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Sul Cis,Gela è tradita dallo Stato:il sindaco chiede aiuto ai parlamentari

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“La città si sente tradita dallo Stato. Il riconoscimento del Cis (Contratto istituzionali di sviluppo) sono il giusto e dovuto risarcimento per il nostro territorio, vittima inerme in passato di un inquinamento ambientale pagato a caro prezzo”. Lo ha detto il Sindaco Lucio Greco, amareggiato da silenzio che aleggia attorno ai Cis, compreso quello dell’Area di Crisi Complessa di Gela.

Sono passati mesi ma non c’è ancora la firma sul decreto di finanziamento. “La nostra città non può perdere questo treno – ha sottolineato il primo cittadino – è tutto pronto da mesi eppure il Ministro delle Politiche di Coesione Sociale e per il Sud, Raffaele Fitto, non ha ancora apposto la propria firma sul decreto.

Il Sindaco Greco nei mesi scorsi ha avuto diverse interlocuzioni con il consigliere Michele Palma, capo della segreteria del Dipartimento delle Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Comune di Gela ha già completato da tempo tutto il lavoro propedeutico.

“Non capisco perché si continui a perdere tempo – dice Greco – Gela e Taranto sono città che hanno subito danni non quantificabili in ambito ambientale e di sviluppo oltre l’industria. Per questi motivi torno a chiedere l’intervento autorevole e indispensabile dei parlamentari nazionali eletti nel nostro Collegio affinché possano contribuire a fare chiudere, prima possibile, il provvedimento autorizzativo che coinvolge altri Comuni che rientrano nell’Area di Crisi Complessa di cui il Comune di Gela è capofila.

Ricordiamo che i Contratti Istituzionali di Sviluppo (Cis) sono uno degli strumenti che possono essere utilizzati per valorizzare e rilanciare il nostro territorio, attraverso investimenti e opere infrastrutturali di rilievo nazionale, interregionale e regionale.

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Attualità

Si torna a scavare a Licata nel sito dell’antica Finziade

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Da lunedì prossimo si tornerà a scavare sul monte Sant’Angelo di Licata, nell’Agrigentino, per ricostruire l’impianto urbanistico dell’antica Finziade e conoscere meglio le caratteristiche della vita quotidiana nell’ultima fondazione greca di Sicilia (282 a.C.).

Le attività, sostenute dal Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento e dal direttore, Roberto Sciarratta, a seguito di una convenzione stipulata tra l’ente Parco e il Cnr di Catania, rappresentano l’avvio di una nuova stagione di ricerche e si inseriscono nel programma “Finziade project”, diretto dagli archeologi Alessio Toscano Raffa per il Cnr-Ispc Catania, e Maria Concetta Parello, con il coordinamento logistico di Rosario Callea, del Parco della Valle dei Templi.

Ricercatori, archeologi e studenti torneranno in cantiere dal 6 al 31 maggio, a dieci anni dagli ultimi interventi in una delle città della Sicilia ellenistico-romana conservate meglio, e si concentreranno su un settore che custodisce abitazioni visibili fino a due metri di altezza. 

Finziade svolse un importante ruolo strategico nel corso del II-I secolo a.C., sia dal punto di vista militare che commerciale, instaurando un precoce legame con Roma durante gli anni Guerre puniche (III sec. a.C.) e beneficiando di una notevole ricchezza, di cui le strutture eccezionalmente conservate sul sito rappresentano un riflesso. Oltre a un nutrito team di ricercatori, archeologi specializzati e studenti provenienti da diverse Università italiane (Catania, Palermo, Napoli, Roma, Milano), prenderanno parte alle attività circa 50 alunni del liceo Linares e dell’istituto Fermi di Licata, oltre 25 volontari dell’associazione Gral (Gruppo di ricerca archeologica licatese) e del Gruppo archeologico Finziade, che si alterneranno durante il mese di scavo.

«Il “Finziade project” si qualifica per la sua forte connotazione pubblica, volta al coinvolgimento attivo della comunità locale, in linea con la politica culturale del Parco – afferma il direttore, Roberto Sciarratta – Vogliamo in questo modo rafforzare il nostro rapporto con l’intera comunità licatese che da sempre si spende per la tutela e la valorizzazione dell’enorme patrimonio archeologico che possiede. Un ringraziamento va, inoltre, alla ditta Edil Pira srl che, nello spirito di collaborazione, ha sponsorizzato la ricerca fornendo le attrezzature per lo scavo».

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Flash news

Separati in casa azzurra:Gnoffo cerca di frenare le polemiche

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All’inaugurazione del comitato elettorale del deputato forzista on Marco Falcone candidato all’europarlamento sono stati notati vari esponenti del centrodestra dei ribelli come il candidato sindaco Totò Scerra accompagnato dal sindaco di Niscemi Massimiliano Conti, Pino Federico e il consigliere uscente di Forza Italia Carlo Romano.

Non c’erano i dirigenti di Forza Italia tutti concentrati al comitato elettorale della candidata a sindaco di coalizione Grazia Cosentino . Al termine né i forzisti sono andati a trovare l’on.Falcone né si è verificato il contrario.È stata la serata dei separati in casa.

Non vuole fare polemiche l’ex assessore forzista Nadia Gnoffo che sarà candidata al consiglio comunale.

“Forza Italia era a fianco del candidato a sindaco di coalizione- ha commentato Nadia Gnoffo- non so con chi ha inaugurato il comitato l’on.Falcone.Credo con i suoi amici. Non credo neanche che la concomitanza tra le due manifestazioni sia stata costruita ad arte. Non ne vedo il motivo. Sarebbe stato piacevole che l’on.Falcone avesse fatto un salto per salutare la candidata a sindaco che è anche del suo partito.Non lo ha fatto, o non gliel’hanno fatto fare, ma poco importa. Ci sarà tempo e modo di incontrarsi”.

Non vuole liti e polemiche l’esponente forzista. E come dice l’on.Falcone: ne riparliamo il 10 giugno. I separati in casa tireranno le fila dopo le elezioni.

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Cronaca

Confiscati beni a esponente mafioso degli Emmannuello

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Decreto di confisca di beni, eseguito dalla Polizia a Gela per un valore di circa 500mila euro, riconducibili a un esponente di vertice della famiglia mafiosa degli Emmannuello. L’esecuzione del provvedimento ha permesso l’acquisizione definitiva, a favore dell’Erario dello Stato, di 27 beni tra cui un’impresa individuale di allevamento di ovini e caprini e l’intero complesso aziendale, costituito anche da beni mobili registrati e numerosi mezzi agricoli; 19 beni immobili, di cui 4 fabbricati e 15 terreni; 3 beni mobili registrati, un’autovettura, un autocarro e un motoveicolo e 4 rapporti finanziari, 2 depositi a risparmio e 2 conti correnti. I beni erano stati sottoposti a sequestro, nel dicembre del 2019, con decreto della Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale, su proposta del Questore della Provincia di Caltanissetta, a seguito delle indagini di natura patrimoniali espletate dal personale dell’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Questura nissena, che aveva verificato come il valore dei beni nella piena disponibilità dell’appartenente al sodalizio criminale era sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dallo stesso, accertando, quindi, che i beni oggi acquisiti definitivamente erano frutto delle attività illecite poste in essere e ne costituivano il reimpiego. L’uomo, Maurizio Trubia, 55 anni, sorvegliato speciale di Ps, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, pluripregiudicato per diverse tipologie di reato, tra cui ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi da sparo, furto e pascolo abusivo, è stato condannato, alla pena di 8 anni di reclusione, poiché riconosciuto colpevole del reato di associazione di tipo mafiosa, per avere fatto parte del sodalizio criminoso denominato “cosa nostra – gruppo Emmanuello”, con sentenza del Tribunale di Caltanissetta del 2010, confermata dalla locale Corte di Appello nel 2012 e divenuta irrevocabile il nel 2013.

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