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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Il valore delle ex province per la politica regionale

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Da un gruppo di dipendenti dell’ex Provincia regionale di Caltanissetta riceviamo e pubblichiamo

Siamo dei dipendenti dell’ex Provincia Regionale di Caltanissetta e desideriamo portare all’attenzione della collettività dei fatti che documentano il ridotto “valore” che la Politica Regionale attribuisce agli Enti ex province facendo diventare prioritaria la competizione elettorale, seppure di secondo livello, rispetto all’esigenza di far rifunzionare gli stessi Enti dopo averli depauperati con l’insensata campagna di cancellazione avviata dall’annuncio televisivo dell’ex Presidente Crocetta.

In questi giorni, con un ordine del giorno votato a maggioranza, i Deputati della Regione Sicilia hanno chiesto al Presidente Schifani di impegnarsi a “… sospendere, tramite i commissari straordinari attualmente in carica, le procedure concorsuali in essere fino all’insediamento degli organi elettivi al fine di consentire ai medesimi organi di valutare l’opportunità di confermare, modificare o revocare le determinazioni assunte dalle gestioni commissariali”, per salvaguardare la competizione elettorale dall’assunzione di posizioni di privilegio da parte di soggetti che rivestono ruoli istituzionali.

Il Presidente della Regione ha inviato l’odg all’Assessore Regionale agli Enti Locali per “… le conseguenziali valutazioni e l’avvio delle ritenute iniziative ….” che a sua volta, con la stessa motivazione, lo invia ai Commissari Straordinari dei sei Liberi Consorzi Comunali siciliani.  

Il Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta ex Provincia Regionale di Caltanissetta ha valutato, previa interpretazione corretta del termine “procedure concorsuali” (secondo il diritto italiano trattasi del fallimento, amministrazione straordinaria ma nel caso di che trattasi i Deputati intendono riferirsi ai concorsi per le assunzioni di dipendenti nei liberi consorzi) di procedere alla sospensione delle attività conseguenti ai bandi dei concorsi già pubblicati per l’assunzione di dipendenti e per i quali risultano pervenute le istanze dei concorrenti ricomprendendo nella sospensione anche uno degli istituti del CCNL che prevede la progressione verticale in deroga a quella ordinaria (una sorta di avanzamento professionale collegata all’esperienza).Tutto ciò, soprassedendo al fatto che la carenza di organico, determinata dai numerosi pensionamenti senza alcun rimpiazzo, non permette più al Libero Consorzio di assicurare i propri servizi che nella fattispecie si traducono in difficoltà gestionali, sino al limite dell’assenza gestionale, delle infrastrutture viarie e scolastiche. E’ noto a tutti che in atto il personale dell’Ente arranca nella gestione delle strade provinciali e delle scuole ove occorre operare la costante vigilanza e manutenzione con progettazione ed esecuzione degli interventi e il puntuale riscontro alle numerose richieste dei dirigenti scolastici e dell’utenza stradale e dei proprietari delle aree servite dalle strade provinciali. Il paradosso di questo Ente si palesa nella caparbietà mostrata dai dipendenti, in particolare durante il periodo di indisponibilità di risorse economiche, ad accedere a tutte le possibilità governative e non di acquisizione di finanziamenti e che oggi, pur avendoli ottenuti, non si riesce ad utilizzarli per carenza di risorse umane.  

La carenza di organico è così tangibile che, proprio in questi giorni, diversi sono i dipendenti ai quali è stato indirizzato un avviso di garanzia per presunte colpe connesse allo stato manutentivo di una strada provinciale nella quale risulta alta la frequenza di incidenti stradali pur avendo questo Ente eseguito sulla stessa molteplici interventi di manutenzione, nel limite delle risorse disponibili e che unico vero deterrente dovrebbe essere garantito dal fare rispettare in loco i limiti di velocità imposti da parte del servizio assicurato dalla cosiddetta polizia provinciale non esistente nel ns. Ente per carenza di risorse umane qualificate.

Per dare il giusto peso alla carenza di organico, che si acuisce guardando anche alle professionalità, si evidenzia che in un trentennio circa 500 sono state le unità di personale pensionate e non rimpiazzate ed oggi la dotazione organica dell’Ente è rappresentata solo da 159 unità, significando che in atto al Settore tecnico tre funzionari (due geometri e un ingegnere) sono i responsabili di complessivi Km. 1116 di strade provinciali collaborati, mediamente, da un’unita tecnica istruttore e da pochissimi collaboratori professionali capicantonieri e cantonieri (personale tutto con età non inferiore ai 60 anni). Peggio risulta la situazione nel comparto Edilizia dove tutti gli edifici dell’Ente (47 immobili tra edifici scolastici, sedi di uffici e di strutture sportive) sono gestite da due funzionari architetti collaborati anch’essi da uno o due istruttori, risultando quasi sguarnito tutto il settore impiantistico.

Medesime difficoltà si hanno anche negli altri settori quali l’assistenza sociale e i servizi ambientali in cui l’Ente con il personale residuo cerca di far fronte ai propri obblighi che spesso comportano riscontri non immediati.

A fronte dell’esigenza di ricoprire con la massima sollecitudine i posti vacanti nei liberi consorzi, la Deputazione Regionale con l’avallo “valutato” dei Commissari Straordinari ha inteso bloccare tutto ritenendo che l’assunzione di un istruttore o di un operatore o, addirittura di un dirigente (pur in presenza dei bandi di concorso pubblicati), possa determinare dei privilegi a qualcuno creando nocumento alla competizione elettorale di secondo livello. Non riusciamo poi a comprendere quale interferenza possa generare ad una competizione politica, in cui i cittadini non votano, lo svolgimento di progressioni verticali, per giunta in deroga, cioè senza esami orali o scritti ma solo sulla base di valutazioni di curriculae e titoli in applicazione del CCNL vigente. Come pure non riusciamo a toglierci il cruccio che forse si è voluto sospendere tutto per consentire alla “politica regionale” di gestire essa stessa i presunti “privilegi”.

Siamo convinti che dal momento che un bando di assunzione favorisce qualcuno lo stesso va impugnato nelle sedi competenti oltre che, nel caso se ne ravvisasse la necessità, va inoltrata la denuncia all’autorità giudiziaria e che, al massimo, per le motivazioni addotte nell’ordine del giorno della deputazione regionale si potevano bloccare eventuali concorsi di direttori generali o simili ma non certamente questo unico momento di respiro che la normativa nazionale ha aperto per permettere le assunzioni negli Enti locali consentendo il rimpiazzo di funzionari, istruttori, operatori tecnici e amministrativi tanto necessari in questi Liberi Consorzi per garantire efficientemente i servizi istituzionali.

Documento sottoscritto da oltre 50 dipendenti

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La Federazione Italiana Exallievi di Don Bosco saluta Papa Leone XIV

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 Riceviamo e pubblichiamo una nota dalla Federazione Italiana Exallievi di Don Bosco

“La Federazione Italiana Exallievi di Don Bosco, con gioia e gratitudine saluta l’elezione al soglio pontificio dell’amatissimo cardinale Robert Francis Prevost.Fedeli all’insegnamento di Don Bosco, cui quotidianamente chiediamo di insegnarci “ad amare l’Eucaristia, Maria Ausiliatrice e il Papa”, assicuriamo al 267° successore di Pietro il nostro affetto, la nostra dedizione e la nostra preghiera.

Ricordiamo quel 16 ottobre 1978 in cui papa Giovanni Paolo II ci coinvolse con l’umiltà di richiedere aiuto (“…se sbaglio mi corrigerete”) e ricordiamo quel 13 marzo 2013 in cui l’Exallievo divenuto papa Francesco si presentò con la familiarità e la cordialità di un semplice ma significativo “buonasera”.Ricorderemo questo 8 maggio 2025 in cui papa Leone XIV, quasi proseguendo l’ultimo intervento del suo predecessore nella domenica di Pasqua, ha salutato la Chiesa con le stesse parole che Gesù rivolse agli apostoli dopo la resurrezione: “La pace sia con voi!”.Grazie, vicario di Cristo, che ci assicuri il tuo impegno per la pace di cui ha tanto bisogno questo mondo martoriato da tante, troppe guerre.

Grazie, santità, che con la scelta del nome ci hai assicurato di avere a cuore le questioni sociali di questo mondo, tanto care alla Famiglia salesiana.Grazie, sommo pontefice, per avere ribadito, sin dall’inizio del Tuo mandato, che “Dio vi ama tutti” e che, partendo da questa certezza, possiamo impegnarci per realizzare i nostri sogni, tanto cari a noi, figli di un santo sognatore.Duc in altum.”

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“Una farsa la procedura per scegliere il direttore artistico”

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Dai dirigenti provinciali di Forza Italia, Nadia Gnoffo e Vincenzo Cirignotta, riceviamo e pubblichiamo

Con verbale n. 1 del 6 maggio 2025, è stato concluso lo scrutinio delle manifestazioni di interesse strumentali alla ricerca di un professionista al quale conferire l’incarico di Direttore Artistico di interventi e programmi di promozione turistica, sportiva e culturale, da svolgersi entro l’anno 2025.All’esito dell’istruttoria curata dal segretario generale, e’ stata ritenuta più convincente e confacente alla complessità e varietà degli eventi culturali e di svago che il Comune di Gela vorrebbe organizzare nell’anno 2025, con il contributo erogato dalla Regione Siciliana, la manifestazione di interesse a firma del Sig. Francesco Barone. Senza entrare nel merito delle capacità del soggetto scrutinato, è evidente che la procedura di selezione messa in atto dall’amministrazione comunale è stata una farsa, considerato che la scelta ricaduta sul professionista incaricato era già nota in città, come documentata da materiale fotografico diffuso sui social. Suggeriamo all’amministrazione Di Stefano di evitare la destinazione di risorse umane, in un momento così delicato per il nostro ente, per seguire inutili procedure di selezione preconfezionate, messe in campo solo ed esclusivamente per effettuare una comparazione fittizia dei curricula dei partecipanti. Il modus operandi non ci meraviglia nemmeno. Cosa ci si poteva aspettare da un’amministrazione comunale che in piena campagna elettorale, a ridosso delle elezioni provinciali, decide di affidare un incarico tecnico di 104 mila euro ad un consigliere comunale appartenente ad un movimento politico civico con cui qualche giorno prima aveva sancito un accordo elettorale per sostenere il sindaco Di Stefano alla Presidenza del Libero Consorzio di Caltanissetta?

Invitiamo l’amministrazione Di Stefano a cambiare rotta, sforzandosi, se ci riesce, a gestire la res pubblica seguendo importanti principi, ricavabili direttamente dalla Costituzione, quali il principio di legalità, del buon andamento e dell’imparzialità della pubblica amministrazione.

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Conclave 2025: rischio cortocircuito ed elezioni invalide

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Dal nostro lettore Roberto Loggia, riceviamo e pubblichiamo

“Papa Francesco ci ha lasciati e riteniamo di poter affermare che anche coloro i quali avevano sollevato delle possibili criticità riguardo alla sua elezione e al suo operato si siano alla fine commossi davanti alla patente sofferenza di un uomo al quale va comunque riconosciuta una coerenza, negli anni, davvero eccezionale rispetto alla linea assunta sin da subito nell’esercizio del ministero petrino.Ma oramai questa è storia che forse nei mesi e negli anni a venire meglio comprenderemo.

Oggi invece occorre procedere all’elezione di un nuovo Papa. Oramai ci siamo, è davvero questione di ore!Dovrà quindi tenersi un conclave, cioè un’adunanza di tutti i cardinali aventi diritto al voto (quelli di età inferiore agli ottanta anni), in seno a cui ciascuno esprimerà la sua preferenza ed al termine del quale sarà eletto, appunto, il Papa.Il conclave – com’è noto – è regolato da una serie di norme di diritto canonico e di documenti magisteriali della Chiesa che ne stabiliscono tempistiche e modalità e l’osservanza di tali norme è fondamentale al fine di conferire validità all’elezione stessa e quindi legittimità al Pontefice eletto.Si badi, non si tratta di mere formalità o di tecnicismi di sorta giacché la violazione di tali norme non comporterebbe effetti soltanto giuridici ma –per chi ha fede- altresì una mancanza nei confronti di Dio stesso e della Sua Volontà.

Il diritto canonico è ampiamente considerato, infatti, come un’espressione della volontà di Dio rivelata attraverso le Sacre Scritture e la tradizione della Chiesa e, pertanto, la consapevole e deliberata violazione delle norme che lo costituiscono va senz’altro interpretata come un allontanamento dalla Divina Volontà, oltre che una trasgressione dei principi morali e religiosi che da Essa derivano.Detto più semplicemente qualora nello svolgimento del Conclave non venissero rispettate tutte le norme che lo regolano, quello che verrebbe eletto sarebbe, non soltanto un Papa non validamente eletto sul piano giuridico (cioè un antipapa), ma anche un soggetto scelto per volontà umana ma non divina.Se poi quelle violazioni fossero commesse con inganno e con l’intento deliberato di realizzare un disegno proprio, in opposizione a quello di Dio, potremmo allora affermare che quella volontà –e l’elezione che ne deriverebbe- sarebbe da attribuire, non soltanto all’uomo, ma persino a colui che di Dio è l’oppositore per eccellenza: il diavolo.

Ecco allora che è fondamentale che tutto si svolga nel massimo rispetto delle norme della Chiesa e sotto questo aspetto risulta preoccupante che a poche ore dal conclave, forse non siano state (adeguatamente) affrontate due questioni essenziali sollevate da più parti nei giorni scorsi da autorevoli personalità.La prima (più nota ed importante) afferisce alla validità del precedente conclave del 2013, messa in dubbio da diverse, insigni, personalità -teologi, sacerdoti, giuristi, giornalisti d’inchiesta, etc.- in ragione del fatto che Benedetto XVI avrebbe rinunciato soltanto al munus e non anche al ministerium ed alla conseguente, ritenuta, invalidità del papato di Francesco che avrebbe reso nulle le nomine dei cardinali da lui operate e che richiederebbe, adesso, l’estromissione di questi ultimi dal conclave (degno di nota risulta sul punto risulta il fatto che sulla questione, il 12 aprile scorso, a seguito di formale convocazione, è stato sentito il Dott. Andrea Cionci dai Magistrati della Procura Vaticana).

La seconda, invece, anch’essa di natura giuridica, è tutta nuova ed afferisce all’art. 33 della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, per il quale “Il numero massimo di Cardinali elettori non deve superare i centoventi” (come peraltro prescriveva anche la precedente Costituzione Apostolica “Romano Pontifici Eligendo” del 1975), mentre quelli che oggi avrebbero diritto a votare, al netto dei rinunciatari, sono 133. Vi sarebbe quindi un esubero di 13 cardinali dovuto al fatto che Papa Francesco, nel corso del suo ministero, ha nominato un gran numero di cardinali: 163 di cui, oggi, 108 elettori.Nella stessa Costituzione Apostolica, al successivo art. 35, è però previsto che “Nessun Cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione sia attiva che passiva per nessun motivo o pretesto…” e cioè che nessuno dei predetti 133 cardinali (qualora effettivamente tali) possa essere estromesso dall’elezione.Il combinato delle due predette norme (l’art. 35 e l’art. 33), rapportato alla situazione in essere, determina quindi un contrasto di norme che i giuristi sono soliti definire cortocircuito normativo di cui invero si è già occupata la Congregazione dei cardinali, pervenendo però ad una conclusione che, a detta di alcuni, lascia spazio però a qualche incertezza: i prìncipi della Chiesa hanno difatti affermato che Papa Francesco, avendo creato un numero di porporati superiore a 120 avrebbe dispensato dalla disposizione legislativa (dall’art. 33 della UDG) e, pertanto, a norma di altre norme della stessa Costituzione Apostolica, avrebbero, tutti, acquisito diritto di voto.

Rimane però il fatto che la dispensa effettivamente non c’è, né potrebbe sopravvenire adesso che Francesco purtroppo non è più fra noi: darla per implicita pare un po’ avventato, anche sotto il profilo del rispetto delle facoltà di autodeterminazione dello stesso Francesco: chi può esser realmente certo riguardo alla sua (presunta) volontà di voler derogare dalla norma, sia all’epoca delle nomine che, in ottica di fede, anche in punto di morte?E quindi come si fa a ritenerla implicitamente affermata in relazione al numero di cardinali nominati?Le due cose stanno infatti su piani separati e ciò sebbene sia stato evidenziato che il superamento si sarebbe verificato anche negli altri “pontificati” fra cui, a titolo di esempio (è stato citato) quello di Giovanni Paolo II.Ma un conto è il numero complessivo di nomine cardinalizie (che può ben essere superiore a 120) ed un altro, ben diverso, quello dei cardinali che entrano in conclave per eleggere il Papa.

E sotto questo aspetto il numero di 120 pare che non sia stato mai superato, nemmeno per l’elezione, appunto, di Giovanni Paolo II che fu eletto, appunto, da “soli” 111 cardinali elettori. In realtà sussistono alcuni elementi per poter invece ritenere che l’art. 33 della UDG sia una norma che non possa essere disattesa (almeno in regime di sede vacante come quello attuale in cui manca un Pontefice che quale Autorità Suprema vi possa derogare), tanto più che Paolo VI, riferendosi ai cardinali, vi aggiunse persino una clausola con cui ha dichiarato “nulli e invalidi i loro atti, che in qualunque modo tentassero temerariamente di modificare il sistema o il corpo elettorale”.Ci pare quindi di essere in presenza di un problema davvero enorme, forse –lo si osserva con assoluto riguardo – affrontato con una certa leggerezza e rispetto al quale paiono davvero marginali e persino irrilevanti i temi trattati dai media e dalle testate giornalistiche in ordine agli orientamenti prevalenti, alle previsioni di voto ed alla contrapposizione fra progressisti e conservatori.

Di fronte a questa irresolutezza – che peraltro costituisce il punto apicale di un periodo a dir poco controverso nel governo della Chiesa – speriamo e preghiamo sino alla fine affinché coloro i quali ne hanno il potere vogliano far chiarezza sia sulla prima che sulla seconda delle due questioni, e quindi vogliano disporre quegli atti necessari a garantire al popolo di Dio e al mondo intero l’elezione di un vero e legittimo Papa che possa risultare chiaramente ed incontrovertibilmente tale.

Qualche tempo fa ci si era ripromessi di non scrivere più nulla sulla materia ma vista la gravità della situazione che si prospetta ci si è sentiti in dovere di derogare quest’unica volta a tale promessa: qualora non si riuscisse ad eleggere un Papa che sia indubitabilmente tale si rischierebbe non soltanto di non avere un vero Papa (già in base al solo principio per il quale Papa dubius Papa nullus) ma soprattutto di interrompere definitivamente la successione petrina e così, in ottica di fede (ed è soltanto ai credenti che è rivolta quest’ultima affermazione), di anticipare la fine dei tempi”.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
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