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Giuseppe Patti Ambasciatore per la pizza in Sicilia

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Roma – Nella Sala Promoteca del Campidoglio di Roma, il maestro dell’arte culinaria, il licatese Giuseppe Patti, ha ricevuto, per il quinto anno consecutivo, il riconoscimento di Ambasciatore per la Pizza In Sicilia. Si tratta di una onorificenza che ogni anno l’associazione Doc Italy diretta da Tiziana Sirna, concede a chi “Si è distinto nella promozione del Made in Italy, in Italia e nel Mondo”. La cerimonia ha visto la partecipazione di decine di esponenti della gastronomia italiana che sono arrivati da tutta Italia. Giuseppe Patti è stato, cinque anni fa, tra i primi ad ottenere questo riconoscimento che, lunedì 6 febbraio gli è stato riconfermato. “Si tratta di un grande orgoglio per me ricevere la riconferma di questo premio che negli anni sta diventando sempre più ambito. Dopo i due anni peggiori che la ristorazione ricordi (a causa del Covid) vedersi con tanti colleghi da tutta Italia e godersi un momento del genere rappresenta una spinta per fare ancora meglio nelle nostre attività”.

Giuseppe Patti, oltre a sovrintendere all’offerta culinaria che propone ai clienti nelle proprie pizzerie, ha portato negli anni la cucina italiana, e soprattutto siciliana, nel mondo. L’ultimo impegno lo ha visto lo scorso mese di aprile a New York per un evento a Brooklyn con la comunità delle Madonie residente nella Grande Mela. Nel 2017 ha cucinato, a Vienna, per il vertice europeo dell’Osce, l’organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. E’ stato responsabile delle cucine Sloow Food Sicilia al Cheese di Bra e ha fatto parte della brigata di cucina siciliana al Salone del Gusto 2016 e 2018. Un impegno e un onore (in entrambi i casi) che ha condiviso con il collega chef Gesualdo Faulisi ( anche lui premiato a Roma come Ambasciatore del Gusto per la provincia di Palermo). Il prossimo importante impegno è imminente. Dal 12 al 18 febbraio, Giuseppe Patti (che è anche  membro dell’alleanza dei cuochi Slow Food), assieme a Gesualdo Faulisi  volerà a Dubai per preparare quattro cene siciliane in due diversi ristoranti della metropoli araba. “Porteremo un menù composto dai cibi siciliani che hanno origine araba. Un modo per ribadire come il cibo unisca i popoli, anche quelli che oggi sembrano abbiano caratteristiche diverse ma che invece hanno origini e basi comuni”.

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Attualità

Processo contro 29 attivisti del movimento No Muos

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Si è conclusa la fase delle indagini preliminari e il 30 marzo ci sarà la prima udienza al Tribunale di Gela contro 29 attiviste e attivisti No Muos.

Il movimento No Muos ha diffuso un comunicato in cui spiega i motivi dell’agire dei suoi attivisti.


“Si tratta dell’ennesimo processo in cui il tentativo è quello di criminalizzare un movimento antimilitarista, antimperialista e internazionalista che da anni si oppone alla nocività di una delle più grandi basi militari statunitensi, la base M. U. O. S. (Mobile User Objective Sistem): abusiva, situata in Sicilia nella sughereta di Niscemi, serve a coordinare le guerre agite dai più potenti governi mondiali mediante i droni che partono da Sigonella e, come se non bastasse, per via delle enormi emissioni elettromagnetiche emanate, arreca quotidianamente danni gravi alle terre e alla salute di chi abita nei pressi del largo raggio d’azione (di almeno 180 km) in Sud Italia.
Prima che le 3 megaparabole venissero installate all’interno della base NRTF, in cui dagli anni ’90 sorgevano 46 antenne già di per sé nocive e mortifere, le mobilitazioni riuscirono, occupando la base militare, a bloccarne il funzionamento: le accuse che ci venivano rivolte erano di “interruzione di pubblico servizio, per aver impedito le comunicazioni belliche tra 4 continenti”.
Ribadiamo che per noi la guerra non è un pubblico servizio bensì un crimine e continuiamo ad avanzare a testa alta la nostra contrarietà alle politiche belliciste di cui l’Italia si fa promotrice attraverso la produzione e lo spaccio di armi e munizioni, ultima in Ucraina.
Oggi ancor più vediamo gli effetti prodotti da basi militari come quella di Niscemi nelle guerre che la Nato e i governi imperialisti stanno portando avanti nel mondo. Attualmente 59 i conflitti: un circolo vizioso in cui sono condannate alla fuga, nella migliore delle ipotesi, intere popolazioni che respinte alle frontiere rischiano la morte in mare come è successo a Cutro, e, se riescono a sbarcare, vengono criminalizzate e costrette alla clandestinità per essere sfruttate bestialmente al limite della schiavitù.
Inoltre siamo consapevoli di quanto le guerre combattute abbiano un immediato riflesso anche sulla nostra vita con la guerra che i governi al servizio delle multinazionali ci fanno attraverso la dismissione e la svalutazione di servizi pubblici essenziali come sanità e formazione e portando avanti politiche economiche basate sull’estrattivismo, sullo sgretolamento del tessuto sociale e la criminalizzazione del dissenso.
Respingiamo le accuse false e pretestuose che ci vengono dirette ancora una volta in questa circostanza e rivendichiamo con forza la nostra presenza in quel territorio, per lo smantellamento del “Muostro” e di tutte le basi militari, per una società senza guerre e senza sfruttamento, per la liberazione da tutte le oppressioni”. 

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C’è il via libera all’assunzione diretta del personale da parte di Impianti Srr

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Se anche il Comune di Piazza Armerina aderirà al servizio gestito dalla Impianti saranno 300 i lavoratori delle ditte private già impegnate nel servizio nei Comuni d’ambito che potranno essere assunti in via diretta da Impianti.

Questo è possibile applicando l’articolo 20 del Decreto legislativo 201/22. Il parere legale richiesto da Srr e da Impianti è positivo. I concorsi che erano stati sospesi saranno riavviati sia per assumere il personale che non gode della clausola sociale, sia per creare una graduatoria di merito cui attingere per altre assunzioni e sostituzioni. Dopo Pasqua si convocherà un’assemblea dei sindaci per istituire la Cuc a servizio dei Comuni soci e per la gestione ordinaria della Tari.

Intanto Impianti darà il via a un intervento straordinario a Gela per 2 mesi con 20 unità impiegate nello scerbamento a Macchitella e nel lavaggio di varie strade cittadine.

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Refezione scolastica, il Comune non la garantisce neanche se pagano per intero le famiglie

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Nel corso di una riunione oggi pomeriggio dedicata alla refezione scolastica i dirigenti hanno chiesto all’assessore all’Istruzione Totò Incardona una dichiarazione del Comune con l’impegno ad effettuare il servizio anche a totale carico delle famiglie nell’anno 2023-24.

Senza una dichiarazione netta non saranno attivate le classi a tempo pieno nell’infanzia e primaria e si perdono posti di lavoro.  Ma l’amministrazione, legata ai divieti imposti dalla Corte dei Conti, ritiene di non poter indire una gara d’appalto anche perché, pur se il costo del pasto sarebbe al 100% a carico delle famiglie, il Comune deve, comunque, assumere l’impegno spesa e anticipare le somme, cosa che non può fare fino a che non si chiuderà (se si chiuderà) la pendenza con la Corte dei Conti.

Non è stata accolta la proposta della commissione istruzione guidata da Alessandra Ascia di modificare il regolamento comunale   prevedendo, in caso di mancata attivazione del servizio da parte del Comune, la gestione delle scuole con regole comuni.

Così c’è qualche scuola che sta acquisendo la disponibilità delle famiglie a provvedere in proprio al pasto del figlio, altre che non hanno ancora deciso o che non presenteranno dichiarazioni di responsabilità.

Oggi scade il termine indicato dall’Usp per produrre o la dichiarazione del Comune ad erogare il servizio o quella dei dirigenti, acquisita la disponibilità delle famiglie, di una gestione in autonomia. Il rischio che si perdano posti di lavoro c’è. 

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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