L’ opera del regista Gianni Virgadaula suggella i 40 anni di attività. Lasciato per un attimo il filone dedicato ai santi ( Agata, Lucia, Elisabetta d’Ungheria, Chiara etc) il regista e scrittore gelese è tornato a trattare i temi della cultura di Gela antica che rappresentano un altro tema della sua produzione.
Venerdì 29 settembre alle 19.00 , al Palazzo dei Biscari di Acate ci sarà la proiezione del docu-film: ‘Gelone, la spada e la gloria’ scritto e diretto dal regista di Gela Gianni Virdagaula. Dopo la visione del film verrà consegnata al regista dell’opera una targa in occasione dei 40 anni di attività cinematografica. Il film è distribuito da GV movie production Srls.
Protagonisti del film cono Davide Geluardi e Paola Sini . Le musiche originali sono di Marco Werba e Cristina Saraceno . La voce narrante è di Michele Nicotra. Il film è una realizzazione dell’Istituto culturale per la Sicilia cinematografia onlus, patrocinato dall’Assessorato regionale ai beni culturali e Identità siciliana e dal Comune di Gela.
Dopo un’accurata ricerca condotta nelle fonti storiche il film ripercorre le tappe fondamentali della storia del figlio di Dinomene, Gelone che ha dato il nome alla città di Gela nel V secolo a.C. , tiranno di Gela dal 491 al 485 e di Siracusa dal 485 al 478
Gelone, secondo la tradizione, apparteneva ad una illustre famiglia, che aveva contribuito alla fondazione della città e deteneva per diritto ereditario la ierofantia degli dèi degli inferi. Secondo Erodoto, a fondare Gela, insieme ad Antifemo, sarebbe stato un Gelone, originario dell’isola di Telos, ecista dei Rodii e antenato dell’omonimo dinomenide.
Nei sei anni di tirannia di Gelone a Gela, dovette affrontare l’instabilità provocata dalla sua ascesa eversiva, in particolare alla protesta dei mercenari di Ippocrate, insediati a Camarina, che gli rimproverano di aver liquidato la discendenza del precedente tiranno, ma alcuni magnati passano dalla parte di Gelone e questi avrebbe messo in campo una politica matrimoniale. Le alleanze, gli aiuti nelle battaglie di Terone contro Selinilunte. Lo scontro per il potere sullo stretto di Messina testimoniato da una dedica su uno schiniere e su un elmo rinvenuti a Olimpia, in cui i Reggini si vantano di una vittoria sui Geloi sono solo alcune delle gesta del personaggio preso in esame.
Punto focale del racconto la battaglia di Himera che diede al dinomenide gloria imperitura. A fare da sfondo alla vicenda del Tiranno il tempo aureo della Sicilia del V secolo a.C. con le sue polies ricche di monumenti, di cultura e di sapere. Un percorso fra le bellezze e l’archeologia greca della nostra isola, narrato su un testo al quale ha lavorato un competente comitato scientifico.
Il lungometraggio, dopo la morte di Gelone, in appendice conduce il racconto sino all’assassinio di Archimede per mano dei romani e la conseguente caduta di Siracusa, di cui Cicerone aveva detto meraviglie. La conquista della città da parte del console Marcello nel 212, segna anche la fine dell’indipendenza della Sicilia
E’ il padre putativo di Gesù. Un uomo lavoratore scelto per la paternità eletta del Cristo.
Un momento importante per la comunità cittadina è la festa dedicata a San Giuseppe lavoratore, organizzata dalla Chiesa di Sant’Agostino.
Il triduo iniziato il 1 maggio, è stato dedicato a coloro che hanno preparato le Cene, alle famiglie e ai disoccupati. Domani, 4 maggio, festa esterna di San Giuseppe, le Sante Messe saranno alle ore 9.15, 10.30 e 12.00. Alle ore 10.00 inizierà la caratteristica “Asta di San Giuseppe” in Piazza Sant’Agostino e alle ore 16.00 il tradizionale gioco della pentolaccia “U jocu do jadduzzu”.
Alle ore 18.30 si snoderà la processione dell’antico simulacro di San Giuseppe nelle strade della Città. Verso le ore 22.00, inizierà lo spettacolo pirotecnico a conclusione dei festeggiamenti in onore del Santo Patriarca, sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa che prega per il suo nuovo Papa, successore di San Pietro, che in questa settimana sarà eletto.
La “Prima Domenica del Mese al Museo”sarà speciale anche a Donnafugata!
Dal 4 maggio 2025 i visitatori potranno usufruire di ingresso a tariffa ridotta ogni prima domenica del mese: 4 € per visitare l’intero complesso, il Castello, il parco e il museo del Costume – Mu.de.co.
L’iniziativa è finalizzata a favorire la conoscenza del patrimonio storico-artistico e monumentale e ad ampliare la platea dei visitatori, allineandosi con una strategia culturale che, a livello nazionale, sta riscuotendo notevole apprezzamento.Durante l’intera giornata saranno pertanto sospese le altre tipologie di biglietto e le altre riduzioni.
Le prenotazioni/transazioni effettuate prima di questa data resteranno immutate alle condizioni previste al momento della conferma della prenotazione stessa.Il Castello di Donnafugata è aperto tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle 9 alle 19:00, permanenza all’interno consentita fino alle 19:45.
Bruxelles – L’assurda sparatoria di Monreale, in Sicilia, nella quale sono rimasti uccisi tre giovani, tra cui una ragazza di 17 anni, per mano di un diciannovenne che ha aperto il fuoco, si inserisce in una catena crescente di episodi di violenza armata nelle città europee.
Da Palermo a Bruxelles, il filo conduttore è la disponibilità crescente di armi da fuoco illegali nelle mani di giovani e gruppi criminali.
L’europarlamentare Giuseppe Antoci ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea chiedendo dati aggiornati sulla circolazione di armi illegali in Europa e nuove risorse per rafforzare le azioni di prevenzione e disarmo civile, con un focus sulle aree urbane più esposte.
“La sparatoria di Monreale è un fatto gravissimo. Ma non è un caso isolato – dichiara Antoci – L’accesso facile alle armi e l’assenza di presidi culturali e sociali sta generando una deriva pericolosa, soprattutto tra i più giovani.”
“Ho chiesto alla Commissione – continua Antoci – se intende sostenere in modo concreto enti locali, scuole e forze dell’ordine con strumenti e risorse dedicati a campagne di disarmo e a programmi di educazione non violenta.”
“Serve rafforzare la cooperazione e lanciare una vera politica culturale per contrastare la subcultura della violenza armata. Non possiamo accettare – conclude Antoci – che le nostre città diventino zone franche dove le pistole parlano al posto del dialogo“.