Da sessant’anni Gela è più povera: ha perso il suo figlio Salvatore Aldisio che l’ha curata ed impreziosita come nessun altro. A ricordare il sessantesimo anniversario dalla sua scomparsa con una messa in suffragio, seguita da una cerimonia, il ‘Centro Studi Salvatore Aldisio’ presieduto dall’avv. Calogero Giardina che ha ottenuto il gratuito patrocinio dal Senato della Repubblica.
La chiesa era gremita, circa 250 persone, ma non c’era la Gela che Aldisio ha amato e curato come fa un vero politico servitore dello Stato e degli enti periferici.
Perché nonostante Gela sia costellata del suo nome, con il corso a lui dedicato, il Villaggio Aldisio progettato dall’arch. Cantella, la casa di riposo che porta il nome della moglie; la chiesa dedicata a San Giacomo dove è sepolto, la casa agricola di Contrada passo di piazza per citare solo le opere più importanti.
La messa è stata preceduta da un momento commemorativo durante il quale sono stati deposti due cuscini di fiori davanti al monumento funebre.
Poi il Cav. Orazio Sciascia ha dato lettura della lettera inviata dal Presidente della Repubblica Mattarella che di Aldisio era figlioccio di battesimo. “Uno dei padri della nostra Repubblica – ha scritto il Presidente Mattarella – e membro dell’Assemblea Costituente , con fermezza e coraggio conservò fede nella democrazia e li costituì insieme agli altri padri , durante la dittatura”. Il parroco della chiesa San Giacomo, don Luigi Petralia ha posto l’accento sulle difficoltà di Gela del momento che, solo con spirito di abnegazione, potranno essere superati dalla nuova amministrazione.
Il Vicario generale Antonino Rivoli, che ha presieduto la celebrazione ha ripreso un passo della seconda lettura: “comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto”. “Questo è il compito della politica del servire – ha detto – questo è quello che ha fatto il nostro fratello Salvatore: il pellicano che sovrasta il monumento funebre che conserva le sue spoglie mortali, nel linguaggio biblico è colui il quale si strappa il petto per donare se stesso, come fa il buon padre di famiglia per i suoi. Questo è il politico del servire, questo è Aldisio”.
Alla messa c’era una folta presenza di rappresentanti politici: dal sindaco Di Stefano, alla sua vice Altamore, al presidente del Consiglio comunale Giudice, all’assessore Franzone, i consiglieri comunali Giorrannello e Cascio, il senatore Lorefice, il deputato Di Paola, l’ex sindaco Greco e rappresentanti di partiti politici.
Alla fine della celebrazione si sono alternati per un breve commento: tutti concordi sul concetto del ‘servire’ come base per la realizzazione della vera politica.
Il sindaco Di Stefano ha sottolineato che per lavorare bene serve il contributo di tutti al fine di superare la fase di impasse in cui la città è sprofondata, per recuperare lo sviluppo economico ed il lavoro.
Peccato che il servizio della politica dopo Aldisio ha portato pochi frutti in questa Gela dilaniata dalla mancanza di lavoro, dall’emigrazione e dalla scarsità di servizi!
A chiudere la carrellata il presidente Giardina ha pronunciato il suo ricordo: ” Abbiamo il dovere di rilanciare l’idea del recupero della Memoria storica – ha detto – di rimuovere l’oblio nel quale è stata ingiustamente lasciata questa eccezionale figura, la cui ricorrenza cade in un momento particolare della storia della nostra citta'”. Sentiamolo.
Chi è stato Salvatore Aldisio.
Nasce a Terranova nel 1890.
Nel primo dopoguerra divenne segretario del Partito Popolare Italiano di Caltanissetta. Alle elezioni politiche del 1921, a soli trent’ anni, fu eletto nelle liste del PPI nella circoscrizione Caltanissetta-Girgenti-Trapani.
Da deputato Aldisio, presentò un progetto di legge volto al frazionamento e alla colonizzazione del latifondo per favorire la piccola proprietà contadina. Nella lotta di Aldisio contro il latifondo emerse un giudizio di avversione al fascismo, che confermò nei suoi ulteriori interventi parlamentari, nella successiva condotta politica e nella esplicita condanna di un tentativo siciliano di formare un gruppo politico di ispirazione clerico-fascista.
Ricandidato nel 1924 per la XXVII legislatura, ricevette l’appoggio del movimento popolare e in particolare del vescovo di Piazza Armerina Mario Sturzo, fratello maggiore di Luigi Sturzo; decadde nel 1926 dalla carica per aver preso parte alla protesta aventiniana.
Nel corso del ventennio fascista visse a Gela dove si occupò della sua azienda agricola. Conservò comunque dei contatti con Giuseppe Spataro ed Alcide De Gasperi e nell’estate del 1943, al momento della liberazione della Sicilia dal nazi-fascismo (luglio-settembre 1943), divenne il maggior punto di riferimento del neopopolarismo siciliano.
Dopo lo sbarco alleato in Sicilia, assunse infatti la guida della nascente Democrazia Cristiana siciliana, che fondò nel dicembre 1943 con Bernardo Mattarella e Giuseppe Alessi, nello studio di quest’ultimo a Caltanissetta. Successivamente fece parte della direzione nazionale del partito.
Prefetto di Caltanissetta nel ’44 e, successivamente, Ministro dell’interno nel secondo Governo Badoglio e Alto Commissario per la Sicilia e in questo ruolo s’impegnò per l’affermazione dell’autonomia regionale.
Impegnato a difendere l’unità del paese, in una prospettiva politica ampiamente concordata con De Gasperi e caldeggiata anche da Luigi Sturzo, rivolta a battere le tendenze separatiste e ad assicurare all’arco delle forze antifasciste il governo del nascente Stato democratico. Da Ministro si batté per togliere ai separatisti le amministrazioni locali da questi controllate (prevalentemente a tale scopo emise la circolare del 27 aprile 1944 che invitava i prefetti a tenere conto, nella ricostruzione delle giunte municipali, della composizione del governo e del Comitato di Liberazione Nazionale) e puntò al rafforzamento della polizia per meglio combattere l’illegalità diffusa (mercato nero, banditismo, mafia, separatismo, ecc.).
Nel settembre 1945 fece parte della Consulta Nazionale. Restò Alto Commissario per la Sicilia fino al marzo 1946, quando la Consulta regionale siciliana terminò l’elaborazione dello Statuto speciale della regione.
Eletto il 2 giugno 1946 alla Costituente, alle prime elezioni politiche, per la Democrazia Cristiana nella circoscrizione di Palermo, fu Alto commissario per l’Alimentazione nel secondo Governo De Gasperi. Nel 1947 diventò ministro della Marina Mercantile nel terzo.
Senatore di diritto nella I Legislatura, venne eletto deputato nella II nel Collegio unico nazionale, mentre nella III e IV nella circoscrizione Sicilia occidentale.
Fu Ministro dei lavori pubblici nel sesto e settimo Governo De Gasperi, e brevemente nel 1954 dell’Industria e Commercio nel primo Governo Fanfani.[11] Con la cosiddetta legge Aldisio, la L. 10 agosto 1950, n. 715, incentivò l’edilizia privata e la costruzione di nuove abitazioni con mutui a tasso agevolato.
Dal 1958 al 1963 fu Presidente della IX Commissione Lavori Pubblici della Camera. Rieletto nel 1963 alla Camera, morì il 27 luglio 1964.
Nel dopoguerra, lo strumento che pianificò gli interventi dei lavori pubblici a Gela fu il Piano di Ricostruzione redatto dal prof. Valli di Roma con la collaborazione del Provveditorato delle opere pubbliche di Palermo. Il Piano di Ricostruzione di Gela fu approvato da Salvatore Aldisio, Ministro dei Lavori Pubblici, con decreto del dicembre 1951, e trovò immediata attuazione. Oltre alla concretizzazione del progetto della diga Disueri ed all’insediamento del Petrolchimico, Gela deve ad Aldisio la realizzazione del villaggio residenziale, che porta il suo nome, le prime fondamentali opere di urbanizzazione come l’acquedotto, la rete fognante, e le strade fra le quali il viale Mediterraneo, il corso Vittorio Emanuele ed il Lungomare. A Lui Gela deve anche la realizzazione di interventi strutturali, di servizi, di chiese, e di istituti scolastici. Ricordiamo, infatti, il porto rifugio, sorto nel sito del regio “Caricatore”, la ferrovia Gela-Caltagirone, il nuovo Palazzo di Città, la chiesa di San Giacomo Maggiore, la casa di riposo per anziani, intitolata alla consorte Antonietta, ed il grandioso Ospedale Circoscrizionale “Vittorio Emanuele”, attuale Azienda Ospedaliera. Tra i plessi scolastici ricordiamo, tra gli altri, quelli adibiti a sede del III Circolo didattico “Enrico Solito”, della Scuola media “Ettore Romagnoli”, del Liceo classico “Eschilo” e dell’istituto tecnico industriale “E. Morselli”.
Le ricerche archeologiche di Caposoprano che portarono al rinvenimento delle imponenti mura greche Timoleontee furono finanziate per Suo interessamento, così come il Museo Archeologico nazionale, oggi regionale.
Torna per la sua seconda edizione Fibra, la fiera mercato dedicata alla carta e alle arti visive, in programma il 10 e l’11 maggio negli spazi del NOZ – Nuove Officine Zisa, all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. Organizzata da Civico 111 e PalermoFoto, questa edizione sarà principalmente dedicata al mondo della fotografia.
Due giornate in cui sarà possibile scoprire, acquistare e confrontarsi con produzioni indipendenti legate alla fotografia contemporanea: fotografie d’autore, libri fotografici, monografie, fanzine e molto altro.
Il programma prevede inoltre workshop, talk, installazioni e momenti musicali. Uno spazio aperto al pubblico, pensato per creare connessioni tra artisti, appassionati, professionisti e curiosi.
Licata –Il prossimo sabato 10 e domenica 11 maggio Licata sarà invasa da oltre 250 Scout Adulti del MASCI provenienti da tutta la Sicilia e che celebreranno la tradizionale Festa di Primavera 2025 che di fatto chiude l’anno sociale. Lo ha annunciato con orgoglio il Coordinatore della Zona Akragantina del MASCI, il dottor Giovanni Bilotta, già Magister della Comunità “Don Carmelo Di Bartolo” di Licata, e che oggi ricopre l’incarico provinciale. “Con immenso piacere tutte le comunità della nostra provincia si sono fatte carico dell’organizzazione di questo momento – ha spiegato il Coordinatore Bilotta- che vuole essere un momento di preghiera, di riflessione, di condisione ma anche di festa”.
Presenti all’evento il Segretario Nazionale del MASCI, dottor Mimmo Cotroneo, oltre a tutti i dirigenti siciliani con a capo il Segretario Regionale, dottor Orazio BalsamoIntenso il programma dell’evento che si svolgerà prevalentemente presso il Serenusa Village e nel centro storico di Licata. Si parte sabato nel primo pomeriggio con l’accoglienza dei gruppi e dopo il tradizionale alzabandiera e un momento di preghiera comune, alle 18, alla presenza delle autorità civili e militari si svolgerà una conferenza su un tema di grandilissima attualità per i cattolici cristiani: “Fede e Intelligenza Artificiale, posizioni a confronto. Convergenze, speranze, dubbi e interrogativi”.
Un confronto a due voci tra Don Luca Crapanzano, professore della Facoltà Teologica di Sicilia e Rettore del Seminario di Piazza Armerina, intellettuale cattolico di altissimo livello autore di numerose pubblicazioni e il professor Francesco Pira, docente di sociologia dell’Università di Messina e componente il Comitato Scientifico dell’Intergruppo Parlamentare sul Digitale, impegnato in gruppi di ricerca internazionali sul tema e autore di oltre 80 pubblicazioni scientifiche. A moderare l’incontro sarà uno dei Dirigenti del MASCI, il dottor Enzo Baldacchino, che ha ricoperto incarichi prestigiosi a livello nazionale e regionale nel Movimento.I lavori si apriranno con il saluto del Sindaco della città, avvocato Angelo Balsamo, e dell’Assessore alla Cultura e al Turismo, dottoressa Maria Sitibondo.Alle 21,30 è previsto un secondo momento, questa volta legato all’Identità Siciliana, una sorta di viaggio tra musica e poesia, con la partecipazione del gruppo Gli Iricanti e del poeta Lorenzo Peritore.
Sarà ricordata una grande figlia di Licata, la cantante folk Rosa Balistreri conosciuta in tutto il mondo. La domenica mattina alle 9 tutte le partecipanti ed i partecipanti visiteranno il centro storico della citta e alle 11 si sposteranno nel bellissimo Santuario del Patrono di Licata Sant’Angelo per la celebrazione della Santa Messa, in uno dei luoghi giubilari. Subito dopo sempre in piazza Sant’Angelo assisteranno all’esibizione del Gruppo Folk “A Lanterna”.Nel pomeriggio le conclusioni e poi le Comunità Masci rientranno nelle loro sedi.
“Avremo modo di ringraziare – ha concluso il Coordinatore della Zona Akragantina Giovanni Bilotta- le Associazioni, gli enti e tutte le persone che ci hanno aiutato a preparare la giusta accoglienza per le nostre sorelle e i nostri fratelli scout. Avremo anche la possbilità di mostrare loro i prestigiosi lavori di due artigiani locali Giuseppe Cammilleri, che realizza quadri e souvenir con conchiglie Marine e Gaetano La Rocca, che crea presepi con materiale di riciclo. Siamo certi che Licata saprà dare la migliore accoglienza e far vivere due giorni indementicabili di riflessione e preghiera all’insegna della pesante eredità che ci ha lasciato Papa Francesco”.
Gran finale della Sagra del carciofo a Niscemi: questa sera in piazza Vittorio Emanuele si terrà il concerto degli Audio 2. L’evento musicale comincerà alle 21 e si prevede tanta gente, che arriverà anche dai comuni del circondario per applaudire i due artisti.
Sta per concludersi dunque la Sagra del carciofo violetto, appuntamento molto sentito dalla comunità niscemese e dall’intero territorio, con giornate molto interessanti legate all’organizzazione di tanti appuntamenti culturali per un’eccellenza della cultura gastronomica siciliana.