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Wwf, Lipu e Italia Nostra chiedono il divieto del furetto per la caccia

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 Caltanissetta- Con una nota indirizzata alla Ripartizione Faunistico Venatoria di Caltanissetta – organo periferico dell’Assessorato regionale dell’agricoltura, le strutture provinciali delle Associazioni ambientaliste Italia Nostra, Legambiente, LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) e WWF (World Wide Fund for Nature) hanno chiesto l’immediata revoca del decreto assessoriale n. 1092 del 14/09/2023 che, modificando il Calendario Venatorio 2023/2024, ha autorizzato l’uso del Furetto per la caccia al Coniglio selvatico nell’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) CL2, che comprende i comuni di Butera, Gela, Mazzarino, Niscemi e Riesi.

Il Furetto è un mustelide derivante dall’addomesticamento della Puzzola europea (Mustela putorius), feroce predatore dei Conigli, che in Sicilia viene allevato proprio a scopo venatorio: i cacciatori lo introducono nelle tane, costringendo tutti i conigli nascosti nei cunicoli ad uscire all’esterno ed esporsi, così, al facile tiro dei fucili.

La legge obbliga i cacciatori a munire il furetto di idonea museruola, per evitare che questi sbrani i conigli intrappolati nelle tane; tale prescrizione però – oltre ad essere di difficile verifica e controllo – non viene rispettata ed, anzi, certi cacciatori aizzano e addestrano i furetti ad essere molto aggressivi.

Per le Associazioni ambientaliste si tratta di una pratica crudele, dannosa e ingiustificata che andrebbe abolita, a maggior ragione se va a colpire le popolazioni di Coniglio che nel nostro territorio versano in una drammatica situazione di costante depauperamento, tanto che in molte zone nel Nisseno si registra da anni la totale scomparsa della specie. Recentemente la Regione ha affidato all’Università di Palermo uno studio sulla consistenza del Coniglio in Sicilia, che ha confermato il preoccupante decremento delle popolazioni di tale mammifero dovuto sia alla diffusa mortalità per motivi sanitari relativi a patologie virali altamente diffusive e contagiose (Mixomatosi e M.E.V. Malattia emorragica virale), sia al bracconaggio, sia al prelievo venatorio eccessivo.

Italia Nostra, Legambiente, LIPU e WWF, inoltre, nel documento inviato alla Ripartizione Faunistico Venatoria evidenziano che “in questa stagione estiva si sono verificati – e continuano ancora oggi – numerosi e vasti incendi che hanno devastato il territorio agro-silvo-pastorale della provincia, colpendo in particolar modo non solo le zone boschive (ove vige il divieto di caccia decennale) ma anche una serie di ambienti di origine antropica (ad esempio campi coltivati, pascoli, frutteti, vigneti, oliveti, ecc.) dove il Coniglio selvatico trova l’habitat ideale”. Pertanto – sostengono le Associazioni – “l’autorizzato uso del Furetto è assolutamente inaccettabile ed irragionevole, poiché in tale contesto non vi è alcuna necessità di insidiare il selvatico anche nelle tane, potendo il cacciatore effettuare normalmente le battute in caccia vagante con l’ausilio di mute di cani che scovano e inseguono il Coniglio. Non si comprende perché una già elevata pressione venatoria (anche illegale) al Coniglio debba ulteriormente essere aggravata dalla possibilità dell’uso di questo mezzo di caccia, assolutamente ingiustificato”. Dal punto di vista zooprofilattico, infine, l’uso del Furetto risulta assai pericoloso e nefasto: “venendo adoperato in varie tane anche in zone diverse del territorio, tale mustelide rappresenta un ottimo veicolo di contagio e di trasmissione degli agenti patogeni delle note e micidiali malattie infettive del Coniglio”.

Il documento delle quattro organizzazioni di protezione ambientale – sottoscritto da Leandro Janni per Italia Nostra Sicilia, Ivo Cigna per Legambiente Circolo di Caltanissetta, Aldo Sarto per LIPU Sezione di Caltanissetta ed Ennio Bonfanti per WWF Sicilia Centrale – si conclude con la richiesta urgente al Dirigente della Ripartizione Faunistico Venatoria di Caltanissetta di proporre al superiore Assessorato – Servizio gestione faunistica del territorio, l’immediata modifica del vigente Calendario venatorio disponendo il divieto di uso del Furetto nell’ATC CL2.

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Polo educativo “Padre Giovanni Minozzi”: inaugurazione al termine di un anno di lavoro 

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Inaugurati i locali del Polo educativo Padre Giovanni Minozzi al termine dei lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico durati un anno. Questa mattina la cerimonia cui hanno preso parte, tra gli altri, don Savino D’Amelio, presidente dell’Opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, don Cesare Faiazza segretario generale dell’Opera ed il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana.

Da parte del direttore dell’istituto, Giuseppe La Spina, la condivisione del percorso quinquennale avviato per far “rinascere” la struttura che vede oggi la presenza di quasi 200 alunni.

Grazie al contributo del progetto “Città nido – Poli integrati per l’infanzia”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, al Don Minozzi si trova anche un micronido per bimbi da 0 a 24 mesi: un importante sostegno alle necessità di tante famiglie. 

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Linea dura della Impianti Srr contro gli assenteisti

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Linea dura della Impianti Srr. Tornano a fioccare come neve i procedimenti disciplinari della Impianti SRR contro i dipendenti assenteisti e deontologicamente scorretti.

È di poche ore fa la notizia di un procedimento disciplinare contro un dipendente reo di non avere raccolto la plastica cadutagli dalle operazioni di raccolta e di averla lasciata a terra, come se nulla fosse.

Ad un altro dipendente con contratto a termine, invece, già più volte richiamato e sospeso, non verrà rinnovato il contratto in scadenza a causa delle numerose assenze, molte delle quali senza avviso, mettendo spesso in difficoltà il servizio.

La Impianti SRR tiene a precisare che le azioni intraprese devono servire da monito affinché altre simili azioni non si ripetano a tutela della propria immagine ma, soprattutto, a tutela del servizio da rendere ai cittadini.

L’amministratore porge le proprie scuse a nome di tutta la società ,e a tutela degli operatori che di contro mantengono comportamenti corretti, a tutta la cittadinanza per i disservizi e i disagi arrecati da dipendenti incivili.

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Da madre in figlia, nel segno della Polizia

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C’era anche la nissena Vera Anzalone, tra i 368 corsisti del 229′ corso che oggi hanno giurato come allievi agenti, nella Scuola della Polizia di Stato di Alessandria.

Vera è figlia dell’Assistente Capo Coordinatore della Polizia di Stato Maria Biancheri, in servizio alla Questura di Caltanissetta.

Con la consegna degli alamari e il giuramento, i giovani Allievi sono diventati Agenti in prova e tra pochi giorni raggiungeranno le sedi di servizio, iniziando la vita da poliziotti per la tutela della collettività.

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