Continua il balletto costante sulla scuola. Mentre l’amministrazione comunale fa sapere che (almeno) fino al 20 gennaio gli istituti di ogni ordine e grado resteranno chiusi e si continuerà in Dad, a livello nazionale tiene banco la questione del vaccino agli insegnanti, con tutte le incertezze del caso. C’è chi sostiene, come la ministra Lucia Azzolina, che bisogna considerarli una categoria a rischio e quindi prioritaria nella somministrazione del siero anti-Covid e chi invece, come il commissario per l’emergenza pandemica Domenico Arcuri, ritiene che il vaccino ai docenti potrà essere somministrato in questa prima fase della campagna solo in caso di un aumento della disponibilità di dosi. Un traguardo utopistico, perché proprio ieri è stato annunciato un taglio del 29% nella fornitura del vaccino Pfizer-BioNTech relativa alla prossima settimana. Fino a che punto, dunque, la scuola in Italia è una priorità? Se lo chiedono in tanti e il dibattito è costante sui social, dove anche gli addetti ai lavori della città intervengono facendo emergere le loro perplessità.


L’insegnante di sostegno Denise Romano sottolinea come «nessuno ha pensato di dare la possibilità almeno agli insegnanti più anziani di fare il vaccino ora. Istruzione all’italiana. Non è vero che la scuola è una priorità. Perché se lo fosse qualcuno ci penserebbe davvero». «Una settimana in Dad, poi due in presenza, poi di nuovo un’altra in Dad e due in presenza, ma state in allerta perché potrebbe suonare la sirena che annuncia che tra poche ore saremo di nuovo a casa», è l’ironico commento di un’altra insegnante, Tiziana Vella. Che aggiunge: «Se cercate un modo per stare in equilibrio, affrettatevi gente, perché ce la stanno mettendo tutta per farci impazzire». Anche sulla scuola si continua a navigare a vista, tra dubbi e incertezze, mentre l’attività didattica prosegue online grazie al sacrificio e alla responsabilità di docenti e studenti. Gli alunni con Bes o altre forme di disabilità gravi frequentano in presenza, seguiti dai loro insegnanti di sostegno con un’esposizione vicendevole al rischio che per il governo, a quanto pare, è poca cosa.
(Nella foto d’archivio, l’istituto “Morselli” di Piano Notaro: le scuole superiori sono in Dad dallo scorso ottobre, ad eccezione delle sole attività laboratoriali)