetti, sia imprese che professionisti, per aggirare gli obblighi di versamento dei propri o altrui debiti tributari e/o previdenziali e contributivi, attraverso l’utilizzo diretto ed indiretto di crediti d’imposta risultati del tutto inesistenti, artatamente precostituiti allo scopo.

Indagando su tali condotte fraudolente, la Procura di Gela è pervenuta al recupero di quasi 24 milioni di Euro in varie operazioni delegate alla Guardia di Finanza della Provincia, consentendo all’Erario di recuperare tali risorse indebitamente evase con efficacia e tempestività.

L’attività di servizio in rassegna testimonia la costante azione di questa Procura attraverso la Guardia di Finanza nel contrasto all’evasione fiscale e, in particolare, alle frodi in materia di imposta sul valore aggiunto e imposte sui redditi, così da impedire la sottrazione di risorse finanziarie al bilancio dello Stato, in special modo in un periodo di grave difficoltà sociale come quella attuale, e a favorire le condizioni necessarie per tutelare la collettività in genere e lo spirito di leale concorrenza per gli imprenditori rispettosi delle regole di mercato, ingiustamente danneggiati dalla maggiore competitività degli autori di simili condotte illecite

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Cronaca

Nella commissione c’erano politici: il Tar annulla il concorso dell’Asp di Agrigento

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Nel 2022 l’Asp di Agrigento ha bandito un concorso pubblico per la copertura a tempo indeterminato di diversi posti vacanti nell’ambito di distinti profili professionali, tra cui n. 7 posti di Tecnico Sanitario di Radiologia Medica, cat. D.

All’esito della prima prova scritta relativa al suddetto concorso, l’ASP di Agrigento rendeva pubblico l’elenco dei candidati non ammessi alle successive prove.

A fronte di ciò, alcuni dei candidati risultati non idonei alla prova scritta, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia e Giuseppe Gatto, hanno proposto un ricorso volto ad ottenere l’annullamento, previa sospensione, di tutti gli atti posti in essere dalla Commissione di concorso. Con il ricorso, gli avv.ti Rubino Impiduglia e Gatto hanno rilevato come, nel caso di specie, un Commissario – il dott. Nobile –  prima di essere nominato quale componente della Commissione esaminatrice, era stato eletto Consigliere Comunale di Ravanusa; ed ancora hanno dedotto che il Presidente della Commissione  – Dott. Trigona – successivamente a tale nomina era stato nominato Assessore nel Comune di Licata.   

Gli avv.ti Rubino, Impiduglia e Gatto hanno rilevato come, nel caso di specie, tali soggetti non avrebbero potuto svolgere, contemporaneamente, entrambe le predette funzioni, ovvero quella di commissari d’esame e di politici, sicchè, avrebbe dovuto considerarsi palese l’illegittimità della composizione della Commissione esaminatrice e, conseguentemente, si sarebbero dovuti ritenere manifestatamente illegittimi tutti gli atti posti in essere dalla stessa. 

Con ordinanza del 06.09.2024, condividendo le tesi difensive sostenute dagli Avv.ti Rubino, Impiduglia e Gatto, il TAR ha sospeso gli atti della proceduraCon successiva sentenza del 1° luglio 2025, il TAR ha annullato gli atti del sopra citato concorso, rilevando che i ruoli “politici ricoperti da due dei tre commissari della procedura selettiva di cui si discute non consentono di escludere che la titolarità della loro carica politica, svolta in costanza dello svolgimento del concorso, possa aver interferito con il regolare svolgimento della procedura, pregiudicando le garanzie di imparzialità necessarie a garantire il rispetto della par condicio tra i partecipanti, considerato anche il ristretto numero dei commissari e il limitato ambito territoriale dell’ASP di Agrigento”. 

Tenuto conto della possibile sussistenza di profili di danno erariale a seguito dell’annullamento della suddetta procedura (e sua successiva riedizione), il TAR ha disposto la trasmissione della sentenza alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Palermo. Inoltre, il TAR ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento per le opportune valutazioniInfine, il TAR ha condannato Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento al pagamento delle spese di N. 00991/2024 che liquida complessivamente in curo 3.000 (tremila/00), oltre accessori di legge e restituzione del contributo unificato.

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Sorveglianza speciale a Genova per affiliato a Cosa Nostra nissena

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La Direzione Investigativa Antimafia di Genova ha eseguito un decreto di applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni nei confronti di un soggetto già condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Genova – Sezione Misure di Prevenzione – su proposta della Procura Distrettuale e della Dia, con la collaborazione della Divisione Anticrimine della Questura.

L’uomo, attualmente agli arresti domiciliari, è considerato ancora oggi socialmente pericoloso. Sottoposto in passato anche alla confisca dei beni, vanta un lungo curriculum giudiziario a partire dagli anni ’90. Tra le condanne figurano il favoreggiamento continuato della prostituzione (1999) e, soprattutto, una pesante sentenza emessa nel 2004 per associazione mafiosa, riconducibile alla sua affiliazione alla cosca guidata da Salvatore Fiandaca, legata al boss Giuseppe “Piddu” Madonia, figura apicale di Cosa Nostra nella provincia di Caltanissetta.

Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe diretto una “decina” mafiosa nel capoluogo ligure, occupandosi di attività illecite come il gioco clandestino del lotto e del totocalcio, assieme ad altri affiliati originari della Sicilia.

A conferma della sua pericolosità, la Dia ricorda anche la recente condanna definitiva del marzo 2025 per reati commessi tra il 2012 e il 2017, tra cui interposizione fittizia di beni, favoreggiamento e falsità ideologica.

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Scontro con un’auto, parrucchiera gelese muore nel Ravennate

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Gela piange la scomparsa della parrucchiera Valentina Farruggia, vittima venerdì scorso di un incidente stradale che si è verificato lungo la strada che collega Lugo a Fusignano, nel Ravennate. 

Valentina era in sella allo scooter T-Max condotto dal marito, quando si è registrato lo scontro con una Chevrolet Spark guidata da una donna di 45 anni. Trasportata al trauma center dell’ospedale ‘Bufalini’ di Cesena per la quarantaduenne gelese, che risiedeva a Fusignano,non c’è stato nulla da fare. I funerali si terranno oggi alle 16. 

foto Il Resto del Carlino

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