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Il capogruppo del M5S deposita una mozione contro la legge sull’autonomia differenziata

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Disapprovazione verso la legge sull’autonomia differenziata per i danni che produrrà alle Regioni più deboli e profonda preoccupazione quindi per gli effetti che ne deriveranno:è quanto contenuto in un’articolata mozione di cui è primo firmatario il capogruppo del M5S Francesco Castellana e co firmatari i colleghi del gruppo Vincenzo Tomasi e Lucia Lupo.

La mozione impegna l’amministrazione a far conoscere questa posizione ai massimi livelli istituzionali e governativi. La impegna inoltre in tutte le sedi istituzionali e di rappresentanza dei Comuni italiani a tenere conto della mozione quale espressione politica della comunità gelese anche al fine di promuovere l’adesione del Comune di Gela a interventi, determinapzioni, ricorsi e ogni altra forma di contrarietà all’autonomia differenziata che venisse stabilita.

Questo il testo su cui il consiglio sarà chiamato ad esprimersi:

Proposta di deliberazione consiliare:
Mozione di indirizzo in tema di legge 86/2024 su autonomia regionale differenziata
CITTA’ DI GELA
Il Consiglio comunale
Premesso
Che il 28 giugno 2024 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge n. 86 che definisce le norme per l’implementazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario, di introduzione delle previsioni dell’art. 116, comma 3, della Costituzione italiana.
Considerato
Che il 29 dicembre 2022, con legge 197/2022, il Legislatore, nei commi 791 – 801 ha disciplinato la determinazione dei “Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP)” che sono “concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale, ai sensi dell’art. 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione”, determinazione a cui è subordinata l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia di cui all’articolo 116, comma 3, della Costituzione.
Rilevato
Come nel percorso individuato dalla L. 86/2024 il Parlamento è stato di fatto aggirato nella determinazione dei LEP, che dovrebbero garantire su tutto il territorio nazionale i diritti civili e sociali per tutti i cittadini in maniera omogenea, poiché tale determinazione, a seguito di un iter concertativo che vede coinvolti una cabina di regia composta dai ministri competenti per settore, le conferenze delle regioni e delle province autonome, il presidente dell’UPI e il presidente dell’ANCI sulla base di ipotesi tecniche formulate dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard è effettuata dal Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso degli schemi di DPCM in cui sono determinati, anche distintamente, i LEP e i correlati costi e fabbisogni standard. Un procedimento, pertanto, che vede il Parlamento completamente estromesso dal percorso decisionale, poichè l’organo sarà chiamato a una mera “espressione del parere” senza possibilità di modificare o incidere nel contenuto del previsto schema di DPCM.
Che l’iter di individuazione sia dei LEP che dei costi e dei fabbisogni standard che servono a coprire i diritti costituzionali essenziali per i cittadini non coinvolge in nessun passaggio neppure i Comuni e gli enti locali, che si troverebbero a dover gestire le risorse che resterebbero sul territorio di competenza attraverso delle modalità di assegnazione sulle quali non avrebbero potuto incidere, formulando proposte, osservazioni, modifiche derivanti dalle specificità dei loro contesti sociali, economici e infrastrutturali e di coesione.
Che il procedimento della legge 86/2024 estromette l’intervento sostanziale del Parlamento anche per quel che concerne la determinazione “delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie per l’esercizio da parte delle Regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”, che deriva dalla decisione di una commissione paritetica Stato-Regione che, a seguito di una trattativa gestita dall’esecutivo, “individua le modalità di finanziamento delle funzioni attribuite attraverso compartecipazioni al gettito di uno o più tributi erariali maturato nel territorio regionale”.

Considerato
Che il criterio dell’assegnazione di compartecipazione al gettito dei tributi erariali maturati nel territorio regionale comporta un certo squilibrio dell’assegnazione delle risorse alle Regioni, poiché territori con capacità economica più forte, producendo maggiore tributi erariali, otterrebbero maggiori compartecipazioni, penalizzando le Regioni economicamente più deboli, le quali, con economie meno produttive, inevitabilmente sarebbero condannate a ottenere compartecipazioni al gettito, quindi risorse dallo Stato, decisamente minori rispetto a quelle delle aree più produttive del Paese.
Che per il Mezzogiorno d’Italia, minori risorse significherebbero minori possibilità di assicurare ai cittadini i livelli essenziali delle prestazioni e la stessa qualità e lo stesso livello di servizi che le regioni economicamente più forti potrebbero invece consentire.
Che secondo la previsione dell’art. 9 della legge 86/2024, il percorso di autonomia differenziata dovrà partire con l’obbligo di non introdurre “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”, circostanza che condizionerebbe la determinazione degli stessi LEP coi loro costi standard al fine di consentire alle regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Rilevato
Che la legge 86/2024 prevede che il “trasferimento delle funzioni relative a materie o ambiti di materie diversi” da quelli subordinati alla definizione dei LEP, “con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie” possa essere “effettuato (…) nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente” dalla “data di entrata in vigore della legge” e quindi materie come la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali e molte altre che non richiedono determinazione del relativo fabbisogno standard e dei LEP potrebbero diventare di esclusiva competenza delle Regioni richiedenti in tempi assai più rapidi.
Il decentramento delle funzioni che non comportano la precedente individuazione dei LEP può immediatamente avviarsi, contribuendo, pertanto, alla possibilità che le Regioni italiane che lo vorranno potranno organizzare le proprie funzioni in maniera tra loro difforme e potenzialmente conflittuale e non uniforme su tutto il territorio, di fatto facendo venire meno il rispetto dell’art. 5 della Costituzione, ossia l’unità nazionale e dell’art. 3 della Costituzione, ossia il principio di eguaglianza dei cittadini; un percorso, questo, che potrebbe sostanzialmente minare l’unità della Repubblica e la unitarietà del sistema di diritti dei cittadini italiani.
Ricordato
Che il sistema di autonomia differenziata disegnato dalla l. 86/2024 non interessa direttamente le Regioni a Statuto speciale, come la Regione Siciliana, poiché il procedimento di riconoscimento di ulteriori condizioni di autonomia è riconosciuto solo alle Regioni a Statuto ordinario ma che i suoi effetti economici avranno sicuramente delle ripercussioni anche per le altre Regioni a Statuto speciale poiché, diminuendo il gettito fiscale di competenza dello Stato, se — come da previsioni della legge — vigerà l’invarianza dei saldi di bilancio a sistema vigente, conseguentemente diminuiranno le risorse a disposizione della perequazione regionale, assicurata dalla nostra Costituzione, all’art. 119, di fatto, quindi, menomandosi ulteriormente le possibilità di riequilibrio delle Regioni più povere dinanzi all’accrescersi dei servizi assicurati dalle Regioni più ricche economicamente.

Che il meccanismo di perequazione sancito dall’art. 119 della Costituzione attualmente non riesce comunque a coprire il riequilibrio dei fabbisogni delle Regioni meridionali, poiché le risorse coprono circa il 50% della necessità di perequazione, a fronte delle previsioni costituzionali che pure statuiscono la completa copertura.
Ritenuto
Che l’autonomia differenziata così regolata porterebbe pertanto ad accentuare le già gravi diseguaglianze territoriali, tanto da compromettere l’unità della Repubblica, come previsto dall’art. 5 della Costituzione.
Che i LEP debbano essere determinati da organi che hanno responsabilità politica verso i cittadini, quali gli organi di rappresentanza politica, nonché da rappresentanze sostanziali dei Comuni e degli Enti locali, come peraltro è previsto dall’art. 117, comma 2 del Titolo V della Costituzione.
Che i LEP e i fabbisogni standard, ossia i costi necessari per attuare i LEP, che attualmente non sono stati individuati, debbano essere definiti prima dell’avvio della riforma dell’autonomia differenziata poiché soltanto dopo aver determinato questi costi e le risorse necessarie per coprire la domanda di servizi essenziali si potrà avere un quadro complessivo delle necessità risorse atte ad assicurare il riequlibrio dei bisogni delle regioni economicamente più deboli evitando una sostanziale spaccatura del Paese.
Tutto quanto sopra premesso, considerato, rilevato, ricordato, richiamato e ritenuto,
Propone al Consiglio di deliberare:

  • ESPRIMERE posizione di disapprovazione rispetto alla legge 86/2024 di introduzione del sistema di autonomia regionale differenziata per le evidenti ripercussioni negative che la sua attuazione avrà sul sistema dei diritti essenziali del nostro Paese e, segnatamente, delle comunità socio- economiche più deboli, per la forma di assegnazione della compartecipazione al gettito tributario che penalizzerà le Regioni più deboli e rafforzerà ulteriormente quelle più ricche, per l’evidente rischio di minare l’unità nazionale, in termini istituzionali e di riconoscimento dei diritti dei cittadini.
  • ESPRIMERE preoccupazione per l’avvio del procedimento di autonomia differenziata regionale senza che prima siano stati effettuate le necessarie determinazioni dei costi dei fabbisogni standard e conseguentemente dei LEP, che dovrebbero assicurare invece l’eguaglianza dei diritti per tutti i cittadini della Repubblica.
  • IMPEGNARE L’AMMINISTRAZIONE a inoltrare in ogni forma e a ogni livello istituzionale, parlamentare, governativo, regionale, il contenuto della presente mozione quale espressione di volontà della rappresentanza della propria comunità.
  • IMPEGNARE L’AMMINISTRAZIONE in tutte le sedi istituzionali e di rappresentanza dei Comuni italiani a tenere conto della presente mozione quale espressione politica della comunità gelese anche al fine di promuovere l’adesione del Comune di Gela a interventi, determinapzioni, ricorsi e ogni altra forma di contrarietà all’autonomia differenziata che venisse stabilita.
  • TRASMETTE IL PRESENTE ATTO:
    Al Presidente della Repubblica;
    Ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati;
    Al Presidente del Consiglio dei Ministri e, per opportuna conoscenza, ad Anci nazionale e Anci sicilia.

I Consiglieri Comunali
Francesco Castellana, primo firmatario
Lucia Lupo, cofirmatario
Vincenzo Tomasi, cofirmatario

Gela, 15.07.2024

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La babysitter “detective” gelese Maria Concetta a Temptation Island

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C’è anche la gelese Maria Concetta a Temptation Island, il format televisivo in onda su Canale 5. Trentasettenne anni, babysitter, Maria Concetta è fidanzata con Angelo, 33 anni, cartongessista di Scicli.E’ stata proprio lei a scrivere al programma perché non si fida di lui. Il passato da seduttore del suo ragazzo, la tormenta.” Angelo è stato un femminaro” – ha detto Maria Concetta -.

Per cercare di scoprire gli eventuali tradimenti da parte di Angelo, Maria Concetta si procura dello scotch ed inizia a passarlo in tutto il letto per vedere se restano attaccati residui di capelli femminili e, come una buona “detective” , annusa le lenzuola per sentire se ci sono profumi di donna.

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Mostra itinerante su Paolo Orsi non fa tappa a Gela

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Dal circolo gelese del Pli, riceviamo e

La notizia della inaugurazione della mostra itinerante in memoria di Paolo Orsi,induce sconcerto nell’ambiente culturale gelese, dimostrando ancora una volta, ove ce ne fosse bisogno, che non sono solo le somme per gli eventi( 300 mila euro) deliberati da una scellerata scelta del governo regionale  a guida centrodestra,  a determinare la cultura nella nostra citta.

E’ di ieri la notizia che si rendera’ onore ad un illustre “figlio” di Gela, a cui e’ anche dedicata una via nella nostra Citta’, al palazzo Moncada di Caltanissetta una mostra itinerante nel novantesimo anniversario della morte dell’eminente archeologo che, grazie al suo indefesso lavoro organizzativo e di studio, portò alla luce millenarie scoperte archeologiche.

Siamo stati indotti dal coordinatore della nostra sezione dott. Incardona, a prendere visione di una pubblicazione di quasi 900 pagine nella disponibilità della biblioteca personale del Preside Argento, dal titolo ” Gela – Scavi dal 1900-1905″ ad opera proprio di Paolo Orsi, per valutare l’immenso studio dell’Illustre Archeologo riguardante la nostra Citta’.

Venire a sapere che la mostra itinerante ” Paolo Orsi da Akragas a Zancle” toccherà cittadine come Misterbianco,Giarre e Riposto, Lentini e Carlentini, Mazzarino Randazzo etc….. ma anche grossi centri come Messina,Ragusa, Catania, Enna  e Siracusa ad esclusione di Gela, pone una serie di interrogativi e sulla politica di un’ mministrazione sicuramente mediocre  e di una  scelta di qualche mese fa, di un direttore artistico che probabilmente si occupera’ di pane e balletti vari.Ci affidiamo alla benevolenza dell’assessore alla cultura della nostra città e in aggiunta anche all’assessore agli eventi, per protestare con veemenza per  la scelta dell’associazione ” SiciliAntica”.

La considerazione che si ha della nostra città deriva dal tutto chiuso che riguarda i siti archeologici, dalla proibizione ai rappresentanti dei quartieri, di potere prendere visione e contezza dello stato dei lavori dei due musei da parte di una soprintendenza sicuramente non amica della nostra città, dalla data indeterminata dell’apertura degli stessi.

Abbiano i nostri amministratori un moto di orgoglio e richiedano con urgenza un incontro all’assessore regionale alla cultura per evitare che vengano ancora presi in giro su un argomento vitale per la nostra economia.Altro Roylates e Fua

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Il direttore marittimo della Sicilia Occidentale in visita alla Capitaneria di Gela

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Visita alla Capitaneria di Gela, del direttore Marittimo della Sicilia Occidentale, Capitano di Vascello Michele Maltese, accolto dal Comandante del porto e Capo del Compartimento Marittimo, Capitano di Fregata Ferruccio Alessandro Grassia.

La visita ha rappresentato un momento di riflessione ed apprezzamento in relazione al costante impegno del personale della Capitaneria di Porto di Gela, a tutela della sicurezza della vita umana in mare, dell’ambiente marino dagli inquinamenti e per il disbrigo di tutte le attività, più squisitamente amministrative, a beneficio degli utenti del mare.

La costante presenza sul territorio, in relazione alle materie di competenza della Guardia Costiera, rappresenta sicuramente il momento di maggiore estrinsecazione dei valori fondanti del Corpo, a tutela della legalità e dell’utenza del mare. La visita, nel periodo di maggiore sforzo operativo per il personale militare della Guardia Costiera in concomitanza con l’effettuazione dell’operazione “Mare e laghi sicuri 2025”, ha costituito un momento particolarmente importante per la Capitaneria di Porto di Gela e, dunque, per tutto il personale militare e civile in servizio nell’ambito del Compartimento Marittimo Nisseno, che trae forza e sostegno dalla presenza e dall’interessamento del Direttore Marittimo della Sicilia Occidentale per continuare, con rinnovato entusiasmo ed impegno, la propria quotidiana attività istituzionale al servizio di tutti gli “utenti del mare” e, soprattutto, a tutela della sicurezza della vita umana.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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