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Politica

Maratona per il bilancio ma ancora nulla di fatto

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Sul piatto praticamente vuoto l’idea di un bilancio che non c’è. Una maratona di quasi tre ore e alla fine nulla di fatto. Alle 18 è iniziata la lunga riunione propedeutica con il consulente nominato appositamente per risolvere il groviglio- bilancio, Calogero Centonze, che ha spiegato in termini specialistici come potere superare l’impasse. Difficile da capire quando il bilancio non è mai stato consegnato nelle mai dei consiglieri, quando si stringono i tempi per il commissariamento e quando la Corte dei conti ha sentenziato sul rendiconto precedente. E allora comincia lo scaricabarile per la ‘ salvezza’. I dirigenti scrivono alla Regione ed il Consiglio Comunale resta sulla frontiera scoperta… Il Consiglio ha concordato di informare l’assessorato regionale agli enti locali sugli eventi che stanno travolgendo il Comune di Gela per chiedere una verifica rispetto alla procedura adottata dal dirigente al bilancio Loredana Patti. La dirigente ha segnalato alla Regione i punti oscuri degli atti finanziari, sollecitando ai correttivi che responsabilizzano il Consiglio Comunale.

Alle 19.50 comincia il Consiglio comunale. Si chiede ai consiglieri di votare le variazioni di bilancio sui servizi che non turberebbero gli equilibri di bilancio. E vengono votati a scatola chiusa per obbedire ad un imprecisato senso di responsabilita’. Tuttavia l’assise civica stigmatizza l’operato del dirigente ad interim del bilancio. Il Consigliere Scerra chiede spiegazioni sulla sua assenza in aula e dopo la sua richiesta spunta una nota che il segretario Patti ha inviato con la quale informa della sua assenza per i prossimi giorni. Alle 20.50 i consiglieri abbandonano l’aula e fanno cadere il numero, tutto è rinviato a domani ma la situazione si aggroviglia. Si rischia di passare il Capodanno in consiglio comunale senza la certezza di trovare il bandolo della matassa. E intanto le firme sulla mozione di sfiducia sono dieci ed è pronta per essere depositata. Sono tempi duri per l’ amministrazione Greco. La nomina della giunta non è bastata a risolvere la crisi politica perche’ quella economica rischia di far saltare l’equilibrio dell’Ente.

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Politica

Alessandro Dagnino nuovo assessore regionale

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Palermo – Il presidente della Regione Renato Schifani ha nominato Alessandro Dagnino nuovo assessore all’ Economia,  al posto di Marco Falcone, eletto al Parlamento europeo.

Dagnino ha prestato giuramento in Assemblea regionale e ricopre già operativamente l’incarico. Avvocato cassazionista e docente di diritto tributario dell’impresa e del terzo settore nell’Università degli studi Lumsa, Dagnino è socio fondatore e Managing Partner, coordinatore dell’area tributario e finanza pubblica, dello studio legale Lexia.

Vanta una esperienza pluriennale nella consulenza a enti pubblici e associazioni di categoria in materia fiscale, di finanza pubblica e di contenzioso tributario.

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Dalla scuola Solito alle commissioni consiliari nella seduta del 30 luglio

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La Presidente del consiglio Paola Giudice ha provveduto ad integrare l’ordine del giorno della seduta consiliare del 30 luglio alle 19.30.

Si tratterà la variazione del piano triennale delle opere pubbliche per consentire al progetto di rifacimento della scuola Solito di andare avanti.

Si voterà la composizione delle commissioni consiliari permanenti in modo che il consiglio possa entrare nella piena operatività e si tratterà il punto relativo all’Unione dei Comuni dove vanno nominati tre consiglieri gelesi. L’ultimo argomento riguarda la composizione dell’ufficio di presidenza.

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Flash news

Il sen.Lorefice:”il governo ha dichiarato guerra alla stampa”

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“Siamo di fronte a un’impressionante serie di atteggiamenti ostili del Centrodestra alla libera informazione. Ed è sinceramente frustrante assistere a un Governo e ad alcuni alti esponenti istituzionali di Destra che ritengono il giornalista un mero strumento, nonché capro espiatorio dei fallimenti di Meloni e sodali”.

Lo dichiara a La Notizia Pietro Lorefice, senatore M5S e segretario della Presidenza del Senato. Nel mirino dell’esponente pentastellato finisce, tra gli altri, anche il presidente del Senato.

“Prima l’assurda reazione della Meloni all’inchiesta di Fanpage sulla federazione giovanile di Fratelli d’Italia, con scomposti attacchi al giornalismo sotto copertura”, incalza Lorefice, che subito dopo aggiunge: “poi l’incredibile pestaggio di Joly da parte di esponenti di Casa Pound, episodio derubricato dal presidente del Senato La Russa sulla base del fatto che il giornalista non si sarebbe presentato; poi gli insopportabili atteggiamenti dello stesso La Russa, che durante la cerimonia del Ventaglio ha assunto posture a dir poco irridenti nei confronti di una giornalista che gli chiedeva conto della sua conoscenza delle leggi del ventennio fascista; infine la ministra Santanché, che lancia un attacco al New York Times, ‘reo’ di aver giustamente messo sotto i riflettori internazionali la tragica situazione di siccità in cui versa la Sicilia, con roboanti promesse di fondi da parte dello Stato centrale e penoso scaricabarile tra Governo di Centrodestra e Presidente della Regione sempre di Centrodestra”.

Secondo Lorefice “Meloni, La Russa, Santanché e tutti i loro corifei dovrebbero provare, se ne sono capaci, a rileggere la frase del giornalista Horacio Verbitsky: giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia, il resto è propaganda”.

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