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Volley: Blanco, Leopardi e Incorvaia selezionatori nel comitato Akranis 

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Riconoscimento importante per Giovanni Blanco, Fabio Leopardi e Nuccio Incorvaia. I tre tecnici dell’Ecoplast volley Gela sono stati nominati dalla Fipav come selezionatori del comitato Akranis, che riunisce le squadre delle province di Caltanissetta e Agrigento: Blanco come primo allenatore, Leopardi come secondo e Incorvaia come dirigente. Domenica prossima dalle 9.30 alle 11.30 cureranno una prima selezione per i nati nel 2008/2009, il raduno si svolgerà presso la palestra dell’istituto comprensivo “G. Leopardi” di Licata.

Un incarico importante per i tre istruttori, scuola Pegasus volley, che in questi anni hanno lavorato con impegno per far crescere la realtà pallavolistica locale.  Una grande passione per loro quella per il volley, portata avanti nel tempo con diversi ruoli. Adesso un ulteriore “salto” che arriva per mettere le loro competenze al servizio dell’intero movimento nel comparto Akranis.

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A giugno in città le finali del torneo Special basket 2024

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Gela ospiterà le finali nazionali del torneo Special basket 2024, concentramento Sud. L’iniziativa, promossa da Special Olympics Italia, è in programma i prossimi 8 e 9 giugno al PalaLivatino. Ad organizzare l’evento sarà Special Olympics Team Sicilia, il cui direttore regionale è il gelese Natale Saluci.

Dallo scorso 1 Novembre squadre di atleti con e senza disabilità intellettive si sono sfidate nei vari gironi. Una grande esperienza di sport unificato, ricca di emozioni e divertimento. Le altre finali nazionali si terranno a Ferentino (centro), La Spezia (Nord-ovest) e Mareno di Piave (Nord-est).

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Parla Enzo Fecondo: “Noi spinti nel vuoto, affrontata una Serie B come fosse la D”

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Una retrocessione amara. Senza lottare. Una sola vittoria in un campionato, quello di Serie B, che doveva rappresentare una vetrina nazionale e che invece è stata soltanto una lenta agonia. La società ha mollato presto la presa, lasciando allenatore e giocatori da soli. Quando si è cercato di provare a salvare in qualche modo la nave dalla tempesta, era troppo tardi. Ha lasciato profonde ferite la stagione appena conclusa dal Gela calcio a 5 in Enzo Fecondo. L’allenatore biancazzurro ha avuto bisogno di un po’ di tempo prima di analizzare quanto accaduto.

Mister Fecondo, possiamo dire che si è chiusa una stagione sportivamente terribile?
«Inizio col dire che le mie parole rappresentano il mio punto di vista, è sempre bene chiarirlo, e non una verità assoluta come invece molti hanno la presunzione di considerare le proprie idee. Da una parte è vero che non siamo stati aiutati ad evitare questa enorme brutta figura, tant’è che nel nostro momento di massima difficoltà siamo stati praticamente spinti nel vuoto con dei tagli fuori da ogni logica che abbiamo accettato per evitare di abbandonare la nave che affondava. Ma dall’altra parte è vero pure che ci siamo nascosti, io come allenatore e i giocatori più esperti, dietro le tante mancanze che comunque ci sono state e che nessuno può negare».
Di chi è la responsabilità di questo fallimento?
«Sono io il primo ad aver fallito. Ho costruito questa squadra con quei ragazzi che meritavano di giocare in questa categoria tanto desiderata, con la convinzione e forse la presunzione di poterci salvare agevolmente. Potrei dire di non esserci riuscito perché la mia testa era sempre altrove per risolvere i mille problemi che spuntavano puntualmente, anche il giorno della partita, e che strada facendo tutto andava a peggiorando. Ma io sono l’allenatore, io ho accettato di continuare nonostante avessi voglia di mollare tutto anche se è troppo facile mollare quando si perde, nonostante avessi mille motivi validi. Non sono riuscito a motivare questa squadra quando aveva bisogno di una forte scossa».
È perfettamente chiaro, dai fatti prima ancora che dalle sue parole, che lei e la squadra siete stati abbandonati dalla società.
«Anche se non sono stato messo nelle condizioni di fare l’allenatore, ho accettato di continuare perché il mio abbandono avrebbe significato l’assenza di figure tecniche e dirigenziali. Però nessuno e dico nessuno dei giocatori ha dato quel qualcosa in più utile alla squadra. I leoni che conoscevo si sono nascosti dietro il “ma”, bisognava accantonare i problemi e concentrarci più sul campo. È mancata quella squadra umile, forte e compatta che, invece di scaricare sempre verso altri le proprie mancanze, avrebbe dovuto accettare i propri limiti e cercare sul campo l’ultimo miracolo».
Una stagione nata male e finita peggio.
«Solo dopo tutte queste disavventure il presidente Maurizio Melfa ha cercato di salvare il salvabile provando ad acquistare qualche giocatore, ma ci siamo accontentati di ciò che abbiamo trovato anche per via di una riforma strana, che impone di avere un solo straniero per squadra. Sappiamo tutti com’è finita la nostra tragica stagione, tutti abbiamo dato molto meno di ciò che serviva per fare il salto di qualità. Anzi abbiamo fatto un passo all’indietro, affrontando una Serie B come fosse una Serie D».
Come lo immagina il futuro?
«Si ripartirà dai giovani e dai veterani più umili, ogni cosa inizia e finisce come accaduto 16 anni fa circa, quando è finito un ciclo nel peggiore dei modi ma da lì siamo ripartiti scrivendo pagine bellissime di sport e soprattutto di rapporti umani che vanno oltre lo sport. Di una cosa sono certo: per continuare ci devono essere le condizioni e soprattutto l’ambizione di crescere e vincere come lo è stato quando ho deciso tre anni fa di ritornare a Gela in una società forte, con un presidente forte e con un palazzetto da Serie A. Altrimenti meglio morire subito che rimanere in agonia, come già successo in passato».

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Il 16 e 17 maggio le Mini olimpiadi di atletica leggera alle Mura

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Tornano le Mini Olimpiadi di atletica leggera: appuntamento i prossimi 16 e 17 Maggio alle Mura Timoleontee. L’iniziativa è promossa dall’associazione Green&Sport presieduta da Giuseppe Veletti, i due testimonial saranno Salvatore Bianca e Kimberly Scudera.

«Dal passato – dice il prof. Veletti – vogliamo portarci verso il futuro di una nuova identità sociale. Quasi smarrita in questa città. I greci sapevano che la cultura e la bellezza passavano attraverso la cura del corpo e il movimento». 

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