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Cronaca

Tredici furti, 7 arresti della Polizia a Caltanissetta

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Tra gli oggetti rubati numerosi computer, fondamentali per la didattica a distanza degli alunni, oggetti sacri, destinati al culto, monete dei distributori di bevande e monili in oro asportati dalle abitazioni. La Squadra Mobile ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Caltanissetta su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica, nei confronti di sette indagati. A quattro di essi è stata applicata la misura della custodia in carcere, a uno gli arresti domiciliari e gli altri due l’obbligo di presentarsi quotidianamente presso la Questura di Caltanissetta. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi in quanto i quattro destinatari della misura cautelare della custodia in carcere e il destinatario degli arresti domiciliari sono stati ritenuti dal G.I.P. gravemente indiziati per 13 furti in abitazione, all’interno di luoghi di culto e di scuole. I destinatari dell’obbligo di presentazione sono stati ritenuti gravemente indiziati della ricettazione di una parte degli oggetti rubati.

Le indagini hanno avuto inizio quando a Caltanissetta si sono registrati diversi furti ai danni di Istituti scolastici, chiusi a causa del  lockdown a seguito dell’emergenza pandemica, nonché di alcune chiese. Tra gli oggetti rubati numerosi computer, fondamentali per la didattica a distanza degli alunni, oggetti sacri, destinati al culto, monete dei distributori di bevande e monili in oro asportati dalle abitazioni colpite. Sulla base di alcuni elementi raccolti dalla Squadra Mobile, sono state autorizzate dall’Autorità giudiziaria attività tecniche che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. Per le indagini sono risultate molto utili anche le immagini carpite dagli investigatori da diversi impianti di videosorveglianza.

Tra gli arrestati una donna indiziata di aver fatto da “palo” durante alcuni dei furti e un’altra indiziata di aver occultato parte degli oggetti rubati. Durante l’attività d’indagine sono state numerose le operazioni della Polizia di Stato volte a neutralizzare i propositi criminosi degli indagati e, in alcune occasioni, si è proceduto al loro arresto in flagranza di reato in relazione a reati diversi da quelli ora in contestazione. Nel corso dell’attività di indagine, uno dei furti più rilevanti è stato quello commesso alla chiesa di “Sant’Agata”. In occasione del furto, i presunti autori avrebbero danneggiato oggetti sacri e alcuni scrigni contenenti oggetti di valore. Nei prossimi giorni tutti gli indagati saranno sottoposti ad interrogatorio di garanzia da parte del Giudice per le Indagini Preliminari.

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Cronaca

Tre arresti a Caltanissetta per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia

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La Polizia ha eseguito tre provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi dell’Autorità giudiziaria nei confronti di persone indagate e condannate a vario titolo per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia. Due provvedimenti riguardano la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con applicazione del “braccialetto elettronico”, che gli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta anno notificato a un 50enne e a un 35enne indagati per atti persecutori nei confronti delle ex compagne. Un provvedimento di applicazione di misura alternativa alla detenzione riguarda, invece, un 37enne condannato per il reato di maltrattamenti in famiglia commesso nei confronti della moglie, il quale dovrà scontare la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Retata nell’Agrigentino e nel Nisseno, 13 arresti

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Blitz antimafia dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, nella città dei templi, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e San Cataldo, con il supporto del Nucleo Eliportato Cacciatori di Sicilia e dei Nuclei Cinofili di Palermo e Nicolosi. Tredici le persone fermate: l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver agito utilizzando il metodo mafioso per agevolare l’associazione mafiosa “cosa nostra”. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia.

Sono state eseguite varie perquisizioni personali e domiciliari delegate dalla Procura distrettuale nei confronti di ulteriori soggetti indagati nello stesso procedimento penale.Il provvedimento trae origine dalle attività d’indagini svolte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Agrigento e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, dal mese di dicembre 2024 a tutt’oggi, che costituiscono la naturale prosecuzione di quelle dello scorso 14 gennaio 2025 con l’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 48 persone.Dall’inchiesta è emersa un’ampissima disponibilità di armi – anche da guerra – in capo ai sodali. In particolare, negli atti intimidatori perpetrati rispettivamente nel mese di dicembre 2024 ai danni di una rivendita di frutta e verdura di Agrigento e nello scorso mese di giugno ai danni di un panificio di Porto Empedocle, sono stati esplosi a raffica svariati colpi utilizzando un fucile mitragliatore AK-47, meglio noto come kalashnikov.

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Cronaca

Coltivava cannabis in casa, niscemese in manette

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Un niscemese di 50 anni, è stato arrestato dai Carabinieri per produzione, coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.Nel corso di una perquisizione domiciliare d’iniziativa, i militari hanno scoperto all’ultimo piano dell’abitazione dell’indagato una serra artigianale completa di impianto di aerazione, allestita per la coltivazione di piante di cannabis indica. All’interno del locale sono state rinvenute cinque piante di marijuana, ognuna di altezza superiore al metro.

Durante le operazioni, i Carabinieri hanno inoltre trovato e sequestrato due contenitori in vetro contenenti complessivamente 34 grammi di marijuana, un grammo di hashish e vari attrezzi utilizzati per la pesatura.L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari.L’operazione si inserisce nell’ambito della costante azione condotta dall’Arma per prevenire e reprimere la diffusione delle droghe sul territorio.

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