Riceviamo e pubblichiamo la nota della Fiab a firma del presidente Emanuele Iudici sul tema della sicurezza stradale
“L’ennesimo sinistro che vede coinvolti degli utenti deboli della strada ci spinge ancora una volta a chiedere maggiori interventi a tutela di chi vive sotto la costante minaccia creata dalle troppe auto in circolazione.
Due bambini in bici investiti da un’automobilista in una delle vie principali della città ci dicono come ad oggi la mobilità sia negata a chi si muove con mezzi diversi dall’auto. Un pedone, un ciclista, vivono sotto la costante paura che un’automobilista distratto o che procede a velocità sostenuta possa investirli. Questa condizione è ormai insostenibile.
Fiab è vicina alle famiglie dei bambini investiti e auspica che i piccoli possano riprendersi il più presto possibile. Al contempo chiede all’amministrazione comunale di intervenire tempestivamente sulla viabilità cittadina, promuovendo un generale abbassamento dei limiti nelle arterie cittadine a 30 o 20 km/h, realizzando concreti interventi di moderazione del traffico, come, a titolo di esempio, dossi, passaggi pedonali rialzati, isole salvagente, restringimenti di carreggiata, puntando ad una maggiore estensione delle aree pedonali e delle zone a traffico limitato. La riduzione della velocità delle auto e della loro circolazione, anche con un potenziamento concreto del servizio di trasporto pubblico, diventano obiettivi fondamentali affinchè la sicurezza di tutti gli utenti che sulla strada sono più vulnerabili possa essere qualcosa di reale.
In tal senso Fiab si rende sempre disponibile al dialogo per fornire un contributo fattivo in tal senso”.
Dal nostro lettore Alessandro Guarnera, riceviamo e pubblichiamo
Ha passato indenne l’epoca Messinese e Greco. Sta resistendo con tenacia a Di Stefano. Terranova di Sicilia, 2025. La chiameremo Davide, come il personaggio che con Golia accende la nostra fantasia … Ed il nostro Davide effettivamente a tutt’oggi vince contro quel Golia dei Filistei rappresentato dalle Amministrazioni Comunali che si susseguono nel tempo. Verrebbe da imprecare in tutte le lingue del mondo e solo per non essere tacciato di facchineria vi risparmio nero su bianco la giusta parolaccia da affibbiare al Signor Golia. Sappiate comunque che è la peggiore parolaccia che vi sta passando in mente leggendomi. Ma torniamo al nostro piccolo eroe, Davide, una buca di pochi centimetri presente in prossimità di un quartiere residenziale di Terranova di Sicilia e più precisamente nel quartiere Marchitello. La piccola buca fa la sua comparsa in prossimità di un tombino in ferro ed inizia a crescere pian piano circondata da festanti bambini che giocano a calcio, da auto in transito, clacson e signore che allegramente si recano al mercato settimanale.
Davide cresce in armonia e felicità e vani sono i tentativi dei residenti di segnalarne verbalmente la presenza. Nessuno interviene. Si passa alle maniere forti, le tanto temute pec all’amministrazione Comunale. Nessuna risposta, solo parole parole parole come nelle migliori canzoni. Pastoie burocratiche, collaudi, scaricabarile di responsabilità, tutte cose che oggi come ieri il Golia di turno ci racconterà per tentare invano di nascondere la sua grande debolezza ed impotenza. Ma giù la maschera, il piccolo Davide continua a crescere, giorno dopo giorno, si sgretola , si sfalda, si arrugginisce, rendendo ridicolo un Golia ormai in balia di una piccola buca che diventa un fosso e poi una voragine. Passano gli anni, e dall’allegria Messinese si arrivò all’epoca del mesozoico, durante la quale si formarono le zone paludose e governava un Greco. Tra la pioggia e gli affluenti, una sirena blu del corpo di polizia municipale con al seguito figure chiamate “manutentori comunali” intervennero posizionando una recinzione in ferro e nastro segnaletica in onore dell’eroe Davide. Si formo’ una specie di tempio esempio di scempio. Il nostro eroe rinchiuso nel suo tempio, luogo sede degna di rispetto o di venerazione, diviene luogo di contemplazione e riflessione. Ma tornando alla parte meno culturale di questa vicenda direi ai Golia di turno di vergognarsi e non cercare scuse all’interno della macchina amministrativa che governano perché alla decenza c’è un limite invalicabile che è il rispetto dei cittadini.
Parole di fuoco, il cui contenuto è noto a tutti. Fiumi di parole sono state scritte, centinaia di servizi giornalistici locali e nazionali con un unico denominatore: l’erogazione dell’acqua a Gela si paga a peso d’oro. Per un bene, peraltro, prodotto dalla natura. Ma la politica sta a guardare. Anzi ha pure firmato il contratto capestro circa 15 anni fa , e non ci pensa proprio a risolverlo.
Gran Sicilia, sezione “G. Corrao”- Gela col Paolo Scicolone, segretario Nazionale Gran Sicilia provano a dire ancora una volta: “il re è nudo”, per tentare di svegliare la politica. Ecco cosa scrive:
“La verità, evidente a tutti, è che una società privata, Caltaqua, e la matrigna partecipata Sicilacque, godono di ampia protezione politica.
Società che operano in assoluta difformità rispetto ad accordi contrattuali e a etiche sociali e professionali si permettono, dopo più di 18 anni di gestione, di accampare scuse o, peggio ancora, non accamparne affatto, per giustificare l’ingiustificabile e persino l’immorale. Forniture a singhiozzo, acqua di pessima qualità, lavori fatti male o mai fatti, (vedi la ormai storica buca di via Magellano, in foto), rotture e manutenzioni inefficaci, soldi pubblici mal spesi, assistenza agli utenti nulla.
Se qualche privato avesse dato la gestione di un proprio servizio aziendale ad una società che lavora con gli stessi criteri e con questi risultati non soltanto sarebbe intervenuto da tempo con l’interruzione dei rapporti, ma avrebbe chiesto un importante risarcimento per danni.Ma stiamo parlando di Sicilacque e Caltaqua. Una a partecipazione Regionale, con la regione Siciliana che non trova il coraggio di punire se stessa, l’altra a partecipazione partitica non dichiarata.Il controllo sul servizio nel territorio spetta all’ATI, assemblea territoriale idrica, composta dai Sindaci della provincia.
Non si sa che controllo stia esercitando, visto che si continua, impuniti, ad operare a danno degli utenti. Danno enorme dal punto di vista economico non solo per le altissime tariffe ma per i costi extra che ogni famiglia deve sobbarcarsi per l’approvvigionamento di acqua potabile imbottigliata e con autobotti.Le tariffe sono altissime. Le dovrebbe stabilire l’ATI. Sulla base di cosa? di un documento che si chiama PIANO d’AMBITO che è il cuore della gestione del servizio idrico integrato e nasce dal principio che solo la conoscenza dell’esistente può consentire l’attivazione di strategie idonee al superamento delle criticità, alla risoluzione del problema e al rispetto delle normative.
A che serve questo documento, che andrebbe continuamente aggiornato? cosa prevede? Deve contenere la ricognizione delle strutture, il programma degli interventi, il modello gestionale ed organizzativo del servizio, il piano economico e finanziario.Il Piano d’Ambito è inoltre lo strumento di pianificazione a supporto della definizione della tariffa annua.In provincia di Caltanissetta non abbiamo notizie di questo documento dal 2003.
Ancora non c’erano né Siciliacque né Caltaqua. Vorremmo capire come si stabiliscono le tariffe qui.Noi di Gran Sicilia lo abbiamo chiesto questo documento. Sia informalmente, a Sindaco ed assessore, sia ufficialmente, con PEC, all’ATI e al comune di Gela.Nessuna risposta. Non abbiamo mai avuto risposte alle nostre PEC. Due mesi dopo abbiamo segnalato la mancata risposta alle PEC al governo Nazionale. Anche qui nessuna risposta. Sono passati altri due mesi.Anni addietro la Regione ha nominato una commissione tecnica per valutare il servizio. Abbiamo chiesto, sia a voce, sia a mezzo PEC i verbali delle riunioni della commissione e la relazione finale. Niente. Silenzio. (anche questo è un disservizio)La verità è che c’è un sistema, pubblico-privato, che nasconde verità ai cittadini e protegge interessi dei privati. Il disservizio, spesso addebitato a sfortunate casualità o crisi climatiche è dovuto ad inadempienze politiche, gestionali, contrattuali.Chi vuole saperne di più ed agire anche per vie legali trova porte chiuse da parte delle istituzioni.Noi siamo riusciti a saperne tanto grazie all’instancabile lavoro del dott. Salvatore Licari, che ha prodotto copiosa documentazione su inadempienze contrattuali sia degli enti gestori, sia dell’ATI, quindi dei Sindaci, sia della Regione, che abbiamo messo a disposizione di quei politici che hanno promesso la soluzione del problema e la risoluzione dei rapporti con Caltaqua. Ancora una volta siamo stati allontanati. Nessun rappresentante locale, di nessun partito ha avuto voglia di adoperarsi in tal senso. Tutti complici, tutti amici, tutti contro gli utenti”.
Dall’avv.Paolo Cafà, esponente di Sinistra Italiana e del laboratorio PeR riceviamo e pubblichiamo
Un dilettantismo preoccupante pervade le azioni politiche ed i comportamenti dei consiglieri comunali di maggioranza e della giunta, per non dire di quelli dell’opposizione che non sono pervenuti in questi sette mesi. Dove sono andati a finire i buoni propositi sbandierati in campagna elettorale e nelle prime settimane di inizio consiliatura? La maggioranza sembra litigare su tutto, sui temi della sanità, sul versante dell’appartenenza di Gela alla città metropolitana di Catania, sull’operato di questo o quell’altro assessore, pur continuando a sventolare il modello Gela che non c’è. Di bilancio stabilmente riequilibrato manco l’ombra, della legge sulle royalties idem non se ne colgono ancora i frutti. In questo marasma impazzano le bollette imu del 2019 che vessano ingiustamente i cittadini, si acuisce il problema idrico di tanti quartieri, si assiste al lento e graduale spopolamento della città, si cambia il regolamento degli avvocati fiduciari per una maggiore discrezionalità, si partecipa alla passerella di qualche eminenza regionale come il Presidente della Commissione Regionale che viene a fare il pedagogo piuttosto che venire a dare soluzioni concrete contro la criminalità mafiosa, limitandosi a dire che contro il crimine mafioso occorre non essere indifferenti. Tutto qua!? Consiglierei, senza saccenza, più umiltà da parte di tutti, un approccio più serio e concreto sui problemi della città, evitando di tirare a campare. È difficile aspettare la fine della consiliatura di questo passo. Per un migliore raccordo tra consiglieri di maggioranza e giunta sarebbe auspicabile che i capigruppo partecipassero alle riunioni di giunta, evitandoci questo spaesamento, in attesa del conflitto che si aprirà al prossimo rimpasto. Meno male che c’è una opposizione extra consiliare che vigila attenta e puntuale, considerato che quella consiliare è desaparecidos, anzi non c’è mai stata.