Tutte in un giorno, lo scorso 9 maggio si sono avute a Palermo diverse importanti ricorrenze, come la visita di Giovanni Paolo II in Sicilia del 1993, e poi il ricordo del devastante bombardamento alleato del ’43 sulla città, ed ancora la morte di Peppino Inpastato.
E fra questi eventi si è avuta pure la presentazione del libro “Oltre le nuvole, l’ultimo volo di Francesco Baracca” (Maurizio Vetri Editore), presente l’autore, il regista e scrittore gelese Gianni Virgadaula.
Occasione, il centenario della fondazione dell’Aeronautica Militare Italiana (1923-2023). Questo il motivo perché nella prestigiosa cornice di Palazzo Ziino, fra i presenti si è registrata la presenza dello storico militare dott. Vincenzo Nuccio, di una delegazione dell’Aeronautica Militare di Trapani, e del comandante pilota del 4° reparto Volo Palermo della Polizia di Stato, dott. Antonio Molinaro
I lavori sono stati aperti dall’Assessore alla Cultura del Comune di Palermo Giampiero Cannella, che ha salutato i presenti insieme al luogotenente Vincenzo Maniaci, patrocinatore della giornata quale presidente dell’Associazione “Assofante”.
E’ stata la professoressa Mariella Spagnolo a mediare l’incontro con Virgadaula, che ha delineato con competenza e dovizia di particolari la figura dell’eroe Baracca, descrivendone la singolare abilità di pilota nei suoi duelli aerei con i caccia austriaci.
Ma anche la profonda umanità che ne fece un autentico “cavaliere dell’aria”. Morto sul Montello il 19 giugno 1918 in circostanze mai chiarite, ai comandi del suo Spad VII, Baracca dopo essere divenuto l’Asso degli assi con i 34 aerei nemici abbattuti, è divenuto un mito immortale insieme al cavalluccio rampante che era stampato sul dorso dei suoi aerei, simbolo che venne poi ereditato dai rossi bolidi della Ferrari.
Interessante il fatto che questa memoria dell’aviere sia caduta il 9 maggio, proprio il giorno in cui (era il 1888) l’Asso venne al mondo a Lugo di Romagna, e dove oggi il Museo “Baracca” perpetua il ricordo dell’eroe, di cui è rimasto famoso l’elogio funebre di Gabriele D’Annunzio.