Il paradosso è che i malati di mente aumentano, i medici non ci sono e per mantenere il reparto attivo torna al lavoro un medico in pensione. Le contraddizioni siciliane e le carenze organizzative sono racchiuse in questa situazione pirandelliana, dove la precarietà la fa da padrone e a fare i conti con i disservizi sono i pazienti e le famiglie. E’ allarme servizi di psichiatria mentre i malati di mente vagano per strada senza mèta. Prima il reparto di diagnosi e cura di Gela, chiuso per mancanza di personale specializzato e adesso rischia di chiudere anche quello di Caltanissetta. Sulla carta ci sarebbero 30 posti letto fra Gela e Caltanissetta: di fatto i 15 di Caltanissetta hanno rischiato seriamente di chiudere per carenza di medici. Al Sant’Elia ce ne sono in servizio tre. Una dei tre è stata assegnata al servizio territoriale perché è in gravidanza; un’altra in malattia temporanea. Ne resta solo uno ma un solo medico non può coprire i turno ed è stato richiamato al lavoro lo psichiatra di Gela Franco Lauria che dopo il pensionamento, da qualche mese si occupa degli ambulatori di psichiatria di Gela, Niscemi, Butera e Riesi. A Riesi confluiscono anche i pazienti di Delia e Sommatino. In questi giorni l’allarme è diventato concreto all’Spdc di Caltanissetta, dove si è verificata l’improvvisa assenza dei due medici e l’impossibilità di reperire personale specializzato. Da qui il richiamo in servizio del medico in pensione che non ha voluto lasciare scoperti neppure i servizi ambulatoriali dove le visite sono iniziate da mesi. “Per il momento sono stato destinato all’ospedale di Caltanissetta per tutta la settimana – spiega Lauria – nella speranza che il medico in malattia possa tornare lunedì”. Il problema diventerebbe importante qualora la psichiatra non dovesse tornare in servizio lunedì. L’ultimo caso di Tso che da Gela è stato trattato al reparto di Caltanissetta ha riguardato il giovane che ha investito tre auto in via Crispi, in preda ad una crisi.
Palermo – Oltre 23 milioni di euro di nuovi Interventi strutturali per la viabilità dell’area interna del vallone. Stamane sopralluogo del deputato di Fratelli d’Italia on. Giuseppe Catania e dell’Ingegnere Capo del Libero Consorzio dei Comuni di Caltanissetta – Ing. Mario Denaro – e il suo staff, dell’Ing. Faraone e del gruppo di progettazione della 3TI Progetti Italia di Roma, per fare il punto sulla progettazione dei lavori di messa in sicurezza della strada svincolo Resuttano – bivio Cammarata (Ag/Pa).
Si tratta di un progetto corposo dal valore di 21,8 milioni di euro finalizzato alla messa in sicurezza di quattro arterie stradali che ricadono tra le province di Caltanissetta e Palermo. I territori interessati sono quelli dei Comuni di Acquaviva Platani, Mussomeli, Villalba, Castellana Sicula e Resuttano.
L’intero progetto prevede la realizzazione di ben cinquanta interventi ed interessa, in particolare, la Sp 19 e la Sp 16, che attraversano il Nisseno, e la Sp 112 e la intercomunale 3, che ricadono nel Palermitano. Tutti percorsi assai accidentati – compresi tra lo svincolo della A19 per Resuttano e il bivio di Cammarata della Ss 189 Agrigento-Palermo. Si prevede il rifacimento del sottofondo stradale di gran parte dei tratti ed il ripristino della pavimentazione. Saranno inoltre realizzate paratie e muri di contenimento in cemento armato. Entro 60 giorni verranno realizzate le indagini geognostiche ed entro il mese di novembre si prevede la consegna del progetto esecutivo che verrà presentato in conferenza dei servizi, per il rilascio di tutte le autorizzazioni da parte degli enti competenti (soprintendenza, genio civile, libero consorzio, ispettorato forestale, autorità di bacino, Asp). Parallelamente, subito dopo i mesi estivi, verrà bandita una gara per l’affidamento di ulteriori lavori di manutenzione straordinaria della S.P. 19 dall’intersezione con la S.P. 121 al bivio Landro per un importo di lavori pari a 1,24 milioni di euro. “Ringrazio il Governo Schifani – dice il deputato Catania – e l’Assessore Regionale alle Infrastrutture, la struttura Commissariale del Commissario di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico e il Libero Consorzio dei Comuni di Caltanissetta per le azioni poste in essere. Continuerò a seguire con attenzione l’evoluzione progettuale al fine di garantire al più presto una dignitosa viabilità al nostro territorio e alle nostre comunità'”.
Torna in piazza San Giacomo la celebrazione solenne del Corpus domini. Lo ha comunicato il Vicario foraneo della Diocesi Armerina, Don Lino Di Dio. Domenica 11 giugno alle 19 inizierà la messa alla presenza del gruppo Unitalsi e del coro della parrocchia Regina Pacis che animera’ la celebrazione.
La solenne concelebrazione si terrà nella pizza San Giacomo e sarà seguita dalla tradizionale processione del Corpus Domini per le vie del centro storico cittadino che si concluderà sul sagrato della Chiesa Madre con la benedizione Eucaristica.
La celebrazione e la processione, sono delle feste più sentite nella Chiesa. Insieme ai sacerdoti e ai diaconi, parteciperanno alla solenne celebrazione, le autorità civili e militari e tutte le associazioni e i movimenti ecclesiali presenti in città. La sera di domenica tutte le chiese saranno chiuse per partecipare all’unica Celebrazione Eucaristica che si terrà in citta’.
La Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Sollemnitas Sanctissimi Corporis et Sanguinis Christi) o, prima della riforma liturgica del 1969, Festum Ss.mi Corporis Christi, comunemente nota con le espressioni latine Corpus Domini (“Corpo del Signore”), come in Italia, o Corpus Christi (“Corpo di Cristo”), come nei paesi di lingua inglese e spagnola, è una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. È una festa mobile: si celebra il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità oppure, in alcuni Paesi tra cui l’Italia, la domenica successiva. Rievoca, in una circostanza liturgica meno carica, la liturgia della Messa nella Cena del Signore (Messa in Cena Domini) del Giovedì santo. La solennità cristiana universale fu istituita ad Orvieto da papa Urbano IV, con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264.