Missione a Palermo per il sindaco, Lucio Greco, ascoltato stamane durante una seduta delle IV Commissione dell’Ars, Ambiente, Territorio e Mobilità, appositamente convocata. All’ordine del giorno c’era il futuro del depuratore consortile, dell’impianto trattamento reflui urbani, che si trovano all’interno perimetro dell’ex petrolchimico Anic / Eni, ma di proprietà della Regione – competenza dell’istituto regionale per lo Sviluppo delle Attività produttive – e del Biologico di Macchitella, attualmente sotto la gestione di Eni Rewind – precedentemente Syndial – mediante contratto di servizio con Caltaqua.
«Ho auspicato – dice il sindaco – che il trasferimento e la gestione degli impianti si risolva in tempi brevi. E che in questa fase di transizione, così come nella futura gestione, si mantengano gli standard qualitativi del servizio garantiti in passato dalle aziende del gruppo Eni».
Attualmente la procedura di trasferimento è bloccata in attesa che si proceda alla valutazione dello stato di consistenza delle opere. All’incontro erano stati invitati anche i rappresentanti di Caltaqua e dell’Ati, assemblea Territoriale idrica. I rappresentanti dei due enti non c’erano e avevano chiesto un rinvio. Nelle more, il presidente della commissione, on. Giuseppe Carta, ha ugualmente aperto i lavori e sentito i rappresentanti presenti all’audizione. Oltre al sindaco, per l’Eni Rewind, c’era Gianluca D’Aquila, responsabile Water & Waste, per l’Irsap, il commissario straordinario, senatore Marcello Gualdani, per l’Asi, il commissario liquidatore, Michele Cimino.
Presenti anche il dirigente generale del dipartimento delle Attività produttive, Carmelo Frittitta e il dirigente generale a interim del dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti, Calogero Giuseppe Burgio.
Si è anche discusso della cessione di alcune infrastrutture stradali ex Asi agli enti del territorio. Il primo cittadino ha auspicato che ciò avvenga secondo un’attenta valutazione sia dello stato delle opere che delle capacità operative e finanziarie degli enti locali..
«Con il Comune – dice Greco – in difficoltà economiche sarebbe complesso acquisire infrastrutture che poi non saremmo in grado di gestire. Occorre essere realisti e valutare la possibilità di finanziamenti e canali di reclutamento del personale. Ciò non di meno ci sono alcune strutture dell’ex Asi che saremmo disposti ad acquisire».
A margine della missione palermitana, il primo cittadino, accompagnato dal presidente del consiglio comunale, Salvatore Sammito, ha incontrato l’assessore regionale all’Energia, onorevole Roberto Di Mauro, per affrontare temi legati allo sviluppo del territorio.
Nei prossimi giorni è atteso a Gela il commissario liquidatore delle ex Asi siciliane, onorevole Cimino, mentre, entro fine mese, a Palermo, è in programma una seduta plenaria delle commissioni Ambiente e Attività produttive dell’Ars sui temi riguardanti Gela.
Il sindaco Terenziano Di Stefano e l’assessore Filippo Franzone esprimono assoluta contrarietà verso la nuova proposta di rimodulazione della rete ospedaliera nella provincia di Caltanissetta redatta dall’assessorato regionale alla Salute.
Ancora una volta, la città di Gela viene pesantemente penalizzata – evidenziano- con un taglio di 18 posti letto presso l’Ospedale “Vittorio Emanuele”. Mentre altri presidi della provincia registrano modifiche minime, Gela paga – come sempre – il prezzo più alto. È una scelta inaccettabile, offensiva e discriminatoria, frutto di una logica che continua a mortificare il nostro territorio e i suoi cittadini”.
Di Stefano e Franzone aggiungono: “Ricordiamo a tutti – a partire da chi oggi prende decisioni dietro le scrivanie – che Gela è una città di oltre 75.000 abitanti e tra le più grandi della Sicilia.Un territorio che ospita importanti realtà produttive, agricole e industriali, tra cui una bioraffineria di rilievo nazionale e numerose imprese che ogni giorno generano lavoro e ricchezza per l’intera Regione. È inconcepibile che un’area così strategica venga privata, ancora una volta, di servizi essenziali per la salute pubblica”
“Avevamo ricevuto rassicurazioni da parte della Direzione Strategica che la dotazione dell’ospedale di Gela non sarebbe stata toccata. Oggi ci ritroviamo davanti all’ennesima beffa: una manovra che sa di accanimento, non di riorganizzazione.E come se non bastasse, si torna a parlare di una nuova UTIN (Unità di Terapia Intensiva Neonatale) da istituire a Caltanissetta, quando a Gela esiste già da decenni un reparto UTIN mai attivato.Una struttura completa, moderna, pronta, ma inspiegabilmente ignorata.Di fronte a tutto questo, la nostra risposta è netta, chiara e definitiva: NO.Come Sindaco di Gela, insieme all’Assessore alla Sanità Filippo Franzone, rigettiamo con forza questo piano scellerato e dichiariamo lo stato di mobilitazione della città. Non permetteremo a nessuno di continuare a smantellare pezzo dopo pezzo la sanità pubblica gelese.Siamo pronti ad ogni azione istituzionale e popolare per difendere il nostro ospedale, i nostri cittadini, i nostri malati. Gela non può e non deve più essere considerata un territorio di serie B.Gela chiede rispetto. Gela chiede equità. Gela dice basta.
A fronte dei continui e ripetuti guasti alla rete idrica gestita da Siciliacque, che stanno causando gravi disagi alla popolazione per la prolungata interruzione dell’erogazione dell’acqua – bene essenziale e di primaria necessità – il sindaco di Caltanissetta e presidente del Libero Consorzio Comunale, avvocato Walter Tesauro, ha indirizzato una nota all’Assessore regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità, Francesco Colianni, chiedendo la convocazione urgente di un tavolo tecnico con i vertici di Siciliacque.
«È necessario – si legge nella missiva – avviare un confronto immediato per individuare soluzioni efficaci e definitive che mettano fine a disservizi non più tollerabili per la cittadinanza».
Nel ribadire la centralità del diritto all’acqua e la necessità di garantire un servizio stabile e continuo, il sindaco Tesauro ha sottolineato come la richiesta non riguardi solo la città di Caltanissetta, ma coinvolga l’intero territorio provinciale. Per tale ragione, l’appello è stato formulato anche in qualità di presidente del Libero Consorzio, evidenziando l’urgenza di una risposta istituzionale che tenga conto delle esigenze di tutti i Comuni interessati.
«Confidiamo – conclude Tesauro – in un sollecito riscontro da parte dell’Assessorato regionale, nell’interesse della collettività e della tutela di un bene primario come l’acqua».
Una “industria dell’aerospazio” in Sicilia è possibile anche senza bisogno di costruire aerei, satelliti o razzi. Infatti, le imprese siciliane hanno tutte le potenzialità e capacità per competere alla pari e conquistare una consistente fetta dei 983 milioni non ancora spesi del “Pnrr” destinati alla costruzione di filiere specializzate nelle tecnologie satellitari e nei servizi a terra della space economy, cui si aggiungeranno una parte dei 615 milioni stanziati dalla Regione per le tecnologie e filiere Step e delle risorse che saranno liberate entro l’anno dalla revisione di medio termine dei Fondi europei di Coesione. Il “come farlo” sarà spiegato mercoledì prossimo, 9 luglio, dalle ore 10 alle ore 12, alle imprese dell’Isola nel webinar “Space economy: le opportunità per l’industria nazionale” organizzato da Unioncamere Sicilia e Uniontrasporti nell’ambito del programma “Infrastrutture” finanziato dal fondo di perequazione 2023-2024 di Unioncamere nazionale. Interverranno Santa Vaccaro, segretario generale di Unioncamere Sicilia; Laura Summa, project manager di Uniontrasporti; e Silvia Ciccarelli, responsabile settore Internazionalizzazione industriale e missioni Sistema Paese dell’Agenzia spaziale italiana. Sono previste testimonianze delle imprese. Il link per registrarsi e partecipare è disponibile su www. .unioncameresicilia.it La Sicilia è destinataria in totale di 11 miliardi del “Pnrr” per realizzare 20.416 progetti in sei missioni; di questi, 10,2 miliardi sono risorse di competenza esclusiva regionale per 20.164 iniziative e 759 milioni sono, invece, riservati a 252 progetti transregionali. All’interno della dotazione siciliana sono previsti 2,6 miliardi per finanziare 1.339 investimenti da parte di società per azioni e 449 milioni destinati a 67 azioni di srl. Nel “Pnrr” nazionale, la Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, ha in budget 40,7 miliardi, di cui 1,5 miliardi sono per la Sicilia. All’interno di questa missione, l’obiettivo C2 – Tecnologie satellitari ed economie spaziali, stanzia 1,4 miliardi ripartiti su quattro sub-obiettivi: 797 milioni per l’Osservatorio della terra (fra cui un incubatore al Sud di applicazioni e servizi di osservazione, e il progetto “CyberItaly” di replica digitale del Paese); 300 milioni per la “In-Orbit economy” (fra cui sensori a terra per il tracciamento di detriti spaziali e servizi dati a supporto del traffico aereo); 210 milioni per la “SatCom” (fra cui l’Internet of things tramite reti di piccoli satelliti e, a valle, un hub per servizi satcom); e 180 milioni per la “Space factory” (fra cui tecnologie verdi per la futuragenerazione di propulsori e lanciatori). A fine 2024 risultavano spesi 34,6 milioni per 4 progetti della “In-Orbit economy”, 60 milioni per unprogetto della “SatCom”, 340 milioni per un progetto dell’“Osservatoriodella terra” e 69 milioni per tre progetti della “Space factory”. Il “Pnrr” offre sia incentivi diretti a progetti delle imprese, sia fondi alle P.a. per pagare fornitori che sviluppano specifici interventi.
“Lanciamo questa iniziativa – spiega Giuseppe Pace, presidente di Unioncamere Sicilia – per stimolare le imprese siciliane a coglierequesta importante opportunità. La Campania ha saputo diventare un hub tecnologico per l’industria dell’aerospazio. Riteniamo che anche in Sicilia, regione che ospita importanti infrastrutture satellitari e di osservazione dello spazio a servizio dell’area mediterranea e del mondo intero, possa nascere una dinamica filiera di imprese con il supporto delle istituzioni nazionali come l’Asi e le università, e favorire sinergie con realtà internazionali”.