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Raccolta firme per l’ospedale: ecco l’esposto inviato alle Istituzioni

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Il commissario cittadino di Diventerà bellissima aveva avanzato dubbi sull’esposto controfirmato dai gelesi in 3424. L’esposto è stato inviato al Procuratore della Repubblica dott. Fernando Asaro presso il Tribunale di Gela e p. c. al Ministro della salute
on.le Roberto Speranza e al Presidente della Regione siciliana on.le Sebastiano Musumeci. Eccone il testo affinchè tutti possano esserne informati:


“Il comitato spontaneo S.O.S. Vittorio Emanuele III di Gela, nelle persone dei
promotori Luciana Concetta Carfi’ e Filippo Franzone , nonchè i cittadini firmatari del presente
atto come da elenco firme allegato espongono quanto segue:
al fine di porre all’attenzione di questo Ecc.mo Procuratore della Repubblica
accadimenti che si inseriscono nell’ambito di una vicenda pubblica, affinché
vengano effettuati gli opportuni accertamenti, nonché venga valutata la
sussistenza di eventuali profili di penale rilevanza relativamente agli specifici
fatti che si andranno ad esporre.
In data 19 gennaio 2022, a causa dello scoppio di un focolaio da contagio da
Covid 19 che interessava alcuni sanitari del reparto di terapia intensiva del
Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele III di Gela, l’Asp CL 2 ordinava la
chiusura del detto reparto ed il trasferimento di ben 7 pazienti e 12 infermieri
presso l’analogo reparto sito presso il Presidio Ospedaliero “Sant’Elia” di
Caltanissetta.
Tale decisione veniva presa proprio nel momento in cui il reparto dedicato alla
TI per i pazienti affetti da covid 19 al Sant’Elia era stata temporaneamente
chiusa per assenza di pazienti ricoverati e, dunque, i medici e gli operatori
sanitari ivi operanti, venivano occupati presso altri reparti.
A ciò si aggiunga che, proprio in quei giorni, la città di Gela registrava un
enorme impennata nel numero dei contagi da covid 19, con più di 4000 positivi,
ed una situazione epidemiologica tale da far decretare dal Presidente della
Regione, il proseguimento della “zona arancione”, applicata alla città di Gela
con ordinanza del 9 gennaio 2022.
Nella buona sostanza, una situazione epidemiologica esplosiva, con migliaia
di cittadini che potenzialmente avrebbero potuto aver bisogno di ricovero e di
assistenza.
È in tale corollario, dunque, che si inserisce la inopportuna decisione di privare
la cittadinanza di un servizio essenziale (a maggior ragione a causa delle
specifiche circostanze narrate) chiudendo il reparto di Terapia Intensiva,
piuttosto che trasferire temporaneamente sul posto personale sanitario e
scongiurare una chiusura che, nella specie, risultava e risulta, ad oggi,
drammatica.
Personale sanitario che, peraltro, attesa la detta chiusura del reparto covid
presso il nosocomio nisseno, avrebbe ben potuto essere facilmente reperito.
Ed invece, inspiegabilmente ben 12 infermieri e 7 pazienti in condizioni
gravissime, venivano trasportati a Caltanissetta.
I pazienti risultavano tutti e 7 intubati ma nemmeno l’enorme rischio e
sofferenza che comporta lo spostamento di un paziente in tali tragiche
condizioni, portava ad una diversa determinazione.
Ciò avveniva, inoltre, in assenza di un piano di emergenza che dovrebbe essere
operativo per ciascun presidio, al fine di porre rimedio a situazioni
emergenziali come quella che ha riguardato il reparto di Terapia Intensiva di
Gela.
Appare quantomeno anomalo che non sia previsto, nell’attuale contesto
pandemico, un piano di sostituzione dei sanitari da attuare laddove scoppi un
focolaio all’interno di un reparto, cosa che peraltro è accaduta in tutta Italia
senza che, per quanto a conoscenza degli esponenti, si sia reso necessario il
trasferimento di pazienti in condizioni di salute gravissime, con il rischio serio
di aggravare ulteriormente e fatalmente il quadro clinico degli stessi.
Con la chiusura della terapia intensiva di Gela, per come sopra detto, oltre ai 7
pazienti, venivano trasferiti anche 12 infermieri dal Vittorio Emanuele al
Sant’Elia lasciando, di fatto, scoperto un intero comprensorio privandolo di un
servizio essenziale per garantire il diritto alla salute dell’intera cittadinanza.
All’uopo si evidenzia come, purtroppo, questa sia solo l’ultima, drammatica
vicenda in ordine cronologico che ha interessato il Presidio Ospedaliero gelese,
da anni, oramai, ridotto ai minimi termini, saccheggiato di personale, con
reparti soppressi e carenze sanitarie enormi, nonostante Gela sia la settima città
siciliana per numero di abitanti e nonostante gli stanziamenti finanziari da
parte della regione oltreché di enti a partecipazione pubblica come Eni, che
avrebbero dovuto scongiurare o, comunque, porre rimedio a tali croniche
carenze.
Ciò si è tradotto, nel corso degli anni, nell’adozione (o nella omissione) di
provvedimenti che hanno, di fatto, privato la cittadinanza di interi reparti, di
sanitari, spesso quasi obbligati a trasferirsi in altra sede stante l’impossibilita
concreta di lavorare, trasformando quella che era una Azienza Ospedaliera che
contava reparti e personale di tutto rispetto in un presidio ove, nei fatti, si opera
sempre in emergenza per carenza di posti letto e operatori.
A tal fine si evidenzia come l’ intero comprensorio costi solo di 4 anestesisti in
servizio per gli ospedali di Gela, Niscemi e Mazzarino con ovvie ripercussioni
sull’attività ospedaliera atteso che la presenza di medico anestesista serve nei
casi gravi con possibile compromissione della vita del paziente, oltre che per
l’effettuazione di interventi routinari per i quali comunque è necessaria la
presenza del rianimatore, laddove bisognasse intervenire in caso insorgessero
complicanze.
Lo stesso dicasi per gli accessi al Pronto Soccorso, ove appare fondamentale
che l’utenza possa trovare professionalità adeguate senza dover attendere
l’arrivo dell’elicottero per trasferimenti d’urgenza, elicottero che, peraltro, non
è sempre garantito.
Il reparto di Psichiatria è stato chiuso durante la prima emergenza covid19 e
non è mai stato riaperto.
Il reparto di Urologia conta un solo medico specialista e 8 infermieri.
Il reparto di Gastroenterologia conta un solo medico specialista ed un
infermiere. Il reparto di Terapia Intensiva, ad oggi chiuso, conta 8 medici specialisti e 15
infermieri. Nonostante previsto, il reparto di Terapia intensiva neonatale (UTIN) non è
mai stato aperto. Il reparto di Oncologia (nonostante la massiva incidenza di patologie tumorali che interessano il territorio) conta solo 3 medici e 3 infermieri.
Il reparto di Ostetricia e Ginecologia conta 14 medici, 11 ostetrici e 11 infermieri
Il reparto di Cardiologia, l’unico in linea con quanto previsto dai piani
organizzativi, è stato anch’esso privato di personale infermieristico proprio in
virtù della richiesta del Sant’Elia.
Lo stesso dicasi per il Pronto Soccorso anch’esso privato di infermieri.
I reparti di Genetica Medica, Microbiologia e Virologia e Neurologia previsti
non sono stati mai aperti.
Da ultimo si intende porre all’attenzione di questa Procura un ulteriore tassello
che, ad avviso degli esponenti, risulta di particolare pregnanza relativamente
all’accertamento di potenziali comportamenti illeciti posti in essere che hanno
avuto come conseguenza il sistematico depotenziamento della struttura
ospedaliera gelese e la consequenziale messa in pericolo della salute pubblica.
Invero, nei primi mesi del 2020, quando la pandemia da covid19 era appena
scoppiata, ENI stanziava una cospicua somma alla ASP CL2 che avrebbe
dovuto essere utilizzata per la progettazione e la realizzazione di un nuovo
reparto di terapia intensiva a Gela, proprio per sopperire alla perenne
situazione emergenziale instauratasi e aggravata dalla pandemia da
coronavirus. Una parte della somma veniva destinata, altresì, alla sola
progettazione di analogo intervento al “Sant’Elia” di Caltanissetta.
Ebbene, l’intervento su Caltanissetta è stato interamente completato e ilreparto
è già da tempo pienamente operativo, mentre a Gela, nonostante la città per
come sopra detto soffra l’assenza cronica di posti letto e di sanitari e nonostante
raccolga un bacino di utenza consistente, nulla è stato fatto o realizzato.
Un’ ulteriore conferma, se ancora fosse necessario, di come ancora sussista una
netta sproporzione tra le due strutture ospedaliere, nonostante la presenza
degli impianti industriali sul territorio locale e le conseguenze devastanti a
livello ambientale e sanitario oramai ben note, attesa la altissima incidenza di
malattie, soprattutto tumorali, che interessano i cittadini gelesi costretti il più
delle volte a curarsi lontano da casa con ulteriori drammatiche conseguenze,
anche economiche, a loro danno.
Ciononostante da anni, per come sopra evidenziato, gran parte dei servizi e
delle prestazioni si concentrano sul “Sant’Elia”, mentre, non si comprende per
quale ragione, ciò non accada per il “Vittorio Emanuele” di Gela.
Per quanto sopra succintamente rappresentato, ad avviso degli esponenti,
appare quanto mai opportuno che codesta Procura avvii un’indagine per
approfondire le criticità che con questo esposto si rendono noti, onde accertare
se alla loro base siano ravvisabili responsabilità di natura penale e da parte di
chi, potendo astrattamente ipotizzarsi la configurabilità dei reati di
interruzione di pubblico servizio, abuso d’ufficio, omissione di atti di ufficio e
abbandono di persone incapaci.
In particolare, con riferimento al reato di cui all’art. 340 c.p. la condotta
interruttiva si sostanzia in una mancata prestazione o cessazione totale
dell’erogazione del servizio per un periodo di tempo apprezzabile, mentre il
turbamento si riferisce ad un’alterazione del funzionamento dell’ufficio o
servizio pubblico nel suo complesso. In ogni caso è irrilevante la durata della
condotta criminosa e l’entità della stessa, purché non siano di minima o di
scarsa importanza, di conseguenza il reato è configurabile anche quando i fatti
di interruzione o di turbativa incidono in qualsiasi misura sui mezzi che sono
apprestati per il funzionamento del servizio, non occorrendo che essi
concernano l’intero sistema organizzativo dell’attività.
Tale fattispecie criminosa appare aderente ai fatti narrati, sia con riferimento
alla chiusura del reparto di terapia intensiva in piena emergenza covid, sia con
riferimento alla mancanza di un piano organizzativo da adottare in casi di
emergenza da parte della direzione sanitaria nei reparti, circostanza questa che
sta creando disagio e nocumento al personale operante nonché alla
cittadinanza tutta in termini di elisione e/o compromissione del diritto alla
salute dei cittadini.
All’uopo si ritiene che possano fornire informazioni utili per la ricostruzione
dei fatti in esame:

  • Il Direttore generale della Asp CL2 ing. Alessandro Caltagirone;
  • Il Direttore sanitario del P. O. Vittorio Emanuele di Gela, dott. Luciano
    Fiorella;
  • Il Direttore amministrativo Asp CL 2 dott. Pietro Genovese;
  • Il Direttore sanitario Asp CL 2 dott.ssa Marcella Santino;
  • l’Assessore alla Salute della Regione Siciliana, dott. Avv. Ruggero Razza;

Per quanto sopra esposto e motivato, i firmatari del presente esposto chiedono
che l’Ecc.ma Procura della Repubblica adita voglia disporre gli opportuni
accertamenti in ordine ai fatti narrati, valutando eventuali profili di illiceità
penale degli stessi e, nel caso, individuando i possibili responsabili e
procedendo nei loro confronti.

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Leo club, donato un Bastone elettronico all’Unione italiana ciechi

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I giovani del Leo club del golfo di Gela si sono recati presso la sede dell’Unione italiana ciechi ed ipovedenti per donare un Bel, ovvero un Bastone elettronico Lions, a Giuseppe Damante.
I Bel sono bastoni progettati specificatamente per non vedenti e ipovedenti gravi e che aiutano chi ne ha necessità a raggiungere migliori livelli di autonomia e sicurezza.

«Per noi – dice il presidente del Leo del golfo, Salvatore Nastasi – è motivo di grande orgoglio poter aiutare in maniera fattiva questa realtà. Il Leo nasce per questo motivo: aiutare tutte le associazioni della nostra comunità e di creare un filo conduttore tra tutte. Ci tengo a ringraziare tutta la città che ha contribuito all’acquisto».

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I Civici bocciano il dimensionamento scolastico

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Sul dimensionamento scolastico intervengono i consiglieri Davide Sincero e Rosario Faraci con i movimenti Una buona idea per contestare il fatto che dei due progetti redatti dai tecnici dell’ufficio scolastico Provinciale di Caltanissetta per la nostra città, povera di proposte, numeri e non storia ed appartenenza, l’amministrazione comunale di Gela ha optato per quello che non rispecchia il principio della territorialità.

Basta vedere che la scuola elementare Capuana ( Caposoprano ) va con l’istituto San Francesco del centro storico, l’istituto Giovanni XXIII sito nel quartiere Settefarine di gestione della Quasimodo che è a Macchitella che a sua volta è divisa dalla Verga da un muretto di 20 cm di spessore e ancora la scuola dell’infanzia di via Genova ( zona cimitero ) è di gestione della scuola Verga (Macchitella). 

“La scelta fatta- dicono i due consiglieri- non rispecchia il numero minimo di alunni fissato per istituto e quel che è peggio che le variazioni inserite dall’amministrazione hanno determinato lo smantellamento dell’istituto Luigi. Sturzo tramite l’accorpamento degli indirizzi tecnici con il Morselli e quelli professionali con il Majorana senza tenere conto dell’impatto che questo determina sugli insegnanti delle materie professionali e specialistiche”.

“Ancora una volta – aggiungono – assistiamo a scelte che nulla hanno a che vedere con la logica e con una visione di medio lungo termine ma che seguono dinamiche individuali visto il mancato coinvolgimento dei dirigenti scolastici, unici veri conoscitori della materia, nel processo decisionale portato avanti dal Sindaco di Gela”.

I Consiglieri Comunali Faraci e Sincero unitamente ai Movimenti civici di una Buona idea e Civico lab, manifestano perciò il pieno disappunto per la scelta fatta avendo perso l’occasione di fare ordine, una volte per tutte, nel sistema e negli istituti scolastici che già versano in condizioni certamente non ottimali”

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Maria concepita senza peccato originale

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Oggi la Chiesa cattolica celebra la festa dell’ Immacolata Concezione.

Il dogma dell’Immacolata Concezione trae fondamento dalla questione biblica del peccato originale: infatti, ogni essere umano nasce con il peccato originale, ma secondo la Chiesa cattolica, solo la Madre di Cristo ne fu esente, poiché in vista della venuta e della missione sulla Terra del Messia, a Dio piacque che la Vergine dovesse essere il grembo puro e senza peccato per accogliere in modo degno e perfetto il Figlio divino incarnato.


La Chiesa cattolica celebra la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria l’8 dicembre. Nella devozione cattolica l’Immacolata è collegata con le apparizioni di Lourdes (1858) e iconograficamente con le precedenti apparizioni di Rue du Bac a Parigi (1830).


La festa dell’Immacolata Concezione è una delle feste mariane più importanti nel calendario liturgico della Chiesa cattolica, celebrata in tutto il mondo. Per decreto reale, è designata come il giorno in onore della patrona del Portogallo. È celebrata dalla Chiesa cattolica e da alcune denominazioni cristiane protestanti. La festa fu solennizzata per la prima volta come giorno di precetto il 6 dicembre 1708 con la bolla pontificia Commissi Nobis Divinitus di papa Clemente XI ed è spesso celebrata con parate, fuochi d’artificio, processioni.


In modo ancora più esteso del dogma, la Chiesa insegna non solo che la Vergine fu concepita senza peccato originale, ma anche che ella rimase per tutta la vita priva di qualsiasi macchia di peccato, anche veniale. Fonte Wikipedia

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852