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Cronaca

Aggressione di randagi a famiglia tedesca: l’amministrazione corre ai ripari

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Non appena appresa la notizia dell’aggressione in spiaggia, da parte di un branco di cani randagi, ai danni di un bambino, in vacanza con la propria famiglia, il sindaco Lucio Greco e l’assessore Giuseppe Licata si sono immediatamente attivati.
Nelle prossime ore, si recheranno insieme a far visita al minore che è rimasto ferito insieme alla mamma, per fortuna in modo non grave, e che è dovuto ricorrere alle cure dei medici del Vittorio Emanuele. A loro vanno gli auguri di pronta guarigione da parte di tutta l’amministrazione comunale. E’ difficile immaginare la paura vissuta e il trauma subito.
Scongiurato il peggio, però, la cosa più importante adesso è accalappiare i cani responsabili dell’aggressione. Il Comune ci lavora incessantemente da tre mesi, insieme alle ditte incaricate, la Dog Village e la Porziuncola di Catania, ma senza fortuna, perché purtroppo c’è qualcuno che porta loro da mangiare quotidianamente. Così il branco è cresciuto, da Macchitella si è spinto fino a Montelungo e alla spiaggia e nessuno degli animali, poiché sazi, va nelle trappole installate e riempite di esche per agevolare la loro cattura.
Il Sindaco e l’assessore rendono noto di avere attivato subito una task force per avviare un’azione forte e massiccia insieme alle ditte, alle associazioni animaliste e alle forze dell’ordine, e la spiaggia sulla quale si è verificata l’aggressione (e un’altra è stata evitata per un pelo) sarà interdetta, con un divieto di balneazione, per un lungo tratto, fino a quando la zona non sarà rimessa in sicurezza.
L’assessore Licata nel pomeriggio si è recato sul posto dell’aggressione, ha parlato con le forze dell’ordine e lo staff del Gela Calcio, che in questi giorni si allena al Mattei e ha visto e sentito tutto. A tutta la squadra va un sentito ringraziamento, perché con coraggio ha scongiurato il peggio.

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Cronaca

Tre arresti a Caltanissetta per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia

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La Polizia ha eseguito tre provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi dell’Autorità giudiziaria nei confronti di persone indagate e condannate a vario titolo per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia. Due provvedimenti riguardano la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con applicazione del “braccialetto elettronico”, che gli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta anno notificato a un 50enne e a un 35enne indagati per atti persecutori nei confronti delle ex compagne. Un provvedimento di applicazione di misura alternativa alla detenzione riguarda, invece, un 37enne condannato per il reato di maltrattamenti in famiglia commesso nei confronti della moglie, il quale dovrà scontare la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Cronaca

Retata nell’Agrigentino e nel Nisseno, 13 arresti

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Blitz antimafia dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, nella città dei templi, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e San Cataldo, con il supporto del Nucleo Eliportato Cacciatori di Sicilia e dei Nuclei Cinofili di Palermo e Nicolosi. Tredici le persone fermate: l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver agito utilizzando il metodo mafioso per agevolare l’associazione mafiosa “cosa nostra”. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia.

Sono state eseguite varie perquisizioni personali e domiciliari delegate dalla Procura distrettuale nei confronti di ulteriori soggetti indagati nello stesso procedimento penale.Il provvedimento trae origine dalle attività d’indagini svolte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Agrigento e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, dal mese di dicembre 2024 a tutt’oggi, che costituiscono la naturale prosecuzione di quelle dello scorso 14 gennaio 2025 con l’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 48 persone.Dall’inchiesta è emersa un’ampissima disponibilità di armi – anche da guerra – in capo ai sodali. In particolare, negli atti intimidatori perpetrati rispettivamente nel mese di dicembre 2024 ai danni di una rivendita di frutta e verdura di Agrigento e nello scorso mese di giugno ai danni di un panificio di Porto Empedocle, sono stati esplosi a raffica svariati colpi utilizzando un fucile mitragliatore AK-47, meglio noto come kalashnikov.

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Cronaca

Coltivava cannabis in casa, niscemese in manette

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Un niscemese di 50 anni, è stato arrestato dai Carabinieri per produzione, coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.Nel corso di una perquisizione domiciliare d’iniziativa, i militari hanno scoperto all’ultimo piano dell’abitazione dell’indagato una serra artigianale completa di impianto di aerazione, allestita per la coltivazione di piante di cannabis indica. All’interno del locale sono state rinvenute cinque piante di marijuana, ognuna di altezza superiore al metro.

Durante le operazioni, i Carabinieri hanno inoltre trovato e sequestrato due contenitori in vetro contenenti complessivamente 34 grammi di marijuana, un grammo di hashish e vari attrezzi utilizzati per la pesatura.L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari.L’operazione si inserisce nell’ambito della costante azione condotta dall’Arma per prevenire e reprimere la diffusione delle droghe sul territorio.

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