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I dimenticati dalla Storia: migliaia di testimoni di Geova tra le vittime della persecuzione nazista

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Il 27 gennaio in tutto il mondo si celebrerà il Giorno della memoria, una data simbolica per ricordare le vittime del nazismo. Il brutale terrore nazista prese di mira milioni di persone a motivo della loro razza, nazionalità o ideologia politica. Ma pochi sanno che tra le vittime dei nazisti ci furono migliaia di testimoni di Geova, che furono perseguitati per la loro fede cristiana.

I Testimoni di Geova, allora conosciuti come Studenti Biblici, furono gli unici sotto il Terzo Reich a essere perseguitati unicamente sulla base delle loro convinzioni religiose, e furono tra i primi ad essere mandati nei campi di concentramento, dove venivano identificati da un simbolo sull’uniforme: il triangolo viola. I nazisti cercarono di infrangere le convinzioni religiose dei Testimoni offrendo loro la libertà in cambio della rinuncia alla propria fede. A nessun altro fu data questa possibilità. Dei circa 35.000 Testimoni presenti nell’Europa occupata dai nazisti, più di un terzo subì una persecuzione diretta. La maggior parte fu arrestata e imprigionata. Centinaia dei loro figli furono affidati a famiglie naziste o mandati nei riformatori. Circa 4.200 Testimoni finirono nei campi di concentramento nazisti. Uno dei massimi esperti dell’Olocausto, lo storico Detlef Garbe, ha scritto: “L’intenzione dichiarata delle autorità [naziste] era di eliminare completamente gli Studenti Biblici dalla storia tedesca”. Si stima che morirono 1.600 Testimoni, di cui 370 per esecuzione.

La resistenza nonviolenta della gente comune di fronte al razzismo, al nazionalismo estremo e alla violenza merita una profonda riflessione in occasione del Giorno della memoria.

Per ulteriori informazioni sui Testimoni di Geova nel periodo dell’Olocausto visitate jw.org:

5 Commenti

1 Commento

  1. Maria parisi

    29 Gennaio 2022 at 10:46

    Grazie per lo spazio che avete dedicato a una notizia poco conosciuta alla maggior parte dei lettori.

  2. Jody Russo

    29 Gennaio 2022 at 11:12

    Grazie per il vs articolo a favore di minoranze religiose che la storia che ha cercato di dimenticare

  3. Salvatore Falsaperna

    29 Gennaio 2022 at 11:51

    Grazie mille per il tempo e lo spazio che avete dedicato nel ricordare una minoranza religiosa come i Testimoni di Geova. Apprezziamo molto il vostro impegno.

  4. Melina Faro

    29 Gennaio 2022 at 12:04

    Volevo esprimere I miei ringraziamenti per gli articoli esposti sui testimoni di Geova. Eventi storici che la storia a cercato di dimenticare. Trovo che siano Eventi storici che fanno bene a una giovane generazione..

  5. Ester Patanè

    31 Gennaio 2022 at 11:40

    Vi ringrazio per il vostro articolo che denota professionalità e un approccio imparziale verso chi spesso è stato dimenticato dalla storia.

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Alla Regione assunti 106 funzionari e ci sono state 40 rinunce

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Hanno firmato il contratto questa mattina 106 nuovi funzionari assunti dalla Regione Siciliana con lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi banditi nel 2022 per il Ricambio generazionale.

Nella sede dell’assessorato della Funzione pubblica, a Palermo, il presidente della Regione ha dato il benvenuto ai nuovi dipendenti che entreranno in servizio il prossimo 3 giugno, una volta completate le procedure di registrazione dei contratti di lavoro. Il governatore ha, inoltre, ringraziato il personale del dipartimento della Funzione pubblica per avere accelerato i tempi burocratici necessari. Presenti anche l’assessore e il dirigente generale del dipartimento.

Lo scorrimento delle graduatorie approvate tra agosto e ottobre del 2022 per 216 posti si è reso necessario per colmare, seppur in parte, la carenza di organico in diversi ruoli dell’amministrazione regionale.

Gli idonei che avevano inviato nei termini la documentazione necessaria per l’assunzione e che erano stati convocati per firmare i contratti erano 146. A firmare il contratto oggi sono stati 7 avvocati (11 i posti disponibili); 13 agronomi su 17; 39 funzionari amministrativi (su 107); 8 informatici (su 25) e 39 ingegneri (su 56). Assunti anche 7 lavoratori delle cosiddette categorie protette. In 40, invece, non si sono presentati alla convocazione o hanno rinunciato al momento della firma. 

Un nuovo scorrimento delle graduatorie sarà effettuato dopo l’approvazione del conto consuntivo della Regione per il completamento delle restanti 110 immissioni in servizio.

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Miur non riconosce qualifica di sostegno in Romania, Tar accoglie ricorso

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Agrigento – Mancato riconoscimento della qualifica professionale di docente di sostegno acquisita in Romania, il Tar del Lazio dà ragione ad un insegnante agrigentino e dispone una nuova verifica del titolo.

L’uomo, difeso dallo studio legale Limblici Palumbo di Favara (AG), ha presentato ricorso contro il Ministero dell’Istruzione e ha contestato come questo si sia limitato a constatare l’assenza dell’attestato di competenza professionale rilasciato dal Ministero romeno, senza richiedere all’interessato un’integrazione documentale, senza effettuare le necessarie comparazioni e senza alcuna valutazione in ordine alla possibilità di colmare le eventuali differenze con apposite misure compensative.

La Sezione Quarta Bis  del Tar del Lazio con sentenza depositata il 17 aprile scorso, in sintesi, ha evidenziato che la condotta dell’Amministrazione contrasta con la direttiva europea 2005/36/CE ma non solo. Come infatti più volte ribadito a livello nazionale dai giudici del Consiglio di Stato in adunanza plenaria, con riferimento al riconoscimento dei titoli di formazione conseguiti all’estero, deve essere effettuata da parte del Paese di destinazione una verifica in concreto delle competenze professionali acquisite e della loro idoneità all’accesso della professione regolamentata.

L’eventuale mancanza di documenti necessari, ha stabilito il giudice amministrativo, non può di per sé essere considerata causa ostativa al riconoscimento della qualifica, in quanto il Ministero è tenuto a verificare il concreto livello di competenza professionale acquisito dall’interessato nel Paese di origine.  

Resta comunque salva la possibilità di disporre misure compensative, ossia attività ulteriori che l’Amministrazione può predisporre al fine di colmare eventuali differenze tra la formazione posseduta e quella richiesta sul territorio nazionale.

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Il mese della Madonna inizia col pellegrinaggio

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Martedì 30 aprile alle ore 23.00 si snoderà da Piazza Calvario la tradizionale processione cittadina d’inizio mese di maggio fino alla chiesetta della Madonna di Bitalemi, tanto cara al popolo gelese. Ogni giorno alle 17.30 ci sarà la recita del Santo Rosario.

Oltre i pellegrinaggi del 13, 24 e 31 maggio, varie parrocchie ed associazioni hanno già segnato il loro pellegrinaggio a piedi e così, come ogni anno, tanti saranno i fedeli che dalle proprie abitazioni o quartieri si recheranno spontaneamente in questo semplice luogo di preghiera recentemente restaurato. Il vescovo Mons. Gisana, concluderà il 31 maggio il mese dedicato alla Madonna. Secondo gli studi archeologici, dove attualmente sorge la chiesetta mariana, c’era un grande santuario greco dedicato alla dea Demetra Thesmophoros che nel 405 a.C. fu radicalmente distrutto dagli eserciti cartaginesi.

Dopo la fondazione, da parte di Federico II, della città di Eraclea sul sito dell’antica Gela (1233), la pietà dei fedeli innalzò su quelle rovine un Santuario dedicandolo a “Santa Maria di Betlemme” legata all’abbazia di Terrana e sotto la tutela diretta del vescovo di Betlemme. Il Santuario, nel XVII sec., andò in rovina e, successivamente, quello spazio venne inglobato in una casa rurale dove, ai piedi della collina, fu costruita una edicola mariana che sostituì il santuario medievale.

Negli scavi dal 1901 al 1967 e successivamente nel 1991, sono state rinvenute migliaia di offerte votive deposte dalle donne che partecipavano alle feste in onore di Demetra (640/540 circa a.C.) e lucerne paleocristiane. Questo luogo, fortemente simbolico, in cui sono stati piantati i primi semi della cristianità e dove i fedeli hanno instaurato nella fede semplice e popolare il loro rapporto genuino con la Vergine Maria, è stato sempre luogo di pellegrinaggio soprattutto nel mese di maggio.


Momento importante per la comunità cittadina sarà anche la festa di San Giuseppe lavoratore, organizzata dalla Chiesa di Sant’Agostino. Il triduo inizierà giovedì 2 maggio alle ore 18.30. Le celebrazioni saranno dedicate a coloro che hanno preparato le Cene a marzo, alle famiglie e ai disoccupati con la partecipazione dei segretari della CGIL, CISL, UIL. Domenica 5 maggio, festa esterna di San Giuseppe, le Sante Messe saranno alle ore 9.15, 10.30 e 12.00. Alle ore 10.00 inizierà la caratteristica “Asta di San Giuseppe” in Piazza Sant’Agostino e alle ore 16.00 il tradizionale gioco della pentolaccia “U jocu do jadduzzu”.

Alle ore 18.30 si snoderà la processione dell’antico simulacro di San Giuseppe nelle strade della Città. Verso le ore 22.00, inizierà lo spettacolo pirotecnico a conclusione dei festeggiamenti in onore del Santo Patriarca. Dal 2 al 5 maggio, presso le aziende gelesi ci saranno dei momenti di preghiera con i lavoratori.

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