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Dall'Italia e dal Mondo

La campagna Ail racconta le novità sulle cure per mieloma multiplo

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Roma – Informare il pubblico sulle innovazioni della ricerca scientifica e della diagnostica nell’ambito del mieloma, con un linguaggio semplice e divulgativo; offrire consulenze gratuite e incontri con gli esperti per rispondere alle necessità di pazienti e caregiver; lanciare un messaggio di speranza: la strada verso la guarigione dal mieloma multiplo è tracciata e la ricerca continua ad allargare gli orizzonti per la cura della malattia. Sono gli obiettivi della campagna organizzata a marzo, mese di sensibilizzazione sul mieloma multiplo, da parte dell’Ail. L’Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma ha scelto di puntare, per il quarto anno, su una campagna informativa e di servizio per i pazienti e le loro famiglie, con lo scopo di raccontare appunto anche i progressi della ricerca disponibili per i pazienti con mieloma.

Da gennaio scorso, per esempio, Aifa ha approvato la rimborsabilità di due Car-T per il mieloma. Le Car-T (chimeric antigen receptor T cell), da qualche anno ormai, sono uno dei trattamenti immunoterapici più studiati nella lotta ai tumori, un approccio che ha cambiato radicalmente il trattamento di alcune forme cancerose. Si tratta di istruire il sistema immunitario a riconoscere e sopprimere le cellule cancerose. Ma mentre in passato si è cercato di farlo somministrando farmaci che andassero ad agire sulla superficie delle cellule immunitarie al fine di scatenare una risposta, oggi grazie alla possibilità di modificare il Dna le istruzioni sul bersaglio da colpire possono essere trasferite direttamente all’interno delle cellule immunitarie. Per fare ciò occorre prelevare i linfociti T del paziente, trattarli in laboratorio inserendo una porzione di Dna ‘istruito’ a riconoscere il mieloma multiplo e successivamente reinfondere i linfociti T così preparati nel circolo sanguigno del paziente. Dunque, una vera e propria ‘cura personalizzata’ frutto di un autotrapianto.

Gli anticorpi bispecifici sono invece anticorpi monoclonali, sintetizzati in laboratorio utilizzando tecniche di bioingegneria o di ingegneria genetica, in grado di guidare le cellule del sistema immunitario verso quelle del tumore e combattere le cellule malate. Una tecnologia che dopo decenni di ricerca e di sperimentazioni cliniche è oggi in grado di dare risultati significativi nella maggior parte dei pazienti.

Ail quindi, per il mese di sensibilizzazione sul mieloma multiplo, ha approfondito queste novità nella cura: Michele Cavo, direttore dell’Istituto di Ematologia ‘Seràgnoli’, Irccs Aou e professore ordinario di Ematologia dell’Università di Bologna, ha spiegato le nuove terapie Car-T e le possibili applicazioni nei pazienti con mieloma, mentre Roberto Mina, ricercatore dell’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Biotecnologie molecolari e Scienze per la salute, Sc Ematologia, Aou Città della Salute e della Scienza di Torino, ha parlato degli anticorpi bispecifici.

Per eventuali dubbi rimasti insoluti, Ail mette a disposizione un confronto diretto con degli specialisti: nell’ambito del mese del mieloma, infatti, l’esperto ematologo in linea al Numero verde Ail 800226524 risponderà in maniera specifica alle domande inerenti al mieloma ogni lunedì, giovedì e venerdì dalle ore 15 alle 17. Inoltre, sabato 6 aprile alle ore 9 è in programma un seminario pazienti-medici dedicato al mieloma multiplo. Il seminario si terrà a Roma.

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Confimprese: “In tre anni oltre 75.000 imprese in meno”

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Roma – Confimprese Italia ha tracciato un bilancio sull’andamento dell’economia, elaborando i recenti dati di Unioncamere aggiornati al 30 aprile 2024. Emerge un quadro preoccupante. “I dati Unioncamere rivelano elementi di grande preoccupazione – ha dichiarato il Presidente di Confimprese Italia Guido D’Amico- da dicembre 2021 ad oggi le imprese in attività sono diminuite di ben 75.015 unità e di queste ben 7.800 nei primi quattro mesi del 2024”.

“È evidente che l’onda lunga degli effetti della pandemia continua a farsi sentire- continua Guido D’Amico – anche alla luce del fatto che le “cambiali” spostate in avanti, adesso si stanno mettendo all’incasso e si tocca con mano le difficoltà che le aziende incontrano per rimettersi in cammino”.

“Se non si vuole smantellare il tessuto economico e sociale nazionale – insiste il Presidente D’Amico – occorrono interventi concreti ed attuabili a sostegno delle imprese in attività prima della pandemia. Le aziende si trovano situazioni debitorie non sostenibili che li porteranno a chiudere ed al contempo i creditori bene che vada potranno cedere i crediti in “pro soluto” con una somma di denaro più bassa.. Stessa situazione per le posizioni fiscali. La pace fiscale non è una sanatoria che premia i furbi ma una necessità per non perdere milioni di posti di lavoro. Inoltre, serve una legge che faciliti con procedure semplici e non complesse come quelle in vigore, la riappacificazione creditore-debitore e che obblighi le banche ad impegnare, una parte degli evidenti extraprofitti realizzati grazie all’aumento degli interessi, per finanziare questa particolare esigenza. Non è una ingerenza sul rapporto tra privati, ma è un modo per rilanciare l’economia e salvaguardare posti di lavoro.

Abbiamo da tempo chiesto un “Giubileo Fiscale e debitorio” – conclude il Presidente di Confimprese Italia Guido D’Amico – riteniamo che adesso sia diventato   improrogabile perché il rischio che si ripetano e si moltiplichino le scene ed i gesti disperati visti in passato è sempre più reale”.

“Di una “cura” più dettagliata ha bisogno il commercio – ha dichiarato il Vicepresidente Vicario di Confimprese Italia Giovanni Felice e coordinatore Confimprese Sicilia- un settore che in meno di 5 anni ha visto sparire 94.837 aziende di cui 11.442 nel primo quadrimestre del 2024.  Nella stragrande maggioranza sono micro imprese, in gran parte esercizi di vicinato che rappresentano il servizio di prossimità che è un servizio necessario in una nazione sempre più anziana, infine, e non per ultimo, evidenziamo che il commercio è un elemento di coesione sociale e culturale poiché mantiene in vita i centri storici ed è un argine alla desertificazione, non solo commerciale, ma anche abitativa. Pensiamo ad una legge che stimoli la coesione e la collaborazione tra le varie micro imprese commerciali con la realizzazione, attraverso incentivazione, di reti d’imprese che mirino a promuovere programmi di marketing territoriali mirati a favorire il commercio fisico e alla realizzazione di piattaforme di commercio on line con l’obiettivo di rendere competitive anche le micro aziende commerciali in un campo in cui spopolano le multinazionali.

“Non meno drammatica è la situazione in Sicilia – ha dichiarato il Coordinatore di Confimprese Sicilia – dove negli ultimi tre anni sono venute a mancare 1581 aziende e, preoccupa molto il fatto che 1067 di queste hanno chiuso i battenti nei primi quattro mesi del 2024. Una nota positiva ed in controtendenza arriva dalla provincia di Palermo dove il saldo attuale, rispetto al Dicembre 2019, è positivo anche se solo per 16 unità e va registrato che al 31 dicembre 2023 il saldo positivo era molto più consistente in quanto era positivo per 1324 unità. Fenomeno dovuto all’exploit dell’edilizia e dovuto agli incentivi legati al Superbonus.

Questo però non basta. “Anche in Sicilia ed a Palermo il commercio soffre più degli altri settori – continua Giovanni Felice – infatti sono 2873 in meno le aziende commerciali a livello regionale con un saldo negativo di ben 864 nel 2024. Non si discosta di molto la situazione in provincia di Palermo dove il saldo 2024 è negativo per 240 aziende (negli ultimi tre anni il saldo negativo è pari a 564 unità).

“Questo quadro drammatico siciliano – conclude Giovanni Felice- non è agevolato dagli ultimi interventi normativi votati all’Ars (come l’ampliamento del livello delle superficie di vendita per gli esercizi di vicinato) e dalle politiche messe in campo dall’Assessorato competente, in quanto mirate a favorire le imprese più strutturate e la grande distribuzione.

Anche in tema di incentivazione e sostegno, il piccolo commercio sia in sede fissa che su aree pubbliche, è penalizzato per non dire che è completamente escluso dalle prospettive di rilancio.  

A dicembre 2019 le imprese in attività in Italia erano 5.137.678. Nell’ultimo quinquennio, alla fine dell’anno, il numero massimo di aziende si è registrato nel 2021 con 5.164.831 per poi regredire sino ai 5.097.617 del 31 dicembre 2023.

Al 30 Aprile 2024 il numero di imprese in Italia è pari a 5.089.816.

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Per il commercio invece le aziende diminuiscono anno per anno, passando dalle 1.367.078 del 31 dicembre 2019, alle 1.272.341 del 30 Aprile 2024.

Da notare che a dicembre 2023 le aziende commerciali in Italia erano 1.283,683 e che nel primo quadrimestre sono diminuite di ben 11.342 unità.

SICILIA

Nonostante il Covid dal 31 dicembre 2019 ad oggi, le imprese di tutti i settori in Sicilia sono cresciute di 11.809 unità

La maggiore crescita è avvenuta proprio durante la pandemia, infatti al 31 dicembre 2021 le imprese attive, in Sicilia, erano 383.473 ben 13.390 in più rispetto al 2019. Gran parte di questo merito va alle aziende del settore costruzioni che sono passate, dalle 41.801 del 31 dicembre 2019 alle attuali 46.735.

Dal 2021 in poi si registra una sostanziale tenuta poiché attualmente le aziende in attività sono 381.892.

Per quanto riguarda il commercio, nel quinquennio il valore massimo è raggiunto nel 2021 arrivando a 117.643.

Il dato al 30 aprile è pari a 115.634 con un dato inferiore al 2021 di 1.581 imprese, mentre nell’ultimo quadrimestre sono ben 1.067 le aziende in meno.

Il totale delle imprese di tutti i settori a Palermo, dal 31 dicembre 2019, cresce costantemente. Infatti, dalle 75.644 aziende registrate alla Camera di Commercio, si è passati alle attuali 79.945, con una crescita abbastanza uniforme.

Andamento diverso per il commercio che cresce sino al 2021 portandosi da 27.501 aziende del 31 dicembre 2019 alle 28.011 del 31 dicembre 2011.

Da quel momento una flessione che, al 30 aprile  2024 scende sotto il livello del 2019 arrivando a 27.448. Solo 15 in meno rispetto al 2019, ma ben 240 in meni rispetto al 31 dicembre 2023.

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La rigenerazione urbana per il recupero del territorio

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Palermo- La rigenerazione urbana per recuperare e ripopolare ampie porzioni di territorio.
La Sicilia all’avanguardia con decine di progetti: 16 si presentano il 15 a Siracusa
al Festival “Città in scena” anche per promuovere lo sviluppo del settore.
Col “Pnrr” altri 400 milioni per 9 interventi.
Cutrone (Ance Sicilia): “Ingenti investimenti da attivare, ma servono norme chiare.

In Sicilia ci sono milioni e milioni di metri quadri di zone degradate o abbandonate nelle città metropolitane come nelle aree interne, decine di ex opifici industriali, stazioni e plessi pubblici dismessi, complessi di edilizia popolare da risanare: la Sicilia da anni ha raccolto la sfida della rigenerazione urbana per ripopolare queste porzioni di territorio e renderle vivibili, ambientalmente sostenibili, dotate di servizi innovativi, sicure, luoghi di istruzione, formazione, produzione, cultura e integrazione sociale.

E lo ha già fatto in decine di casi, spesso grazie alla collaborazione fra amministrazioni comunali e privati: ben sedici di questi progetti, realizzati o avviati, saranno presentati mercoledì prossimo, 15 maggio, alle ore 10, al Castello Maniace di Siracusa, in occasione della seconda tappa, totalmente dedicata alla Sicilia, dell’evento nazionale “Città in scena, Festival diffuso della rigenerazione urbana”, organizzato da Ance nazionale, Associazione Mecenate 90, Cidac e Fondazione Musica per Roma, con il patrocinio di In/Arch, in collaborazione con Ance Sicilia, Ance Siracusa e Comune di Siracusa, la co-organizzazione dell’Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti conservatori della Provincia di Siracusa, dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Siracusa, del Collegio provinciale dei Geometri e Geometri laureati di Siracusa e con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa.

Parteciperà la presidente nazionale dell’Ance, Federica Brancaccio.
In questa occasione, l’obiettivo di Ance Sicilia è quello di promuovere, attraverso varie proposte anche normative, lo sviluppo del settore. Infatti, c’è ancora tanto da fare, in Sicilia come nel Paese. E ci sono i fondi per tutta Italia. Oltre alle risorse recentemente stanziate da Mef, Bei e Fondo complementare per circa 400 milioni, il “Pnrr” ha dato una forte spinta a questa strategia nazionale finanziando ben 2,8 miliardi per recuperare circa 20mila alloggi tramite i “Pinqua” e i Piani urbani integrati, compresi 9 progetti nell’Isola per realizzare in aree da riqualificare 1.004 unità abitative su un milione di metri quadrati, con una spesa di 214 milioni di euro.

Inoltre, la rigenerazione urbana produce altri due effetti positivi: il presidente della Svimez, Adriano Giannola, nell’intervento a Roma dello scorso 7 maggio su questo tema, ha evidenziato che “le città meridionali nel primo decennio del XXI secolo hanno perso il 3,3% della popolazione. La rigenerazione urbana, coniugando strategie integrate e misure volte alla riqualificazione edilizia ed ambientale del tessuto sociale e produttivo e al perseguimento di un sistema urbano più vivibile e inclusivo delle città del Sud, diventa anche una soluzione al problema dello spopolamento e dell’emergenza abitativa”.
Temi che in Sicilia sono molto sentiti. Infatti, i sindacati degli inquilini calcolano che vi siano oltre 40 mila famiglie in disagio abitativo, a fronte del numero di alloggi vuoti (uno su tre, secondo Openpolis), una parte dei quali potrebbe essere recuperata con la rigenerazione urbana.
“In Sicilia – spiega Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia – bisogna favorire gli investimenti che consentono di recuperare il patrimonio edilizio esistente senza sprecare altro suolo. Si sono rivelati particolarmente efficaci quelli realizzati attorno agli scali portuali, come dimostra il caso simbolo della riqualificazione dell’area del molo trapezoidale al porto di Palermo, perché riescono a trascinare gli investimenti sulla rinascita dei rioni adiacenti. Però, per favorire questa strategia – puntualizza Cutrone – amministrazioni pubbliche e investitori privati hanno bisogno di un quadro normativo univoco, chiaro e semplificato. Auspichiamo che al più presto se ne occupi il Consiglio dei ministri e che in Parlamento si trovi una sintesi fra i 7 disegni di legge presentati. E a Siracusa chiederemo anche all’assessora regionale all’Ambiente, Elena Pagana, di superare la frammentazione e l’irrilevanza sostanziale delle norme contenute nelle leggi numero 13 del 2015 e 19 del 2020”.
Il presidente di Ance Siracusa, Paolo Augliera, dichiara: “Ance Siracusa coglie l’opportunità di ‘Città in Scena, Festival della Rigenerazione Urbana 2024’ per condividere le riflessioni che da anni la nostra associazione conduce sulla città di Siracusa, attivando importanti sinergie con l’amministrazione comunale ed i principali stakeholders. Da anni la nostra associazione promuove la ricerca sui temi della rigenerazione urbana, in collaborazione con l’università di Catania, guardando alla mobilità sostenibile e integrata, alla valorizzazione di spazi urbani ed alla loro connessione con le emergenze naturalistiche ed archeologiche che caratterizzano il nostro territorio. Tra gli esiti delle ultime sessioni di ricerca, si evidenzia la grande opportunità di aprire il waterfront del Porto grande di Siracusa ad una migliore fruizione dei cittadini tutti, innescando un processo virtuoso di valorizzazione e rigenerazione di una porzione di città unica e meravigliosa. Tutti i buoni propositi, la buona progettualità deve, tuttavia, essere accompagnata da procedure burocratiche e amministrative semplificate che non facciano perdere importanti occasioni imprenditoriali di investimento, in linea con gli obiettivi di rigenerazione urbana”.
Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, conclude: “Siamo soddisfatti per la scelta di Siracusa come tappa siciliana del Festival. Questa amministrazione sin dal suo insediamento ha guardato con particolare attenzione alle politiche di rigenerazione urbana quali strumenti di crescita e sviluppo sostenibile di una città. In esse abbiamo investito risorse ed energie, nella piena consapevolezza che da una profonda riqualificazione del tessuto urbano possa derivare anche una crescita sociale e culturale della città. I diversi interventi realizzati ed i tanti ancora in itinere hanno sempre considerato questa componente come parte imprescindibile, insieme a quella urbanistica”.

Di mattina saranno presentati i progetti, realizzati o avviati, di rigenerazione urbana di Caltagirone (“quartiere Matrice e Sant’Agostino”), Catania (“Parco di Sant’Agata Li Battiati e Tremiestieri Etneo” presentato dall’ing. Augusto Ortoleva, “Magma di Librino” della fondazione Antonio Presti e “Area Salinelle dei Cappuccini”), Enna (“periferia Est di Enna bassa”), Marsala (“parco della Salinella”), Messina (“Città del ragazzo” e “risanamento della baraccopoli”); nel pomeriggio sarà la volta di Palermo (“complesso ex area Lolli” presentato dall’arch. Sergio Catalano e dall’imprenditore ed ex vicepresidente nazionale Ance Fabio Sanfratello; e “riqualificazione del Molo trapezoidale del porto” presentato dal segretario generale dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale, Luca Lupi), Ragusa (“ex scalo merci”), Siracusa (“sicurezza delle periferie e nuovo waterfront sbarcadero S.Lucia” presentato dal sindaco Francesco Italia, “nuove fabbriche Spero” presentato dall’ing. Gabriele Venusino, ed “ex albergo scuola” presentato dall’arch. Stefania Di Pietro, dirigente tecnico Iacp Siracusa), Vittoria (“lungomare riviera Lanterna a Scoglitti”), Trapani (“recupero del rione Cappuccinelli.

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Fibromialgia: sindrome invalidante da inserire fra i Lea

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ROMA – La fibromialgia è una sindrome complessa cronica multifattoriale ad eziopatogenesi non ben identificata caratterizzata dall’estrema varietà e differenziazione di sintomi che la esprimono. Proprio oggi, 12 maggio, si “celebra” (dal 1993) in tutto il mondo la Giornata della fibromialgia, patologia che colpisce nel nostro Paese circa due milioni di persone, in grande maggioranza di sesso femminile. La complessità del quadro clinico e la mancanza di biomarcatori fanno si che da un lato ancora si metta in dubbio la sua esistenza e dall’altro che i clinici negli anni anni abbiamo avuto la necessità di stilare diversi criteri classificativi/ diagnostici (ultimi quelli dell’ACR 2016) che li aiutassero a fare una diagnosi corretta e così ridurre il ritardo diagnostico che ancora è comunque molto alto (in media 3/5 anni).

Gli italiani che convivono con i suoi sintomi essenziali sperimentano: dolore cronico diffuso in tutto il corpo, rigidità, facile affaticabilità fisica e mentale; stato pervasivo di mancanza di energia e stanchezza; disturbi del sonno; problemi con il pensiero, la memoria e la concentrazione; alterazioni dell’umore come ansia, depressione facile irritabilità; mal di testa, comprese le emicranie.

Chi è il clinico che può essere a fianco del cittadino-paziente nella sua “battaglia contro la fibromialgia”? E’ il reumatologo. Nell’occasione della giornata mondiale è Daniela Marotto, presidente CReI che interviene puntualizzando che “per una corretta diagnosi di fibromialgia occorre una corretta e attenta valutazione clinica che consideri tanti aspetti oltre al dolore generalizzato e cronico, quali le alterazioni del sonno nei suoi molteplici aspetti (insonnia, difficoltà all’addormentamento, frequenti risvegli), stanchezza e deficit neurocognitivi (la cosiddetta nebbia fibromialgica), e faccia una corretta diagnosi differenziale.

Proprio la complessità della sintomatologia, altamente invalidante spinge il paziente a peregrinare per anni tra vari specialisti che spesso non guardano alla complessità del quadro, ma solo al singolo sintomo ritardando così la diagnosi e di conseguenza peggiorandone la prognosi”. Dalla complessità del quadro clinico si comprende come sia necessario avere un approccio terapeutico multimodale che sia – prosegue Marotto, “solo di tipo farmacologico ma che contempli un‘attività fisica regolare, precise indicazioni alimentari e in alcuni casi terapie psicologiche di supporto quali quelle di tipo cognitivo comportamentale”.

La patologia è riconosciuta come tale in molti paesi, ma tra questi purtroppo non c’è ancora l’Italia. In questa giornata quindi, CreI lancia un messaggio “di sistema” per bocca della sua presidente: “occorre creare una consapevolezza da parte dei cittadini nei confronti del loro stato di malattia, accompagnata dalla creazione di un’alleanza terapeutica con i clinici, e seguita dall’impegno dell’ambiente istituzionale, politico, parlamentare e regionale di dare forma legislativa e normativa alla presa in carico del paziente con fibromialgia, a partire dal suo inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza”.

In Italia sta andando avanti la battaglia di riconoscimento di questa patologia come sottolineato dalla presidente CReI – grazie al anche al lavoro delle associazioni pazienti e all’attenzione delle istituzioni. “Il non riconoscimento come malattia invalidante – prosegue Marotto – è una carenza sostanziale per il nostro Paese a cui per fortuna alcune regioni stanno cercando di porre rimedio, ma proprio in questa giornata occorre lanciare forte il messaggio: i pazienti non possono più aspettare”.

Per fortuna il mondo clinico non è impreparato di fronte ad una patologia che presenta numeri indicativi decisamente preoccupanti. “Gli specialisti in reumatologia, in stretta collaborazione con i medici di medicina generale sono i clinici che direttamente possono intercettare, diagnosticare e rispondere al bisogno di salute del paziente con fibromialgia”, conclude la presidente Marotto, “Noi abitualmente incontriamo nei nostri ambulatori, dalla Sardegna al Friuli, dal Piemonte alla Campania, pazienti che si presentano con quella tipica ampiezza di sintomi preoccupanti che può essere ricondotta alla sindrome fibromialgica. Il messaggio che ci sentiamo di lanciare in questa giornata è come sempre uno solo: non sottovalutate i vostri sintomi, non tenete in silenzio il vostro malessere, non silenziate il vostro dolore. Occorre che si crei una attenzione consapevole di tutti i cittadini verso il proprio stato di salute e che questa attenzione si traduca in una visita dal proprio medico di medicina generale, che saprà indicare la via migliore per accedere allo specialista reumatologo che renderà possibile un affronto tempestivo, preciso e soddisfacente di una sindrome che non più possiamo più considerare invisibile.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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