È iniziata anche a Gela ed in provincia la protesta degli agricoltori che si aggiungono ai colleghi europei. L’ amministrazione comunale di Gela sosterranno la loro vertenza.
«Gli agricoltori vivono momenti difficili. Si sentono abbandonati, traditi, dalle istituzioni, soprattutto quelle europee, che compiono scelte fortemente impattanti.
A questo si aggiunge l’aumento esponenziale dei prezzi di produzione, del gasolio, dei fitosanitari, come anche le speculazioni che gravano sulla filiera e si ripercuotono esclusivamente sul produttore e sui consumatori finali.
Tutto questo rischia di mandare in crash l’intero sistema».
Lo dice il sindaco, Lucio Greco, annunciando che domani, 26 gennaio, raggiungerà gli agricoltori che manifestano a Ponte Olivo e porterà loro la solidarietà dell’amministrazione comunale e dei cittadini di Gela. Con lui parteciperà anche l’assessore comunale alle Politiche agricole, Salvatore Incardona.
«Questa categoria – dice Greco – rappresenta il settore primario dell’economia siciliana, la spina dorsale di realtà quali Gela e il suo comprensorio. La Sicilia, storicamente, è sinonimo di turismo, bellezze paesaggistiche e produzioni agricole d’eccellenza, apprezzate nel mondo. Se perdiamo questa grande risorsa, se non ascoltiamo l’appello che ci arriva dai produttori, dai braccianti, rischiamo di mandare in crisi un intero sistema».
Ieri pomeriggio l’assessore Incardona ha preso parte al tavolo tecnico sulle dighe, convocato dal prefetto. Proprio la gestione dell’acqua rappresenta uno dei punti della rivendicazione dei produttori, che oramai, in provincia, si estende dal nord a sud, da da Gela a Marianopoli.
«Mi associo – dice Incardona – alle parole di piena solidarietà espresse dal sindaco. Sono e sarò al fianco dei lavoratori, dei sindaci dei comuni in cui è in atto la mobilitazione, e assieme a loro vivo questo momento di forte disagio. In prefettura abbiamo istituito un tavolo permanente sull’Agricoltura, del quale sono grato al prefetto.
A quel tavolo siedono, con pari dignità, i rappresentanti dei coltivatori. È giusto, è il minimo che possiamo fare. Bisogna sostenerli, fare sistema, affinché, insieme, possiamo ottenere risposte certe dal Governo e dalle istituzioni europee.