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Teatro, attesa per il Decamerone di San Berillo

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Grande curiosità per il lavoro ispirato a Boccaccio che il regista Sebastiano Mancuso sta provando nel quartiere della prostituzione catanese. Lo spettacolo andrà in scena il solo 30 settembre, con tre repliche, nell’ambito del progetto Palcoscenico Catania dell’Assessorato comunale. L’armonia dei cori e il fragore delle bande musicali dominano questo Decamerone, tra migranti, maschere, tarocchi, fercoli, processioni e persino turisti stranieri. E naturalmente incisivi attori

 “L’angosciante presa di coscienza che il nostro mondo non era affatto immune da guerre e pestilenze e che occorreva fare i conti con questi mostri, mi ha spinto, per questo lavoro teatrale da rappresentare in un luogo simbolico come San Berillo, a ispirarmi al testo scritto settecento anni fa da Giovanni Boccaccio”.

Lo spiega, mentre prova con gli attori tra i vicoli del quartiere catanese della prostituzione, il regista del Decamerone, Sebastiano Mancuso, il quale firma anche la drammaturgia dello spettacolo, che, con il sottotitolo Amore e sghignazzi, andrà in scena venerdì 30 settembre con tre repliche: alle 18, alle 19 e alle 20.

Un’unica giornata, dunque, per questo Decamerone prodotto dall’associazione culturale Abisinthe e inserito nel progetto Palcoscenico Catania, la bellezza senza confini, dell’Assessorato comunale, che, finanziato dal Ministero della Cultura, punta a sviluppare un’offerta culturale diffusa attraverso spettacoli dal vivo nei quartieri periferici. Visto il numero contingentato di posti – cinquanta per replica – è già cominciata la prevendita dei biglietti. Si potrà chiamare – o scrivere su Whatsapp – al numero di Abisinthe, 393/5411180.

“Le prove qui a San Berillo stanno destando grande interesse e curiosità, come nel momento in cui agli spettatori vengono consegnati i tarocchi e si leggono loro le carte” afferma Loriana Rosto, una delle protagoniste. L’idea di Mancuso è quella di rendere partecipe il pubblico in maniera totale. E per questo, durante le prove, diversi passanti e turisti, anche stranieri, sono stati coinvolti nell’esperimento e si sono messi a danzare.

È un’Umanità con dentro sacro e demoniaco quella narrata nel Decamerone di Mancuso, il quale segue Boccaccio nella ferma convinzione che ad amministrare il mondo siano Natura e Fortuna e che, qualunque disgrazia possa colpirci, è possibile rialzarsi. Due le novelle al centro della narrazione – Lisabetta da Messina e Calandrino e l’elitropia – che, spiega il regista, “illustrano in maniera tra loro complementare il rapporto con l’invisibile”. Ma quel che emerge in maniera prepotente è, sottolinea Mancuso, “il grande mistero della drammatizzazione della vita, tra archetipi junghiani, amore carnale e quella musica, anzi, quel fragore, che, come il sesso, serve a scacciar via paura, dolore e angoscia”.

Ecco dunque a percorrere rumorosamente i vicoli una vociante processione di musici con tamburi e ottoni – dell’Orchestra d’armonia della Contea diretta dal maestro Giulio Nido – e di demoni. Ma non solo: ad affascinare c’è anche il magico affiatamento dei coristi, alcuni dei quali “per ristabilire un contatto con la nostra parte più profonda”, come sottolinea Salvo Disca, direttore del Secret Chord, indossano maschere di animali. Create queste ultime, da Gabriella Trovato, autrice del progetto d’arte visiva dello spettacolo. 

In corteo anche gli attori: Luana Toscano (Filomena la narratrice), Antonella Scornavacca (la Santa), Elmo Ler (Calandrino), Loriana Rosto (Lisabetta da Messina), Ibrahima Diallo (il Diavolo), Daniele Triolo (Lorenzo), Claudia Bono (lettrice di tarocchi). E con loro una decina di figuranti.

“Si tratta – spiega Francesca Romana Di Giorgio, la quale cura i movimenti coreografici ed è anchecoordinatrice del Centro Astalli di Catania – di migranti che hanno aderito al progetto di questo Decamerone dando un importante contributo”.

Da citare inoltre, tra coloro i quali lavorano allo spettacolo, Simone Raimondo (scenotecnica), Carmen Comis e Jacopo Castorina (sartoria) e Anastasia Zuccarello (assistente alla regia).

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I concerti di marzo

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Lo spettacolo continua con la musica di marzo e continua a scorrere il calendario degli appuntamenti alle Mura Federiciane nell’ambito dell’89° Stagione concertistica organizzata dall’Associazione Amici della Musica “Giuseppe Navarra” di Gela, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Cultura, Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo Regione Siciliana – Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo e del Comune di Gela.

Nell’Auditorium presso le Mura Federiciane alle ore 19.15 al Plesso Santa Maria di Gesù si terranno 4 concerti.

Domenica 3 marzo e’ in programma il concerto del duo Samuele Michele Cascino al violino e Vincenzo Indovino al pianoforte.

Domenica 10 marzo e’ previsto il Quintetto di flauti Bellini con Mara Caliò, Daria Grillo, Cristina Olive, Maddalena Cefali e Costanza Ferlazzo.

Domenica 17 marzo e’ previsto il concerto del duo chitarristico Federico Capici e Marco Zambito Marsala.

Domenica 24 marzo in programma c’è il concerto pianistico a 4 mani, con Debora Marino e Mariaconcetta Rosa.

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Debutto dello spettacolo gli ‘Uomini non sono alberi’

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 “Uomini non sono alberi”, viaggio in 24 canzoni per narrare vita e opere del compositore dell’“Opera da tre soldi”, debutterà il 9 marzo nel Teatro Garibaldi. Prodotto da One Sky Academy in collaborazione con il Comune di Piazza e diretto da Frank Alva Buecheler, coinvolge artisti provenienti da Germania, Svizzera, Regno Unito, Italia e Palestina.  Lo spettacolo, recitato e cantato in tedesco, inglese, italiano e arabo, narra le peripezie di Weill, che, ebreo, durante il nazismo e la guerra visse da cosmopolita tra Berlino, Parigi e New York. Ieri la prima prova in Sicilia.

 “Uomini non sono alberi” si intitola il musical in scena sabato 9 e domenica 10 marzo in anteprima assoluta nel Teatro Garibaldi di Piazza Armerina e che prende il titolo dal saggio “Exile and Creativity” (1984) del filosofo ceco Vilém Flusser, in cui si afferma che le persone non hanno radici e quindi possono muoversi liberamente.

L’essere umano sperimenta sé stesso nel movimento e nel movimento trova energia e identità.
Frank Alva Buecheler – regista, autore e performer tedesco – ha deciso di portare questo
messaggio di felicità e libertà dal nord Europa alla Sicilia, cuore del Mediterraneo e simbolo della
comunicazione tra continenti e popoli. Per questo ha scelto Piazza Armerina, nel centro dell’Isola, città famosa per il suo patrimonio archeologico e artistico, che negli ultimi anni è diventata protagonista di una crescita culturale e demografica senza precedenti.

Qui, Buecheler ha fondato la One Sky Academy, istituzione tesa alla cooperazione internazionale e alla diffusione dell’idea di una società aperta, fondata sull’Arte, la Pace e il Progresso sostenibile. Un luogo in cui cittadini, artisti e intellettuali possono incontrarsi per esplorare e sviluppare una comprensione profonda in un mondo sempre più confuso.

“Uomini non sono alberi” è la prima produzione teatrale nata da questo progetto. Kurt Weill – esiliato due volte nella sua vita a causa delle persecuzioni razziali contro gli ebrei – è stato uno degli artisti più popolari del XX secolo. Attraverso le sue più famose canzoni – da Mackie Messer a September Song, diventata una hit di Frank Sinatra – lo spettacolo racconta la sua avventurosa biografia trasformandola in un’allegoria della potenza vitale che l’essere umano può esprimere, superando ogni ostacolo per conquistare la felicità e la libertà.

Nato nel 1900 in una piccola città industriale tedesca, Weill ha composto la colonna sonora della leggendaria Berlino dei selvaggi, dorati e disperati anni Venti. La sua Opera da tre soldi – su testo di Bertolt Brecht ed Elisabeth Hauptmann – è lo spettacolo musicale di maggior successo del XX secolo. Mack The Knife fu il singolo più venduto degli anni Venti. E la moglie Lotte Lenya divenne la cantante più acclamata del suo tempo, conquistando il pubblico con la sua appassionata Jenny dei pirati. Ma quando Adolf Hitler prese definitivamente il potere in Germania nel 1933, Kurt Weill fu costretto a lasciare tutto a Berlino – casa, automobile e cane – per fuggire a Parigi. Qui non si perse d’animo e si tuffò nel lavoro scrivendo chanson indimenticabili. Dopo due anni il vento cambiò anche in Francia e Kurt si imbarcò per New York con la moglie. E negli States riuscì ad affermarsi in pochissimo tempo: debuttò trionfalmente a Broadway con alcuni musical profondamente innovativi, spesso in collaborazione con il premio Pulitzer James Maxwell Anderson, e scrisse bellissime colonne sonore per il cinema di Hollywood, da You and Me di Fritz Lang (1937-38) a Salute to France di Jean Renoir (1944).

Lotte e Kurt, divenuti cittadini americani, festeggiarono la vittoria degli Alleati che pose fine alla Seconda Guerra Mondiale e al terrore nazista. Ma Kurt non volle più tornare in Germania e sarebbe morto nell’aprile del 1950 a soli 50 anni.

Ci restano la sua musica e la testimonianza di un artista sempre fedele a sé stesso, che ha rifiutato il ruolo della vittima e trasformato ogni situazione avversa in un’opportunità.

“Uomini non sono alberi” – dopo quelle a Berlino, le prove proseguono da ieri a Piazza Armerina dove domani arriveranno i costumi – è recitato e cantato in tedesco, inglese, italiano e arabo.  Sulla scena, protagonisti del musical sono, oltre allo stesso regista e autore Frank Alva Buecheler, Christine Buffle, Maryam El-Ghussein e Kenneth Berkel, che è anche il direttore musicale. Scenografia e costumi portano la firma di Danila Mancuso, video e suoni sono di Cesare Minacapilli e assistenti alla regia sono Pietro Roccaforte e Cai Morgan.

Dalle 16 di martedì 6 marzo nel convento di Sant’Anna a Piazza Armerina, sede della One Sky Academy, avrà luogo una conferenza stampa con i protagonisti di questa grande operazione culturale.

Tre giorni dopo, nella cornice storica del Teatro Garibaldi, costruito tra il Sette e l’Ottocento e da poco restituito ai cittadini, il pubblico avrà la possibilità di partecipare per la prima volta a un grande evento internazionale.

Per il debutto del 9 marzo alle 19.30, il biglietto costerà 15 euro, mentre giovani fino a 18 anni ne pagheranno solo 10. Nella pomeridiana del giorno successivo, alle 17.30, il biglietto intero costerà 10 euro e quello ridotto per i giovani soltanto 6. Per lunedì 11, infine, si sta lavorando a un matinée. Per informazioni e vendite  si può contattare la One Sky Academy (https://onesky.academy/it/).

Gli organizzatori consigliano di affrettarsi a prenotare, considerato l’alto numero di richieste per questo spettacolo che, con la bellezza della sua musica, la vivacità delle sue scene e dei suoi colori, si fa portatore di un messaggio carico di emozioni e positività. E interpreta in chiave globale lo spirito di rinascita e di rivalsa che ora anima tutta la Sicilia e la città Piazza Armerina.

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“Guardami negli occhi”, l’Antidoto pronto a tornare in scena

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La compagnia Antidoto pronta per un weekend di esibizioni. Da venerdì 23 a domenica 25 febbraio, il gruppo gelese sarà in scena con “Guardami negli occhi”, commedia in due atti di Guglielmo Greco. Con lui ci sarà ovviamente sul palco l’inseparabile compagno di mille avventure teatrali Emanuele Giammusso.

Ecco date e orari delle rappresentazioni: venerdì 23 febbraio alle 21, sabato 24 febbraio alle 21, domenica 25 febbraio alle 18. Sul palco anche Maria Giannone, Giovanna Cartia, Ivan Blanco e Rocco Fasciana. 

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