La normalità è riferire casi si malasanità. Poi c’è l’eccezione che conferma la regola ed è la storia di Caterina che, dopo 46 giorni di ricovero ha scritto una lettera aperta per ringraziare pubblicamente il personale dell’ospedale di Gela.
“Mi chiamo Caterina, sono un’impiegata nissena che lavora nella propria Città. A causa del covid sono stata ricoverata d’urgenza presso l’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela (perché nell’Ospedale di Caltanissetta non c’erano più posti disponibili) lo scorso 21 marzo e sono stata dimessa il 5 maggio, dopo ben 46 giorni di ricovero. So bene che negli ultimi 15 mesi sono stati tantissimi gli articoli e le dichiarazioni sul covid, ma oggi, dopo i miei 46 giorni di ricovero, anch’io voglio dire la mia. Molti hanno scritto per convincere i lettori che loro sarebbero stati più bravi degli altri a gestire la pandemia, molti virologi hanno scritto per convincere i lettori di essere più bravi dei propri colleghi, molti altri hanno scritto per perorare la causa della propria categoria di appartenenza.
Lungi da me il volere scrivere per qualcuno dei suddetti motivi. Sto scrivendo questo articolo perché il mio primo pensiero, una volta dimessa dall’Ospedale di Gela, è stato quello di trovare le parole giuste per ringraziare con tutto il cuore tutto il personale medico e paramedico dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela del reparto Covid del 2° piano (primario Antonino Biundo e Caposala Mariagrazia Sanzo).
I miei 46 giorni di ricovero non sono volati via velocemente come vola la moto n. 46 di Valentino Rossi nei rettilinei; nei miei 46 giorni di ricovero ci sono stati momenti in cui ho avuto paura di non farcela e di non rivedere mai più i miei familiari, la mia meravigliosa nipotina, i miei amici ed i miei colleghi”. da Seguonews