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Giudiziaria

Assolti tre giovani accusati di abusi sessuali su una ragazza disabile

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Assolti perché il fatto non sussiste i tre giovani accusati di violenza nei confronti di una ragazza disabile. Lo ha disposto la Prima sezione penale della Corte d’Appello di Caltanissetta. Nel febbraio del 2021 i tre ragazzi era stati condannati ad otto anni di reclusione ciascuno dal collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore. L’accusa era di  abusi sessuali nei confronti una donna affetta da patologie psichiche. La sentenza è stata pronunciata nei confronti di Giovanni Manfrè difeso dall’ avv Maria Giordano, Massimo Tilaro difeso dall’avv. Calogero Giardina, Cristian Sgarlata difeso dall’avv. Giuseppe Fiorenza. Il processo è stato istruito nel 2014 a seguito della denuncia della sorella della donna disabile, che secondo i Pm della Procura di Gela in primo grado, 8 anni or sono fu indotta ad entrare nell’auto occupata dai tre giovani nella via dell’Acropoli e poi portata in una zona appartata poco lontana dove sarebbe stata consumata la violenza sessuale. Nel 2014 la denuncia della sorella che, dopo aver ritrovata la ragazza disabile ha lanciato l’allarme facendola trasportare in ospedale. E’ seguito l’incidente probatorio, dove sarebbe  emersa la responsabilità degli imputati, che però  hanno sempre negato di aver abusato della ragazza. In sede di Corte di Appello sono state effettuate perizie sul profilo psicologico della giovane dal quale è emerso che la ragazza non era in grado di testimoniare alcunché. Alla luce di queste risultanze ritenute dalla Corte nissena fondamentali i tre imputati sono stati prosciolti dalla accuse che hanno danneggiato, in questi anni, la loro immagine ed onorabilità

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Giudiziaria

Tre arresti della Polizia per condanne definitive

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Tre provvedimenti emessi dalla magistratura, sono stati eseguiti a Gela e a Caltanissetta dalla Polizia.

A Gela un quarantaquatrenne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 8 mesi per tentato furto; un ottantenne, condannato per omicidio stradale, deve scontare la pena di un anno e 6 mesi di reclusione. Nel Capoluogo, un giovane di 30 anni, è stato tratto in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Quest’ultimo è stato condotto al carcere di Caltanissetta; gli altri due, ammessi al beneficio delle misure alternative, sconteranno la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, due arresti

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La Polizia di Gela ha dato esecuzione a due provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive.

Un settantenne e è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 2 anni e 12 giorni di reclusione per i reati di atti sessuali e violenza sessuale con minorenne, commessi nel 2022; un sessantenne è stato, invece, arrestato dovendo espiare la pena della reclusione a un anno e 4 mesi per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, reato commesso tra il 2019 e 2020. Dopo gli adempimenti di rito entrambi gli arrestati sono stati condotti, il primo in carcere e il secondo nel proprio domicilio, ammesso al beneficio della misura alternativa della detenzione domiciliare.

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Giudiziaria

Condanne definitive, 9 arresti della Polizia

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La Polizia, a Gela, Caltanissetta e a Niscemi, ha dato esecuzione a nove provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria nei confronti di altrettante persone condannate all’espiazione di pene definitive in carcere. Nel capoluogo, una 70enne, è stata tratta in arresto dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 5 giorni per il reato di sequestro di persona e abbandono di minori. A Gela un 20enne è stato arrestato dovendo espiare la pena definitiva a 3 anni, 4 mesi e 17 giorni per tentata rapina aggravata; analogamente un 25enne di Niscemi, condannato per rapina e detenzione di armi.

Gli altri arrestati devono scontare pene definitive per essere stati condannati, a vario titolo, per violazioni di leggi urbanistiche, lesioni aggravate, indebita percezione di denaro e violazione degli obblighi di assistenza familiare.

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