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Giudiziaria

Morte Vittoria Caruso: chiesti 8 anni di carcere per il giovane alla guida

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Otto anni di reclusione per Gaetano Vizzini, il 23enne di Catania che il 17 marzo 2019 effettuò un testa coda a 120 chilometri orari, provocando la morte della quindicenne Vittoria Maria Caruso (nella foto) che si trovava sui sedili posteriori dell’auto: è la richiesta formulata dal pubblico ministero Luigi Lo Valvo che era partito da una richiesta di condanna pari a 12 anni di reclusione, poi ridotti a 8 per il rito abbreviato (chiesto e ottenuto dall’imputato nella scorsa udienza) che consente lo sconto di un terzo della pena. La famiglia è assistita da Giesse, gruppo specializzato nel risarcimento di incidenti stradali mortali, e con l’avvocato fiduciario, Rita Parla, si è allineata alle richieste del pubblico ministero chiedendo, in aggiunta, la revoca della patente. L’incidente avvenne poco dopo le 22 sulla strada statale 117 “Contrada Farello” a Gela. Vizzini, alla guida della Fiat Panda della madre, imboccò una strada chiusa al traffico in direzione del cimitero di Farello. In auto, insieme a lui, altri tre ragazzi tra cui appunto Vittoria. Dopo aver raggiunto i 120 chilometri orari, Vizzini tirò il freno a mano, sterzando a sinistra ed effettuando un testa coda. “Giunto a circa 30 metri da uno spartitraffico centrale – si legge nella perizia dell’ingegner Mauro Trombetta, consulente tecnico della Procura – effettuava un’improvvisa e, quasi certamente, volontaria sterzata verso sinistra in moto libero. Tale manovra innescava un moto di imbardata, favorito anche dall’avanzatissimo stato di usura dei suoi pneumatici ed il successivo e repentino ribaltamento a destra dopo aver percorso oltre 13 metri in scarrocciamento”. Quando i ragazzi vennero trasportati in ospedale, si scoprì che Vizzini era sotto l’effetto di alcol (0,46 grammi per litro) e sostanze stupefacenti (cannabis). Rimasero tutti illesi a parte Vittoria Caruso che, purtroppo, riportò ferite che si dimostrarono fatali.Il giudice ha rinviato all’udienza del 18 dicembre per repliche e sentenza.

Intanto il prossimo 2 novembre, alle 14.30, dinnanzi l’ingresso della zona nuova del cimitero Farello, si terrà un’iniziativa di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale e per non dimenticare, promossa dalla mamma di Vittoria, Irene Cassarino. Previsto il volo di palloncini bianchi, con impresso il nome di ogni vittima della strada.

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Giudiziaria

Sentenza definitiva, gelese in carcere per numerosi reati

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La Polizia di Gela ha arrestato un giovane di 27 anni, in esecuzione al provvedimento emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Caltanissetta: deve scontare la pena di 5 anni, 3 mesi e 11 giorni di reclusione, dopo essere stato condannato definitivamente per i reati di lesioni personali, detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, rapina, estorsione e detenzione di armi. I reati sono stati commessi a Gela tra il 2013 e il 2021. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato condotto in carcere.

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Giudiziaria

Case a luci rosse, chiesto il rinvio a giudizio di tre gelesi

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La Procura di Gela, diretta da Salvatore Vella, ha chiesto il rinvio a giudizio per tre gelesi (due uomini di 64 e 33 anni e una donna di 55 ) che in due abitazioni di Gela sfruttavano la prostituzione di diverse ragazze sudamericane, mettendo a loro disposizione i locali dove incontrare i clienti dietro pagamento, da parte delle giovani ragazze, di 100 euro al giorno per l’uso dei locali dove incontravano uomini di ogni età, fino a dicembre 2023. Le indagini coordinate dalla Procura di Gela sono state volte dal Commissariato di Polizia di Gela, anche con l’ausilio di intercettazioni.

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Giudiziaria

Nessuna corruzione, assolto Crocetta

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L’ex presidente della regione, Rosario Crocetta, è stato assolto dall’accusa di corruzione, dai giudici della terza sezione del tribunale di Palermo. Assolti anche l’armatore Ettore Morace e l’ex collaboratore di Crocetta, Massimo Finocchiaro. Per l’ex governatore era stata chiesta una condanna a sette anni di carcere, mentre per Morace e Finocchiaro erano stati sollecitati sei anni e sei mesi ciascuno. Secondo l’accusa la Regione, col suo governatore dell’epoca, avrebbe “cucito” un bando su misura, in cambio di tangenti, che avrebbe consentito alla compagnia Ustica Lines, poi diventata Liberty Lines, di mantenere il monopolio nei collegamenti marittimi con le isole minori. Sempre con lo stesso fine sarebbe, poi, arrivata una proroga del servizio nel 2017 in cambio di un contributo elettorale di 5 mila euro con cui Morace finanziò il movimento politico dell’ex presidente della Regione “Riparte Sicilia”.

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