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L’assessore Volo ai laboratori: incontri per ogni disciplina

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L’ assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, intervenendo sulle recenti azioni di protesta del settore privato convenzionato ha dichiarato: “L’ attività dell’assessorato che dirigo è volta, col massimo interesse e con spirito di collaborazione, alla risoluzione dei problemi che riguardano i laboratori di analisi e i centri ambulatoriali convenzionati. Abbiamo predisposto un calendario di incontri per affrontare in maniera puntuale le esigenze di ogni disciplina e abbiamo individuato i soggetti che faranno parte dei singoli tavoli tecnici, affinché questi siano snelli e operativi. Abbiamo già incontrato i rappresentanti dei laboratori di analisi e dei centri di fisiokinesiterapia, procederemo a stretto giro con tutte le altre discipline”.

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Attualità

Acqua ogni giorno in sei Comuni del Nisseno

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A seguito dell’ultima seduta della Cabina di Regia, è stato autorizzato un maggiore apporto idrico proveniente dall’invaso Ancipa e dal sistema Madonie Est.

Questa decisione ha consentito una rimodulazione della distribuzione idrica in diversi comuni della provincia di Caltanissetta, garantendo l’erogazione dell’acqua tutti i giorni.

I Comuni interessati dal miglioramento del servizio sono: Acquaviva, Marianopoli, Santa Caterina, Serradifalco, Vallelunga e Villalba.

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Attualità

L’attenzione ai bimbi del reparto di pediatria: donazione dell’Interact club

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L’Interact di Gela ha donato un lettino e due saturimetri al reparto di pediatria dell’ospedale Vittorio Emanuele diretto dal dott. Rosario Caci. Materiale che il club gelese ha acquistato grazie ai proventi di un’iniziativa solidale promossa durante le scorse festività natalizie: la vendita dei panettoni.

Il progetto è stato condotto in collaborazione con il Rotary e gli istituti “Eschilo” e “Vittorini”, che hanno partecipato con entusiasmo come evidenziato dal presidente dell’Interact Elias d’Aleo. La referente del progetto per conto del club è invece Beatrice Mangiavillano.

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Flash news

Daniele Maganuco racconta: “Il Canto della Pivila”

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Nei vicoli stretti e tortuosi di un antico quartiere siciliano, le case dai tetti in coppo si stringevano l’una all’altra come a cercare protezione. Le pale di fichi d’India crescevano indisturbate sui tetti, creando delle sagome verde brillanti che sembravano sfidare il tempo. Era una notte come tante, silenziosa…

In quella notte, un vecchietto, ormai stanco, lottava per trovare la pace. La sua famiglia lo vegliava con devozione, ma le ore si facevano sempre più lunghe, e il respiro affannoso del moribondo riempiva la casa di un silenzio denso. All’improvviso, un canto agghiacciante squarciò l’aria. Era la Pivila, come viene chiamato il barbagianni in lingua siciliana. Il suo verso era spaventoso, simile a un urlo di terrore che si propagava tra le case, un richiamo cupo e minaccioso che solo chi conosceva la tradizione poteva comprendere.

Il barbagianni si posò sul tetto della casa del moribondo. Nessuno lo vide, ma chi conosceva le leggende capì subito. La Pivila era giunta per aiutare l’anima del vecchietto a trovare pace, a permettergli di esalare l’ultimo respiro e passare oltre. Si diceva che questo uccello, considerato portatore di sventura, fosse in realtà un custode tra i due mondi, capace di aiutare chi non riusciva a liberarsi dalla vita terrena.

Il grido inquietante continuò per alcuni minuti, penetrando i cuori dei vicini come un avvertimento. Poi, improvvisamente, tutto si fermò. Il canto cessò e il vecchio spirò, come se quel suono spettrale avesse finalmente liberato la sua anima. La Pivila, silenziosa e invisibile, volò via.

Nel quartiere, però, la Pivila non portava via un’anima sola. Nei giorni successivi, altre tre morti si verificarono nel quartiere. Un’anziana a est, un uomo a ovest, e un altro a sud. E così, come già successo altre volte, le morti formarono una croce immaginaria sulla mappa del quartiere, con il vecchietto al punto nord.

Non era una croce visibile, ma chi conosceva la storia sapeva che quel segno era come un ciclo naturale di vita e morte. Quando la Pivila appariva, le anime pronte a partire la seguivano, tracciando un disegno invisibile sul quartiere. Gli abitanti, però, non osavano parlare apertamente di quella strana coincidenza. La morte era un mistero che preferivano lasciare avvolto nel silenzio.

E così, anche quella notte, il canto del barbagianni si spense nel nulla, lasciando dietro di sé un quartiere segnato dal passaggio tra la vita e la morte, una verità che si tramandava di bocca in bocca, di generazione in generazione.

Disclaimer: Il barbagianni è un uccello bellissimo e maestoso, simbolo di saggezza e protezione in molte culture antiche. La superstizione che lo lega alla sventura nasce da credenze popolari diffuse dai primi cristiani. In epoca pagana, infatti, il barbagianni e la civetta erano simboli sacri, legati alla dea Atena, dea della saggezza e della guerra giusta. Solo in seguito, con l’avvento della religione cristiana, furono trasformati in simboli negativi e demoniaci.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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