Il 2021, ancor più del 2020, è stato l’anno della dittatura delle fake news. Una dittatura contro cui è necessario resistere, resistere, resistere. La pandemia, la paura serpentesca e dilagante, gli errori di comunicazione – alcuni devastanti – da parte delle istituzioni, il cospirazionismo e il negazionismo (giusto per citare alcune delle principali e più impattanti cause) hanno alimentato il già ampio e pericolosissimo serbatoio dei contenuti fake, che hanno finito per invadere anche le menti di chi ha sempre provato a difendersi, insinuando dubbi, alimentando incertezze, condizionando scelte a volte molto importanti. I report di Idmo, l’Italian Digital Media Observatory, sono pubblici, consultabili ma soprattutto chiari: la maggior parte della disinformazione rilevata in Italia nel 2021 ha per oggetto la pandemia, seguita da politica interna e cambiamento climatico.
Nell’overdose di informazioni da cui siamo bombardati tutti i giorni, dobbiamo capire come difenderci e orientarci. Globalizzazione e iperconessione sono realtà effettive e delicate, la cui potenza e influenza sulle nostre vite non possiamo ignorare. Non a caso già da tempo si parla di “infodemia”. Contro il costante bombardamento di news di ogni tipo, in tutti i social, in ogni chat, continuamente, incessantemente, contro i tempi dell’online che ci impongono di essere ovunque e comunque al battito di un solo click, scegliamo per la nostra serenità, salute e sicurezza di agire controcorrente: prendendoci del tempo. Approfondiamo le notizie che meritano attenzione, non fermiamoci ad una informazione mordi-e-fuggi che ci dà soltanto l’illusione di comprendere la reale portata di un fatto fermandoci al titolo.
Prima di ritenerci esperti in qualcosa, facciamo le nostre verifiche, diamo senso alle nostre ricerche, concentriamoci su ciò che è davvero importante senza per forza sottostare alle logiche di un mondo che ci vorrebbe informati su tutto ma preparati su niente. Qualche giorno fa, sul proprio account Instagram, la scuola permanente di filosofia Tlon ha pubblicato un bellissimo post dal titolo “Elogio del non so”: una rievocazione di socratica memoria sulla bellezza del non sapere, che ci porta ad ammettere la necessità dell’importanza dello studio nella nostra vita. Un piccolo grande bagno d’umiltà personale che tutti, specie oggi, dovremmo saper fare. Sia online che offline. Non diamo nulla per scontato, non riteniamoci dotti e colti soltanto leggendo titoli o condividendo notizie di dubbia provenienza. Prendiamoci sempre del tempo, il tempo necessario per provare a capire ciò che accade.