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L'occhio del bello

Butera, i 67 anni di matrimonio di Giuseppe e Caterina: “Tanta pazienza e tanto amore”

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Giuseppe ha 90 anni, Caterina 92. Quando si sono sposati l’Italia era per certi versi un Paese che ancora si ricostruiva, dopo le macerie lasciate dalla seconda guerra mondiale. Insieme hanno vissuto tutto, diventando testimoni del loro tempo, attraversando la storia, gli anni ‘60, le innovazioni della tecnologia, l’avvento della modernità. Ma i loro principi sono sempre rimasti saldi, il loro amore costante anzi capace di consolidarsi nel tempo.

Ed è così che Giuseppe Noto e Caterina Chiolo hanno tagliato venerdì scorso il traguardo dei 67 anni di matrimonio: la benedizione delle fedi nella chiesa di Maria Ausiliatrice a Butera, dove vivono. Da loro è nata una grande famiglia di quattro figli, nove nipoti e nove pronipoti: tutti insieme riuniti per festeggiarli.

Un traguardo straordinario, un momento emozionante che ricorda quanto raro ma quanto grande sia il vero amore. Alla domanda rivolta alla signora Caterina sul segreto che c’è dietro ben 67 anni di matrimonio, una risposta divertente e sincera: «Ancora 67 sono pochi! Il trucco è la pazienza, l’amore e la pace in famiglia». Parole semplici, che nascondono però una lezione senza tempo. 

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Con “Il mio tempo” e “Madre” Francesco Savatta protagonista a Firenze della mostra “Artour-o il Must”

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Due opere, realizzate con la tecnica della grafite morbida su carta mm 240×240, per declinare il proprio concetto di “armonia”. Con “Il mio tempo” e “Madre”, Francesco Savatta è uno dei 39 artisti che espongono alla prestigiosa rassegna internazionale “Artour-o il Must”, inaugurata questa settimana a Firenze.

Si tratta della 39º edizione dell’iniziativa. L’artista gelese partecipa nel grande palcoscenico fiorentino, in una delle culle della cultura a livello mondiale: «Un’emozione unica essere qui a vivere una manifestazione di questo spessore», ha detto Savatta.

La mostra, che vanta tra gli altri anche il patrocinio del Ministero della Cultura, sarà visitabile fino al prossimo 23 dicembre. La conferenza stampa di presentazione dell’evento si è svolta a Palazzo Vecchio.

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Il ristorante Sabìa: una scommessa vinta menzionata dal Gambero Rosso

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Un riconoscimento al talento, alla caparbietà, alla capacità imprenditoriale di scommettere su un progetto caratterizzato da una grande passione: quella per la cucina, intesa come esperienza, ricerca, bellezza. Il ristorante Sabìa ha ricevuto la menzione della prestigiosa guida del Gambero rosso, insieme ad altri sei locali della provincia di Caltanissetta.

“Lo chef Totò Catania – scrive il Gambero rosso -, presente nel mondo del catering, con Appeteating, da poco ha iniziato una collaborazione con la famiglia La Rosa, nella gestione del ristorante. La sua è una cucina mediterranea, originale e innovativa, di carne e di pesce, con alcune proposte vegetariane, caratterizzata dalla costante ricerca di equilibrio e armonia tra sapori di terra e di mare”.

Una nota di merito che rafforza la consapevolezza del progetto, una tappa importante che segna al tempo stesso un punto di arrivo e un punto di partenza. Testimoniando, ancora una volta, che anche in città possono esserci esperienze capaci di affermarsi nel panorama nazionale.

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Jack e Lillo “Amici a 4 zampe in corsia”

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Hanno portato sorrisi, allegria e qualche attimo di spensieratezza. Jack e Lillo sono stati i grandi protagonisti di “Teniamoci per la zampa, amici a 4 zampe in corsia”: loro, due esemplari di siberian husky e beagle, hanno donato dolcezza ai pazienti dei reparti di pediatria e oncologia e all’hospice dell’ospedale Vittorio Emanuele. Un’iniziativa ideata dall’associazione Adoces Sicilia Odv “Giuseppe Antonuccio” e condotta in sinergia con l’Asp di Caltanissetta e la direzione sanitaria del presidio ospedaliero locale.

Hanno partecipato e dato il loro contributo anche le associazioni Farc&C e “I bambini luce del mondo”. Uno dei momenti in cui l’ospedale è tornato a riappropriarsi della sua dimensione sociale, come luogo aperto alla città e alle iniziative di sensibilizzazione e cura della persona, a 360 gradi, e non semplicemente della patologia.

Restano tanti i problemi della sanità locale e soprattutto quelli relativi proprio al presidio ospedaliero. Jack e Lillo potrebbero anche rivelarsi non solo le mascotte perfette di una bella iniziativa, ma anche le mascotte perfette per ispirare una riflessione seria (sanitaria, politica, istituzionale) su quanto sia importante avere un ospedale che sappia rispondere a tutte le necessità del paziente. Un ospedale realmente a misura del cittadino.

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