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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

L’idea di Alfio Agro’ per la promozione del turismo sportivo-culturale per cambiare il volto di Gela

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IL TURISMO DEGLI EVENTI SARA’ IL FUTURO ECONOMICO DI GELA…… POLITICA PERMETTENDO!

Perché la Politica non è in grado di cambiare questa città, che sempre più sprofonda nel degrado e nella povertà, costringendo i nostri figli a cercare altrove il loro futuro?

Il LAVORO che manca è il grande PROBLEMA della nostra città, la causa di tutti i mali: Disoccupazione, Cassa Integrazione, Licenziamenti, Povertà, Disperazione, Dispersione Giovanile, Delinquenza, Desertificazione della città, ecc. ecc.

Il lavoro significa VITA, DIGNITA’, FAMIGLIA, SALUTE, BENESSERE, FUTURO, SPERANZA, LEGALITA’, ECONOMIA, SVILUPPO, TUTTO.. IL LAVORO E’ TUTTO.

Eppure, a  Gela, crediamo sia possibile un vero e rapido cambiamento: da città povera a città ricca e produttiva, da LAVORO che non c’è a LAVORO che ci sarà in abbondanza, e non occorrono miracoli ma, semplicemente, un diversa STRATEGIA POLITICA.  

E’ inutile illudersi, nessuno, ne’ la Provincia, ne’ la Regione, ne’ lo Stato centrale rilascerà facilmente e volentieri, Finanziamenti per una città bloccata, spenta ed avviata alla desertificazione.

BASTA CON LA POLITICA DELL’ATTESA dei Finanziamenti Pubblici che non arrivano mai, sia per incapacità di progettazione che per le iniziative sterili messe in campo senza la minima visione del FUTURO nel breve, medio, lungo termine e prive di qualsiasi logica di crescita ECONOMICA, OCCUPAZIONALE e SOCIALE del nostro territorio.

Bisogna iniziare SUBITO, darsi da fare, utilizzando le uniche risorse economiche disponibili che abbiamo e che sono i nostri RISPARMI PRIVATI, cospicui e subito pronti per essere investiti ad avviare CONVENIENTI FORME PRODUTTIVE di Sviluppo Economico, valorizzando le Potenzialità del territorio, soprattutto, nei settori del Turismo, Cultura, Sport, Agricoltura.

Per questo occorre una Politica capace di PROMUOVERE questi Settori Produttivi, ATTIVANDO SISTEMI STRUTTURALI di Pianificazione, Programmazione, Organizzazione, FINALIZZATI a valorizzare “CONCRETIZZANDO” le immense risorse del territorio, per rendere Gela una città Fiorente, proiettata verso il FUTURO, da convincere ed invogliare oltre gli investimenti locali anche Investimenti stranieri e soprattutto agevolare e velocizzare l’assegnazione di Finanziamenti Pubblici.

Dalla Politica che SUBISCE passivamente gli EVENTI occorre passare alla Politica del FARE, quella che Crea, Muove, Governa gli EVENTI decidendo il destino di Gela.

Non ci possiamo più permettere un Assessore al Turismo incompetente ed incapace che aspetta che i Turisti arrivino da soli (o per virtù dello Spirito Santo) ed un Sindaco irresponsabile che lo nomina senza che questi porti in dote uno straccio di PIANO che garantisca alla città un flusso turistico decente per tutto l’anno. E’ assurdo che Gela sia l’unica città della Sicilia dove non mettono piede i turisti, nonostante la sua alta vocazione turistica che, potenzialmente, potrebbe rendere Gela economicamente autosufficiente.

 E’ giunta l’ora che la politica cambi l’atteggiamento ATTENTISTA e FATALISTA che ha sempre avuto del fenomeno turistico,  nonché l’eterna visione PREISTORICA che associa il Turismo al  Mare e  Archeologia, e solo per poche persone d’èlite. Nella Visione moderna il   TURISMO  è un BUSINESS che coinvolge tutti i ceti sociali e tutte le età (dai bambini ai pensionati). Un Business capace di generare un flusso turistico regolabile, a proprio piacimento,  per QUALITA’ e QUANTITA’. Nel nostro caso un BUSINESS PERSONALIZZATO dove i Turisti non arriveranno da soli, ma saranno Cercati, Selezionati, Invitati, Guidati, Sistemati e pronti per partecipare all’attività per la quale hanno accettato L’INVITO IRRINUNCIABILE di un Evento Settimanale Straordinario ad hoc organizzato per loro. (Sportivo, Culturale, Archeologico, Religioso ecc. ecc.).

La mia Competenza ed Esperienza Professionale nei Settori del Turismo e dello Sport mi hanno spinto ad elaborare dei Progetti di Sviluppo Economico Occupazionale dagli Obiettivi Prestigiosi, per non dire RARI per la totale assenza di idee e programmi che regna in città.
Progetti che ho portato a conoscenza del Sindaco e della politica Gelese, mettendomi, inoltre GRATUITAMENTE, a disposizione in qualità di consulente per la loro realizzazione. Purtroppo mai preso in considerazione dai Signori della Politica che hanno preferito la Nuda Proprietà Progettuale di Assessori e Consulenti, strapagati per la loro Incompetenza ed Incapacità (i pessimi risultati ne sono la prova).

                                                                                                  

A testimonianza della bontà e fattibilità delle mie idee, qui di seguito illustro un breve sunto, degli argomenti trattati, incentrato su quelli che sono gli ELEMENTI FONDANTI che dovrebbero generare FORME CONSISTENTI DI SVILUPPO ECONOMICO OCCUPAZIONALE:

    PER IL TURISMO:
  • UN PIANO TURISTICO STRUTTURARE TRIENNALE che trova la completa funzionalità alla fine del terzo anno, col raggiungimento del suo Obiettivo Finale di generare un FLUSSO TURISTICO GIORNALIERO di oltre il MIGLIAIO DI TURISTI PER TUTTO L’ANNO, con picchi dieci volte maggiori nella stagione ESTIVA, che verrà VALORIZZATA STRUTTURALMENTE PER CINQUE MESI;
    Questo PIANO TURISTICO si avvale di ORGANIZZARE 4 Grandi Eventi Internazionali per il Primo Anno di avvio, con la cadenza di UNO Evento ogni TRE Mesi; per il Secondo Anno se ne prevedono 12 di Grandi Eventi con la cadenza di UNO ogni Mese; infine per il terzo Anno (e per gli anni successivi) se ne prevedono 48 di Grandi Eventi con la cadenza di UNO ogni Settimana.
  • Una STRUTTURA UMANA (Fondazione) che permetterà di CREARE il FLUSSO TURISTICO GIORNALIERO, per poi Selezionarlo, Invitarlo, Guidarlo, Sistemarlo, gestirlo e dilettarlo con animazioni varie;
  • Come creare un pacchetto di GRANDI EVENTI che potrebbero rappresentare il RICHIAMO irresistibile ed imperdibile per il Flusso Turistico e Come e Chi Gestirà l’Attività di questi Eventi;
  • COME creare CIRCUITI TURISTICI NOSTRI (con i nostri turisti ospiti) e far visitare a loro con Pulman e Guida Turistica i più bei siti della Sicilia (Agrigento, Caltagirone, Piazza Armerina, Enna, Ragusa, Modica, Noto, Siracusa, Catania, Taormina ecc. grazie alla centralità geografica di Gela), invece di far parte di Circuiti altrui, sicuramente, in modalità Mordi e Fuggi ed accontentarsi delle briciole.

PER LO SPORT:

  • Come promuovere lo Sport Professionistico, Amatoriale ed il Turismo Sportivo in maniera STRUTTURALE, per ottenere un’Economia rilevante di questo Settore.
  • La promozione dello SPORT PROFESSIONISTICO prevede la costituzione di Accademie (Private) Specializzate nella Formazione Professionale dei Giovani Atleti sin dalla tenera età, dove i Ragazzi oltre ad apprendere, tutti i giorni, nozioni di tecnica e pratica sportiva, saranno seguiti anche nel loro percorso scolastico con doposcuola e lezioni di Inglese. Potranno continuare gli studi nel Liceo Sportivo e più avanti in Scienze Motorie per assicurarsi una seconda alternativa lavorativa per il futuro.
    Nel caso di mia competenza ossia IL CALCIO, posso garantire che, con queste strutture a disposizione della città, oltre i numerosi posti di Lavoro che si otterrebbero per Gli Istruttori ed allievi futuri Atleti Professionisti, si raggiungerebbero risultati prestigiosi come il Traguardo del Calcio Professionistico di serie “B” per la squadra del Gela Calcio.
  • Promuovere LO SPORT AMATORIALE aprendo tutte le palestre scolastiche ed altre strutture pubbliche ai giovani, nelle ore pomeridiane e serali non impegnate dalla scuola, favorendo l’Associazionismo di quartiere, dove i ragazzi aderiranno in massa per allenarsi e poter partecipare ai Grandi Eventi Internazionali Sportivi/Culturali. Il Proliferare dell’Associazionismo Sportivo, Culturale e Religioso di Quartiere darà BENEFICI INCOMMENSURABILI nella lotta alla DISPERSIONE GIOVANILE perché in queste Associazioni i giovani apprenderanno quei VALORI dell’inclusione, integrazione, amicizia, il rispetto dell’avversario, delle regole, del bene comune ecc. ecc., che li convinceranno a lasciare e sciogliere quel Branco Selvaggio che vandalizza i quartieri. Con questi presupposti Lo Sport e la Cultura, dal punto di vista del SOCIALE, POSSONO MIRARE AD AZZERARE QUALSIASI TIPO DI DISPERSIONE GIOVANILE.
  • Come realizzare strutture di utilità pubblica secondo la legge del Parlamento Europeo, riguardante il PARTENARIATO, o meglio, la collaborazione tra Ente Pubblico e Privato, per opere come Il Porto Turistico, il Centro Commerciale, LO STADIO DI CALCIO, IL CAMPO DI ATLETICA LEGGERA, LA PISCINA OLIMPIONICA, ecc. ecc.. Tante Opere che l’Ente Pubblico non è in grado di seguirne l’Iter procedurale di Progettazione, di realizzazione e di successiva Gestione, mentre verrebbe più facile tutto questo per le Imprese e Cooperative Giovanili investire su queste strutture.
  • Come INVOGLIARE gli Investimenti Privati (subito pronti ed in grandissime quantità) incentivandoli con proposte redditizie grazie sia alla formula del Partenariato tra Ente Pubblico ed i Privati, e sia con il Piano Turistico Strutturale dei Grandi Eventi che garantisce la presenza giornaliera di MIGLIAIA di Turisti “Tutti i Giorni dell’Anno” e tantissimi clienti per le strutturi ricettive;

– IL TURISMO SPORTIVO/CULTURALE con centinaia di attività ed argomenti che ispirano gran parte degli EVENTI INTERNAZIONALI Settimanali, sarà l’artefice principale dello Sviluppo Economico Occupazionale che cambierebbe finalmente il volto della nostra città.

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La promozione dei valori della democrazia

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Dal prof.Nuccio Mulè riceviamo e pubblichiamo

La constatazione negli ultimi decenni di vedere manifestazioni pubbliche commemorative non sentite e sempre più disertate, appannaggio solo delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni d’Arma, sembra dimostrare che la nostra città è di fronte ad un’arretratezza culturale in cui la storia nazionale e, peggio ancora, quella locale pagano lo scotto di un disinteresse atavico delle istituzioni con la Scuola in primo piano che, soprattutto come sistema formativo, ha fatto e fa poco e niente per divulgare e far conoscere ai giovani la storia locale ma anche quella nazionale riferita in particolare alla Seconda Guerra Mondiale. 

Scuola che, al di là di rari casi nell’ambito delle direttive ministeriali, secondo il parere dello scrivente, ha fatto poco per promuovere i valori della democrazia, della giustizia, dell’uguaglianza e dell’educazione ambientale. E la recente reintroduzione dell’Educazione Civica nelle scuole ne è una dimostrazione, si spera solo che non faccia la stessa fine di quella che c’era prima, considerata spesso opzionale.

La scuola, oltre alla famiglia, nella sua azione formativa dovrebbe considerare primario il compito di formare il cittadino secondo i fondamenti di una civile convivenza e secondo i dettami della Costituzione i cui valori purtroppo oggi risultano sconosciuti e dimenticati dai più, docenti compresi.

La Costituzione, nata dalla Resistenza, al di là della contiguità temporale, ha avuto un sedimento culturale che è maturato grazie alle diverse esperienze di tre generazioni, oltre al fatto che essa deve la sua struttura e il suo spirito alle diverse matrici ideologiche dell’antifascismo. Antifascismo che, visti i rigurgiti fascisti di oggi, sarebbe opportuno rafforzare e rivivificare in tutte le sue componenti.

Una situazione poco studiata se non trascurata dalla storiografia ufficiale, è quella relativa all’attività dei Comitati di Liberazione Nazionale nel territorio siciliano, alla pari degli altri operanti nella Penisola, che ebbero una proficua operosità sia a Palermo che in tutti i centri dell’Isola, Gela compresa, con un notevole contributo alla rinascita della democrazia. 

Quindi, sarebbe opportuno ed efficace che quanto accaduto a Gela in quel periodo diventasse oggetto di studio e di ricerca, non fosse altro per avere un quadro storico più ampio sul contributo della città alla causa nazionale della Liberazione.

Negli archivi degli istituti storici presenti in molte regioni d’Italia si riscontrano centinaia di migliaia di nominativi che parteciparono alla Resistenza a partire dagli anni Quaranta, in particolare in quello dell’Istituto Storico della Resistenza di Torino si trovano gli elenchi dei partigiani che operarono in Piemonte con una lista di quasi centomila nominativi.  

Nell’archivio del DGA (Direzione Generale Archivi) del Ministero della Cultura, alla voce “I Partigiani d’Italia – Lo schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza”, si trovano gli elenchi dei partigiani che operarono in tutte le regioni italiane a partire dagli anni Quaranta. Per quanto riguarda la Sicilia tali elenchi contengono 6.554 nominativi di partigiani ripartiti nelle nove province: Palermo con 1.619, Catania con 1.101, Messina con 1.082, Agrigento con 613, Caltanissetta con 419, Trapani con 542, Enna con 364, Siracusa con 466 e Ragusa con 348. Per il Comune di Gela compaiono 60 nominativi a cui se ne aggiungono altri 20 della ricerca dello scrivente, portando il numero totale, certamente non definitivo, a 80 partigiani gelesi di cui tre donne: Angela Crapanzano, Rosaria Felici e Angela Puzzo.

Infine, un capitolo a parte è rappresentato dai gelesi antifascisti che in diverso modo durante il regime operarono a Gela e in collegamento con diversi esponenti in altre città; il loro numero fino ad oggi arriva a 57, tra essi si citano oltre all’On. Salvatore Aldisio, il Prof. Vincenzo Giunta, l’anarchico Gaetano Di Bartolo Milana e gli insegnanti Giovanni Mangione, Rocco Tignino e Gina Pane.

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25 Aprile, viva il Sud

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Dallo psichiatra Franco Lauria riceviamo e pubblichiamo

Garibaldi e i Savoia sono stati peggio dei Nazisti nel sud Italia. La resistenza partigiana contro i nazifascisti che è durata all’incirca un anno ha coinvolto soprattutto il Nord Italia. Nel sud c’è stata poca cosa. A Gela nulla.La devastazione, le stragi, le esecuzioni di massa, gli incendi, i furti dentro le case, gli omicidi, lo sterminio dei partigiani del Sud, per oltre 10 anni dal 1860 al 1870 sino alla definitiva distruzione del regno delle due Sicilie, ex Magna Grecia , ha dato inizio alla questione meridionale, alla povertà del Sud e all’emigrazione che dura tuttora. Ebbene non una parola, non una data dedicata alla commemorazione dei partigiani del Sud. Non c’è un 25 Aprile a ricordare gli eroi del Sud nella lotta contro il barbaro invasore Savoiardo. Oggi a causa loro noi siciliani e gente del Meridione siamo ridotti in miseria. Ed il Nord invece è decollato con i nostri soldi, con i soldi della Magna Grecia rubati da Garibaldi e dai Savoia nel Banco di Palermo e di Napoli, compreso tutto l’oro e le pietre preziose dei Borbone. E poi tasse obbligatorie che erano veri e propri pizzi mafiosi. E poi leva obbligatoria per 5 anni per tutti i giovani maschi del Sud costretti a arruolarsi nell’esercito piemontese per uccidere i propri fratelli partigiani del Sud. Ebbene, non c’è una data a ricordare i partigiani nostri, siciliani e meridionali contro i Savoia assassini e stupratori.E cosa c’è? C’è il 25 Aprile per ricordare i partigiani del Nord contro il nazifascismo.La loro resistenza è anche la nostra? Solo in parte. Noi non siamo stati ridotti alla miseria, noi terza potenza mondiale, non siamo stati assassinati, massacrati, devastati dai nazifascisti. La questione meridionale non è nata a causa del nazifascismo, ma dei Savoia, degli inglesi e dei francesi loro mandanti.Ebbene non c’è un 25 Aprile a ricordare l’origine della questione meridionale, di 160 anni di umiliazione, di emigrazione in America, di interi paesi bruciati. Noi siamo stati trattati peggio degli indiani d’America, peggio degli africani. I Savoia, un certo Cialdini, sono stati veri assassini e ladri. Ed invece?Invece il Sud e Gela sono pieni di strade intitolate a Garibaldi ed ai Savoia, compreso il Corso principale di Gela intestato a un Savoia. I vincitori hanno riscritto la Storia e noi meridionali siamo diventati una colonia del Nord senza memoria. E cosa festeggiamo, cosa ricordiamo? I partigiani antifascisti del Nord Italia dimenticandoci totalmente dei partigiani meridionali anti-Savoia. I Savoia hanno vinto due volte. Quando hanno devastato il Sud e quando hanno riscritto la Storia. Onore e Gloria perenne ai partigiani del Sud anti-Savoia. Il 25 Aprile, il nostro 25 Aprile, non può essere dedicato ai partigiani nordici antifascisti, ma ai partigiani meridionali anti-Savoia. Viva il Sud!

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Cos’è il fascismo?

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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

Cosa è stato il fascismo storico del ventennio di Mussolini? Violenza e prevaricazione? Anche. Omicidi e parate militari da buffoni? Anche, per dire che ci sono state tante altre cose meno violente e meno teatrali. Ma fermiamoci alla violenza.Se l’essenza del fascismo la facciamo coincidere con la violenza allora di fascismo ne abbiamo avuto tanto, tantissimo nella Storia dell’Umanità. Potremmo dire che tutta la Storia millenaria dell’essere umano è stata storia fascista, in quanto Storia di violenza e prevaricazione. I Greci che distrussero Troia (1.200 anni prima di Cristo) furono fascisti perchè violenti, arroganti e non democratici; non accettarono l’amore di due amanti e scatenarono una guerra decennale provocando morte e distruzione di massa.Più fascisti dei romani che per quasi 1.300 anni misero a ferro e fuoco non solo l’Italia, ma tutto il mondo conosciuto? Quanta violenza, quanti schiavi, quanti morti nelle loro innumerevoli guerre? Quanto fascismo ci fu nei Romani? Più fascisti dei portoghesi, spagnoli, francesi, inglesi che per oltre 300 anni massacrarono almeno 100 milioni di persone, nativi americani, per rubargli la terra e tutte le ricchezze?E degli oltre 40 milioni di neri africani trasportati come sardine dall’Africa ai Caraibi per ingrassare i ricchi signori nobili, borghesi e perché no anche vescovi di Roma? Ne vogliamo parlare? E della violenza-fascismo di Gengis Kan? E della violenza-fascismo dei Turchi? E della violenza-fascismo di Stalin che fece almeno 20 milioni di morti che fanno impallidire la violenza-fascismo di Hitler che si fermò a solo 6 milioni di ebrei? E della violenza-fascismo dei Savoia che dal 1860 al 1870 misero a ferro e fuoco il Sud Italia, Regno delle due Sicilie, ex Magna Grecia, distruggendo la terza potenza mondiale e riducendo l’intero Sud Italia a stragi, miseria, lutti, povertà ed emigrazione, ne vogliamo parlare? Più fascisti dei Savoia? A cui noi del Sud abbiamo intitolato i nostri Corsi principali, strade e piazze? Più fascisti degli americani (Usa) che da sempre per oltre 200 anni ammazzano e rubano prima in casa loro e poi in tutto il resto del mondo? Vi sembra ancora proponibile chiamare fascismo la violenza? La violenza si chiama violenza e il fascismo fascismo. Il fascismo fu un movimento storico nato in Italia durato 20 anni e finito. Stop. Il resto sia prima che dopo non è e non sarà mai più fascismo perché le condizioni storiche, economiche, culturali che lo determinarono sono finite per sempre.Oggi se c’è violenza e c’è tanta violenza in aumento è la violenza soft del postcapitalismo di Google e Facebook e dei ricchi ebrei apolidi i quali esercitano ossessivamente il controllo totale sulle nostre vite con altri mezzi. Mezzi meno appariscenti, indiretti, psicologici, ma più efficaci della violenza fisica diretta e manifesta. Ogni epoca ha la sua violenza ed il suo modo di manifestarsi. Definire la violenza di oggi fascismo è un falso storico, un’operazione ideologica, cioè di parte.E’ un tentativo fra l’arroganza e il patetico di portare acqua al mulino della sinistra italiana che si autodefinisce antifascista quindi non violenta. E pertanto tutti quelli che non stanno a sinistra sono etichettati da subito come violenti e quindi fascisti. Più precisamente neo-fascisti.È evidente la falsità e l’ideologia che sta dietro a questo sillogismo. Non scomodiamo Aristotele, per carità. Vorrei invece qui ricordare il fascismo degli antifascisti come lo chiamava Sciascia e il fascismo della sinistra come lo chiamava Pasolini.Ma oggi se c’è un fascismo, l’unico reale e non ideologico, è quello del postcapitalismo. Ma si da il caso che i nostri antifascisti italiani siano i più fedeli alleati del fascismo attuale e preferiscono combattere come Don Chisciotte contro un fascismo inesistente, così da proteggere il fascismo attuale.Di cui loro sono alleati e servitori tanto lecchini da fare schifo.E perché ci stanno? Perché questo postcapitalismo gli garantisce il potere amministrativo dell’Italia, lo Status, la ricchezza economica. Sin dal dopoguerra, sin dal 1945. Infatti questi antifascisti, molti dei quali sotto il fascismo erano fascisti, sono saltati immediatamente sul carro dei vincitori appena caduto il fascismo, hanno occupato tutto l’occupabile: Rai, Cinema, Università, Magistratura, Teatro, Case editrici, giornali.Sono i migliori alleati del fascismo attuale esistente e lottano ferocemente contro un fascismo finito oltre 70 anni fa.E non me ne vogliano i vari Eco e Canfora.Anche loro, intellettuali geniali che io ho ammirato per molti aspetti, purtroppo sono stati e sono vittime dell’ideologia e quindi di parte e quindi in errore. Non si può parlare di fascismo eterno, ma di violenza eterna. Non si può parlare di fascismo come categoria dello Spirito, ma di violenza come categoria dello Spirito. Il fascismo fu altra cosa, iniziato e finito come qualsiasi altro movimento storico. Continuare a definire la violenza di oggi come fascismo è distrazione di massa.

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