Seguici su:

Giudiziaria

Il TAR dichiara inammissibile la richiesta di sospensione delle associazioni ambientaliste

Pubblicato

il

Con ricorso proposto innanzi al T.A.R. di Palermo, il W.W.F., la Lega Ambiente Sicilia e altre associazioni per la protezione dell’ambiente, impugnavano il decreto emanato dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, tramite il quale veniva approvato il calendario venatorio per gli anni 2022/2023.

In particolar modo, con il ricorso in parola, le Associazioni chiedevano al Giudice Amministrativo, oltre all’annullamento, anche la sospensione cautelare dell’efficacia del provvedimento impugnato.

Pertanto, tramite l’ordinanza n. 467/2022, il T.A.R. Palermo si esprimeva sulla richiesta di sospensione degli effetti del succitato decreto, accogliendo in parte la domanda cautelare presentata dalle Associazioni Ambientaliste.

Tuttavia, secondo le Associazioni ricorrenti l’Assessorato Regionale non avrebbe dato seguito a quanto deciso tramite ordinanza dal T.A.R. di Palermo, ma al contrario, con l’emanazione di una successiva nota dirigenziale, l’Assessorato, sempre secondo quanto sostenuto dalle succitate Associazioni, avrebbe cercato di aggirare gli obblighi derivanti dalla succitata pronuncia del T.A.R.

Per tale motivo, il W.W.F. e le altre Associazioni ricorrenti, hanno richiesto al Presiedente del T.A.R. di Palermo di disporre, tramite decreto monocratico ai sensi dell’art. 56 c.p.a., l’immediata sospensione della succitata nota dirigenziale successivamente emanata dall’Assessorato Regionale.

L’Unione Associazioni Venatorie Siciliane (Un.A.Ve.S.), costituitasi nel giudizio in parola con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, deduceva l’inammissibilità dell’istanza proposta dalle Associazioni ricorrenti tramite la sopraccitata istanza di misure cautelari monocratiche.

In particolare gli Avv.ti Rubino e Valenza, tramite memoria difensiva, affermavano l’inammissibilità di un’istanza cautelare monocratica, ex art. 56 c.p.a., volta ad ottenere l’esecuzione di quanto disposto dalla sopraccitata ordinanza collegiale.

Infine, il Presidente della Terza Sezione del T.A.R. di Palermo, ha condiviso le argomentazioni sostenute da UNAVES, rappresentata dagli Avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, e dall’Associazione Liberi Cacciatori Siciliani, difesa dall’Avv. Alfio Barbagallo e pertanto, tramite Decreto pubblicato in data 31.08.2022, ha dichiarato inammissibile l’istanza ex art. 56 c.p.a. presentata dalle Associazioni ricorrenti.

Per effetto di tale Decreto, non verrà sospesa l’efficacia di quanto disposto dall’Assessorato Regionale con la nota dirigenziale del 26.08.2022

clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Giudiziaria

Emessi 13 provvedimenti di misure di prevenzione

Pubblicato

il

Il Questore di Caltanissetta, Pinuccia Albertina Agnello, ha emesso tredici provvedimenti applicativi di misure di prevenzione nei confronti di persone che si sono rese responsabili di gravi condotte antisociali.Sette provvedimenti riguardano l’ammonimento di soggetti che si sono resi autori di violenza domestica, minacce, percosse e lesioni personali nei confronti di conviventi ed ex compagne. Cinque provvedimenti di avviso orale sono stati emessi nei confronti di soggetti che, a vario titolo, si sono resi autori di reati concernenti lo spaccio di sostanze stupefacenti, porto di armi od oggetti atti ad offendere, furto e resistenza a pubblico ufficiale. Un daspo urbano è stato emesso nei confronti di un 39enne di Niscemi, il quale in stato di ubriachezza si è reso autore di episodi di violenza all’interno di un bar. Allo stesso è stato vietato l’accesso e lo stazionamento ai pubblici esercizi del centro storico per un periodo di due anni. Inoltre, su proposta del Questore, è stata irrogata dall’Autorità giudiziaria anche una misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza nei confronti di un soggetto resosi autore di reiterati maltrattamenti nei confronti di familiari conviventi. Con i provvedimenti di prevenzione emessi dal Questore i predetti sono stati tutti invitati a cambiare condotta.

Continua a leggere

Giudiziaria

Esposto all’amianto: riconosciuti i benefici contributivi

Pubblicato

il

Catania – La Corte di Appello di Catania, ha condannato l’INPS a riconoscere la rivalutazione contributiva di Francesco Castorina, uno dei tanti lavoratori del Petrolchimico di Priolo-Augusta esposti alle fibre di amianto.

Castorina, originario di Catania e residente ad Augusta, dal 1984 ha lavorato per 35 anni come addetto alla manutenzione presso lo stabilimento del Polo Petrolchimico di Priolo-Augusta. In quel periodo l’amianto era un materiale comunemente utilizzato e veniva impiegato in varie parti degli impianti industriali. Di conseguenza, l’uomo aveva respirato le fibre killer aerodisperse nell’ambiente, senza essere tutelato adeguatamente. Quanto alle bonifiche, è emerso che vennero eseguite ben oltre l’entrata in vigore della Legge n. 257/1992 che prevedeva la tutela dei lavoratori esposti all’asbesto.

Ed è stata proprio la questione della durata dell’esposizione oltre il 1992, l’oggetto principale del braccio di ferro tra l’uomo e l’INPS perché l’operaio, dopo aver fatto richiesta del riconoscimento dei benefici pensionistici per l’esposizione all’amianto, negati dall’ente di previdenza, è andato poi in pensione con “Quota 100” percependo una rendita inferiore rispetto a quella a lui spettante. Nel 2020 la sentenza di primo grado del Tribunale di Siracusa che ha riconosciuto il diritto di Castorina alla rivalutazione contributiva. Decisione contestata dall’INPS che ha portato la vicenda presso la Corte di Appello di Catania che ha condannato l’ente e confermato il diritto dell’operaio alla rivalutazione contributiva consentendogli di ottenere la compensazione economica che gli spettava per gli anni di lavoro a contatto con la “fibra killer”.

Questa vittoria è il risultato di anni di impegno e dedizione nel difendere i diritti dei lavoratori esposti sul posto di lavoro – dichiara Ezio Bonanni, legale dell’operaio e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto che sottolinea – “continueremo a lottare per garantire giustizia e equità per tutti i lavoratori che si trovano in situazioni simili. La nostra speranza è che questa sentenza possa servire da precedente importante per futuri casi simili, promuovendo una maggiore consapevolezza e tutela della salute e sicurezza sul lavoro”.

Tutti i lavoratori che hanno prestato servizio presso il polo Petrolchimico dovrebbero vedere riconosciuti i benefici amianto, almeno quelli esposti fino al 2000. E’ assurdo dover ricorre alle vie legali, sottostare a lungaggini burocratiche, per ottenere giustizia” – aggiunge Castorina.

Continua a leggere

Flash news

Morte Vittoria Caruso:Pm cambia ipotesi reato in omicidio stradale

Pubblicato

il

Una sostanziale modifica al capo d’imputazione. Questa mattina, al Tribunale di Gela, il procuratore capo Lucia Musti (subentrata alla titolare del fascicolo, la dottoressa Scuderi) ha cambiato l’ipotesi di reato da omicidio volontario a omicidio stradale nel processo a Gaetano Vizzini, il 23enne di Catania che il 17 marzo 2019 effettuò un testa coda a 120 chilometri orari, provocando la morte dell’amica 15enne Vittoria Maria Caruso, seduta sui sedili posteriori dell’auto.

La famiglia della ragazza è assistita da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime stradali, e sta seguendo il procedimento penale con il legale fiduciario di Giesse Rita Parla.

“Quella del pubblico ministero è stata una scelta importante – spiega Diego Ferraro, responsabile Giesse ad Agrigento – Soprattutto perché ha chiarito che per questo tipo di condotta serve una pena sì seria ma all’interno di un corretto inquadramento giuridico. Il rischio, infatti, è quello di arrivare in Cassazione e vedersi annullare la probabile sentenza di condanna per un’ipotesi di reato sbagliata. Dopo aver modificato il capo d’imputazione, il giudice ha quindi rinviato all’udienza del 17 aprile in cui l’imputato potrà decidere se andare a giudizio o scegliere un rito alternativo”.

L’incidente avvenne poco dopo le 22 sulla strada statale 117 Contrada Farello a Gela. Vizzini, alla guida della Fiat Panda della madre, imboccò una strada chiusa al traffico in direzione del cimitero di Farello. In auto, insieme a lui, altri tre ragazzi tra cui appunto Vittoria. Dopo aver raggiunto i 120 chilometri orari, Vizzini tirò il freno a mano, sterzando a sinistra ed effettuando un testa coda.

“Giunto a circa 30 metri da uno spartitraffico centrale effettuava un’improvvisa e, quasi certamente, volontaria sterzata verso sinistra in moto libero – si legge nella perizia dell’ingegner Mauro Trombetta, consulente tecnico della Procura – Tale manovra innescava un moto di imbardata, favorito anche dall’avanzatissimo stato di usura dei suoi pneumatici ed il successivo e repentino ribaltamento a destra dopo aver percorso oltre 13 metri in scarrocciamento”.

A posteriori, quando i ragazzi vennero trasportati in ospedale, si scoprì che Vizzini era sotto l’effetto di alcol (0,46 grammi per litro) e sostanze stupefacenti (cannabis). Rimasero tutti illesi a parte Vittoria che, purtroppo, riportò ferite che si dimostrarono fatali.

Continua a leggere

Più letti

Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852