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Stato di agitazione al Centro per l’impiego

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C’ è aria di protesta al Centro per l’impiego di Gela. Alla Regione non sono state inserite in bilancio le somme per i compensi dei dipendenti che svolgono mansioni superiori. E comincia la protesta.

I rappresentanti sindacali della sigla sindacale Cobas– Codir Antonino Di Maria, Giuseppe Gagliano, Salvatore Angelone e Giuseppa Polara, ciascuno per le proprie competenze di rappresentanza, dopo il riscontro negativo, con gli organi dell’amministrazione della regione siciliana hanno annunciato che il personale in servizio presso il Cpi di Gela, è in stato di agitazione e da oggi al 18 luglio non assicura il corretto svolgimento delle attività dell’ufficio, dovuta all’astensione dei dipendenti dallo svolgimento delle mansioni superiori.

Lo stato di agitazione è indetto unitariamente dal quadro sindacale, attraverso le rispettive segreterie regionali.

Tutto nasce da quando all’Ars, nel collegato alla finanziaria, in commissione bilancio non sono state inserite le risorse necessarie alla riclassificazione del personale nel bilancio pluriennale.

“Se la situazione non viene rivista – dicono i rappresentanti sindacali della sigla sindacale Cobas– Codir – nei prossimi giorni valuteremo e concorderemo con le segreterie regionali uno sciopero generale”.

La protesta è iniziata, poiché i dipendenti sono impegnati in mansioni superiori e non intendono continuare a ricevere un cedolino nettamente non idoneo alla mansione e alla retribuzione,  molto inferiore al tenore di vita di oggi.

Si continua a lavorare, espletando le proprie reali mansioni di appartenenza, in cui sono inquadrati da più di vent’anni e non possono essere promossi senza la riforma dell’ordinamento professionale già esistente ed effettuato in tutti gli altri comparti della pubblica amministrazione nazionale.

Pertanto le segreterie quadro chiedono il rinnovo contrattuale già scaduto da parecchio tempo e la rispettiva riqualificazione di tutto il personale in forza, distribuito nei vari dipartimenti regionali.

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Flash news

Per la riforma forestale scatta la protesta dei sindacati

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“Voi pensate alle campagne elettorali, noi ci preoccupiamo delle … campagne. Dell’ambiente. Del lavoro. Il presidente della Regione, che ha assunto l’interim all’Agricoltura, ignora le nostre richieste di confronto sulla riforma forestale. Noi, allora, ci autoconvochiamo per il 15 maggio a Palazzo d’Orleans. Appuntamento per le ore 10 in piazza Indipendenza a Palermo”.

Intervengono i segretari generali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil Sicilia Adolfo Scotti, Tonino Russo e Nino Marino che hanno inviato al presidente della Regione Renato Schifani una “reitera della richiesta di incontro urgente”. 
Nella lettera ricordano “i giorni di attesa” di un confronto, sollecitato il mese scorso dalle tre organizzazioni perché “preoccupate per il ritardo rispetto al percorso che era stato individuato in merito alla riforma forestale”. 

“In considerazione dell’importanza strategica del settore – aggiungono Scotti, Russo e Marino – e alla luce dei continui disastri che ogni anno colpiscono la nostra Isola”, i segretari di Fai-Flai-Uila definiscono “irrinviabile dopo anni di attesa” la riforma di settore e preannunciano “in assenza di riscontro un’autoconvocazione per giorno 15 maggio dalle ore 10 di tutto il gruppo dirigente unitario e tutti i delegati sindacali presso la Presidenza in piazza Indipendenza”.
Fai-Flai-Uila erano già intervenute dopo le dimissioni dell’ormai ex assessore all’Agricoltura Luca Sammartino, coinvolto in un’inchiesta giudiziaria. 
“L’interim nell’Assessorato – ribadiscono ora Scotti, Russo e Marino – non può giustificare inerzie e rinvii senza data. Si corre il rischio che pure questa legislatura finisca senza l’approvazione di riforme indispensabili per uscire da una eterna gestione dell’emergenza che non sappiamo a chi faccia comodo, ma certamente è disastrosa per la Sicilia e per i siciliani”.


I segretari generali di Fai-Flai-Uila chiedono che Giunta e Ars esaminino al più presto “la proposta di legge alla quale il sindacato unitario aveva offerto il proprio contributo di idee, assicurando come sempre la massima disponibilità al dialogo”. 
 Questi, infine, alcuni punti-chiave della bozza di riforma che resta ancora in un cassetto della Regione: più giornate lavorative per i forestali e più competenze al servizio del territorio e dei siciliani; la creazione di un’Agenzia pubblica regionale con capacità di intervento anche al di fuori del bosco per la tutela e il miglioramento ambientale, la prevenzione del dissesto idrogeologico e degli incendi, la cura di parchi e siti archeologici oltre che di fiumi, torrenti e laghi”.

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Uil:”In Sicilia più infortuni e non scende il numero di morti sul lavoro”

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Rapporto trimestrale Inail, Luisella Lionti (Uil): “In Sicilia non scende il numero di morti sul lavoro e aumentano le denunce d’infortunio”

“In Sicilia sono stati 10 i morti sul lavoro tra gennaio e marzo 2024, stando al Rapporto che l’Inail ha diffuso in queste ore. Nello stesso periodo dello scorso anno, erano stati 11. In sostanza, la situazione resta drammaticamente invariata con una tendenza alla conferma di un dato già nel 2023 più pesante (65 vittime, + 5) rispetto al 2022. Ci sono, insomma, tutte le ragioni per ribadire l’allarme e rilanciare la protesta del nostro leader Pierpaolo Bombardieri su mancate risposte e misure-spot del Governo in materia di prevenzione”.


Lo afferma la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, commentando i “numeri” siciliani del Rapporto trimestrale Inail. L’esponente sindacale aggiunge: “Senza mai dimenticare che il report contiene le sole denunce e rischia quindi di rappresentare una punta dell’iceberg o poco più, va sottolineato come siano tutt’altro che confortanti pure le tabelle sugli infortuni, passati da 6287 nel primo trimestre dello scorso anno a 6335 nello stesso periodo di questo. Cinque province su nove segnano incrementi, con picchi a Catania (da 1744 a 1759) e Palermo (da 1355 a 1428), seguite da Ragusa (550-568), Agrigento (421-429) e Caltanissetta (311-341). Altri elementi per dirci preoccupati”.


Luisella Lionti conclude: “Il dato Inail relativo ai morti sul lavoro s’è ridotto in modo impercettibile ponendo nuovamente all’attenzione dell’opinione pubblica una realtà che è comunque inaccettabile, per usare l’aggettivo usato recentemente dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Siamo troppo lontani, qui come altrove, dall’obiettivo #Zero Morti sul Lavoro, la campagna fortemente voluta dal nostro segretario generale Pierpaolo Bombardieri. Una strage silenziosa si consuma quotidianamente nei cantieri, nei terreni agricoli, nelle fabbriche con numeri da guerra civile. Noi chiediamo l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel Codice penale. E, come abbiamo già fatto in occasione del nostro congresso regionale, diciamo basta alle lacrime di coccodrillo delle istituzioni politiche. Inizino, almeno. a porre mano alla spaventosa carenza di ispettori del lavoro nell’Isola. Perché l’inerzia non diventi complicità! Intanto, salutiamo con piacere il fatto che domani verrà sottoscritto il protocollo con la Regione sullo choc termico e che, dunque, la Sicilia si adeguerà alle misure già adottate da tempo in altre parti d’Italia. Un passo avanti nella prevenzione, ma bisognerà vigilare sulla concreta applicazione di queste regole. Dalle parole ai fatti”.

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Ugl regionale:”per il riscatto serve superare le contraddizioni e puntare sulle infrastrutture”

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Si è svolto un serrato confronto oggi a Villa dorica con i quadri sindacali della Ugl alla presenza del reggente regionale Ugl Sicilia e del segretario generale Francesco Paolo Capone .

Sono intervenuti i 9 segretari della Ugl in rappresentanza di tutte le province siciliane e i segretari regionali di categoria. Sono emerse le oggettive criticità occupazionali e dell’economia del lavoro che consegnano un quadro generale di estrema preoccupazione.

Partendo dai giovani ogni anno 20mila giovani sono costretti ad abbandonare l’isola e il lavoro è relegato a contratti a part time e a tempo determinato. Si è parlato di contrattazione collettiva, politiche attive del lavoro , formazione e partecipazione dei lavoratori alle gestione delle aziende, accompagnati da piano straordinari di politiche di investimenti strutturali che garantiscano un lavoro vero e in sicurezza.

“Purtroppo oggi Gela non ha avuto sviluppo alternativo all’industria – ha detto Andrea Alario- c’è un porto che resta insabbiato, una sanità da migliorare”

È stata presentata una relazione al segretario generale per questo terra che porterà avanti.
” Oggi a Gela c’è stato un serrato confronto con la classe dirigente delle strutture provinciali e regionali della Ugl siciliana per individuare le direttrici per lo sviluppo, l’occupazione e la coesione sociale. Il riscatto della Sicilia passa attraverso le infrastrutture ma anche attraverso il superamento delle contraddizioni di un territorio dalle mille potenzialità. Un impegno che l’Ugl fa suo a livello territoriale e a livello nazionale”- ha dichiarato il Segretario Generale dell’Ugl Paolo Capone intervenuto nel pomeriggio alla Conferenza Programmatica Sicilia.

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