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Cronaca

Conclusa l’operazione «No driftnets» con numeri importanti

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Gela – Il contrasto all’utilizzo delle reti da posta derivanti illegali è sempre stato uno dei principali obiettivi del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, che nell’ultimo periodo ha registrato un generale e deciso ridimensionamento grazie alla costante attività di controllo operata sia in acque territoriali sia al di fuori di esse.

Nel 2021, il Centro di Controllo Nazionale Pesca (CCNP) del Comando Generale della Guardia Costiera, ha pianificato un’operazione nazionale complessa diretta a contrastare la pesca con reti da posta derivanti irregolari, ancora utilizzate, seppur in maniera sporadica da parte di alcune marinerie.

Tali reti non vengono ancorate al fondo, ma sono lasciate libere di muoversi in balìa delle correnti grazie a dei galleggianti che permettono alla rete di posizionarsi sopra – o appena sotto – la superficie dell’acqua. Queste reti, quando irregolari, non garantendo la selettività, intrappolano specie marine protette e tra questi cetacei, mammiferi marini, uccelli e tartarughe, costituendo – di fatto – dei veri e propri muri della morte.

L’operazione “NO DRIFTNETS” (nessuna rete derivante), si è svolta sia all’interno che al di fuori delle acque territoriali nel periodo compreso tra il 15 aprile e il 15 luglio 2021, e ha previsto una serie di controlli volti a verificare l’uso e la presenza di reti irregolari a bordo delle unità da pesca in mare e a terra al momento dello sbarco dei prodotti ittici.

Nell’attività sono stati coinvolti i Centri di Controllo Area Pesca (CCAP), distribuiti capillarmente sul territorio. Nello specifico, le sedi di Palermo, Catania, Reggio Calabria, Napoli, Bari e Civitavecchia.

Nel corso dell’operazione sono stati impiegati diversi assetti aeronavali della Guardia Costiera sotto il coordinamento del Centro di controllo nazionale della pesca.

Tra i risultati di rilievo vanno segnalati:

–       l’attività di nave Gregoretti che nelle acque delle Eolie e del Tirreno Meridionale nel suddetto periodo ha sequestrato diversi attrezzi illegali e reti da posta derivanti irregolari per oltre 10km, garantendo nel contempo un controllo costante sulla regolarità della pesca del tonno sia all’interno che al di fuori delle acque territoriali, esercitata da navi italiane e di paesi terzi.

–       l’attività di Nave Cavallari, che ha portato al sequestro di una rete irregolare di oltre 2500 metri a largo di  Amantea (Calabria).  Nel corso dell’operazione, sono stati liberati due esemplari di manta, una delle quali stimata in 500 kg di peso. In merito, si ricorda che la manta rientra tra le specie per le quali è sancito il divieto di cattura ai sensi della normativa unionale;

–       l’attività svolta dal CCNP in collaborazione con il CCAP di Reggio Calabria, che in località San Lucido (Cetraro), ha portato al sequestro di 3 reti derivanti illegali della lunghezza totale di 3800 metri circa oltre a reti irregolari nascoste all’interno di natanti da diporto.

In tutti i casi, oltre al sequestro degli attrezzi da pesca irregolari, si è proceduto nei confronti dei trasgressori ad applicare le previste sanzioni pecuniarie.

In totale l’operazione “No Driftnets” ha raggiunto i seguenti risultati:

–       circa 40 Km di reti sequestrate;

–       221 ispezioni e 1198 controlli effettuati

–       136 illeciti amministrativi e 7 illeciti penali elevati, per un importo di sanzioni pari a € 195.115,00;

–       più di 11 tonnellate di prodotto ittico sequestrato.

–       200 militari, 10 mezzi navali e un mezzo aereo della Guardia Costiera impiegati nell’operazione

Nello specifico, si riportano i dati registrati nella Direzione Marittima di Palermo:

  • il sequestro di una rete irregolare di oltre 2500 metri a largo di  Termini Imerese ad opera della motovedetta CP 524 di Porticello.

–       complessivi 10 Km di reti sequestrate;

–       51 ispezioni e 227 controlli;

–       2 illeciti penali e 37 illeciti amministrativi  per un importo di sanzioni pari a circa  € 45.000,00;

–       2 tonnellate di prodotto ittico sequestrato.

–       40 militari e  3 mezzi navali della Guardia Costiera impiegati nell’operazione.

Cronaca

Nella commissione c’erano politici: il Tar annulla il concorso dell’Asp di Agrigento

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Nel 2022 l’Asp di Agrigento ha bandito un concorso pubblico per la copertura a tempo indeterminato di diversi posti vacanti nell’ambito di distinti profili professionali, tra cui n. 7 posti di Tecnico Sanitario di Radiologia Medica, cat. D.

All’esito della prima prova scritta relativa al suddetto concorso, l’ASP di Agrigento rendeva pubblico l’elenco dei candidati non ammessi alle successive prove.

A fronte di ciò, alcuni dei candidati risultati non idonei alla prova scritta, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia e Giuseppe Gatto, hanno proposto un ricorso volto ad ottenere l’annullamento, previa sospensione, di tutti gli atti posti in essere dalla Commissione di concorso. Con il ricorso, gli avv.ti Rubino Impiduglia e Gatto hanno rilevato come, nel caso di specie, un Commissario – il dott. Nobile –  prima di essere nominato quale componente della Commissione esaminatrice, era stato eletto Consigliere Comunale di Ravanusa; ed ancora hanno dedotto che il Presidente della Commissione  – Dott. Trigona – successivamente a tale nomina era stato nominato Assessore nel Comune di Licata.   

Gli avv.ti Rubino, Impiduglia e Gatto hanno rilevato come, nel caso di specie, tali soggetti non avrebbero potuto svolgere, contemporaneamente, entrambe le predette funzioni, ovvero quella di commissari d’esame e di politici, sicchè, avrebbe dovuto considerarsi palese l’illegittimità della composizione della Commissione esaminatrice e, conseguentemente, si sarebbero dovuti ritenere manifestatamente illegittimi tutti gli atti posti in essere dalla stessa. 

Con ordinanza del 06.09.2024, condividendo le tesi difensive sostenute dagli Avv.ti Rubino, Impiduglia e Gatto, il TAR ha sospeso gli atti della proceduraCon successiva sentenza del 1° luglio 2025, il TAR ha annullato gli atti del sopra citato concorso, rilevando che i ruoli “politici ricoperti da due dei tre commissari della procedura selettiva di cui si discute non consentono di escludere che la titolarità della loro carica politica, svolta in costanza dello svolgimento del concorso, possa aver interferito con il regolare svolgimento della procedura, pregiudicando le garanzie di imparzialità necessarie a garantire il rispetto della par condicio tra i partecipanti, considerato anche il ristretto numero dei commissari e il limitato ambito territoriale dell’ASP di Agrigento”. 

Tenuto conto della possibile sussistenza di profili di danno erariale a seguito dell’annullamento della suddetta procedura (e sua successiva riedizione), il TAR ha disposto la trasmissione della sentenza alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Palermo. Inoltre, il TAR ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento per le opportune valutazioniInfine, il TAR ha condannato Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento al pagamento delle spese di N. 00991/2024 che liquida complessivamente in curo 3.000 (tremila/00), oltre accessori di legge e restituzione del contributo unificato.

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Sorveglianza speciale a Genova per affiliato a Cosa Nostra nissena

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La Direzione Investigativa Antimafia di Genova ha eseguito un decreto di applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni nei confronti di un soggetto già condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Genova – Sezione Misure di Prevenzione – su proposta della Procura Distrettuale e della Dia, con la collaborazione della Divisione Anticrimine della Questura.

L’uomo, attualmente agli arresti domiciliari, è considerato ancora oggi socialmente pericoloso. Sottoposto in passato anche alla confisca dei beni, vanta un lungo curriculum giudiziario a partire dagli anni ’90. Tra le condanne figurano il favoreggiamento continuato della prostituzione (1999) e, soprattutto, una pesante sentenza emessa nel 2004 per associazione mafiosa, riconducibile alla sua affiliazione alla cosca guidata da Salvatore Fiandaca, legata al boss Giuseppe “Piddu” Madonia, figura apicale di Cosa Nostra nella provincia di Caltanissetta.

Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe diretto una “decina” mafiosa nel capoluogo ligure, occupandosi di attività illecite come il gioco clandestino del lotto e del totocalcio, assieme ad altri affiliati originari della Sicilia.

A conferma della sua pericolosità, la Dia ricorda anche la recente condanna definitiva del marzo 2025 per reati commessi tra il 2012 e il 2017, tra cui interposizione fittizia di beni, favoreggiamento e falsità ideologica.

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Scontro con un’auto, parrucchiera gelese muore nel Ravennate

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Gela piange la scomparsa della parrucchiera Valentina Farruggia, vittima venerdì scorso di un incidente stradale che si è verificato lungo la strada che collega Lugo a Fusignano, nel Ravennate. 

Valentina era in sella allo scooter T-Max condotto dal marito, quando si è registrato lo scontro con una Chevrolet Spark guidata da una donna di 45 anni. Trasportata al trauma center dell’ospedale ‘Bufalini’ di Cesena per la quarantaduenne gelese, che risiedeva a Fusignano,non c’è stato nulla da fare. I funerali si terranno oggi alle 16. 

foto Il Resto del Carlino

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Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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