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Taormina capitale della cultura

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Un immenso libro aperto nella piazza centrale di Taormina, lieve come una farfalla, e Le Sicilie nella ex Chiesa di S. Agostino, sono state la risposta di un grandissimo artista come Emilio Isgrò all’appello di Taobuk. L’incontro tra il maestro siciliano della cancellatura e il Festival della Letteratura di Taormina è nato da un invito a realizzare un’opera speciale in Sicilia, al centro del Mediterraneo. 

La cerimonia di inaugurazione dell’installazione è stata segnata dalla visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha così reso omaggio al centesimo anniversario della morte di Giovanni Verga.  Ad accogliere il Capo dello Stato, il Presidente e Direttore Artistico di Taobuk Antonella Ferrara insieme all’artista Emilio Isgrò, e il Taobuk Award for Literary Excellence Paul Auster.

Tante le autorità presenti in Piazza IX aprile a cominciare dal Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, il Presidente dell’ARS Gianfranco Micciché, e dal Sindaco di Taormina Mario Bolognari. Un lungo e caloroso applauso ha accompagnato l’ingresso di Mattarella, che si è soffermato ad ammirare “La farfalla dei Malavoglia”, prima di prendere posto e assistere all’incontro “L’Isola della letteratura al centro del Mare Nostrum”. L’evento, iniziato con l’Inno di Mameli intonato dal Piccolo coro della città di Taormina, ha visto protagonisti lo scrittore americano Paul Auster, che ha letto un brano tratto dal suo libro «4321», e il Premio Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi le cui parole hanno illuminato il concetto di verità scientifiche. In dialogo che ha intrecciato verità e saperi, presentato dalla giornalista Elvira Terranova

“La Sua presenza rende questa edizione di Taobuk ancora più preziosa e speciale. È da questa piazza, che guarda l’Etna nel cuore di Taormina, che può ripartire quello slancio culturale capace di riportare la Sicilia al centro del Mediterraneo. La Sicilia, con le sue tre punte che guardano i continenti, non sia frontiera ma cerniera tra mondi.  La grande opera che inauguriamo stasera, realizzata dal maestro Emilio Isgrò è proprio questo: un segno di rinascita»

Non ha deluso le aspettative il momento clou del Festival presentato da Antonella Ferrara e Massimiliano Ossini. Nella splendida cornice del Teatro Antico di Taormina sono stati premiati con i Taobuk Award gli scrittori Paul Auster e Michel Houellebecq, il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi (in collegamento da remoto), il regista Roberto Andò e l’attore Toni Servillo, il duo comico Ficarra e Picone e il grande artista contemporaneo Emilio Isgrò. In collegamento, anche l’astronauta Luca Parmitano.

Nel corso del Gala si sono alternati sul palco artisti d’eccezione. La cantante Malika Ayane ha aperto l’evento sulle note di Over the Raimbow; il soprano Olga Peretyatko ha eseguito Casta Diva da Norma di Vincenzo Bellini e Il Bacio di Luigi Arditi; il ballerino Jacopo Tissi si è esibito sulle note di The Ninth Wave: coreografia di Bryan Arias e musica di Sheherazade Op. 35 composta da Nikolaj Rimskij-Korsakov e ispirata a Le Mille e una Notte, mentre il violinista Alessandro Quarta ha suonato i brani Oblivion e Libertango. La colonna sonora dell’intera serata è stata affidata all’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania – coproduttore musicale dell’evento – diretta da Gianna Fratta. Oltre ad accompagnare gli artisti, l’orchestra ha eseguito l’Ouverture di Carmen di Bizet e ha chiuso la serata con l’Ouverture de La Gazza Ladra di Rossini. 

Taobuk ha voluto omaggiare Verga anche nel corso del Gala. L’attore David Coco ha letto un estratto de “I Malavoglia”, accompagnato dalle note di Cavalleria Rusticana di Mascagni

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La Famiglia Salesiana festeggia San Domenico Savio

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Oggi la Famiglia Salesiana festeggia San Domenico Savio.

È stato proclamato beato il 5 marzo 1950 da Pio XII, che lo ha poi canonizzato il 12 giugno 1954. La memoria liturgica è il 9 marzo: cadendo questo giorno nel periodo di quaresima, la Famiglia Salesiana e le diocesi della Regione Pastorale Piemontese hanno spostato la celebrazione al 6 maggio.

Domenico Savio è l’angelico alunno di San Giovanni Bosco, nato a Riva presso Chieri (Torino) il 2 aprile 1842, da Carlo Savio e da Brigida Gaiato. Trascorse la fanciullezza in famiglia, circondato dalle cure amorevoli del padre che faceva il fabbro e della madre che era una sarta.

Il 2 ottobre 1854 ebbe la fortuna d’incontrare Don Bosco, il grande apostolo della gioventù, il quale subito «conobbe in quel giovane un animo secondo lo spirito del Signore e rimase non poco stupito, considerando i lavori che la grazia divina aveva già operato in così tenera età». Domenico Savio chiuse la sua breve esistenza a Mondonio, il 9 marzo 1857, a soli 15 anni.

Con gli occhi fissi in una dolce visione, esclamò: «Che bella cosa io vedo mai!». La fama della sua santità; suggellata dai miracoli, richiamò l’attenzione della Chiesa che lo dichiarò eroe delle virtù cristiane il 9 luglio 1933; lo proclamò Beato il 5 marzo 1950, Anno Santo; e, quattro anni dopo, nell’Anno Mariano, lo cinse dell’aureola dei Santi (12 giugno 1954). La sua festa si celebra il 9 marzo. La famiglia salesiana lo festeggia il 6 maggio.

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La solidarietà della Chiesa Armerina

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Piazza Armerina- Sull’ episodio si è pronunciata la chiesa Armerina in riferimento ai fatti accaduti nella giornata di domenica 5 maggio nella Cattedrale di Piazza Armerina.

Al termine della Celebrazione della Messa, presieduta dal Vescovo mons. Rosario Gisana in occasione della giornata dei ministranti e dei ragazzi della catechesi della Diocesi, che hanno portato disordine e sgomento, espressione di una modalità totalmente scorretta di fare giornalismo.

“Da parte di questo ufficio diocesano delle Comunicazioni Sociali -scrive il direttore
don Carmelo Cosenza – si esprime piena solidarietà al Vescovo mons. Rosario Gisana per quanto accaduto e allo stesso tempo si deplora ogni distorta rappresentazione dei fatti”.

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La “Lectura Dantis” per parlare di Dio

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Butera – La suggestiva architettura della chiesa dedicata a San Tommaso Apostolo di Butera, ha fatto da cornice alla serata culturale, promossa dalla Confraternita del Glorioso Patriarca San Giuseppe, di recente fondazione. Si tratta della prima costituita da uomini e donne, che vanta anche la presenza di un diacono, guidata dal parroco della Chiesa Madre, nonché vicario foraneo, don Filippo Ristagno.

L’ iniziativa, intitolata ” Lectura Dantis”, è stata incentrata sull’ esegesi letteraria e spirituale di terzine della Divina Commedia di Dante Alighieri, padre della letteratura italiana. Relatore il prof. Vincenzo Luca Borzì, originario di Paternò, ma residente a Licodia, che da un decennio ha intrapreso il progetto di Lectura Dantis, in quanto appassionato studioso del Sommo Poeta ed affascinato dalla bellezza delle terzine dantesche.

Il prof. Borzì ha proposto un excursus sulla figura della Vergine Maria, presente già nel Purgatorio, a partire dal canto VII,dove si legge al verso 82″ Salve,Regina”, al canto X ,nella prima Cornice dei Superbi,dove Maria è apostrofata ” Ecce Ancilla Dei”, al canto XIII, nella seconda Cornice degli Invidiosi ,nella quale è esplicito il riferimento evangelico alle nozze di Cana nell’ espressione ” Vinum non habent “, o nel canto XV,nella terza Cornice degli Iracondi, con rimando al ritrovamento di Gesù nel Tempio.

Ancora, nei Canti XVIII, XX, XXV,rispettivamente dedicati agli Accidiosi, agli Avari ed ai Prodighi, ai Golosi ed ai Lussuriosi, la Vergine viene anche chiamata per nome: ” Maria corse con fretta a la montagna “, ” Dolce Maria “,” Virum non cognosco “.
Il professore Borzì, alla stregua di Benigni, con pathos, empatia, energia ed entusiasmo, ha condotto e guidato i presenti nei meandri del ” poema sacro dantesco”, immergendo l’ uditorio in atmosfere,spazi, suggestioni letterarie ,che hanno trasportato ed emozionato,come se ognuno degli intervenuti fosse stato lì,in quell’ hic et nunc, insieme a Dante,alle sue guide ed ai personaggi di volta in volta incontrati.


Il tutto è culminato nel canto conclusivo del Paradiso, che si apre con le parole di San Bernardo di Chiaravalle, al quale è affidato il compito di supplicare la Vergine affinché Dante, al termine del suo viaggio nell’ oltretomba, possa finalmente contemplare Dio.Anche il nome Giuseppe, uomo del silenzio, è presente tacitamente nel canto conclusivo del Paradiso nella lettera iniziale delle terzine che vanno dal verso 19 al verso 33.


Dopo una analisi accurata dei versi ,che ricalcano il tradizionale schema bipartito dell’ Ave Maria, in una atmosfera densa di pathos ed emozioni, la preghiera alla Vergine di San Bernardo è diventata ” uni corde” la preghiera di tutti i convenuti che, immersi nella contemplazione estatica dell’ ” Amor che move il sole e l’ altre stelle”,hanno partecipato all’ evento culturale in religioso silenzio, frutto della magistrale, accorata esposizione del relatore, prof. Vincenzo Borzì,che la Confraternita di San Giuseppe ha sentitamente ringraziato.

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