Nuovo passo in avanti verso i lavori di realizzazione del nuovo oratorio della chiesa di S. Maria di Betlemme e del rifacimento della piazzetta antistante, intitolata a Madre Teresa di Calcutta.
Ci troviamo alla periferia della città, in una zona in cui la chiesa, l’oratorio e la piazzetta rappresentano dei punti di ritrovo imprescindibili, soprattutto per i più giovani, e all’interno dei quali vengono svolte importantissime attività educative, formative e sociali. Per questo, l’amministrazione comunale non ha mai abbassato la guardia, e ha continuato ad interfacciarsi con Eni per ottenere l’accreditamento delle somme dovute al Comune.
Questi due progetti, del valore complessivo di circa 1 milione di euro, sono, infatti, tra quelli finanziati con le compensazioni Eni del 2014, che ammontano a 32 milioni di euro. Di recente, ci sono stati una serie di incontri e interlocuzioni tra l’amministrazione, Eni e il consigliere Luigi Di Dio, che ha seguito da vicino tutto l’iter, e il mese scorso il sindaco Lucio Greco ha scritto ad Eni per chiedere un’anticipazione di 116mila euro, al fine di procedere con la redazione del progetto definitivo ed esecutivo.
Eni ha ora risposto favorevolmente, per cui nei prossimi giorni sarà possibile imprimere un’accelerazione al procedimento che permetterà di avviare i lavori. “Sono due opere particolarmente attese dai residenti della zona, – ha commentato il sindaco Lucio Greco – e siamo perfettamente consapevoli della valenza sociale di entrambi. Per questo, la mia amministrazione ha riservato la massima attenzione a questo progetto e non vediamo l’ora di vederlo realizzato e di donarlo alla cittadinanza. Il mio obiettivo è lavorare per tutta Gela, senza distinzione alcuna tra centro e periferie, e di raccogliere, nell’ultima parte della mia legislatura, anche questi frutti, insieme a tutti gli altri che stanno maturando, finalmente, dopo tanto lavoro, proprio in queste settimane”.
Il Partito Democratico di Gela respinge con fermezza la proposta della nuova rete ospedaliera presentata ai primi di luglio dallo Assessorato Regionale alla Sanità, in cui per lo Ospedale di Gela vengono tagliati ben 18 posti letto.
Ciò sarebbe inaccettabile e mortificante per una città di 75.000 abitanti che già peraltro versa in una difficile situazione sanitaria. Altresì permane in uno stato di totale incertezza la questione della Utin unità terapia intensiva neonatale a Gela, in cui la Asp di Caltanissetta invece di attivarsi per la sua apertura in città, dove nel 2024 vi sono state circa 550 nascite, i cui punti Utin più vicini distanti 80 km da Enna e più di 100 km da Catania, mesi addietro ha chiesto alla Regione Sicilia la istituzione di altra unità Utin nella città di Caltanissetta tramite convenzione con la Asp di Enna dove nello stesso anno vi sono state poco più di 400 nascite, distante solo 30 km dalla Utin in funzione alla vicina Enna.
A riguardo, come si giustificherebbe ai cittadini gelesi che la Utin locale non è stata aperta per mancanza di personale medico e con la apertura di altra Utin a Caltanissetta si andrebbe a reclutare il doppio del personale con costi duplicati? Quanto sopra sarebbe un atto di ingiustizia che la città di Gela, le Istituzioni, le forze politiche vicine alla città, non accetttano e per cui lotteranno strenuamente.
Il Partito Democratico di Gela che sostiene generosamente l’ Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Terenziano Di Stefano e’ impegnato in raccordo con la Giunta Comunale per il rafforzamento e consolidamento della Sanità ospedaliera e territoriale. In merito, occorre mettere al più presto e con certezza in condizioni il locale Ospedale Vittorio Emanuele di operare al pieno della due funzioni, ovvero di rendere operativi i posti letto assegnati, per cui vanno riaperti le Unità di Neurologia, implementato il personale medico in generale ed in particolare in Urologia, Ortopedia, Pronto Soccorso. Va anche richiesta la apertura dell’Emodinamica dove ogni anno duecento pazienti vengono trasferiti da Gela a Caltanissetta per interventi coronarici, con pericolo di vita per i pazienti e con seri problemi logistici. Dovrà essere altresi bilanciata l’attività specialistico ambulatoriale tra Gela e Caltanissetta, allo stato in forte squilibrio ai danni di Gela. Va peraltro sostenuto il consolidamento della Senologia in città. Per detta grave situazione della Sanità in città e nel comprensorio il PD opererà in raccordo con i propri riferimenti politici regionali e nazionali, e con il Sindaco e la Amministrazione Comunale per mettere in campo azioni tempestive ed utili a riguardo.
Il sindaco Terenziano Di Stefano e l’assessore Filippo Franzone esprimono assoluta contrarietà verso la nuova proposta di rimodulazione della rete ospedaliera nella provincia di Caltanissetta redatta dall’assessorato regionale alla Salute.
Ancora una volta, la città di Gela viene pesantemente penalizzata – evidenziano- con un taglio di 18 posti letto presso l’Ospedale “Vittorio Emanuele”. Mentre altri presidi della provincia registrano modifiche minime, Gela paga – come sempre – il prezzo più alto. È una scelta inaccettabile, offensiva e discriminatoria, frutto di una logica che continua a mortificare il nostro territorio e i suoi cittadini”.
Di Stefano e Franzone aggiungono: “Ricordiamo a tutti – a partire da chi oggi prende decisioni dietro le scrivanie – che Gela è una città di oltre 75.000 abitanti e tra le più grandi della Sicilia.Un territorio che ospita importanti realtà produttive, agricole e industriali, tra cui una bioraffineria di rilievo nazionale e numerose imprese che ogni giorno generano lavoro e ricchezza per l’intera Regione. È inconcepibile che un’area così strategica venga privata, ancora una volta, di servizi essenziali per la salute pubblica”
“Avevamo ricevuto rassicurazioni da parte della Direzione Strategica che la dotazione dell’ospedale di Gela non sarebbe stata toccata. Oggi ci ritroviamo davanti all’ennesima beffa: una manovra che sa di accanimento, non di riorganizzazione.E come se non bastasse, si torna a parlare di una nuova UTIN (Unità di Terapia Intensiva Neonatale) da istituire a Caltanissetta, quando a Gela esiste già da decenni un reparto UTIN mai attivato.Una struttura completa, moderna, pronta, ma inspiegabilmente ignorata.Di fronte a tutto questo, la nostra risposta è netta, chiara e definitiva: NO.Come Sindaco di Gela, insieme all’Assessore alla Sanità Filippo Franzone, rigettiamo con forza questo piano scellerato e dichiariamo lo stato di mobilitazione della città. Non permetteremo a nessuno di continuare a smantellare pezzo dopo pezzo la sanità pubblica gelese.Siamo pronti ad ogni azione istituzionale e popolare per difendere il nostro ospedale, i nostri cittadini, i nostri malati. Gela non può e non deve più essere considerata un territorio di serie B.Gela chiede rispetto. Gela chiede equità. Gela dice basta.
A fronte dei continui e ripetuti guasti alla rete idrica gestita da Siciliacque, che stanno causando gravi disagi alla popolazione per la prolungata interruzione dell’erogazione dell’acqua – bene essenziale e di primaria necessità – il sindaco di Caltanissetta e presidente del Libero Consorzio Comunale, avvocato Walter Tesauro, ha indirizzato una nota all’Assessore regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità, Francesco Colianni, chiedendo la convocazione urgente di un tavolo tecnico con i vertici di Siciliacque.
«È necessario – si legge nella missiva – avviare un confronto immediato per individuare soluzioni efficaci e definitive che mettano fine a disservizi non più tollerabili per la cittadinanza».
Nel ribadire la centralità del diritto all’acqua e la necessità di garantire un servizio stabile e continuo, il sindaco Tesauro ha sottolineato come la richiesta non riguardi solo la città di Caltanissetta, ma coinvolga l’intero territorio provinciale. Per tale ragione, l’appello è stato formulato anche in qualità di presidente del Libero Consorzio, evidenziando l’urgenza di una risposta istituzionale che tenga conto delle esigenze di tutti i Comuni interessati.
«Confidiamo – conclude Tesauro – in un sollecito riscontro da parte dell’Assessorato regionale, nell’interesse della collettività e della tutela di un bene primario come l’acqua».