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Dall'Italia e dal Mondo

Diabete, nel 2022 ha interessato 3,9 milioni di persone in Italia

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Roma – In Italia, secondo l’Istat, sono circa 3,9 milioni le persone che nel 2022 hanno dichiarato di avere il diabete, ovvero il 6,6% della popolazione, e le proiezioni indicano che nel 2040 questa percentuale potrebbe arrivare al 10% se continuasse il trend osservato combinato con il rilevante impatto della dinamica demografica dei prossimi 20 anni.

I numeri dell’Istituto nazionale di statistica sono contenuti nell’Italian Barometer Diabetes Report ‘Dati sul diabete in Italia, una fotografia su una pandemia complessa e in continua evoluzione’, presentato nel corso del 17° Italian Barometer Diabetes Summit 2024.

Realizzato su iniziativa della senatrice Daniela Sbrollini, in collaborazione con Intergruppo parlamentare obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (IBDO Foundation), Istat, Università di Roma Tor Vergata–Dipartimento Medicina dei Sistemi, Coresearch, Crea Sanità e Bhave e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, l’evento vede la partecipazione di istituzioni, società scientifiche ed esperti per fare il punto sulla portata economica, sociale, clinica e politica del diabete per implementare le politiche sanitarie sul diabete nel nostro Paese.

“Il diabete- si legge nella prefazione del Report del ministro della Salute Orazio Schillaci- rappresenta una delle sfide più rilevanti del nostro tempo, trattandosi di una patologia che continua a registrare una costante crescita in tutti gli Stati, soprattutto in quelli a basso e medio reddito. In questo contesto, il Diabetes Barometer Report si conferma un importante strumento per la valutazione e il monitoraggio dell’andamento del diabete di tipo 2 in Italia, fornendo dati preziosi per orientare le nostre politiche e azioni future nella lotta al diabete”.

Secondo le ultime analisi, inoltre, i fattori socio-demografici che aumentano il rischio di sviluppare il diabete sono l’età avanzata, addirittura di quasi 8 volte tra gli over 74enni (rispetto ai 45-54enni), il sesso maschile, tanto che gli uomini hanno un rischio maggiore delle donne di circa il 40% a parità di età, vivere al sud, con una probabilità più alta di circa il 50% rispetto a chi vive al nord e in comuni con più di 2000 abitanti.

Per quanto riguarda, invece, gli aspetti socio-economici il rischio quasi raddoppia tra le persone che al massimo hanno un titolo di licenza media inferiore rispetto a chi è in possesso di almeno una laurea. Aumenta di circa il 30% tra chi giudica scarse o insufficienti le risorse economiche della propria famiglia rispetto a chi gode di risorse economiche ottime o adeguate.

Infine, emerge la forte associazione con l’obesità, che incrementa il rischio di diabete di oltre il doppio a parità di tutti gli altri fattori considerati, mentre la sedentarietà aumenta tale rischio di circa il 30%.

Il continuo invecchiamento della popolazione porta all’aumento delle malattie che sono frequenti nelle fasi di vita dell’anziano, come quelle cardio-metaboliche, spesso conseguenza di squilibri energetici dovuti a eccessiva nutrizione associata a sedentarietà e che combinati con caratteristiche genetiche, comportamentali, sociali e ambientali portano a sviluppare malattie croniche come obesità, diabete, aterosclerosi, steatosi epatica non alcolica, con conseguente peggioramento della qualità di vita.

“La compresenza di altre malattie croniche, che colpisce oltre tre diabetici su quattro- spiega nell’introduzione dell’IBDO Report il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli- costituisce un altro importante fattore da considerare nella presa in carico dei pazienti e nella organizzazione dei servizi sanitari che devono rispondere ai bisogni assistenziali di queste persone. Nel Rapporto si sottolinea come convivere con altre malattie, oltre al diabete, ha significative conseguenze sulla qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari”.

“Nel 2022- sottolinea Roberta Crialesi, dirigente Servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza e giustizia dell’Istat- il numero di anziani multicronici con diabete che hanno espresso un giudizio elevato di soddisfazione per la propria vita è risultato di 5 punti percentuali più basso rispetto a quelli senza diabete (33,6% contro il 38,4%) e di ben oltre 9 punti percentuali rispetto al dato medio generale (42,8%). Anche se la minor soddisfazione degli anziani con diabete accomuna tutte le aree del Paese, è stato riscontrato un divario evidente tra i residenti nel Mezzogiorno e quelli del nord, tanto che solo il 26,4% degli anziani multicronici con diabete residente al sud e il 28,5% residente nelle isole esprime un’elevata soddisfazione per la vita nel complesso rispetto al 41,1% residente nel nord-ovest e il 44,7% residente nel nord-est con gli stessi problemi”.

“Le malattie croniche come il diabete- commenta il presidente dell’Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation, Paolo Sbraccia- hanno conseguenze non solo sulle condizioni di salute, ma anche su altri ambiti della vita quotidiana, su aspetti sociali, economici e relazionali degli individui. Infatti, come mostrano i dati dell’Istat, i livelli di soddisfazione per la qualità della vita sono fortemente influenzati dalla presenza del diabete, soprattutto quando combinato con altre malattie croniche”.

“L’IBDO Foundation- aggiunge- promuove da sempre la raccolta e la condivisione di importanti informazioni sull’entità del fardello rappresentato dal diabete, fondamentali per dimostrare l’impatto di sforzi ed approcci diversi finalizzati alla riduzione dell’incidenza del diabete, alla diagnosi precoce della malattia e al suo trattamento efficace e contribuire così alla ricerca di soluzioni per frenare la progressione dell’incidenza di questa malattia che, nell’arco di due decadi, si è triplicata”.

“Delle quasi 4 milioni di persone con diabete- evidenzia Riccardo Candido, presidente Associazione Medici Diabetologi (Amd) e presidente Federazione delle Società Diabetologiche Italiane (FeSdi)- 2 su 3 hanno più di 65 anni. Parliamo di persone spesso fragili, con altre malattie croniche e un rischio più elevato di comorbilità, che assumono quotidianamente diversi farmaci, il che rende più complesso il percorso assistenziale e terapeutico con rischio di frammentazione e ridondanze. Possiamo e dobbiamo comunque ambire al buon controllo glicemico e dei diversi fattori di rischio cardiovascolare anche per queste persone per ridurre le complicanze e le ospedalizzazioni”.

Secondo Riccardo Candido, “il modo migliore per raggiungere buoni risultati è quello di personalizzare e, soprattutto, semplificare il più possibile i percorsi di presa in cura e di trattamento, per migliorare l’assistenza, l’aderenza terapeutica e la qualità di vita delle persone con diabete e multi-cronicità. Per fortuna questo è oggi possibile grazie al progresso tecnologico e farmacologico che permette non solo di trattare meglio le persone ma sviluppare anche dei modelli organizzativi volti a ridurre la frammentarietà dei percorsi”.

“Il paziente anziano frequentemente svolge poca attività fisica e non segue un’alimentazione equilibrata- afferma il presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid), Angelo Avogaro- il che può portare a un incremento del peso corporeo che, come noto, rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza del diabete, oltre al naturale invecchiamento. Negli ultimi anni ci si sta rendendo conto anche dell’impatto dell’ambiente e dei cambiamenti climatici nell’insorgenza di malattie croniche non trasmissibili, quali diabete, obesità e tumori e nel peggioramento del controllo metabolico del diabete, un legame che richiede una maggiore consapevolezza da parte delle istituzioni e da tutti gli attori del settore sanitario”.

“Sebbene molto sia stato fatto negli ultimi anni- scrive nella prefazione del Report il rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, Nathan Levialdi Ghiron- ad oggi, in Italia, ancora si rileva disparità tra le varie regioni e territori per quanto riguarda i programmi di prevenzione, l’educazione ad uno stile di vita sano, la protezione dai fattori di rischio, l’informazione, l’accesso alle cure e l’utilizzo delle tecnologie, come, ad esempio, la telemedicina, i sistemi digitali per il monitoraggio del glucosio e i sistemi innovativi per la somministrazione dell’insulina”.

“È necessario affrontare in maniera più efficiente e strutturata un’emergenza di salute pubblica, quale è il diabete- dichiara l’onorevole Roberto Pella, presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e malattie croniche non trasmissibili e vicepresidente vicario di Anci- creando organismi che siano in grado di coordinare tutti i soggetti e i settori impegnati nell’educazione sanitaria, dal mondo dell’istruzione e dell’alfabetizzazione ai mezzi di comunicazione di massa, organizzando campagne di prevenzione e di sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale. Al tempo stesso, i centri di diabetologia esistenti sono da potenziare integrandoli all’interno di un’autentica rete di medicina territoriale in grado curare e prendersi cura delle persone con diabete nella maniera più efficace attraverso la diagnostica, terapie più innovative, telemedicina e un accesso uniforme alle cure e ai trattamenti su tutto il territorio nazionale”.

“Il coinvolgimento dei territori e dei decisori locali e l’implementazione degli strumenti di telemedicina- precisa la senatrice Daniela Sbrollini, presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e malattie croniche non trasmissibili, vicepresidente della 10a Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato- rappresentano elementi chiave che consentiranno una presa in carico più efficace del paziente e, prima ancora, di ‘prenderci cura’ del cittadino, della sua qualità di vita e del suo benessere. Una prossimità che sia in grado di valorizzare in misura crescente la relazione medico-paziente, essenziale per la cura delle persone più fragili e vulnerabili”.

“L’obiettivo di Novo Nordisk è di portare un cambiamento concreto nella cura del diabete- conclude Marco Salvini, Senior Director External Affairs di Novo Nordisk Italia- e già da diversi anni siamo impegnati nel trovare soluzioni innovative in grado di semplificare il trattamento e migliorare la qualità della vita delle persone e, al contempo, ridurre l’impatto ambientale dei nostri prodotti. Siamo sempre molto favorevoli a momenti di confronto come il Diabetes Forum annuale e ringraziamo l’IBDO Foundation per il suo continuo impegno nella lotta contro il diabete, consapevoli che tutti gli stakeholder, comprese le aziende, possano dare un importante contributo nella lotta, cura e prevenzione del diabete e delle malattie croniche non trasmissibili.

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Entra in vigore oggi la “Legge Brambilla” sui reati contro gli animali

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Roma – Entra in vigore oggi la “Legge Brambilla” sui reati contro gli animali, la prima riforma organica del titolo IX bis del Codice penale, attesa da oltre vent’anni. La portata storica del testo è innanzitutto nella sua rivoluzione culturale con un ribaltamento di prospettiva: gli animali diventano finalmente il soggetto giuridico tutelato in via diretta dalla legge, in quanto esseri senzienti, portatori di diritti, e non si tutela più “il sentimento dell’uomo per gli animali”.

E sono esseri senzienti tutelati dalla legge tutti gli animali: d ‘affezione, da reddito, selvatici, esotici, tutti indipendentemente dal fatto che abbiano o non abbiano un proprietario. L’importanza della “legge Brambilla” sta poi nel chiudere finalmente con la stagiome dell’impunitá per chi commette reati a danno degli animali: la normativa innalza tutte le pene (in particolare per l’uccisione e il maltrattamento), introduce anche un sistema di pesanti sanzioni pecuniarie sempre abbinate alla pena detentiva, prevede aggravanti generiche, introduce a livello nazionale il divieto di tenere il cane alla catena e tante altre importanti disposizioni.

Esulta l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente di LEIDAA e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente, autrice del provvedimento: “E’ il traguardo di una vita”.
“Da quattro legislature – afferma la deputata di Nm – porto avanti questa battaglia di civiltà, con tutto il mio impegno in nome di tutti gli indifesi e dei milioni di italiani che amano gli animali.

È stato molto difficile arrivare al risultato in quanto ho avuto grande opposizione dei partiti di minoranza e dei vari soggetti portatori di interessi. Ma avevo promesso giustizia agli ultimi tra gli ultimi, ai tanti animali seviziati e uccisi da mani scellerate. Sono orgogliosa di aver mantenuto la promessa. Oggi la legge Brambilla entra in vigore e produrrà i suoi effetti, deterrente e repressivo. Affidiamo alla magistratura strumenti più efficaci e adeguati per punire i responsabili di fatti particolarmente gravi, reati gravi in sé, per il disvalore etico che manifestano, e perché la violenza contro gli animali spesso anticipa e  prepara quella sulle persone.

Il cane Angelo torturato a morte nel Cosentino, il cane Aron bruciato a Palermo, il gatto Leone scuoiato vivo nel Salernitano, il gatto Green ucciso a botte in Veneto sono solo i casi più eclatanti, quelli che i media riportano o per la loro efferatezza o perché avvenuti sotto gli occhi di tutti e che, d’ora in poi, sarà più facile sanzionare come meritano. Ricordo infine che i reati contro gli animali, vittime mute, sono procedibili d’ufficio, non appena le autorità ne acquisiscano notizia, o perché sorprendono in flagrante chi li commette o in qualsiasi altro modo. Allora bisogna segnalare, segnalare, segnalare.

Grazie alla sensibilità e al civismo degli italiani, questi reati saranno puniti più che nel passato. E grazie alla “legge Brambilla” saranno puniti più severamente. Sono felice ed orgogliosa di aver regalato all’Italia che ama gli animali questa grande vittoria”.

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Vacanze, Conflavoro: “In Sicilia attesi 4,4 milioni di turisti italiani

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“Il Centro Studi Conflavoro stima per l’estate italiana 268 milioni di presenze, in aumento del 2,1% rispetto al 2024 e in linea con i livelli precedenti alla pandemia. La spesa complessiva toccherà quota 71,8 miliardi di euro (+12,3%), spinta da un turismo che cambia volto orientandosi verso maggiore qualità e sostenibilità.

Non è più solo una questione di mare o città d’arte perché si cercano autenticità, esperienze personalizzate, territori da scoprire. I borghi stanno diventando il simbolo di questo nuovo modello: sostenibile, diffuso, integrato nelle comunità locali. È lì che dobbiamo investire”, dichiara Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro.

Secondo l’indagine del Centro Studi di Conflavoro, diretto da Sandro Susini, i turisti italiani saranno 30 milioni (48,4%), mentre 35,5 milioni (51,6%) saranno stranieri, disposti a spendere di più (59,3% dei 71,8 miliardi) complici anche i pernottamenti più lunghi (media di 8,5 notti contro le 7,3 degli italiani).

I 71,8 miliardi di spesa saranno correlati alla propensione verso vacanze premium, con richieste maggiori di camere di categoria superiore (+18,3%), esperienze gastronomiche (+22,7%) e servizi personalizzati come guide e tour privati (+27,5%), ma anche l’aumento generalizzato dei costi avrà la sua rilevanza, in particolare per l’alloggio (+5,8%), la ristorazione (+4,3%) e i trasporti (+6,2).

Secondo Conflavoro, il 72,3% degli italiani rimarrà in Italia. Le regioni più visitate saranno Puglia (15,8%), Sicilia (14,7%), Toscana (13,2%), Sardegna (11,8%) e Campania (9,3%), con Liguria, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige appaiate (8% circa di presenze). Tra le mete estere, predilette le tradizionali Spagna (22,3%), Grecia (18,7%), Croazia (12,5%), Francia (9,8%) e Portogallo (7,3%), ma cresceranno i viaggi di lungo raggio: rispetto al 2024, forte incremento per Giappone (+18,7%), USA (+15,3%) e Thailandia (+14,2%).

Dal punto di vista demografico, ogni età avrà precise preferenze: la fascia 18-30 anni (22,3% del totale) sceglierà Riviera Romagnola, isole maggiori, città d’arte; la fascia 31-45 anni (28,7%), Riviera Adriatica, Toscana e Puglia; la fascia 46-60 anni (26,4%), Toscana, Umbria, Sicilia e Costiera Amalfitana; infine, gli over 60 (22,6%) opteranno per località termali, laghi del Nord e zone balneari tranquille.

Tra le tendenze più significative registrate dal Centro Studi di Conflavoro, emerge poi il boom del turismo nei borghi e nelle aree rurali, con un incremento del 22,5% rispetto al 2024. Le motivazioni principali di questa scelta risiedono certamente nella volontà di allontanarsi dal clima torrido (38,5%), ma anche nel desiderio di riscoprire il patrimonio culturale (32,7%) e nell’interesse per un turismo sostenibile (28,8%). In crescita borghi meno noti come Pitigliano, Sovana e Sorano (Toscana, +28,3%), Bevagna e Montefalco (Umbria, +24,7%), Offida e Moresco (Marche, +31,2%), Pacentro e Scanno (Abruzzo, +27,8%), fino a Venosa e Guardia Perticara (Basilicata, +29,5%) ed Erice e Castelmola (Sicilia, +25,7%). Emergono, infine, sempre più forti, anche i “distretti di borghi” come Val d’Orcia, Monti Sibillini e Cinque Terre, con tassi di crescita oltre il 30%.

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Lorefice: “Italia svenduta, a stelle e strisce…”

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“Il Governo si erge a paladino dell’indipendenza dagli Usa per giustificare il piano di riarmo, ma poi nei fatti sta svendendo pezzi dell’economia italiana proprio a fondi americani. – Lo ha affermato in una nota il Senatore M5S Pietro Lorefice, Segretario di Presidenza del Senato.

” Dopo aver ceduto nel 2024 il 2,8% di Eni a investitori vari, nel 2025 si sono perfezionate la cessione del 30% di Enilive al fondo americano Kkr e la cessione del 20% di Plenitude al fondo americano Ares. Un altro 10% di Plenitude, poco prima, era stato ceduto al fondo svizzero EIP.

Più che una politica industriale, una liquidazione. In queste svendite di metà mandato, è finita anche la Sicilia, in particolare Gela, dove non senza travagli e difficoltà è stata riconvertita l’ex raffineria Eni in una bioraffineria. Ma anche questo impianto, controllato da Enilive, ora è di fatto sotto la presa incisiva di un fondo estero.

Gela è uno dei pochi esempi reali di riconversione industriale nel Sud, eppure è stata trascinata senza scrupoli nel tritacarne della finanza speculativa internazionale, senza garanzie per lavoratori e territorio.

L’ennesimo colpo basso a un Sud che merita investimenti, non di essere venduto al miglior offerente.  Ma è chiaro a tutti: noi siamo il Movimento 5 stelle, loro ormai stelle e strisce”.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
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