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Federico Midili e Clarissa Galfo al 1° posto del Memorial Romagnoli

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Sono Federico Midili e Clarissa Galfo i vincitori del Master Under 10 Maschile e Femminile Circuito Sicilia 2022  “6° Memorial Roberto Romagnoli” organizzato dal Comitato Regionale della Federazione Tennis Sicilia, in collaborazione con eni Group Club di Gela.

Federico Midili del circolo Tennis N.T.C. Curcuraci, si è aggiudicato la targa del 1° posto del girone maschile; Filiberto Alessandro, del circolo Tennis A.S.D. Kalta T.C, si è aggiudicata quella del 2° posto.

Nel girone Femminile, la targa del 1° posto è andata a  Galfo Clarissa del T.C. Match Ball SR;  quella del 2° posto è stata vinta da Lupoi Mila del T.C. Umberto.

Le partite, disputane nella giornata di Sabato 24 e la mattina di Domenica 25 Settembre, sono state seguite con crescendo interesse sia dagli abituali frequentatori del nostro circolo, che da quelli proveniente da altri Paesi della nostra Regione.

Il pubblico presente ha apprezzato l’agonismo, le capacità tecniche e, in particolare, la correttezza sportiva che i giovanissimi tennisti hanno messo in campo durante le partite.

Tutte le fasi del Master Regionale sono state guidate e gestite con professionalità e competenza da Salvatore Cavallaro, Consigliere del Comitato Regionale FIT Sicilia e da Paola Melfa, Giudice Arbitro.

“L’eni Group Club Gela ringrazia Giorgio Giordano, Presidente della F.I.T. Siciliana – dicono Nicolò Catalano presidente del circolo EniGroup ed Alessandro Piva coordinatore del Circolo tennis EniGroup, con i consiglieri Orazio Castellano ed Eugenio Cavallaro –

e tutti i componenti del Comitato Regionale per aver scelto il nostro circolo Tennis come sede per disputare il Master Under 10. Un ringraziamento particolare va ai nostri collaboratori sportivi, e a quanti hanno collaborato con impegno continuo, per accogliere al meglio gli ospiti provenienti dalle diverse realtà del territorio siciliano”.

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Scerra-Melfa, salta il secondo incontro: le parti si ritroveranno la settimana prossima 

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Chi si aspettava fosse questa la settimana decisiva per comprendere le sorti del Gela calcio è rimasto deluso. Ieri, infatti, non si è tenuto il secondo incontro tra Marco Scerra e Maurizio Melfa, dopo quello interlocutorio di lunedì scorso. I due si sarebbero sentiti unicamente per confermare la necessità di incontrarsi al più presto con decisioni definitive.

Probabile, a questo punto, che le parti si confrontino nuovamente la settimana prossima: in casa biancazzurra continua dunque ad essere tutto in stand-by ma è necessario evitare di perdere ulteriore tempo prezioso, per programmare in maniera importante la prossima stagione.

Il diesse Bonaffini è pronto per entrare in azione, con le riconferme dei calciatori e i contatti da avviare con i nuovi possibili giocatori di una squadra che, il prossimo anno, dovrà lottare per il vertice. Ma senza chiarezza sul futuro della conduzione societaria, tutto resta in sospeso. 

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A giugno in città le finali del torneo Special basket 2024

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Gela ospiterà le finali nazionali del torneo Special basket 2024, concentramento Sud. L’iniziativa, promossa da Special Olympics Italia, è in programma i prossimi 8 e 9 giugno al PalaLivatino. Ad organizzare l’evento sarà Special Olympics Team Sicilia, il cui direttore regionale è il gelese Natale Saluci.

Dallo scorso 1 Novembre squadre di atleti con e senza disabilità intellettive si sono sfidate nei vari gironi. Una grande esperienza di sport unificato, ricca di emozioni e divertimento. Le altre finali nazionali si terranno a Ferentino (centro), La Spezia (Nord-ovest) e Mareno di Piave (Nord-est).

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Parla Enzo Fecondo: “Noi spinti nel vuoto, affrontata una Serie B come fosse la D”

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Una retrocessione amara. Senza lottare. Una sola vittoria in un campionato, quello di Serie B, che doveva rappresentare una vetrina nazionale e che invece è stata soltanto una lenta agonia. La società ha mollato presto la presa, lasciando allenatore e giocatori da soli. Quando si è cercato di provare a salvare in qualche modo la nave dalla tempesta, era troppo tardi. Ha lasciato profonde ferite la stagione appena conclusa dal Gela calcio a 5 in Enzo Fecondo. L’allenatore biancazzurro ha avuto bisogno di un po’ di tempo prima di analizzare quanto accaduto.

Mister Fecondo, possiamo dire che si è chiusa una stagione sportivamente terribile?
«Inizio col dire che le mie parole rappresentano il mio punto di vista, è sempre bene chiarirlo, e non una verità assoluta come invece molti hanno la presunzione di considerare le proprie idee. Da una parte è vero che non siamo stati aiutati ad evitare questa enorme brutta figura, tant’è che nel nostro momento di massima difficoltà siamo stati praticamente spinti nel vuoto con dei tagli fuori da ogni logica che abbiamo accettato per evitare di abbandonare la nave che affondava. Ma dall’altra parte è vero pure che ci siamo nascosti, io come allenatore e i giocatori più esperti, dietro le tante mancanze che comunque ci sono state e che nessuno può negare».
Di chi è la responsabilità di questo fallimento?
«Sono io il primo ad aver fallito. Ho costruito questa squadra con quei ragazzi che meritavano di giocare in questa categoria tanto desiderata, con la convinzione e forse la presunzione di poterci salvare agevolmente. Potrei dire di non esserci riuscito perché la mia testa era sempre altrove per risolvere i mille problemi che spuntavano puntualmente, anche il giorno della partita, e che strada facendo tutto andava a peggiorando. Ma io sono l’allenatore, io ho accettato di continuare nonostante avessi voglia di mollare tutto anche se è troppo facile mollare quando si perde, nonostante avessi mille motivi validi. Non sono riuscito a motivare questa squadra quando aveva bisogno di una forte scossa».
È perfettamente chiaro, dai fatti prima ancora che dalle sue parole, che lei e la squadra siete stati abbandonati dalla società.
«Anche se non sono stato messo nelle condizioni di fare l’allenatore, ho accettato di continuare perché il mio abbandono avrebbe significato l’assenza di figure tecniche e dirigenziali. Però nessuno e dico nessuno dei giocatori ha dato quel qualcosa in più utile alla squadra. I leoni che conoscevo si sono nascosti dietro il “ma”, bisognava accantonare i problemi e concentrarci più sul campo. È mancata quella squadra umile, forte e compatta che, invece di scaricare sempre verso altri le proprie mancanze, avrebbe dovuto accettare i propri limiti e cercare sul campo l’ultimo miracolo».
Una stagione nata male e finita peggio.
«Solo dopo tutte queste disavventure il presidente Maurizio Melfa ha cercato di salvare il salvabile provando ad acquistare qualche giocatore, ma ci siamo accontentati di ciò che abbiamo trovato anche per via di una riforma strana, che impone di avere un solo straniero per squadra. Sappiamo tutti com’è finita la nostra tragica stagione, tutti abbiamo dato molto meno di ciò che serviva per fare il salto di qualità. Anzi abbiamo fatto un passo all’indietro, affrontando una Serie B come fosse una Serie D».
Come lo immagina il futuro?
«Si ripartirà dai giovani e dai veterani più umili, ogni cosa inizia e finisce come accaduto 16 anni fa circa, quando è finito un ciclo nel peggiore dei modi ma da lì siamo ripartiti scrivendo pagine bellissime di sport e soprattutto di rapporti umani che vanno oltre lo sport. Di una cosa sono certo: per continuare ci devono essere le condizioni e soprattutto l’ambizione di crescere e vincere come lo è stato quando ho deciso tre anni fa di ritornare a Gela in una società forte, con un presidente forte e con un palazzetto da Serie A. Altrimenti meglio morire subito che rimanere in agonia, come già successo in passato».

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