Archiviati brindisi e fuochi di artificio, la politica locale torna alla palude in cui versa con un grande interrogativo sul futuro del governo guidato da Lucio Greco e sulle finanze del Comune.
Lo spettro del dissesto è ancora vivo e vegeto. Il sindaco ha annunciato al consiglio che per oggi aspetta importanti risposte dal governo regionale. La strada intrapresa è tutta in salita ed è molto difficile ottenere per Gela una deroga ad hoc sull’uso delle royalties per evitare il dissesto.
L’amministrazione Greco ci sta provando coinvolgendo tutti i suoi interlocutori nel governo regionale. Di fatto non si doveva arrivare a questo punto e se è vero, come si dice, che la burocrazia ha remato e rema per arrivare al dissesto dall’altra parte c’è stata una politica che non ha saputo dare gli indirizzi e non ha vigilato a dovere.
Così Gela ha concluso il 2021 con lo slogan di città più ricca d’ Italia con le finanze a posto ed ha chiuso il 2022 con la spada di Damocle del default . Di mezzo ci sono le indagini della magistratura sull’uso delle royalties, le note della Corte dei Conti, il bilancio bocciato dai revisori, la crisi della Giunta con oltre un mese dedicato a liti, incontri e ricerca di assessori. E ora si aspetta: da una parte di vedere se il sindaco aiutato dal governo regionale riuscirà a portare al governo una soluzione dall’altra se approderà in aula la mozione di sfiducia.
La prima soluzione non esclude che si arrivi al dissesto, la seconda lo contiene come certo. Il centrodestra ma non tutto preme per la sfiducia. Ma tutti da destra a sinistra e a centro non sono pronti per le elezioni Amministrative.
Solo chiacchiere per ora, unità tutta da costruire nel centrodestra e area progressista tutta da costruire nel centrosinistra. Il sindaco Greco va avanti finché può. Nel messaggio augurale di fine anno anche lui ha messo in dubbio la possibilità di arrivare fino in fondo. <Governerò – ha detto – se i numeri e le persone me lo consentiranno>.