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Cgil Fp: deciso lo stato di agitazione dei dipendenti Asp

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La motivazione addotta dall’Asp non è piaciuta ai dipendenti, nè al sindacato Cgil Fp che ha indetto un’ assemblea tenuta presso la Camera del lavoro della Cgil di Caltanissetta, a cui hanno preso parte numerosi infermieri ed OSS in servizio presso l’Asp di Caltanissetta. Si è concordato di indire lo stato di agitazione e allo stesso tempo un sit-in presso la Prefettura di Caltanissetta per venerdì 10 febbraio dalle 11 alle 13 con contestuale richiesta di incontro al Prefetto per rappresentare la problematica di questi lavoratori. Al sit-in e al contestuale stato di agitazione aderirà anche la FSI-USAE che condivide insieme alla CGIL la grande preoccupazione per il destino occupazionale di questi lavoratori e per la tenuta della Sanità nella Provincia nissena.
Si tratta di circa 300 Operatori assunti per l’emergenza covid che il 19 gennaio scorso hanno appreso, con l’avvallo di alcune sigle sindacali, di essere personale in esubero.
Una situazione definitiva paradossale perché di fatto il personale mantenuto con un monte ore di 30 ore settimanali è sovraccaricato e con una costante richiesta di effettuare straordinari perchè utilizzato per garantire la riapertura dei reparti finora accorpati per “carenza di personale” ( pneumologia, neurochirurgia, urologia, chirurgia generale, chirurgia vascolare); per garantire l’apertura di altre tre sale operatorie, per coprire quella quota di personale prossimo alla pensione che
sta smaltendo le ferie residue, per sostituire gli infermieri risultanti in pianta organica ma sollevati dal servizio in corsia da parte del medico competente e destinato ad altre mansioni, per aprire i servizi di
neuroradiologia, per cui non è prevista una dotazione organica, cosi come per l’emodinamica il cui personale afferisce all’UOC di Cardiologia e UTIC, creando il paradosso di un esubero di infermieri.
“Torniamo a chiedere con fermezza – si legge in una nota- che venga fatta chiarezza sulla reale situazione delle dotazioni organiche, non per macroaree, ma dettagliata per ogni singola Unità Operativa ed ogni singolo presidio nonché sulle strutture del territorio.
Perché laddove dovesse emergere un reale esubero è chiaro che chi ha proceduto all’assunzione di tale personale non aveva contezza del reale fabbisogno e deve rispondere a tutti questi lavoratori, laddove invece non dovesse emergere alcun esubero si profilerebbe un danno a tutti i lavoratori e ai cittadini.
Vorremmo poter accedere alla reale dotazione organica, più volte richiesta ma su cui non abbiamo mai ottenuto riscontro (ulteriore richiesta di accesso agli atti formalizzata in data odierna) in modo da poter ragionare sui numeri e magari essere sconfessati.
Risulta prioritario per noi dare risposte a questi lavoratori che in questi ultimi tre anni si sono spesi per sorreggere il sistema e garantire i servizi alla cittadinanza con l’erogazione dei LEA e per i quali chiediamo le 36 ore come da CCNL e una procedura di stabilizzazione che possa restituire dignità e giustizia”.

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Processo contro 29 attivisti del movimento No Muos

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Si è conclusa la fase delle indagini preliminari e il 30 marzo ci sarà la prima udienza al Tribunale di Gela contro 29 attiviste e attivisti No Muos.

Il movimento No Muos ha diffuso un comunicato in cui spiega i motivi dell’agire dei suoi attivisti.


“Si tratta dell’ennesimo processo in cui il tentativo è quello di criminalizzare un movimento antimilitarista, antimperialista e internazionalista che da anni si oppone alla nocività di una delle più grandi basi militari statunitensi, la base M. U. O. S. (Mobile User Objective Sistem): abusiva, situata in Sicilia nella sughereta di Niscemi, serve a coordinare le guerre agite dai più potenti governi mondiali mediante i droni che partono da Sigonella e, come se non bastasse, per via delle enormi emissioni elettromagnetiche emanate, arreca quotidianamente danni gravi alle terre e alla salute di chi abita nei pressi del largo raggio d’azione (di almeno 180 km) in Sud Italia.
Prima che le 3 megaparabole venissero installate all’interno della base NRTF, in cui dagli anni ’90 sorgevano 46 antenne già di per sé nocive e mortifere, le mobilitazioni riuscirono, occupando la base militare, a bloccarne il funzionamento: le accuse che ci venivano rivolte erano di “interruzione di pubblico servizio, per aver impedito le comunicazioni belliche tra 4 continenti”.
Ribadiamo che per noi la guerra non è un pubblico servizio bensì un crimine e continuiamo ad avanzare a testa alta la nostra contrarietà alle politiche belliciste di cui l’Italia si fa promotrice attraverso la produzione e lo spaccio di armi e munizioni, ultima in Ucraina.
Oggi ancor più vediamo gli effetti prodotti da basi militari come quella di Niscemi nelle guerre che la Nato e i governi imperialisti stanno portando avanti nel mondo. Attualmente 59 i conflitti: un circolo vizioso in cui sono condannate alla fuga, nella migliore delle ipotesi, intere popolazioni che respinte alle frontiere rischiano la morte in mare come è successo a Cutro, e, se riescono a sbarcare, vengono criminalizzate e costrette alla clandestinità per essere sfruttate bestialmente al limite della schiavitù.
Inoltre siamo consapevoli di quanto le guerre combattute abbiano un immediato riflesso anche sulla nostra vita con la guerra che i governi al servizio delle multinazionali ci fanno attraverso la dismissione e la svalutazione di servizi pubblici essenziali come sanità e formazione e portando avanti politiche economiche basate sull’estrattivismo, sullo sgretolamento del tessuto sociale e la criminalizzazione del dissenso.
Respingiamo le accuse false e pretestuose che ci vengono dirette ancora una volta in questa circostanza e rivendichiamo con forza la nostra presenza in quel territorio, per lo smantellamento del “Muostro” e di tutte le basi militari, per una società senza guerre e senza sfruttamento, per la liberazione da tutte le oppressioni”. 

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C’è il via libera all’assunzione diretta del personale da parte di Impianti Srr

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Se anche il Comune di Piazza Armerina aderirà al servizio gestito dalla Impianti saranno 300 i lavoratori delle ditte private già impegnate nel servizio nei Comuni d’ambito che potranno essere assunti in via diretta da Impianti.

Questo è possibile applicando l’articolo 20 del Decreto legislativo 201/22. Il parere legale richiesto da Srr e da Impianti è positivo. I concorsi che erano stati sospesi saranno riavviati sia per assumere il personale che non gode della clausola sociale, sia per creare una graduatoria di merito cui attingere per altre assunzioni e sostituzioni. Dopo Pasqua si convocherà un’assemblea dei sindaci per istituire la Cuc a servizio dei Comuni soci e per la gestione ordinaria della Tari.

Intanto Impianti darà il via a un intervento straordinario a Gela per 2 mesi con 20 unità impiegate nello scerbamento a Macchitella e nel lavaggio di varie strade cittadine.

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Refezione scolastica, il Comune non la garantisce neanche se pagano per intero le famiglie

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Nel corso di una riunione oggi pomeriggio dedicata alla refezione scolastica i dirigenti hanno chiesto all’assessore all’Istruzione Totò Incardona una dichiarazione del Comune con l’impegno ad effettuare il servizio anche a totale carico delle famiglie nell’anno 2023-24.

Senza una dichiarazione netta non saranno attivate le classi a tempo pieno nell’infanzia e primaria e si perdono posti di lavoro.  Ma l’amministrazione, legata ai divieti imposti dalla Corte dei Conti, ritiene di non poter indire una gara d’appalto anche perché, pur se il costo del pasto sarebbe al 100% a carico delle famiglie, il Comune deve, comunque, assumere l’impegno spesa e anticipare le somme, cosa che non può fare fino a che non si chiuderà (se si chiuderà) la pendenza con la Corte dei Conti.

Non è stata accolta la proposta della commissione istruzione guidata da Alessandra Ascia di modificare il regolamento comunale   prevedendo, in caso di mancata attivazione del servizio da parte del Comune, la gestione delle scuole con regole comuni.

Così c’è qualche scuola che sta acquisendo la disponibilità delle famiglie a provvedere in proprio al pasto del figlio, altre che non hanno ancora deciso o che non presenteranno dichiarazioni di responsabilità.

Oggi scade il termine indicato dall’Usp per produrre o la dichiarazione del Comune ad erogare il servizio o quella dei dirigenti, acquisita la disponibilità delle famiglie, di una gestione in autonomia. Il rischio che si perdano posti di lavoro c’è. 

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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