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Cronaca

Il sindaco ‘paladino’ della lotta alla maxi-discarica

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Gela – Oggi il sindaco si sente meno sono nella lotta contro la maxi-discarica, sente di potere avere accanto il segretario del PD, Di Cristina dopo le dichiarazioni rese al quotidiano ‘La Sicilia’ :

“Sono felice di apprendere che il segretario provinciale del PD, Peppe Di Cristina, mi stia dando ragione, affermando che se combatterò l’azione della Regione e quella del Sindaco Balbo e dell’ing. Picone li troverò al mio fianco. In realtà, è proprio quello che sto facendo da mesi, a differenza dei sindaci DEM, ma tutto questo sostegno non l’ho visto”.
Il Sindaco Lucio Greco torna sull’emergenza rifiuti, alla luce della presa di posizione di Di Cristina che parla di un Primo Cittadino “isolato nella SRR”. “Sono fiero di esserlo, – aggiunge – se ciò vuol dire che sono l’unico a fare gli interessi di un intero territorio. Nel corso dell’ultima assemblea della SRR nessun altro a parte me ha proposto di chiudere i cancelli di Timpazzo ai quantitativi extra, in attesa di essere convocati dalla Regione. Invece di provare a dettare la linea politica a me, perchè Di Cristina non chiede conto e ragione di questo ai suoi sindaci quando li convocherà? Chiariscano al loro interno come vogliono gestire questa emergenza, io ho le idee chiare e sono stato sempre coerente con esse”.
Greco apprezza la proposta di chiedere un incontro anche al Ministero per l’Ambiente per provare a dirimere la questione, ma aggiunge: “Questo si vedrà dopo la convocazione del tavolo a Palermo, cosa che sarebbe già avvenuta se mi avessero ascoltato e avessimo chiuso i cancelli della discarica. Ora, invece, la Regione non ha alcun interesse ad accelerare”.
Greco precisa poi una serie di aspetti sugli altri temi toccati da Di Cristina: CIS e HUB del Mediterraneo. “Quella del CIS è una proposta mia e della mia amministrazione. Sono contento che la sostengano, peccato però che sull’argomento siano stati completamente assenti e abbiano dato un contributo solo quando coinvolti dal sottoscritto. In ogni caso, ho il piacere di far sapere a Di Cristina che proprio ieri abbiamo scritto sia al Premier Mario Draghi che ai Ministri per lo Sviluppo Economico, per la Transizione Ecologica e per il Sud, per chiedere subito il riconoscimento e l’attivazione del CIS. Quanto all’HUB, Di Cristina rimarca come sia stato avviato da esponenti nazionali di PD e Cinquestelle, ma qui, a livello locale, nessuno ci ha aiutati. Siamo stati noi a fare i viaggi della speranza a Palermo per fare rientrare Gela nell’autorità portuale della Sicilia Occidentale, e ad ottenere l’ambito riconoscimento di polo energetico nazionale”. Sempre nella giornata di ieri, il Sindaco Lucio Greco ha scritto al Ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, per chiedere la proroga dell’area di crisi complessa, nonché un forte impegno per il rinnovo degli impegni finanziari a copertura dei progetti di

cofinanziamento alle PMI, quale strumento imprescindibile per l’avvio di una concreta strategia di sviluppo del territorio.
Infine, un passaggio relativo alla situazione politica della maggioranza: “Qui nessuno è ostaggio di nessuno. E’ tutto in divenire, – conclude Greco – ed è mia intenzione fare chiarezza definitivamente. Mi auguro che si possano ricreare le migliori condizioni per andare avanti e rilanciare l’azione amministrativa, alla luce anche dell’ambiziosa programmazione che si sta mettendo in campo e che tutte le forze politiche di Roma e Palermo hanno il compito di spingere, per farci arrivare al risultato il prima possibile, per il bene di tutta la città”.

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Tre arresti a Caltanissetta per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia

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La Polizia ha eseguito tre provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi dell’Autorità giudiziaria nei confronti di persone indagate e condannate a vario titolo per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia. Due provvedimenti riguardano la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con applicazione del “braccialetto elettronico”, che gli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta anno notificato a un 50enne e a un 35enne indagati per atti persecutori nei confronti delle ex compagne. Un provvedimento di applicazione di misura alternativa alla detenzione riguarda, invece, un 37enne condannato per il reato di maltrattamenti in famiglia commesso nei confronti della moglie, il quale dovrà scontare la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Retata nell’Agrigentino e nel Nisseno, 13 arresti

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Blitz antimafia dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, nella città dei templi, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e San Cataldo, con il supporto del Nucleo Eliportato Cacciatori di Sicilia e dei Nuclei Cinofili di Palermo e Nicolosi. Tredici le persone fermate: l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver agito utilizzando il metodo mafioso per agevolare l’associazione mafiosa “cosa nostra”. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia.

Sono state eseguite varie perquisizioni personali e domiciliari delegate dalla Procura distrettuale nei confronti di ulteriori soggetti indagati nello stesso procedimento penale.Il provvedimento trae origine dalle attività d’indagini svolte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Agrigento e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, dal mese di dicembre 2024 a tutt’oggi, che costituiscono la naturale prosecuzione di quelle dello scorso 14 gennaio 2025 con l’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 48 persone.Dall’inchiesta è emersa un’ampissima disponibilità di armi – anche da guerra – in capo ai sodali. In particolare, negli atti intimidatori perpetrati rispettivamente nel mese di dicembre 2024 ai danni di una rivendita di frutta e verdura di Agrigento e nello scorso mese di giugno ai danni di un panificio di Porto Empedocle, sono stati esplosi a raffica svariati colpi utilizzando un fucile mitragliatore AK-47, meglio noto come kalashnikov.

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Coltivava cannabis in casa, niscemese in manette

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Un niscemese di 50 anni, è stato arrestato dai Carabinieri per produzione, coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.Nel corso di una perquisizione domiciliare d’iniziativa, i militari hanno scoperto all’ultimo piano dell’abitazione dell’indagato una serra artigianale completa di impianto di aerazione, allestita per la coltivazione di piante di cannabis indica. All’interno del locale sono state rinvenute cinque piante di marijuana, ognuna di altezza superiore al metro.

Durante le operazioni, i Carabinieri hanno inoltre trovato e sequestrato due contenitori in vetro contenenti complessivamente 34 grammi di marijuana, un grammo di hashish e vari attrezzi utilizzati per la pesatura.L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari.L’operazione si inserisce nell’ambito della costante azione condotta dall’Arma per prevenire e reprimere la diffusione delle droghe sul territorio.

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